Gli USA e la NATO stanno per dichiare guerra alla Russia?

e se i sottomarini russi silurassero le navi USA che portano il gas in europa? già ora non riescono più ad intercettarli
 
La Crimea in quanto repubblica autonoma all'interno dell'Ucraina, ha sempre avuto per statuto la possibilità di decidere autonomamente la secessione dall'Ucraina stessa in qualsiasi momento.

Viene indetto un referendum cui partecipa oltre l'85% della popolazione. Il 97% dei votanti decide di diventare indipendente e di scegliere il proprio destino e per gli USA e la UE, compresa l'ormai evidente fantocciata di una organizzazione come l'ONU, decidono che il referendum è illegittimo!

Quanto farebbe bene all'Europa occidentale rimandare a casa gli yankees e invece iniziare a guardare a est... verso popoli e nazioni con cui abbiamo molto più da spartire.
 
Santa Madre Russia: Il nuovo (e ultimo) bastione del cristianesimo? | Papalepapale.com

SANTA MADRE RUSSIA: IL NUOVO (E ULTIMO) BASTIONE DEL CRISTIANESIMO?

di Gianluca Marletta*

(Saggista e coautore, con la giornalista Enrica Perucchietti, del libro: N.W.O. Storia e ideologia del Nuovo Ordine Mondiale, che sarà in libreria in autunno per i tipi della Arianna Edizioni).

DA IMPERO DEL MALE A IMPERO DELLA BENE

E’ l’unica nazione di tradizione cristiana capace di vietare (per Cento Anni!) le manifestazioni pubbliche delle lobby omosessuali “infischiandosene” bellamente delle accuse di autoritarismo lanciatele dai “democratici” d’ogni latitudine; uno dei pochi paesi al mondo dove, stando a tutti i sondaggi e le statistiche, la religione è in crescita esponenziale e la chiesa nazionale (quella Ortodossa) è di gran lunga l’istituzione più popolare; un paese devastato per decenni dalla denatalità e dalla pratica dell’aborto facile che, al giorno d’oggi, “premia” ogni nuova nascita con un bonus equivalente a 9.000 euro1; un paese che ha schiacciato senza pietà il terrorismo islamico locale (quello ceceno di tipo salafita, finanziato dall’Arabia Saudita) ma che intrattiene relazioni amichevoli con buona parte del mondo islamico ed è visto, con evidente simpatia, da tutte quelle forze che si oppongono, per i più svariati motivi, al cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale concepito dalle elite occidentali. Una nazione che, recentemente, sembra essere entrata nelle grazie e nelle speranze persino di molti Cattolici (soprattutto laici), i quali cominciano a vedere in essa quasi una sorta di rinnovato “bastione” o baluardo della Cristianità.

Mosca: 100.000. persone manifestano contro la profanazione compiuta dalle “***** Riot”. I media occidentali l’hanno totalmente ignorata

Questa nazione, unica nel suo genere per estensione geografica e complessità culturale, è la Russia: l’immensa Russia euroasiatica dagli spazi sconfinati e dalle esotiche cupole d’oro, cerniera storica tra Europa e Asia, ma anche centro gravitazionale di uno dei “polmoni” del Cristianesimo, quell’Ortodossia che sembra aver conservato, coi suoi pregi e limiti, il sapore di quella spiritualità arcaica che altrove sembra ormai perduta.

Eppure, questa Russia, che oggi sembra quasi riprendere in mano l’eredità di Bisanzio ergendosi a scudo contro le derive sia culturali che militari dell’Occidente post-cristiano, è la stessa che, fino a solo qualche decennio fa, rappresentava “l’impero ateo” per eccellenza e che, ancor più di recente, sotto il regime dell’alcolizzato e filoccidentale Eltsin, sembrava destinata ad un’irrimediabile tracollo e alla totale dissoluzione sociale e politica.

Quello che è accaduto in Russia negli ultimi anni è, pertanto, un evento straordinario, una vera “resurrezione” che, per essere compresa, dev’essere giudicata non con le nostre categorie politiche, culturali e morali occidentali, ma a partire dalla Russia stessa, dalla sua cultura e dai suoi valori.

