Gesu' Cristo e il cattolicesimo

La scommessa di Pascal andrebbe ridenominata in Sofisma di Pascal: si tratta di un espediente retorico usato per convincere le menti semplici che conviene credere all'esistenza di una divinità per avere una chance d'immortalità.

La scommessa di Pascal è un sillogismo fallace che parte da premesse errate, uno specchietto per le allodole, assume che le uniche opzioni siano l'esistenza o l'inesistenza del dio dei cristiani (Yahweh), con tutte le prerogative che gli vengono attribuite.

Invece la scommessa andrebbe posta in termini di probabilità che esista proprio lo specifico demiurgo in cui si crede, in contrapposizione all'esistenza di ognuna delle 1000 divinità che l'uomo ha ideato fin dalla sua comparsa sulla terra (Zeus, Manitù e Moloch compresi) ed anche in contrapposizione a divinità completamente diverse e sconosciute (compreso il dio GrandePuffo ed il Prodigioso Spaghetto Volante), oltre che dalla (ovvia) possibilità che non esista alcun architetto dell'universo dotato di capacità proiettiva.

Quindi la probabilità di ritrovarsi dopo la morte di fronte proprio a Yahweh è 1 su 1000 (o un numero elevato a piacere), non è certo il 50% come cerca di farci ingenuamente credere Pascal. E se perdiamo la scommessa trovandoci di fronte al Moloch potremmo essere condannati ad un post-mortem di sofferenza eterna.

Posta in questi termini, per avere maggiori probabilità di vincere la scommessa di Pascal, sarebbe più conveniente dichiararsi "onniteisti", ovvero dichiarare provocatoriamente di credere in TUTTE le religioni passate, presenti e future.
E' il salvacondotto per l'immortalità dell'anima (sempre che la presunta divinità apprezzi il nostro sottile escamotage....)



Nota sul concetto di "capacità proiettiva":

Il fondamento concettuale dell'ateismo consiste nel ritenere che l'entità alla base dell'origine dell'universo sia priva di qualunque tipo di capacità proiettiva.

In altri termini data una catena di eventi A->B->C, la capacità proiettiva permette di prefigurare l'evento C ancora prima che si scateni l'evento A. Questa capacità, prerogativa delle forme di vita più evolute come l'uomo ed alcuni animali, permette l'atto creativo, ossia permette di scegliere quali eventi scatenare per poter dar compimento al progetto finalistico C, evento immaginato molto prima della sua concreta manifestazione fisica.

Dunque a rigore, un ateo può affermare di credere all'esistenza di un "dio", a patto di non attribuire a questa entità alcuna capacità di tipo proiettivo.
In questo senso lato, il "dio" dell'ateo si identifica nella natura stessa, con le sue regole e dinamiche evolutive dell'intero universo, in buona parte ancora misteriose.

trovo molto interessante questa interpretazione del sofisma di Pascal e il modo in cui venga ridimensionata nel relativismo di un modo politeista con tante divinità, culti e credenze quanti sono i popoli che lo hanno abitato nei secoli :o

effettivamente per un agnostico o ateo il quesito da porsi non è tra la convenienza di credere in Dio o non crederci ma innanzitutto a cosa o a chi credere e in secondo luogo se credervi o meno.. insomma molto più complicato.. :o:yes:

cosa rende più degna di verità l'esistenza di una entità come Poseidone rispetto al Dio cristiano in tutte le sue declinazioni? per un ateo o agnostico che vi si approccino in principio non vi è alcuna differenza in fondo :o:yes:
 
:DInvece la scommessa andrebbe posta in termini di probabilità che esista proprio lo specifico demiurgo in cui si crede, in contrapposizione all'esistenza di ognuna delle 1000 divinità che l'uomo ha ideato fin dalla sua comparsa sulla terra (Zeus, Manitù e Moloch compresi) ed anche in contrapposizione a divinità completamente diverse e sconosciute (compreso il dio GrandePuffo ed il Prodigioso Spaghetto Volante), oltre che dalla (ovvia) possibilità che non esista alcun architetto dell'universo dotato di capacità proiettiva., ,
Mi permetto di aggiungere una dea minore citata in una poesia di De Amicis, Mefite, dea dei miasmi, donde l'aggettivo mefitico per puzze insopportabili, e secondo altri dea delle acque e della pioggia.
 
