Fusione Unicredit-Capitalia 2 (notizie)

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Dagospia 23 Ottobre 2007

PROFUMO AVARIATO E I SUOI DERIVATI – C’ERA UNA VOLTA IL BANCHIERE “DIVERSO” - ORA IL GOLDEN BOY DEI MERCATI GIOCA IN DIFESA - DAL PATTO CON GERONZI ALLA GRANA-DERIVATI, FINO AL CONTROPELO DI “REPORT – IN UNA SETTIMANA IL TITOLO PERDE IL 23%...

Francesco Manacorda per “La Stampa”


La doccia fredda della Borsa dopo la fusione con Capitalia; l’intreccio di partecipazioni ad alta valenza «politica» che quella stessa fusione ha potenziato; il «Report» in tv della Gabanelli sul caso derivati, che pesa in negativo assai più dei report positivi di blasonate case d’investimento. E adesso, da Washington - dopo anni di una diversità da larga parte del sistema bancario teorizzata e praticata - Alessandro Profumo replica che quei derivati «non sono il male» e che comunque «suppongo che altre banche facessero esattamente le stesse cose». Appena cinque giorni prima, a Pavia - fresco di voto alle primarie del Partito democratico - aveva contestato «la strana tendenza italiana a criminalizzare le banche».

Gioca in difesa, insomma, il «golden boy» dei mercati, diventato per molti - nei suoi dieci anni e passa di guida dell’Unicredit - una sorta di simbolo di un’altra Italia finanziaria, quella che fa della trasparenza un valore primario, quella che compra Hvb in Germania, quella che esce dal cda di Rcs Quotidiani perchè i banchieri i giornali li leggono e non li editano. Gioca in difesa anche perché a cinque mesi esatti dall’annuncio della fusione con Capitalia e dopo la scorsa settimana passata proprio sotto l’effetto «Report», il titolo Unicredit non ha certo brillato: dai 7,58 euro del 16 maggio, annuncio della fusione, ai 5,79 di ieri, con una perdita di oltre il 23%.

Nel frattempo l’indice DJ Stoxx dei titoli bancari europei è sceso del 12%. Ma nonostante questo, Profumo gode di una grande reputazione sui mercati e la sua Unicredit è una scommessa sicura secondo molte banche d’affari. Il 1° ottobre Credit Suisse e Jp Morgan hanno indicato entrambe un obiettivo di prezzo di 8 euro. E anche i risultati semestrali, con 3,6 miliardi di utile netto, non hanno certo deluso. Sui «fondamentali», dunque, il mercato non ha preoccupazioni. Anzi.

Ma che cosa è allora che minaccia la «diversità» di Profumo? La questione dei derivati - collocati per la maggior parte tra il 2000 e il 2004 quando alla guida di Unicredit Banca d’Impresa c’era Pietro Modiano, ora a Intesa-Sanpaolo - è senza dubbio uno degli elementi. Il gruppo tende ad archiviare la notizia che i suoi clienti sono esposti a una perdita potenziale di circa un miliardo come un evento già superato, che detona adesso solo sull’onda dell’emotività dei mercati e della pubblica opinione e che - dice Profumo - «abbiamo sempre gestito in assoluta trasparenza». Ma lui stesso spiega che «dove abbiamo fatto errori e cose non corrette stiamo lavorando con i nostri clienti per mettere a posto le cose». E a testimoniare gli errori ci sono le sanzioni per 511 mila euro comminate a fine agosto dalla Consob ai consiglieri di Unicredit Banca d’Impresa per il capitolo derivati.

Sull’immagine e sulle strategie del numero uno di Unicredit influisce anche l’alleanza con Capitalia. Dal punto di vista industriale l’accordo con il presidente di Capitalia - e ora di Mediobanca - Cesare Geronzi e l’uscita di scena dell’ad della banca romana Matteo Arpe sono stati i presupposti migliori per assicurare un’integrazione senza ostacoli tra i due gruppi. E in casa Unicredit si pensa che aver ceduto a Geronzi porzioni di potere in Mediobanca e nelle sue partecipazioni – Generali ed Rcs – è un prezzo equo da pagare specie tenendo conto che in piazzetta Cuccia in precedenza Unicredit si sentiva messa sotto schiaffo dallo stesso Geronzi, creatore di un asse con i soci francesi.