DALLA PALUDE DELLA DISSOLUZIONE ALL’EGEMONIA SULL’EURASIA. RAZZIA DEGLI OLIGARCHI CHE VOLEVANO “IMPORTARE DEMOCRAZIA”. AVARIATA

L’era post-comunista, in Russia, coincide essenzialmente con la dissoluzione dell’Impero Sovietico ma anche, e soprattutto, con la devastazione economica e morale del popolo russo. Sotto il presidente Eltsin, alcolizzato paladino degli interessi occidentali, ha luogo infatti quella drammatica svendita dei “gioielli di famiglia” dell’economica ex-sovietica che crea quella casta degli “oligarchi” spesso appoggiati e finanziati dall’estero.

Mihail Kodorkovsky: il criminale oligarca e faccendiere al soldo di Soros e dei Rothschild, processato per truffa

I registi di questo saccheggio sono essenzialmente identificabili con la grande finanza anglosassone: tra i personaggi più in vista in quegli anni spicca Mikhail Khodorkovsky, (poi condannato nell’era Putin per frode ed evasione fiscale, divenendo così un “martire della democrazia” per i media occidentali), protagonista negli anni ’90 della privatizzazione del gigante petrolifero nazionale Yukos, nonché della svendita del patrimonio minerario russo, grazie alla creazione di società fantasma domiciliate in paradisi fiscali esteri e contando sul supporto finanziario dei Rothchild d’Inghilterra2. In cambio dell’aiuto occidentale, peraltro, Khodorkovsky ha finanziato nel 2001 a Londra la nascita di una Open Russia Fondation (sul modello della Open Society di Soros), finalizzata all’esportazione della “democrazia” nell’immenso paese euroasiatico.

Al tempo stesso, altri oligarchi (tutti successivamente messi sotto processo da Putin) svendevano altre risorse nazionali: come Berezovsky (Aeroflot), Abramovich (Banca Most) o Chernoy (Trans World Metals); tutti regolarmente fuggiti qualche anno dopo dalla Russia per riparare in Gran Bretagna o (in virtù della loro ascendenza ebraica) in Israele.

Alcuni oligarchi sono stati addirittura sospettati e additati dall’opinione pubblica di supportare, in funzione antinazionale, il nascente terrorismo ceceno: fra di essi, il caso più clamoroso è quello di Boris Berezovsky, oligarca dell’epoca Eltsin, poi riparato a Londra e infine in Israele per sfuggire alla giustizia moscovita, e il cui ex-capo delle guardie del corpo è stato, per lungo tempo, il superterrorista Aslan Maskhadov, autore della strage nella scuola di Beslàn.

L’OCCIDENTE VOLEVA FARE UNA RUSSIA A IMMAGINE DEL “PRESIDENTE UBRIACONE” CHE LA DOMINAVA. QUASI RIUSCENDOCI…

Ma il dramma forse più terribile dei primi anni della Russia post-sovietica è stato lo scadimento umano di un intero popolo: un popolo uscito devastato da 70 di ateismo coatto il quale, una volta privato anche delle retoriche certezze ideologiche del sovietismo, sembrava destinato ad una vera e propria putrefazione sociale. L’immagine del “presidente ubriacone” Eltsin è stata per anni quella stessa della Russia: un paese senza identità, falcidiato dall’alcolismo e dalla violenza, fragile e ricattabile da parte di qualsiasi potere forte, infiltrato da una sottocultura di derivazione occidentale permeante e dissolutiva.

L’alcolizzato Eltsin che il corrotto Occidente tentò di utilizzare come piede di porco per divellere la Russia cristiana e ridurla nella sua stessa poltiglia morale, dunque in un immenso cortile per i traffici più immondi del turbocapitalismo anglo-americani

Il vecchio sogno anglosassone della conquista dell’Heartland, la piattaforma euroasiatica da cui poter dominare il mondo, mediante la dissoluzione o il ridimensionamento definitivo della Russia, sembrava, pertanto, vicinissimo a realizzarsi: il crollo dell’impero sovietico, infatti, aveva anche portato a quel “risveglio delle nazionalità” che aveva sottratto all’influenza russa non solo l’Asia Centrale e gran parte della regione caucasica, ma anche quell’Ucraina che, oltre ad essere un paese di quasi 60 milioni di abitanti, è anche la culla storica della Rus.

