FTSEMIB e altri Indici, Materie Prime 59.0

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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  • SONDAGGIO: Potrebbe interessarti una sezione "Trading Sportivo"?

    Ciao, ci piacerebbe sapere se potrebbe interessarti l'apetura di una nuova sezione dedicata unicamente al trading sportivo o betting exchange. Il tuo voto è importante perchè ci consente di capire se vale la pena pianificarla o no. Per favore esprimi il tuo voto, o No, nel seguente sondaggio: LINK.
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    Staff | FinanzaOnline

il fol mi dà spesso errore quando lo aggiorno :mad: sistemate per piacere admin, non si riesce nemmeno a postare
 
entrato ora con una call a 18345 di mib, vediamo se rimbalza :boh:
 
stoppato Qua?
 
buongiorno :)

mi dispiace per chi é long :(

io sono flat e mi sto leccando ancora le ferite

cercherò di rientrare long quando penserò che avremo toccato il fondo (S&P dovrà toccare almeno i 2020); con più disciplina dell'ultima volta cercherò poi di mantenere e aspettare un buon rimbalzo. in bocca al lupo a tutti :)
 
dato italiano pessimo!!...ma mai una gioia!!
 
in 17350 con obbiettivo 17540
fca record di vendite e si festeggia cio' in fondo al listino? KO!
 
Ps,; secondo me MADE oggi ha ragione...petrol potrebbe salire ;)

non ci spererei molto

Petrolio: l'Arabia Saudita prova a rallentare la crescita dell'export iraniano, sempre più difficile un accordo a Doha

Secondo quanto riportato dal Financial Times, Arabia Saudita e Bahrain starebbero cercando di rallentare la crescita delle esportazioni di petrolio da parte dell'Iran.
L'autorevole testata britannica, che cita trader e broker attivi nell'area, riporta che alle navi che trasportano il greggio di Teheran è richiesta una particolare autorizzazione per entrare nei porti dei due Paesi. Nel caso del Bahrain, sono bannate dai porti tutte le navi che recentemente sono transitate nei porti iraniani.

Più in generale, il quotidiano londinese parla di una generale ostilità degli operatori di mercato a fare affari con l'Iran per il timore di mettersi contro Riyadh. Secondo i dati elaborati da Windward, da inizio anno il petrolio stoccato al largo delle coste iraniane ha fatto segnare un incremento del 10% e attualmente supera la soglia dei 50 milioni di barili. Dalla fine delle sanzioni, solo una piccola parte del greggio iraniano, per la precisione solo 8 petroliere, sono partite dall'Iran in direzione dell'Europa.

Il nodo è rappresentato dall'output di greggio
Numerosi Paesi sono d'accordo sull'ipotesi di congelare la produzione ai livelli, particolarmente elevati, di gennaio. Al di là della portata pratica di un simile provvedimento (decisamente limitata), si tratterebbe di un provvedimento simbolico capace quantomeno di spingere i prezzi verso livelli più accettabili.

L'ostacolo si chiama Iran. Mentre da parte saudita è arrivato un parziale disconoscimento della strategia di conferma dell'output che alla fine di novembre 2014 ha innescato il forte calo dei prezzi, le autorità iraniane hanno più volte fatto sapere che fino a quando non saranno raggiunti i livelli produttivi pre-sanzioni, l'ipotesi di uno stop alla produzione non potrà assolutamente esser preso in considerazione (secondo le statistiche diffuse dal Ministro del Petrolio Bijan Zanganeh, a marzo le esportazioni totali sono salite di 250 mila barili sopra la soglia dei 2 milioni di barili).