Ma proprio la partita delle partecipazioni ereditate da Capitalia e/o custodite in Mediobanca, è quella dove Profumo sembra muoversi con qualche difficoltà rispetto a quanto detto e fatto finora: martedì scorso a Pavia, ha di fatto confermato che Unicredit non uscirà da Rcs fino alla scadenza del patto di sindacato. E su Generali - al grido di «non siamo Alice nel paese delle meraviglie» - ha esposto la sua strategia: restare nell’azionariato per impedire che altri - ossia Intesa-Sanpaolo - possano trovare spazio. Una strategia che replica quella adottata a suo tempo in Mediobanca, quando la presenza di Unicredit veniva spiegata come esercizio di un potere d’interdizione nei confronti di Capitalia, e che come tutte le guerre di posizione italiane sembra poco coerente con il dinamismo di un gruppo europeo.

Qualche osservatore più malizioso nota ora che per Geronzi non è uno svantaggio vedere Profumo subire qualche difficoltà. Un po’ perché in questo modo si attenua l’effetto Diavolo&Acqua Santa che ha visto finora i due in ruoli quasi obbligati. Un po’ perché un Unicredit meno forte fa il gioco del presidente di Mediobanca, abituato a mantenere delicati equilibri tra i suoi azionisti. E forse non è un caso che mentre da Profumo arrivano bordate contro Intesa-Sanpaolo Geronzi si dedichi anche a consolidare i rapporti con Giovanni Bazoli, il presidente di quella banca, che in settembre è stato suo ospite a pranzo in piazzetta Cuccia.
 
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LA POTENTE BARCLAYS BANK POTREBBE LANCIARE UN'OPA SU UNICREDIT
Dagospia - 18 Ottobre 2007


Dopo aver esternato sulla politica davanti alla moglie "democratica", Sabina Ratti, Alessandro Profumo si è accorto di aver sciolto la lingua in modo eccessivo e si precipita a ritornare sui temi delle banche e dei derivati che Milena Gabanelli domenica sera ha trattato con mano pesante.

Questa ragione spiega perchè a distanza di 24 ore l'ufficio stampa di Unicredit si sia dato da fare per ricordare al popolo dei derivati che l'altra sera a Pavia il banchiere genovese non ha parlato soltanto di "tasse che vanno pagate", ma anche di finanza. L'ha fatto dopo la mezzanotte e ha ricordato che "non bisogna incriminare le banche", soprattutto Unicredit che nei confronti dei clienti non ha alcun problema. Se qualche problema c'è a proposito dei subprime, è perchè - secondo Profumo - esiste in Italia un mondo di precari che fanno mutui, ma devono essere aiutati a sopravvivere.

A piazza Cordusio queste dichiarazioni allargano il cuore dei top-manager che da un po' di tempo vedono il titolo ballare in Borsa e sentono strani spifferi. Da una settimana circa gira un rumor che va preso con tutte le cautele perchè si tratta di materia "sensibile", tutta da verificare. Da Londra è rimbalzata infatti ai piani alti di Unicredit l'indiscrezione che la potente Barclays Bank potrebbe lanciare un'Opa su Unicredit. Dagospia non ha alcuna intenzione di mettersi nei guai oltre a quelli già accumulati, ma vale la pena di dire che Barclays ha appena fallito la scalata da 60 miliardi di euro all'olandese Abn Amro, e cerca uno sbocco sul Continente.

Nella City c'è un signore di nome John Varley dall'aria paciosa e opulenta, che dal 1° settembre 2004 guida Barclays e non riesce a digerire la sconfitta nella conquista di Abn Amro che Santander e Royal Bank of Scotland hanno strappato agli gnomi di Amsterdam. Adesso Varley dice che ha a disposizione 1,55 miliardi di sterline che vorrebbe investire in una "crescita significativa" della banca.
Nei pub di Londra sono convinti che il ricco banchiere abbia messo gli occhi su Unicredit. E a Milano qualcuno è molto nervoso.
 
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LA POTENTE BARCLAYS BANK POTREBBE LANCIARE UN'OPA SU UNICREDIT
Dagospia - 18 Ottobre 2007


Dopo aver esternato sulla politica davanti alla moglie "democratica", Sabina Ratti, Alessandro Profumo si è accorto di aver sciolto la lingua in modo eccessivo e si precipita a ritornare sui temi delle banche e dei derivati che Milena Gabanelli domenica sera ha trattato con mano pesante.