Come affermava ancora nel 1997 Zbigniew Brzezinsky, nel suo saggio dal titolo The Great Chessboard (Il Grande Scacchiere): “la Russia senza l’Ucraina (…) diverrà un impero sostanzialmente asiatico, probabilmente trascinato in conflitti usuranti con le nazioni dell’Asia Centrale”.

Nel 2003, intanto, grazie ai fondi e alle cosiddette ONG come la Open Society sponsorizzate dal magnate americano George Soros, ma anche da altre fondazioni “private” come il National Endowment For Democracy o la tedesca Konrad Adenauer Foundation, le cosiddette “rivoluzioni colorate” consegnavano in mano all’Occidente sia la Georgia che l’Ucraina, in prospettiva di una futura adesione dei due paesi ex-sovietici alla NATO.

E DAL KGB VENNE L’UOMO DELLA PROVVIDENZA: PUTIN

A partire dal 1999, tuttavia, accade qualcosa che porta, lentamente ma inesorabilmente, a trasformare la situazione della Russia. Il 1999, infatti, è l’anno in cui il logorato presidente Eltsin offre la carica di primo ministro ad un personaggio allora semisconosciuto di nome Vladimir Putin.

Putin, divenuto presidente della Federazione Russa solo un anno dopo (2000), è una figura dal passato complesso (ex agente del KGB) ma che si è dimostrato capace di giocare le sue fortune politiche scommettendo sul rimanente orgoglio del popolo russo.

Certamente, i metodi di Putin non sempre coincidono con quell’idea di sedicente democrazia che il political correctness occidentale esalta, ma tale giudizio non tiene conto né del tradizionale autoritarismo connaturato da sempre al potere russo né, tantomeno, dell’ipocrisia per cui un Putinpossa essere considerato un “tiranno” e addirittura il nemico numero uno, da quello stesso Occidente che considera invece “alleati” le brutali tirannie degli stati arabi del Golfo o stati razzisti e guerrafondai come Israele o la stessa Turchia.

La vera “colpa” di Putin agli occhi dell’Occidente, in realtà, è quella di aver trasformato la Russia in un solido blocco strategico economicamente indipendente e quindi non più ricattabile dai Poteri Forti internazionali. In pochi anni, infatti, Putin si è riappropriato dei “gioielli di famiglia” strappandoli dalle mani degli oligarchi; inoltre, approfittando del rialzo del prezzo del petrolio, lo “zar” è riuscito nell’impresa di saldare gli enormi debiti contratti dalla precedente amministrazione Eltsin, rifondendo nel 2005 quasi 15 miliardi di dollari al Club di Parigi (un gruppo di circa una dozzina di paesi occidentali debitori); e con l’estinzione del debito, di fatto, la Russia viene ad essere uno dei pochi paesi realmente sovrani del mondo contemporaneo.

PUTIN FA DELLA RUSSIA L’UNICO PAESE AL MONDO REALMENTE SOVRANO. PERCIÒ I POTERI FORTI D’OCCIDENTE LO MINACCIANO: “FARAI LA FINE DI GHEDDAFI”

E’ per questi motivi, essenzialmente, che l’odio occidentale contro Putin e la Russia ha cominciato a salire vertiginosamente di anno in anno, fino ad arrivare a dichiarazioni sconcertanti, come quelle rilasciate nel 2006 in un articolo del prestigioso periodico Foreign Affaire3, (organo del Council on Foreign Relations, il think tank finanziato dai Rockefeller dal quale sono uscite figure come Brzezinsky, Kissinger o l’ideologo dello “scontro di civiltà” Samuel Huntington):

Il Grande Gioco tra Usa e Russia per il dominio del Medio Oriente

“Se dovesse scoppiare un conflitto (gli USA n.d.a.) potrebbero attaccare rapidamente e impunemente il territorio della Russia, e la Russia non avrebbe i mezzi per montare una risposta. (…) E’ finita l’epoca della Mutua Distruzione Assicurata (MAD), (…) infatti, la quantità di bombardieri strategici russa è crollata del 39%, quella dei missili balistici intercontinentali, e dei sottomarini con missili balistici dell’80%. (…) anzi, lo scadimento dell’arsenale russo è anche peggiore di quel che dicono le cifre”.