Vedi tu ma a leggere quello che scrivi uno si chiede: ma ci credi veramente?
2000 anni fa un gruppo di persone che tu chiami apostoli scrive che il tizio era risorto ed ora diventa una verità da accettare a scatola chiusa.
Manco per idea, una bella favoletta per astrarsi un po' dalla realtà credere che lassù ci sia qualcuno che si riferisce al tizio messo in croce.
Una bella favoletta...e quante altre belle favolette hai mai sentito di qualcuno che risorge? Se avessi un minimo di spirito di raziocinio semmai dovresti essere tu a chiederti: e perché non l'hanno detta di Giulio Cesare, o di Alessandro Magno, o di Gengis Khan, o di tanti altri? E come mai l'avrebbero inventata proprio per un carpentiere ebraico morto su una croce? Sulla Terra sono apparsi 100 miliardi di esseri umani. Ti risulta ce ne siano altri proclamati risorti? Ma tanto è inutile, migliaia di scienziati e persone dotate di capacità eccelse hanno creduto a quella che tu chiami "favoletta". Tu invece non mi sembri uno particolarmente dotato...
 
trovo molto interessante questa interpretazione del sofisma di Pascal e il modo in cui venga ridimensionata nel relativismo di un modo politeista con tante divinità, culti e credenze quanti sono i popoli che lo hanno abitato nei secoli :o

effettivamente per un agnostico o ateo il quesito da porsi non è tra la convenienza di credere in Dio o non crederci ma innanzitutto a cosa o a chi credere e in secondo luogo se credervi o meno.. insomma molto più complicato.. :o:yes:

cosa rende più degna di verità l'esistenza di una entità come Poseidone rispetto al Dio cristiano in tutte le sue declinazioni? per un ateo o agnostico che vi si approccino in principio non vi è alcuna differenza in fondo :o:yes:
E magari se avessi letto il Vangelo, come miliardi di persone nei secoli, potresti trovarvi una saggezza che effettivamente non appartiene a questo mondo, e poteva solo venire da Dio. Ti risulta che Poseidone avesse mai detto: "ama il prossimo tuo come te stesso"?
 
E magari se avessi letto il Vangelo, come miliardi di persone nei secoli, potresti trovarvi una saggezza che effettivamente non appartiene a questo mondo, e poteva solo venire da Dio. Ti risulta che Poseidone avesse mai detto: "ama il prossimo tuo come te stesso"?

Premesso che io non stavo parlando di me anche se sono agnostico ma della posizione che un ateo o agnostico dovrebbe assumere di fronte a questo sofisma :o
 
trovo molto interessante questa interpretazione del sofisma di Pascal e il modo in cui venga ridimensionata nel relativismo di un modo politeista con tante divinità, culti e credenze quanti sono i popoli che lo hanno abitato nei secoli :o

effettivamente per un agnostico o ateo il quesito da porsi non è tra la convenienza di credere in Dio o non crederci ma innanzitutto a cosa o a chi credere e in secondo luogo se credervi o meno.. insomma molto più complicato.. :o:yes:

cosa rende più degna di verità l'esistenza di una entità come Poseidone rispetto al Dio cristiano in tutte le sue declinazioni? per un ateo o agnostico che vi si approccino in principio non vi è alcuna differenza in fondo :o:yes:

Chi aderisce fideisticamente ad una religione, in genere vive in una bolla informativa autoreferenziale, pensando che il resto delle religioni passate e presenti non prevedano la reviviscenza o sue varianti come la reincarnazione.