Questa ragione spiega perchè a distanza di 24 ore l'ufficio stampa di Unicredit si sia dato da fare per ricordare al popolo dei derivati che l'altra sera a Pavia il banchiere genovese non ha parlato soltanto di "tasse che vanno pagate", ma anche di finanza. L'ha fatto dopo la mezzanotte e ha ricordato che "non bisogna incriminare le banche", soprattutto Unicredit che nei confronti dei clienti non ha alcun problema. Se qualche problema c'è a proposito dei subprime, è perchè - secondo Profumo - esiste in Italia un mondo di precari che fanno mutui, ma devono essere aiutati a sopravvivere.

A piazza Cordusio queste dichiarazioni allargano il cuore dei top-manager che da un po' di tempo vedono il titolo ballare in Borsa e sentono strani spifferi. Da una settimana circa gira un rumor che va preso con tutte le cautele perchè si tratta di materia "sensibile", tutta da verificare. Da Londra è rimbalzata infatti ai piani alti di Unicredit l'indiscrezione che la potente Barclays Bank potrebbe lanciare un'Opa su Unicredit. Dagospia non ha alcuna intenzione di mettersi nei guai oltre a quelli già accumulati, ma vale la pena di dire che Barclays ha appena fallito la scalata da 60 miliardi di euro all'olandese Abn Amro, e cerca uno sbocco sul Continente.

Nella City c'è un signore di nome John Varley dall'aria paciosa e opulenta, che dal 1° settembre 2004 guida Barclays e non riesce a digerire la sconfitta nella conquista di Abn Amro che Santander e Royal Bank of Scotland hanno strappato agli gnomi di Amsterdam. Adesso Varley dice che ha a disposizione 1,55 miliardi di sterline che vorrebbe investire in una "crescita significativa" della banca.
Nei pub di Londra sono convinti che il ricco banchiere abbia messo gli occhi su Unicredit. E a Milano qualcuno è molto nervoso.

Quali effetti potrebbe avere secondo te sul titolo questa news?:confused:
 
http://www.fabi.it/rassegna/Rassegna Stampa/_Uploads/2007_10_23-rassegna.html#_Toc180891470

LA STAMPA - 23 ottobre 2007
Personaggio - Alessandro Profumo (Unicredit)
In piazza Cordusio - Al vertice da dieci anni


FRANCESCO MANACORDA

MILANO - Alessandro Profumo nasce a Genova il 17 febbraio 1957. Laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano, è amministratore delegato del gruppo Unicredit dalla sua fondazione, nel 1997. Inizia la sua attività al Banco Lariano, dove lavora per dieci anni, dal 1977 al 1987. Nel dicembre di quell’anno passa alla McKinsey, dove assume il ruolo di responsabile progetti strategici e organizzativi per le aziende finanziarie. Due anni dopo si trasferisce alla Bain, Cuneo e Associati con il ruolo di responsabile delle relazioni con le istituzioni finanziarie. Nel 91 Profumo lascia il settore della consulenza aziendale per ricoprire l’incarico di direttore centrale della compagnia assicurativa Ras. Nel 94 entra nel Credito Italiano e la nomina ad amministratore delegato arriva nel 97. Profumo è sposato con Sabina Ratti, manager Eni di recente eletta nella costituente del Partito Democratico nelle liste di Rosy Bindi.
 
si va be

il numero di questo John Varley? :D
 
Capitalizzazione di mercato nella zona Euro al 31/08/2007

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http://www.unicreditgroup.eu/it/profilo/management/cv_popup/alessandro_profumo.htm

Alessandro Profumo
Amministratore Delegato


Alessandro Profumo è nato a Genova il 17 febbraio 1957. Laureato in Economia Aziendale presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi, è Amministratore Delegato del Gruppo UniCredit dalla sua fondazione nel 1997, dal dicembre 2005 è Chairman del Supervisory Board di HVB e dal luglio 2006 è Chairman del Supervisory Board di Bank Austria Creditanstalt.

Ha iniziato la sua attività al Banco Lariano, dove ha lavorato per dieci anni, dal 1977 al 1987.