Più di recente, inoltre, possiamo ricordare le invettive dell’ex candidato presidenziale americano John McCain: “Caro Vlad, la primavera araba è alle tue porte!”, urlate su twitter alla vigilia delle recenti elezioni russe del 2012 -nelle quali Putin è stato rieletto presidente con la maggioranza assoluta del 63,9% dei voti- minacciando esplicitamente il leader moscovita di fare la fine di Gheddafi.

Ma Putin sembra essere perfettamente cosciente di quali siano i “veri nemici” della Russia, ed è per questo che negli anni ha portato avanti una politica sempre più antitetica a quella della NATO e dell’Occidente, specie nel vicino “giardino di casa”, ovvero il Medio Oriente e l’Asia Centrale; divenendo di fatto il “grande protettore” di tutti quei paesi che, per un motivo o per l’altro, si oppongono al progetto mondialista occidentale. Questo “braccio di ferro”, naturalmente, diviene un fattore di pericolosa instabilità, specie dove gli interessi di Russia e Occidente sembrano inevitabilmente scontrarsi (come sta accadendo in questo momento in Siria).

L’ORTODOSSIA RUSSA: DALLA DEBOLEZZA ALLA FORZA. CHIESA DI STATO E DI POPOLO

Ma la mossa realmente rivoluzionaria di Putin è stata quella di capire che la resurrezione di un popolo, ancor prima che economica, dev’essere morale e spirituale. Ed è da questo presupposto che nasce l’alleanza del governo russo con le “religioni tradizionali russe” ovvero, in primis, con quella Chiesa Ortodossa senza la quale è impossibile anche solo parlare di un’anima russa.

Mosca: nel novembre 2011, tre milioni di persone sfidano le temperature polari per venerare il Sacro Cingolo di Maria giunto dal Monte Athos

Oggi, a vent’anni dal crollo del comunismo ateo, circa l’80% della popolazione russa è battezzata nella Chiesa Ortodossa; ma i numeri nudi e crudi dicono ben poco, specie agli occhi di quegli occidentali abituati a percepire pregiudizialmente le chiese ortodosse come istituzioni “sottomesse al potere” e portatrici di una religiosità “formalistica”.

In realtà, quello che sta accadendo in Russia è che alcuni aspetti spesso considerati come “debolezze strutturali” del mondo ortodosso sembrano provvidenzialmente tradursi, negli ultimi anni, in “punti di forza”. La stessa “sottomissione al potere” nazionale, che al tempo della Rivoluzione Bolscevica fu uno dei fattori che trascinò alla rovina la Chiesa Russa, diviene oggi un fattore di potenza, al contrario di quello che attualmente avviene in Occidente con la Chiesa Cattolica, la quale, non potendo contare su nessun potere “amico”, è costretta in ultima analisi a negoziare la propria sopravvivenza istituzionale con Poteri assolutamente ostili (le sorprendenti dichiarazioni di Benedetto XVI sul Nuovo Ordine Mondiale sono, da questo punto di vista, fin troppo significative4).

Sul presunto formalismo dell’Ortodossia, peraltro, si dovrebbe comprendere che in Oriente l’adesione al Cristianesimo non è mai stata, in primo luogo, l’adesione ad una morale o ad un catechismo, quanto l’appartenenza ad un universo simbolico comune (“Se qualcuno ti chiede della tua Fede, vai in chiesa e mostragli le nostre icone!” recita un detto russo); un’adesione meno mentale o emotiva che cardiaca, dimostratasi di fatto indistruttibile persino a fronte di 70 anni di ateismo di stato e a 20 anni di tentativi di penetrazione secolarista occidentale. Il risultato è un legame viscerale tra religione e popolo che, se da un lato penalizza fortemente le possibilità di un’opera di evangelizzazione fuori dai confini tradizionali dell’Ortodossia, crea un “fascio di forze” inscindibile.

