bomba84
Kansei Dorifto
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La scommessa di Pascal andrebbe ridenominata in Sofisma di Pascal: si tratta di un espediente retorico usato per convincere le menti semplici che conviene credere all'esistenza di una divinità per avere una chance d'immortalità.
La scommessa di Pascal è un sillogismo fallace che parte da premesse errate, uno specchietto per le allodole, assume che le uniche opzioni siano l'esistenza o l'inesistenza del dio dei cristiani (Yahweh), con tutte le prerogative che gli vengono attribuite.
Invece la scommessa andrebbe posta in termini di probabilità che esista proprio lo specifico demiurgo in cui si crede, in contrapposizione all'esistenza di ognuna delle 1000 divinità che l'uomo ha ideato fin dalla sua comparsa sulla terra (Zeus, Manitù e Moloch compresi) ed anche in contrapposizione a divinità completamente diverse e sconosciute (compreso il dio GrandePuffo ed il Prodigioso Spaghetto Volante), oltre che dalla (ovvia) possibilità che non esista alcun architetto dell'universo dotato di capacità proiettiva.
Quindi la probabilità di ritrovarsi dopo la morte di fronte proprio a Yahweh è 1 su 1000 (o un numero elevato a piacere), non è certo il 50% come cerca di farci ingenuamente credere Pascal. E se perdiamo la scommessa trovandoci di fronte al Moloch potremmo essere condannati ad un post-mortem di sofferenza eterna.
Posta in questi termini, per avere maggiori probabilità di vincere la scommessa di Pascal, sarebbe più conveniente dichiararsi "onniteisti", ovvero dichiarare provocatoriamente di credere in TUTTE le religioni passate, presenti e future.
E' il salvacondotto per l'immortalità dell'anima (sempre che la presunta divinità apprezzi il nostro sottile escamotage....)
Nota sul concetto di "capacità proiettiva":
Il fondamento concettuale dell'ateismo consiste nel ritenere che l'entità alla base dell'origine dell'universo sia priva di qualunque tipo di capacità proiettiva.
In altri termini data una catena di eventi A->B->C, la capacità proiettiva permette di prefigurare l'evento C ancora prima che si scateni l'evento A. Questa capacità, prerogativa delle forme di vita più evolute come l'uomo ed alcuni animali, permette l'atto creativo, ossia permette di scegliere quali eventi scatenare per poter dar compimento al progetto finalistico C, evento immaginato molto prima della sua concreta manifestazione fisica.
Dunque a rigore, un ateo può affermare di credere all'esistenza di un "dio", a patto di non attribuire a questa entità alcuna capacità di tipo proiettivo.
In questo senso lato, il "dio" dell'ateo si identifica nella natura stessa, con le sue regole e dinamiche evolutive dell'intero universo, in buona parte ancora misteriose.
trovo molto interessante questa interpretazione del sofisma di Pascal e il modo in cui venga ridimensionata nel relativismo di un modo politeista con tante divinità, culti e credenze quanti sono i popoli che lo hanno abitato nei secoli
effettivamente per un agnostico o ateo il quesito da porsi non è tra la convenienza di credere in Dio o non crederci ma innanzitutto a cosa o a chi credere e in secondo luogo se credervi o meno.. insomma molto più complicato..
cosa rende più degna di verità l'esistenza di una entità come Poseidone rispetto al Dio cristiano in tutte le sue declinazioni? per un ateo o agnostico che vi si approccino in principio non vi è alcuna differenza in fondo