Nel dicembre 1987 assume il ruolo di responsabile progetti strategici e organizzativi per aziende finanziarie presso la McKinsey & Company. Due anni dopo diventa responsabile delle relazioni con le istituzioni finanziarie e di progetti di organizzazione e sviluppo integrati per la Bain, Cuneo & Associati.

Nel 1991 lascia il settore della consulenza aziendale per ricoprire l’incarico di Direttore Centrale responsabile dei settori bancario e parabancario per la RAS, Riunione Adriatica di Sicurtà. Sua anche la responsabilità dello sviluppo reddituale dell’azienda di credito di proprietà del gruppo e delle società di distribuzione e di gestione operanti nel settore della gestione del risparmio.

Tre anni più tardi, nel 1994, entra al Credito Italiano. È nominato Condirettore Centrale, con l’incarico di responsabile della Direzione pianificazione e controllo di gruppo. Un anno dopo è Direttore Generale. La nomina di Amministratore Delegato arriva il 29 aprile 1997.

Attualmente è anche Consigliere dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, della Fondazione Teatro alla Scala, e della Fondazione Arnaldo Pomodoro.

Profumo è anche membro di numerose istituzioni internazionali: della European Banking Federation a Bruxelles, della European Financial Services Round Table a Londra, dello Steering Committee del “The Group of Thirty” a New York, del gruppo italiano della Trilateral Commission, dell’Investment Advisory Council for Turkey a Istanbul e dell’Institut International d’Etudes Bancaires a Bruxelles.

Autore di numerosi articoli e saggi, nel 2003 ha scritto con Giovanni Moro il libro “Plus Valori” (Baldini e Castoldi), una riflessione sulla responsabilità sociale dell’impresa.

Nel 2004 è stato nominato Cavaliere al Merito del Lavoro dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
 
Unicredit, Profumo firma intesa con Veltroni su solidarietà-nota

Reuters - 24/10/2007 12:32:08



ROMA, 24 ottobre (Reuters) - L'ad di Unicredit (UC.MI), Alessandro Profumo, e il sindaco di Roma, Walter Veltroni, hanno sottoscritto oggi un accordo che prevede l'iscrizione della banca al registro delle solidarietà e l'impegno del gruppo a
stimolare la partecipazione dei propri dipendenti ad iniziative di volontariato e solidarietà.

Lo si legge in un comunicato in cui si aggiunge che Unicredit si adopererà per aiutare, con la distribuzione dei questionari nelle 500 filiali della provincia di Roma, il censimento delle "offerte di solidarietà provenienti dai cittadini e dalle aziende di Roma".

Il registro della solidarietà ha l'obiettivo di incrociare la disponibilità di aziende e cittadini ad impegnarsi in attività di volontariato o solidarietà con le necessità provenienti da enti e associazioni che operano in questo campo.

L'intesa ha durata un anno.
 
grande fiducia, cmq sia è plausibile che venga pilotata a tali prezzi, per stuzzicare ulteriori aggregazioni, il sistema bancario per mantenere il suo strapotere e soverchiare qualunque istituzione democratica, deve ingigantirsi sempre più.

Ma quale bipolarismo politico, bipolarismo bancario e UC marcherà tale strada.
 
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LA POTENTE BARCLAYS BANK POTREBBE LANCIARE UN'OPA SU UNICREDIT
Dagospia - 18 Ottobre 2007


Dopo aver esternato sulla politica davanti alla moglie "democratica", Sabina Ratti, Alessandro Profumo si è accorto di aver sciolto la lingua in modo eccessivo e si precipita a ritornare sui temi delle banche e dei derivati che Milena Gabanelli domenica sera ha trattato con mano pesante.

Questa ragione spiega perchè a distanza di 24 ore l'ufficio stampa di Unicredit si sia dato da fare per ricordare al popolo dei derivati che l'altra sera a Pavia il banchiere genovese non ha parlato soltanto di "tasse che vanno pagate", ma anche di finanza. L'ha fatto dopo la mezzanotte e ha ricordato che "non bisogna incriminare le banche", soprattutto Unicredit che nei confronti dei clienti non ha alcun problema. Se qualche problema c'è a proposito dei subprime, è perchè - secondo Profumo - esiste in Italia un mondo di precari che fanno mutui, ma devono essere aiutati a sopravvivere.