Da questo punto di vista, anche la preponderanza del clero uxorato favorisce un diffuso senso popolare di “appartenenza” alla Chiesa che non è vista, come spesso accade in Occidente, come “una cosa da preti”. Se il “pope” ortodosso, infatti, proprio a causa del suo status di sacerdote e al contempo di uomo di famiglia, non ha mai conosciuto il prestigio e l’autorità di cui godeva (un tempo) il prete cattolico, è anche vero che tale caratteristica ha impedito che in Oriente si sviluppasse quel pregiudizio sul clero visto come “sacra casta” autoreferenziale, che è oggi uno dei cavalli di battaglia degli anticlericali occidentali.[*NOTA DI REDAZIONE: lasciamo intatta l'analisi dell'autore in questi ultimi capoversi; tuttavia non la condividiamo, e abbiamo sufficiente materiale per dimostrare che questa storia va guardata da un'altra prospettiva che diverge dall'analisi di questo paragrafo]

“DIO CUSTODISCI LO ZAR VLADIMIR” E “LIBERACI DAL MALE ARANCIONE”

Vladimir Putin, al di là del giudizio occidentale sui suoi metodi “dispotici”, non ha fatto altro, in fondo, che favorire questa naturale comunione tra popolo russo e Ortodossia. In un’interessante intervista rilasciata prima delle ultime elezioni presidenziali al mensile cattolico “Tempi”5 da KirillFrolov, il giovane presidente dell’Associazione degli Esperti ortodossi, emerge questa “gratitudine” della Russia profonda verso “lo zar” Vladimir:

Putin bacia la fronte coperta dal sudario del defunto patriarca di tutte le Russie Alessio II

Signor Frolov, come valuta la situazione politica della Russia alla vigilia delle elezioni presidenziali?
La cosa principale è dire di no alla rivoluzione arancione che vogliono imporci i manifestanti anti-Putin. Questi rivoluzionari vogliono farci rivivere le calamità del 1917: gridano “via il sovrano” come fu fatto allora, col risultato che allo zar ortodosso succedette un malvagio governo pagano. E noi ortodossi rispondiamo con l’inno della Russia imperiale: «Dio, custodisci lo zar». Non possiamo amare questa gente che si inginocchia davanti all’ambasciatore americano (…).Per questo chiediamo ai cattolici italiani di appoggiarci come noi ortodossi vi abbiamo appoggiato davanti alla Corte europea nella difesa dei crocefissi nelle scuole (…).

Perché siete così preoccupati di un indebolimento di Vladimir Putin?

Perché sarebbero messi in pericoli i germogli positivi che sono spuntati in Russia in questi anni. L’8 febbraio Putin ha incontrato il patriarca Kirill e tutti i leader religiosi russi: ha confermato l’insegnamento del cristianesimo nelle scuole e ha auspicato una maggiore presenza della Chiesa alla televisione. Se la rivoluzione vincesse, questi accordi sarebbero compromessi. Se la Chiesa avrà più spazio nelle scuole, nelle forze armate e alla televisione, riusciremo a salvare il nostro popolo dalla droga, dall’alcolismo, dalla distruzione delle famiglie, riusciremo a farlo rialzare in piedi. (…) Il Patriarca sta creando decine di nuove diocesi perché tutte le parrocchie del territorio russo possano essere visitate e incoraggiate da vescovi, perché ogni cittadino sofferente o nel bisogno possa sentire l’influenza di un vescovo anche nelle località più disagiate. Ha avviato un piano per la creazione di 200 nuove parrocchie a Mosca, per arrivare a ogni cittadino della capitale. Perché questi progetti si realizzino è necessaria un’alleanza fra Putin e Kirill. Il presidente favorirà la crescita economica e difenderà i nostri interessi nazionali, il patriarca compirà la rinascita spirituale della Russia mettendo la Chiesa in grado di raggiungere ogni cittadino russo.

Lei teme che l’unità della Russia sarà in pericolo se Putin non sarà eletto presidente o se si ritroverà debole?

Il pericolo di perdite territoriali da parte della Russia si sarebbe concretizzato se nel 2000 non fosse salito al potere Putin: i wahabiti stavano conquistando il Daghestan. Il pericolo si riproporrebbe se vincesse la rivoluzione arancione sponsorizzata dagli Usa. (…) E il senatore McCain ha minacciato la ripetizione dello scenario libico in Russia! Immaginatevi cosa sarebbe successo se un senatore russo avesse minacciato uno “scenario libico” per Washington. Queste sono affermazioni che non possiamo tollerare. Come non possiamo tollerare che l’ambasciatore Usa Michael McFaul riceva i leader dell’opposizione (…). Ma le dichiarazioni di McCain o gli incontri dell’opposizione con gli ambasciatori stranieri sortiscono l’effetto opposto a quello desiderato: la gente respinge il parallelo fra Tripoli e Mosca, non vuole alcuna cooperazione fra Nato e Russia, respinge la destabilizzazione. Putin ormai è diventato il simbolo della lotta della Russia per la sua sovranità.