Fino a qualche giorno fa i prezzi del Brent hanno capitalizzato, spingendosi a metà marzo fino a 43 dollari, la possibilità di accordo a Doha anche senza l'appoggio di Teheran.
A far sfumare quest'ipotesi, e a spingere al ribasso i prezzi (-4,1% venerdì, -1,5% oggi), sono state le parole pronunciate venerdì dal principe Mohammad bin Salman al Saud che nel corso di un'intervista ha dichiarato che nel meeting del prossimo 17 aprile non sarà possibile raggiungere un accordo per il congelamento dell'output senza la partecipazione dell'Iran
 
sembra che gli adm abbiano serie difficoltà a farlo funzionare :rolleyes:
 
http://www.thehawktrader.com/news.php

Italy Markit/ADACI Services PMI: 51.2 (est 53.9; prev 53.8) -Markit/ADACI Composite PMI: 54.7 (prev 53.7)

sta parlando weidmann
*WEIDMANN SAYS GLOBAL GROWTH OUTLOOK WILL IMPROVE WITH REFORMS

i volumi massimi della giornata come accelerazioni sono stati fatti poco alle 9.36 : i livelli 9625 e 2824 potrebbero essere dei minimi di giornata, cosi come sul dunbv dil 164.25 il H di sessione.
Inviato da Antonio Lengua il mar 05 aprile 2016 - 09:47:39
 
anche a me mi dà spesso errore quando lo aggiorno
 
mi sa che nn gli bastano gli 850..(future)
 
XI o chi fa petrol...


supportino a 34.60?
 
buongiorno a tutti

per Xinian entry long per il silver
te che fai incrementi?
 
essere in procinto di entrare a mercato con il pc che improvvisamente si spegne per gli aggiornamenti di questo fantastico window 10 non ha prezzo:wall::mad:

rimbalzino da 16860...secondo me non rivedremo i 17000 di future neanche a pagarli a meno di non superare decisamente i 16980 circa, ma lì vedrei come massimo e sul brevissimo 17040
 
La dannazione del Ftse-Mib si chiama banche del 05/04/2016

..........................Sulle motivazioni della debolezza delle banche abbiamo già parlato. I rendimenti a zero prosciugano le fonti di business tradizionali, che alimentano i bilanci con il margine di interesse. L’introduzione del Bail-in e la penosa gestione del salvataggio delle 4 banche popolari toscane, da parte di un governo che non ha potuto nascondere conflitti di interesse, ha provocato la ritirata o almeno la razionalizzazione dei depositi bancari da parte di molti risparmiatori. Il ruolo molto attivo, che il vittimismo italico ha spesso bollato come persecutorio, della vigilanza BCE, ha richiesto ricapitalizzazioni e forse ne chiederà ancora per ridimensionare il pericolo delle sofferenze, che in Italia sono il doppio che nel resto d’Europa e pesano (quelle lorde) per circa 200 miliardi sui bilanci del settore. La difficoltà a disfarsi in modo non troppo penalizzante di questi crediti largamente inesigibili pone infatti problemi di sostenibilità futura e potrebbe comportare altre richieste di aumenti di capitale per le banche più esposte e non in grado di ridurle.
Tutto ciò ha creato un clima di diffidenza nei confronti del settore che spinge gli investitori a vendere al primo stormir di fronde.
E’ una questione di sentiment negativo e non è molto facile invertirlo in assenza di fatti importanti in grado di far tornare la fiducia.
Lo dimostra il fatto che anche ieri le banche hanno continuato a rotolare in basso in modo uniforme, nonostante abbia preso il via ufficialmente l’estensione ad 80 miliardi di euro mensili (dai 60 precedenti) dell’acquisto sul mercato di titoli pubblici e privati per opera della BCE e delle banche centrali di Eurozona, in applicazione delle misure comunicate da Draghi il 10 marzo scorso. Eppure la misura è stata presentata come un aiuto a migliorare la solidità degli attivi bancari. Ma per ora non è servita a nulla, e le banche sembrano del tutto incapaci di reagire. Ciò non fa che peggiorare l’immagine del nostro indice e lo confina ormai da parecchi giorni in pianta stabile al fondo della classifica delle performance quotidiane delle borse europee, mentre Wall Street è ad un soffio dai massimi. C’è da chiedersi che cosa succederà quando Wall Street deciderà di correggere.
 
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