Quasi ogni religione prevede nella sua proposta di marketing una qualche promessa di resurrezione.
Come si è già osservato, il pacchetto preconfezionato che viene proposto da ogni culto è riconducibile ad un prodotto che deve incontrare la domanda nel fiorente mercato del sacro.

Questo mercato esiste perché esiste una forte domanda mondiale di questo tipo di prodotto ed ogni vendor cerca di offrire pacchetti sempre più accattivanti agli occhi degli aspiranti creduli (per cogliere pienamente questa chiave interpretativa suggerisco il già citato "Gesù e i saldi di fine stagione" del Prof. Ballardini, lettura scorrevole, si trova anche online cercando bene).

Il punto, per un agnostico od un ateo, consiste nel capire quanto si è disposti a scendere a patti con la sospensione dell'incredulità, pur di placare la propria angoscia esistenziale (qual è lo scopo della mia vita?) o il proprio terrore della morte (perché sono condannato a separarmi prima o poi dalle persone che amo?).

Per molte persone di fine intelletto questa sospensione dell'incredulità non rappresenta un compromesso accettabile, sarebbe come accettare un autoinganno a fini utilitaristici ovvero credere in un essere immaginario per poterne trarre un beneficio psichico.

Vi possono però essere delle opzioni che possono rappresentare un compromesso, una posizione intermedia tra il teismo e l'ateismo.

Per esempio, è possibile immaginare una forza naturale, un'entità creatrice dotata di capacità proiettiva (non antropomorfa), in grado di generare dal nulla un universo in espansione.

Questa energia vitale potrebbe avere generato il nostro universo con le costanti cosmologiche e gli ingredienti opportuni per rendere possibile in potenza, prima o poi, la formazione di forme di vita basate sul carbonio.

Si tratta a tutti gli effetti della descrizione di un dio (un demiurgo) che ha reso statisticamente possibile l'evoluzione della vita a partire da un brodo primordiale, una sorta di esperimento lasciato evolvere secondo leggi fisiche preordinate, un alchimista cosmico che si diletta a sperimentare nuovi universi possibili.

Questo approccio attribuisce connotati minimalisti al nostro demiurgo: non è un dio guardone, un dio che giudica e punisce, un dio che impone comportamenti etici e morali, è un dio privo di tutte quelle sovrastrutture escatologiche che permeano i pantheon delle religioni tradizionali.
E' un dio che ha creato un universo e lo ha lasciato evolvere liberamente, nulla più di questo.

In questa descrizione manca evidentemente l'aspetto escatologico che dovrebbe renderlo attraente agli occhi di un credulo ovvero manca la promessa ultraterrena.
E' su questo vulnus che la sospensione dell'incredulità diviene davvero difficile per un ateo razionalista: l'idea della reviviscenza eterna per ogni forma di vita presente nell'universo è talmente bizzarra da non poter essere presa sul serio nel terzo millennio...
 
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Difficile discutere con uno che non ci arriva...
Vabbe, se lo dici tu il cristianesimo è come la mitologia greca con tutti gli dei che facevano miracoli.
Anche gli antichi credevano come te, facevano riti poi puf, Zeus, Venere e tutta la conventicola sparita.
E prima gli dei egizi, Anubi, Horus e tutti gli altri puf, rimangono solo le statue.
La fine che farà il cristianesimo, o andrà a morire poco alla volta o un'altra religione subentrerà.
E la morte sarà la fine di tutte le variabili che ci hanno accompagnato nella vita.
Trastullati pure nella vita eterna ma è meglio se la pensi come Epicuro
 
Chi aderisce fideisticamente ad una religione, in genere vive in una bolla informativa autoreferenziale, pensando che il resto delle religioni passate e presenti non prevedano la reviviscenza o sue varianti come la reincarnazione.