…E LA CHIESA CATTOLICA? QUELLA PROGRESSIVA PROTESTANTIZZAZIONE DELLA TEOLOGIA CATTOLICA CHE CI ALLONTANA DAGLI ORTODOSSI

Ma la nuova Russia di Putin non sembra voler limitare la difesa del Cristianesimo solo all’interno dei suoi tradizionali confini. Recentemente, di fronte alle discriminazioni ormai intollerabili che paesi come la Gran Bretagna impongono ai Cristiani (come il divieto di portare addosso la croce!), il Patriarcato di Mosca e persino l’Associazione degli Avvocati Russi ha deciso di porre la questione di fronte al Consiglio d’Europa6.

Traslazione del corpo del defunto patriarca di tutte le Russie, Alessio II

In questa prospettiva sarebbe logico o persino naturale, un’alleanza tra Ortodossia e Cattolicesimo in vista di una difesa dei comuni valori cristiani.

E invece, a dispetto di tutto, questo non avviene!

Da una parte, infatti, il mondo russo rimane fortemente sospettoso verso il Cattolicesimo, visto non solo come una religione “straniera” ma, forse ancor di più, come il cavallo di ***** di una mentalità razionalista e giuridista considerata del tutto aliena rispetto all’anima russa. Non a caso, il Cattolicesimo non rientra tra le quattro “religioni tradizionali russe” che beneficiano dell’aiuto del governo (ossia, oltre all’Ortodossia, l’Islam, il Buddhismo e l’Ebraismo).

Anche da parte cattolica, tuttavia –e fatto salvo alcune dichiarazioni degli ultimi Pontefici rimaste sostanzialmente senza eco- l’Ortodossia rimane “un oggetto misterioso”, un mondo esotico e indecifrabile, dottrinalmente vicino ma lontanissimo in quanto a cultura. Da questo punto di vista, è innegabile che la progressiva protestantizzazione della teologia cattolica che ha caratterizzato gli ultimi decenni non ha certo favorito un approccio con la cultura simbolica, mistica e meta-razionale dell’Oriente. Inoltre, anche da un punto di vista politico, una parte del clero cattolico sembra rimanere legata a datate posizioni filo-atlantiche e filo-occidentali che possono aver avuto un senso al tempo dell’URSS e della minaccia comunista ma che, al giorno d’oggi, appaiono più che altro alla stregua di manifestazioni di pigrizia intellettuale quando non di acquiescenza timorosa verso i Poteri Forti.

PERÒ CERTI CATTOLICI (LAICI) GUARDANO ALLA RUSSIA RICORDANDO LA PROMESSA DI FATIMA

Russia - Death of Former Russian President Boris YeltsinQuesto non impedisce, tuttavia, che molti Cattolici (soprattutto laici) vedano oggi nella Russia, se non un bastione, almeno un inatteso “spiraglio” di luce in un mondo anticristiano e ostile. Alcuni, in chiave escatologica, ricordano le parole della Madonna di Fatima: “la Russia si convertirà e il mondo conoscerà un periodo di pace”; vedendo nella rinascita spirituale del popolo eurasiatico un frutto di quella “consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria” che, a dispetto degli scrupoli umani e delle paure della Gerarchia, sarebbe comunque avvenuta –non si sa bene in quale forma- negli anni 80…

Ma qualcuno va oltre e sull’onda di un certo apocalittismo “fatimita” vede, nella presunta viltà dimostrata da una parte delle gerarchia cattolica, l’impedimento a che anche la seconda parte della promessa, ovvero l’auspicio della pace, si realizzi. La conversione della Russia, infatti, non sembra affatto essere la premessa di una pace mondiale ma, al contrario, il segno del radicalizzarsi di uno scontro che vede da una parte l’Occidente post-cristiano e massonico fautore di un Nuovo Ordine Mondiale fronteggiarsi con una Russia identitaria che, semplicemente, non accetta questo progetto.

VERSO L’ARMAGHEDDON?