A piazza Cordusio queste dichiarazioni allargano il cuore dei top-manager che da un po' di tempo vedono il titolo ballare in Borsa e sentono strani spifferi. Da una settimana circa gira un rumor che va preso con tutte le cautele perchè si tratta di materia "sensibile", tutta da verificare. Da Londra è rimbalzata infatti ai piani alti di Unicredit l'indiscrezione che la potente Barclays Bank potrebbe lanciare un'Opa su Unicredit. Dagospia non ha alcuna intenzione di mettersi nei guai oltre a quelli già accumulati, ma vale la pena di dire che Barclays ha appena fallito la scalata da 60 miliardi di euro all'olandese Abn Amro, e cerca uno sbocco sul Continente.

Nella City c'è un signore di nome John Varley dall'aria paciosa e opulenta, che dal 1° settembre 2004 guida Barclays e non riesce a digerire la sconfitta nella conquista di Abn Amro che Santander e Royal Bank of Scotland hanno strappato agli gnomi di Amsterdam. Adesso Varley dice che ha a disposizione 1,55 miliardi di sterline che vorrebbe investire in una "crescita significativa" della banca.
Nei pub di Londra sono convinti che il ricco banchiere abbia messo gli occhi su Unicredit. E a Milano qualcuno è molto nervoso.



Quanto capitalizza Barclays ?:mmmm:
 
Mercoledì 24 Ottobre 2007, 8:34
Mediobanca: riassetto soci potrebbe slittare su nodo Mediolanum


Possibile rinvio del riassetto in piazzetta Cuccia. Non è infatti detto che venerdì, giorno in cui è prevista la riunione del patto di sindacato e successivamente l'assemblea di Mediobanca, si chiuda il dossier circa la redistribuzione della quota del 9,4% che Unicredit sarà costretta a cedere. A far slittare i tempi è il rebus legato all'ipotesi di acquisto di una quota anche da parte di Mediolanum, società che fa capo a Ennio Doris ma con una quota anche in mano alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Mediolanum detiene già l'1,89% di Mediobanca e ha più volte espresso la volontà di incrementare la propria quota, ma c'è l'ostacolo Antitrust che ha imposto la vendita delle azioni a pattisti che a loro volta non sono partecipati da Mediobanca, mentre l'1,9% di Mediolanum fa capo proprio a piazzetta Cuccia.
 
news fabi anno VIII – mercoledì 24 ottobre 2007

LA REPUBBLICA mercoledì 24 ottobre 2007
AFFARI IN PIAZZA - IMPASSE MEDIOBANCA


ANDREA GRECO

La questione della partecipazione incrociata tra Mediolanum e Mediobanca dev´essere davvero importante se la sua sistemazione ha provocato il rinvio in extremis per il patto di Mediobanca che doveva decidere sul 9,4% ceduto da Unicredit a vecchi e nuovi soci forti. L´appuntamento era venerdì. Ma soci si sono aggiornati di un paio di settimane. L´Antitrust ha vietato che i compratori siano partecipati dalla merchant. Ma Doris vuole rimpolpare il fronte berlusconiano di Mediobanca. Tuttavia il titolo Mediolanum non ha avuto un´estate facile, e Mediobanca vendendolo registrerebbe una minusvalenza. Così piazzetta Cuccia sta mettendo a punto il marchingegno per uscire da Mediolanum senza effetti negativi. C´è chi giura che ripeteranno lo schema Ferrari: cessione a fermo con put and call che conservino la sostanza economica spostando in avanti la scrittura nel conto economico.
 
Partecipazioni rilevanti di Unicredit all'1/10/2007

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Unicredit, Profumo firma intesa con Veltroni su solidarietà-nota

Reuters - 24/10/2007 12:32:08



ROMA, 24 ottobre (Reuters) - L'ad di Unicredit (UC.MI), Alessandro Profumo, e il sindaco di Roma, Walter Veltroni, hanno sottoscritto oggi un accordo che prevede l'iscrizione della banca al registro delle solidarietà e l'impegno del gruppo a
stimolare la partecipazione dei propri dipendenti ad iniziative di volontariato e solidarietà.

Lo si legge in un comunicato in cui si aggiunge che Unicredit si adopererà per aiutare, con la distribuzione dei questionari nelle 500 filiali della provincia di Roma, il censimento delle "offerte di solidarietà provenienti dai cittadini e dalle aziende di Roma".