Quasi ogni religione prevede nella sua proposta di marketing una qualche promessa di resurrezione.
Come si è già osservato, il pacchetto preconfezionato che viene proposto da ogni culto è riconducibile ad un prodotto che deve incontrare la domanda nel fiorente mercato del sacro.

Questo mercato esiste perché esiste una forte domanda mondiale di questo tipo di prodotto ed ogni vendor cerca di offrire pacchetti sempre più accattivanti agli occhi degli aspiranti creduli (per cogliere pienamente questa chiave interpretativa suggerisco il già citato "Gesù e i saldi di fine stagione" del Prof. Ballardini, lettura scorrevole, si trova anche online cercando bene).

Il punto, per un agnostico od un ateo, consiste nel capire quanto si è disposti a scendere a patti con la sospensione dell'incredulità, pur di placare la propria angoscia esistenziale (qual è lo scopo della mia vita?) o il proprio terrore della morte (perché sono condannato a separarmi prima o poi dalle persone che amo?).

Per molte persone di fine intelletto questa sospensione dell'incredulità non rappresenta un compromesso accettabile, sarebbe come accettare un autoinganno a fini utilitaristici ovvero credere in un essere immaginario per poterne trarre un beneficio psichico.

Vi possono però essere delle opzioni che possono rappresentare un compromesso, una posizione intermedia tra il teismo e l'ateismo.

Per esempio, è possibile immaginare una forza naturale, un'entità creatrice dotata di capacità proiettiva (non antropomorfa), in grado di generare dal nulla un universo in espansione.

Questa energia vitale potrebbe avere generato il nostro universo con le costanti cosmologiche e gli ingredienti opportuni per rendere possibile in potenza, prima o poi, la formazione di forme di vita basate sul carbonio.

Si tratta a tutti gli effetti della descrizione di un dio (un demiurgo) che ha reso statisticamente possibile l'evoluzione della vita a partire da un brodo primordiale, una sorta di esperimento lasciato evolvere secondo leggi fisiche preordinate, un alchimista cosmico che si diletta a sperimentare nuovi universi possibili.

Questo approccio attribuisce connotati minimalisti al nostro demiurgo: non è un dio guardone, un dio che giudica e punisce, un dio che impone comportamenti etici e morali, è un dio privo di tutte quelle sovrastrutture escatologiche che permeano i pantheon delle religioni tradizionali.
E' un dio che ha creato un universo e lo ha lasciato evolvere liberamente, nulla più di questo.

In questa descrizione manca evidentemente l'aspetto escatologico che dovrebbe renderlo attraente agli occhi di un credulo ovvero manca la promessa ultraterrena.
E' su questo vulnus che la sospensione dell'incredulità diviene davvero difficile per un ateo razionalista: l'idea della reviviscenza eterna per ogni forma di vita presente nell'universo è talmente bizzarra da non poter essere presa sul serio nel terzo millennio...
siamo molto meno che moscerini della frutta, ma è troppo difficile da accettare, quindi è normale che sbuchino ovunque quelli che ti fanno, ovviamente per fini propri, la loro proposta di marketing
 
siamo molto meno che moscerini della frutta, ma è troppo difficile da accettare, quindi è normale che sbuchino ovunque quelli che ti fanno, ovviamente per fini propri, la loro proposta di marketing

Esattamente.
Nella migliore delle ipotesi l'alchimista cosmico che si diletta a creare universi ha letteralmente sputato in una capsula di Petri, l'ha richiusa e dimenticata in uno sgabuzzino, lasciandola evolvere per oltre 13 miliardi di anni, senza preoccuparsi dell'universo microscopico che si è formato all'interno nel frattempo.

Noi siamo tra quegli 8 miliardi di batteri ancora vivi in un angolo di quella capsula di Petri ed è probabile che in qualche altro remoto angolo ne esistano altri di specie diversa, tutti a chiedersi angosciati quale sia lo scopo della loro irrilevante esistenza all'interno di quella capsula...