Proprio in questi giorni del resto, nel totale silenzio dei nostri TG, navi da guerra russe stanno facendo rotta verso la Siria, mentre forze aeronavali americane, turche, israeliane e saudite si esercitano da mesi davanti alle coste levantine e migliaia di jihadisti sono liberi di entrare dal confine turco spacciati dai media occidentali come “liberatori”.

Uno scenario da Armagheddon che prende forma nel silenzio afoso delle nostre giornate estive, trascorse a parlare di Belen o dell’ultima “uscita” di Casini o di Vendola…





NOTE
1 Le politiche di Putin sono riuscite a portare la Russia dalla natalità più bassa del mondo ad avere nel 2011, per la prima, un tasso di crescita in positivo. Su questo argomento, cfr. anche il divertente articolo di Anna Mazzone: voltahttp://blog.panorama.it/mondo/2011/04/26/russia-zar-putin-punta-tutto-sui-bambini/

2 Cfr. M.Blondet, Stare con Putin?, Milano 2007, pp. 79-84

3 K.Lieber/D.Press, “The rise of US nuclear primacy”, in Foreign Affairs, marzo-aprile 2006

4 Benché comprensibili (nell’ottica strategica di una sopravvivenza della Chiesa Cattolica come istituzione, in un mondo occidentale ormai dominato da Poteri Forti dichiaratamente anticristiani), non possono non suscitare sconcerto dichiarazioni pubbliche come quelle rilasciate dall’attuale Pontefice durante la sua prima benedizione Urbi et Orbi del 2005: “Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici”. Ora è evidentemente impossibile che l’attuale Papa non sia a conoscenza delle radici massoniche, occultiste e profondamente anticristiane del NWO, tanto più che solo qualche anno prima, l’allora Cardinale Ratzinger aveva recensito con parole inequivocabili il saggio del prof. Michael Schooyans, Nuovo Disordine Mondiale, Cinisello Balsamo 1999; in cui il NWO veniva accusato di essere nient’altro che una tirannia dei Poteri Forti occidentali per opprimere i popoli più poveri…

5 L’intervista completa è scaricabile al link: «Se vincerà Putin, la Chiesa ortodossa avrà più spazio. No alla rivoluzione appoggiata dagli Usa» | Tempi.it
6 Chiesa russo-ortodossa a Londra: E’ “totalitarismo” vietare di indossare la croce nei luoghi di lavoro | STAMPA LIBERA
 
Ucraina: organizzazione militare segreta neo-nazista coinvolta negli spari a euromaidan | controinformazione.info | Quello che gli altri non dicono

Ucraina: organizzazione militare segreta neo-nazista coinvolta negli spari a euromaidan

di William Engdahl

Gli eventi in Ucraina dal novembre 2013 sono così sorprendenti da sfidare quasi la realtà. Il Presidente ucraino legittimamente eletto (secondo tutti gli osservatori internazionali), Viktor Janukovich, è stato abbattuto dalla carica e costretto a fuggire come un criminale di guerra, dopo più di tre mesi di proteste violente e di omicidi terroristici da parte della cosiddetta opposizione. Il suo “crimine”, secondo il capo della protesta, era aver rifiutato l’offerta dell’UE di un’associazione vagamente definita che offriva poco all’Ucraina e di aver favorito un accordo concreto con la Russia che riduceva subito di 15 miliardi di dollari il debito e la forte riduzione dei prezzi d’importazione del gas russo. Washington, a quel punto ha accelerato e il risultato attuale è la catastrofe.


