Ho letto l'articolo, ma come tanti altri lascia il tempo che trova. Afferma "Le bollette di luce e gas non potranno che aumentare". Ne siamo convinti, ma occorrono approfondimenti e elementi a sostegno. Detta così non vale nulla.
Ridico quanto già detto altre volte. Sopportatemi.
La tutela (elettrica) non fa cassa per lo Stato, né svende l'energia. Arera applica tariffe trimestrali con - alla lunga - bilancio zero tra costi di acquisto all'ingrosso (al PUN) e prezzi di rivendita agli utenti. Gli acquisti di Acquirente Unico (AU) sono esattamente al PUN del mercato del giorno prima. AU per legge non può acquistare "fuori borsa". Né possiede impianti di generazione. Acquista quindi - mediamente - a un prezzo un po' maggiore di quello che ottengono i fornitori sul libero. In breve... la tutela non deprime i player sul libero. Eliminare SEN e AU per 5.000.000 di famiglie non è una maggior liberalizzazione (o una "completa liberalizzazione" come piace dire a molti). È eliminare un attore che non ha motivi per "far paura" ai fornitori, dato che è un po' meno conveniente delle migliori offerte sul libero. Ma mantenere la tutela sarebbe stata l'àncora di salvezza per i 70-enni (non vulnerabili) che verranno in gran parte accalappiati e munti con contratti più onerosi di SEN.
Si può confrontare, con un criterio freddo, il puro costo a consumo di SEN col PUN+perdite. Da gennaio 2021 a oggi (incluso quindi lo sconvolgimento di metà-fine 2022 sia sul libero che su SEN). La tutela sarebbe costata un +5,7% a €/kWh rispetto a un contratto a spread zero. (senza contare il contributo della commercializzazione fissa). Percentuale che poi si diluisce per l'aggiunta degli altri termini in bolletta (trasporto, oneri, accisa, IVA).
Arera poteva proporre di trasformare la tutela in un "Servizio a prezzo massimale" e nessuno si sarebbe lamentato. Strutturato in modo simile al gas, a consuntivo: costo = (PUN mensile + perdite) + (diciamo) un 10%. Come dire, dato il PUN attuale attorno a 0,128 €/kWh, uno spread massimale di 0,014 €/kWh. Da riaggiustare periodicamente. Notare che non sarebbe stato un servizio assistenziale o sottocosto, lo Stato ci avrebbe pure guadagnato e avrebbe messo in salvo la schiera di utenti che non vuole entrare (e gliene do ragione) nel mercato libero perché è un campo minato.
I modi per salvare la tutela c'erano. Senza contravvenire alle disposizioni europee. Smettiamola col tormentone "gli utenti sono impreparati". Io voglio essere tra gli impreparati, ossia sfrutterò STG fin che ci sarà. Sono i nostri decisori quelli veramente impreparati.