A proposito di proposte di marketing di vita eterna, non vi sarà di certo sfuggita questa chicca apparsa sui principali quotidiani nazionali:

Oltre 400 persone sono in lista d’attesa per farsi congelare dopo la morte: cos’è la crioconservazione

Con 200k Euro potete crioconservare il vostro cadavere ancora caldo prima che inizino i processi degenarativi, attendendo una tecnologia abbastanza evoluta da potervi riportare in vita.
Se siete dei barboni, con 75k vi crioconservano solo il cervello, in fondo è lì che è situata la vostra autocoscienza.

Ora, è evidente che oggi da un punto di vista scientifico una proposta del genere rappresenti uno scam, ma da un punto di vista filosofico lascia intravedere quale potrebbe essere l'evoluzione futura del concetto moderno di "vita eterna"...
 
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Dunque a rigore, un ateo può affermare di credere all'esistenza di un "dio", a patto di non attribuire a questa entità alcuna capacità di tipo proiettivo.
In questo senso lato, il "dio" dell'ateo si identifica nella natura stessa, con le sue regole e dinamiche evolutive dell'intero universo, in buona parte ancora misteriose.
Questa descrizione dell'ateismo si avvicina molto a quella dell'animismo... :asd:

Ti ho già avvertito di parlare del tuo astenendoti dal dare giudizi sulle cose che non conosci.

Il survivorship bias dei multiversi è una favoletta degna della cosmologia delle tartarughe. KO!

La tua ossessione da prezzemolino fa apparire l'ateismo come una superstizione antiscientifica. :o
 
Questa descrizione dell'ateismo si avvicina molto a quella dell'animismo... :asd:

...

Beh no, il concetto di anima è decisamente estraneo alla posizione dell'ateo, per il quale l'anima è un'immaginaria entità metafisica associata a forme di vita organica, ideata dall'uomo fin dai tempi antichi per tentare ingenuamente di spiegare l'origine dell'autocoscienza.

Alcuni culti come l'animismo (conosciuto in filosofia come "panpsichismo") associa il concetto di anima anche alla materia inorganica, non solo alle forme di vita organica, non ha quindi nulla a che spartire con l'idea espressa anche se comprendo come può nascere il fraintendimento.

Per comprendere l'idea espressa devi spogliare il concetto di "dio" da tutto ciò che ti è stato insegnato fin da bambino, eliminando tutte le sovrastrutture teologiche che ne definiscono le prerogative, il suo pantheon e soprattutto la sua supposta capacità proiettiva.

Dopo aver tolto strato su strato, ciò che rimane è un "dio" (naturalmente in senso lato) che si riduce al concetto di "natura", nelle sue molteplici manifestazioni organiche ed inorganiche, con i suoi principi fisici che si esplicano sempre uguali nel corso dei millenni e che sulla Terra (e probabilmente anche altrove) hanno dato origine ad organismi che evolvono nel tempo secondo principi di adattamento all'ambiente e di autoconservazione della specie, senza alcun finalismo precostituito o destino preordinato da chicchessia.

Quindi niente anime, niente spiriti, nessuna reviviscenza, nessun progetto finalistico come giudizi universali o vite eterne, solo elementi naturali che evolvono per adattamento all'ambiente seguendo immutate leggi fisiche, solo "caso e necessità" per citare Jacques Monod.
 
Immaginiamo che un alieno arrivi nel deserto, non vede forme viventi, ma vede una Ferrari...
cosa penserà ?? "E' stata creata dal caso, come il cielo, come la sabbia, come le montagne"
L'alieno non ha visto costruire la Ferrari e quindi per lui è creata dal caso.
Allo stesso modo noi crediamo che la perfezione di un essere vivente... venga dal caso...
 
Provate ad immaginare la vita degli acari che si trovano in un materasso.
Per loro il materasso è il loro universo, mangiano, vivono, si riproducono.
E noi... non siamo acari nell'immensità dell'universo ??
 
