Da leggere per chi si fida, o continua a fidarsi degli svizzeri.
Durante la Serenissima Repubblica, il Doge considerava gli svizzeri come gente della peggior risma al mondo. Era una masnada di grezzi ed arroganti valligiani che non possedevano e non riuscivano a creare produttivamente alcuna risorsa economica e perciò avevano imparato ad adoperare le cosiddette "picche", dei lunghi bastoni di legno con in punta una cuspide aguzza, atta a trapassare da una parte all'altra il povero malcapitato durante gli scontri in battaglia.
Questi mercenari si vendevano al miglior offerente, che di solito risiedeva nella capitale finanziaria di Italia, che allora, come oggi, e' Milano.
Gli svizzeri erano terribilmente efficienti in questo loro truce "lavoro", in quanto avanzavano in schiere frontali estremamente compatte, i cosiddetti "quadrati svizzeri" molto disciplinati a non creare vuoti ed abilissimi ad infilzare qualsiasi anima viva di povero italiano incontrassero sul loro percorso.
Persino i cavalli li temevano ed avevano imparato a fermarsi alla vista degli svizzeri (quanto sono intelligenti i quadrupedi!, ben piu' dell'uomo).
Questa bruttissima gentaglia mercenaria raramente faceva prigionieri e infilzavano anche i feriti a terra.
Talvolta, anche se non e' storicamente documentato in modo inequivocabile, passavano da una parte all'altra nelel compagnie di ventura direttamente sul campo di battaglia, quando sentivano arrivare delle offerte economiche superiori.
Dobbiamo ringraziare gli spagnoli, che riuscirono ad avanzare tecnicamente la loro produzione di moschetti ed archibugi a tal punto da porre la parola fine a questo svizzeri infilzatori da quattro soldi, che hanno assassinato migliaia e migliaia di poveri contadini italiani, armati di sola accetta e forcone.