Il registro della solidarietà ha l'obiettivo di incrociare la disponibilità di aziende e cittadini ad impegnarsi in attività di volontariato o solidarietà con le necessità provenienti da enti e associazioni che operano in questo campo.

L'intesa ha durata un anno.

questo cambia decisamente le prospettive del titolo....
è decisamente una news price sensitive.......:p:D
 
Unicredit ritira tranche Upper Tier II bond 10 anni
Reuters - 24/10/2007 19:54:56


MILANO, 24 ottobre (Reuters) - Delle due tranche del bond in dollari annunciato ieri sera da Unicredit, una del tipo Upper Tier II e l'altra Lower Tier II, solo la seconda verrà collocata, mentre la prima è stata ritirata.

Lo ha detto a Reuters una fonte bancaria vicina all'operazione.

"Per la tranche Upper Tier II si è deciso di non procedere, poiché l'emittente ha ritenuto che non fosse adatta alle sue strategie", ha detto a Reuters una delle fonti bancarie.

Secondo un analista londinese, UniCredit "probabilmente ha deciso che sarebbe costata troppo data la debolezza del mercato oggi".

Gli spread sul debito delle società finanziarie sono stati messi sotto pressione oggi dai risultati di Merrill Lynch (MER.N), che ha rivelato la prima perdita trimestrale in sei anni accanto a 7,9 miliardi di svalutazioni. Standard & Poor's e Fitch hanno ridotto la valutazione sulla banca d'affari.

"Penso che il pricing della tranche Upper Tier II potrebbe essere stato un po' duro da digerire per loro".

Per la tranche Lower Tier II, per la quale è confermato l'ammontare benchmark senza precisarne la size, il rendimento offerto sarà di 165-170 punti base sopra quello del Treasury decennale di riferimento. Stamane per questa tranche era indicato un rendimento di 100 punti base sopra il tasso mid-swap.

Per la tranche Upper Tier II, anch'essa decennale, il rendimento era stato ipotizzato stamane nell'area dei 125 punti base sopra lo stesso tasso mid-swap.

La tranche Lower Tier II ha rating di 'Aa3', 'A' e 'A' rispettivamente da Moody's , S&P's e Fitch..

Lead manager dell'operazione sono Citigroup, Goldman Sachs e Hvb. Tba è co-manager.
 
Non penso che siano tutti di UC i derivati della PA, viste le piccole cifre

da MF di oggi pag. 25

Padoa-Schioppa, sui derivati enti locali esposti per 1 miliardo

L’esposizione degli enti locali nei confronti del sistema creditizio è di oltre 39 miliardi di euro. Gli strumenti derivati pesano però solo il 2,7% del totale, per un valore di poco superiore al miliardo di euro. Ancora, in Italia sono circa 525 enti territoriali che hanno stipulato in totale 900 contratti per operazioni finanziarie su derivati. È questa la fotografia scattata dal ministero
dell’economia e poi trasmessa in Parlamento per rispondere ad alcune interrogazioni parlamentari sull’utilizzo di derivati da parte degli enti locali italiani. «La distribuzione di questo fenomeno è piuttosto ampia. Finora risultano operazioni su derivati per 17 regioni, 45 province, 459 comuni e 4 comunità montane, per un totale di 525 enti» ha spiegato il sottosegretario all’economia, Massimo Tononi. In totale gli enti locali hanno debiti di cassa
per 36,7 miliardi di euro, 1,2 miliardi di debito di firma come le fideiussioni,
e derivati per un miliardo, fanno sapere da via XX Settembre. Non solo.
Il ministero dell’economia, ha annunciato che dopo le novità introdotte negli
ultimi due anni per monitorare il fenomeno, continuerà le proprie indagini
per esaminare la situazione, mentre Tommaso Padoa-Schioppa si è detto
favorevole alle proposte di emendamenti sui derivati inseriti in finanziaria
che favoriscono la trasparenza.
 
25/10/2007 - 07:29 - DJ
Unicredit''s German Unit Switches Gears On Realty



Unicredit SpA''s German HypoVereinsbank is sounding out new options for its struggling realty business, according to Financial Times Deutschland on Thursday, citing financial sector sources. For now, the complete sale of its funds subsidiary iii-Investments is unlikely. So the bank is now thinking about selling large chunks of German realty property, the newspaper said.


http://www.iii-investments.de/frame2.htm
 
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