Apostoli o personaggi da film western?

giopietro.JPG


Nel gruppo dei dodici apostoli non v'è dubbio che un paio di essi rivestano maggiore importanza rispetto agli altri: parliamo di Simon Pietro e di Giovanni. Il primo considerato dalla Chiesa come primo Papa e il secondo fine teologo, solo per citare gli appellativi più famosi.
Nei Vangeli li troviamo spesso in coppia: quando vanno a cercare il locale per il cenacolo, quando entrano nel cortile di Caifa e quando corrono verso il sepolcro vuoto. Poi (insieme a Giacomo) la trasfigurazione, la resurrezione della ragazzina e la notte al Getsemani.
Eppure non si possono non notare alcuni elementi narrativi che li caratterizzano a tutto tondo, facendoli assomigliare quasi a dei personaggi da romanzo o da film:

Giovanni imberbe giovane, modi di fare un po' da checca, acuto e scaltro (grazie alle sue conoscenze riesce ad entrare da Caifa) dal carattere sornione, mite solo all'apparenza (non a caso soprannominato "figlio del tuono") come quando voleva incendiare un villaggio di Samaritani.

Simone detto Pietro omaccione grosso barbuto e virile, impulsivo, a volte un po' tonto, viaggia con indosso la machaira (spada/coltellaccio) ma è buono come il pane, al massimo taglia qualche orecchio.

Domanda: queste due descrizioni non vi ricordano alcune coppie cinematografiche famose del filone western nostrano?

coppiesw.JPG


Abbiamo il belloccio gayzzante (che non significa omosessuale bensì gay-friendly) per es. negli USA Trinity è un nome tipicamente femminile (in Italia sarebbe come dire: lo chiamavano Moana) ricordiamo poi che Girotti era stato pupillo di Luchino Visconti il quale soleva assistere alle sue prove costume nel Gattopardo.
Poi abbiamo la controparte sovrappeso, irsuta e virile, meno riflessiva e più votata all'azione. Se notate il copione è quasi sempre lo stesso: uno agisce d'impulso, l'altro pianifica razionalmente (anche se certe volte pare dormire) e spesso sorprende il compagno.

Le scene d'azione più smaccatamente western dei vangeli sono due: una è la mandria dei duemila maiali che si precipitano dal dirupo.
L'altra è la corsa della coppia verso il sepolcro, ricorda molto la corsa di Tuco dentro il cimitero per cercare la tomba con l'oro.

corrono.JPG
 
Beh no, il concetto di anima è decisamente estraneo alla posizione dell'ateo, per il quale l'anima è un'immaginaria entità metafisica associata a forme di vita organica, ideata dall'uomo fin dai tempi antichi per tentare ingenuamente di spiegare l'origine dell'autocoscienza.
In pratica gli ateisti si lamentano delle moderne religioni perché, associando un'anima benevola agli esseri umani, hanno spodestato l'animismo primordiale che deificava la natura matrigna. :o

Ormai ci manca solo di sentir parlare dei Dervisci che entrano in contatto con l'Universo (pardon, Multiverso) e abbiamo fatto l'en plein! :D
Anassagora immagina questo Nous (intelletto o energia vitale) impregnare tutta la materia, ovvero non solo organismi viventi ma anche oggetti inanimati (pietre, pianeti, stelle, etc.), capace di dare ordine ai microscopici "semi" (Aristotele, li ribattezzerà poi "omeomerie") che ne sono il costituente (qui appare l'intuizione del concetto di molecola, superando l'idea di Empedocle, che riteneva la materia una combinazioni di soli 4 elementi: acqua, aria, terra e fuoco).
 
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Simon Pietro e Giovanni: sono loro?

Questi passi sono tratti da Guerra Giudaica di Giuseppe Flavio

Libro II:585
Mentre Giuseppe così organizzava la difesa in Galilea, gli si levò contro un intrigante di Giscala di nome Giovanni, figlio di Levi, il più farabutto e il più astuto fra tutti quelli famosi per simili pessime qualità. Povero dapprincipio, e per lungo tempo impedito dal mal fare proprio dalla sua povertà, pronto a mentire, abile nel far credere alle sue menzogne, egli considerava l'inganno una virtù e se ne serviva anche contro le persone più care, e mentre fingeva mitezza era prontissimo a uccidere anche solo per la speranza di un guadagno.

Libro IV:503
Ma su Gerusalemme stava allora per abbattersi un'altra guerra. V'era un certo Simone, figlio di Ghiora, nativo di Gerasa, un giovane che per furbizia restava indietro a Giovanni, il quale già la faceva da padrone nella città, ma era a lui superiore per vigoria del corpo e per audacia

Libro IV:558-564
Così per il popolo Simone era, fuori le mura, un nemico più terribile dei romani, mentre all'interno più feroci degli altri due erano gli Zeloti, fra i quali si distingueva per i disegni delittuosi e per la temerità il gruppo dei Galilei; erano stati infatti costoro a portare al potere Giovanni, ed egli li ricompensava del predominio che gli avevano procurato concedendo a ciascuno di fare ciò che voleva.
Con un insaziabile desiderio di preda frugavano le case dei ricchi, uccidevano gli uomini e stupravano le donne come fosse un gioco; poi col bottino lordo di sangue gozzovigliavano e infine, sazi, si abbandonavano senza ritegno all'effeminatezza acconciandosi i capelli, indossando abiti da donna, cospargendosi di profumi e dandosi il bistro agli occhi per farsi più belli.
E le donne non le imitavano soltanto nel modo di agghindarsi, ma anche nelle pratiche amorose, ideando con frenetica dissolutezza infami amplessi, rotolandosi nella città come in un bordello, dopo averla tutta insozzata con le loro nefandezze.
Ma se avevano visi di donna, le loro erano mani d'assassini: mentre procedevano con molle andatura all'improvviso si trasformavano in audaci uomini d'arme, ed estraendo le spade da sotto alle vesti dai colori sgargianti trafiggevano chiunque capitava.
Chi fuggiva da Giovanni riceveva da Simone un'accoglienza ancora più funesta, e se uno si salvava dal tiranno di dentro periva ad opera di quello di fuori.
 
E se fossimo tutti dentro ad una realtà simulata in stile Matrix e dopo la morte la simulazione continuerà per cui si troverà quello che ognuno crede che ci sia dopo la morte?

Converrebbe essere terroristi islamici piuttosto che atei :D

I più sfortunati sarebbero quelli che sono convinti di meritare l'inferno :o
 
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In pratica gli ateisti si lamentano delle moderne religioni perché, associando un'anima benevola agli esseri umani, hanno spodestato l'animismo primordiale che deificava la natura matrigna. :o

L'etichetta di "ateo" che era in uso 2500 anni fa ai tempi di Anassàgora aveva un significato molto diverso dal significato moderno che ho descritto poc'anzi nei suoi tratti essenziali.

Anassàgora è stato uno dei più noti filosofi proto-scienziati ellenici che iniziavano ad interrogarsi sulla natura delle cose ed era etichettato come "ateo" perché non riconosceva gli dei che costituivano il pantheon della religione dominante a quel tempo.

Similmente anche i primi cristiani erano definiti "atei" dai greci dell'epoca, come scrive Clemente Alessandrino nei suoi Stromateis.

Oggi quella definizione di "ateo" è inappropriata perché un ateo moderno non ritiene plausibile l'esistenza di _qualunque_ dio dotato di capacità proiettiva, non solo il dio della religione monoteistica dominante in una determinata area geografica.

Per un ateo moderno il concetto di "anima" finisce dritto nel tritarifiuti, come ci è finito il concetto di "etere", entità nella cui esistenza gli scienziati hanno creduto fino alla fine del 1800.
 
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