Un’organizzazione militare segreta neo-nazista legata alla NATO avrebbe svolto un ruolo decisivo nei tiri dei cecchini e nelle violenze che hanno portato al crollo del governo legittimo. Ma l’occidente non ha finito con la distruzione dell’Ucraina. Ora il FMI imporrà condizioni gravi quali prerequisiti per un qualsiasi aiuto finanziario occidentale. Dopo la famosa telefonata trapelata tra l’assistente del segretario di Stato USA Victoria Nuland e l’ambasciatore statunitense a Kiev, in cui discuteva i dettagli sul nuovo governo di coalizione a Kiev, respingendo la soluzione dell’Unione europea con il suo “si fotta l’UE”, [1] l’UE è andata avanti da sola. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, propose che lui e il suo omologo francese, Laurent Fabius, andassero a Kiev per cercare una risoluzione prima dell’escalation delle violenze. Al ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski chiesero di aderire. Ai colloqui di Kiev parteciparono la delegazione UE, Janukovich, i tre leader dell’opposizione e un rappresentante russo. Gli Stati Uniti non furono invitati. [2] L’intervento dell’UE senza Washington era straordinario e rivelava una profonda divisione negli ultimi mesi. In effetti l’UE diceva al dipartimento di Stato degli Stati Uniti, “Fottiti Stati Uniti“, ci penseremo noi. Dopo aspri colloqui i maggiori partiti e la maggior parte dei manifestanti, concordarono nuove elezioni presidenziali per dicembre, il ritorno alla Costituzione del 2004 e il rilascio dal carcere di Julija Tymoshenko. Il compromesso sembrava porre termine al lungo caos e dare una via d’uscita ai principali attori. Il compromesso diplomatico è durato meno di dodici ore. Poi si è scatenato l’inferno. Cecchini sparavano sulla folla il 22 febbraio a Maidan, o Piazza Indipendenza, causando il panico mentre la polizia antisommossa si ritirava nel panico secondo testimoni oculari. Il capo dell’opposizione Vitalij Klishko si ritirò dall’accordo, senza motivarlo. Janukovich fuggì da Kiev. [3]
La domanda senza risposta finora è chi ha schierato i cecchini? Secondo un veterano dell’intelligence USA, i cecchini provenivano da un’organizzazione militare di ultra-destra nota come Assemblea Nazionale Ucraina – Autodifesa del Popolo Ucraino (UNA-UNSO).

Gli strani ‘nazionalisti’ ucraini
Il capo di UNA-UNSO, Andrej Shkil, dieci anni fa era consigliere di Julija Tymoshenko. UNA-UNSO, durante la “rivoluzione arancione” istigata dagli USA nel 2003-2004, sostenne il candidato pro-NATO Viktor Jushenko contro il suo avversario filo-russo Janukovich. I membri di UNA-UNSO garantivano la protezione ai sostenitori di Jushenko e Julija Tymoshenko a Piazza Indipendenza, a Kiev, nel 2003-4. [4] UNA-UNSO avrebbe anche stretti legami con il Partito nazionaldemocratico tedesco (NDP). [5] Fin dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, i para-militari di UNA-UNSO furono dentro ogni rivolta contro l’influenza russa. L’unico collegamento nelle loro azioni violente è sempre stata la russofobia. L’organizzazione, secondo i veterani dell’intelligence statunitense, è parte dell’organizzazione segreta della NATO “GLADIO”, e non è un gruppo nazionalista ucraino come spacciato dai media occidentali. [6] Secondo queste fonti, UNA-UNSO fu coinvolta (confermata ufficialmente) negli eventi lituani nell’inverno del 1991, nel colpo di Stato sovietico nell’estate 1991, nella guerra della Repubblica del Pridnestrovija nel 1992, la guerra antirussa in Abkhazia del 1993, la guerra cecena, la campagna in Kosovo organizzata dagli USA contro i serbi e la guerra in Georgia dell’8 agosto 2008. Secondo questi rapporti, i paramilitari di UNA-UNSO erano coinvolti in ogni guerra sporca della NATO nel post-guerra fredda, sempre in lotta in nome della NATO. “Queste persone sono mercenari pericolosi utilizzati in tutto il mondo per combattere le guerre sporche della NATO e denigrare Russia perché tale gruppo si fa passare fingendo per forze speciali russe. Questi sono delinquenti che non hanno nulla a che fare con i nazionalisti da parata, sono i tizi con i fucili da cecchino”, insistono queste fonti. [7]
Se fosse vero che UNA-UNSO non è l’opposizione “ucraina”, ma piuttosto una forza segretissima della NATO in Ucraina, ciò suggerirebbe che il compromesso dell’UE con i moderati è stato probabilmente sabotato da un attore importante escluso dai colloqui di Kiev del 21 febbraio, come la diplomatica del dipartimento di Stato Victoria Nuland. [8] Nuland e il senatore repubblicano statunitense John McCain hanno contatti con il capo dell’opposizione ucraina del partito Svoboda, apertamente antisemita e difensore dei crimini di guerra della divisione SS ucraina Galizia. [9] Il partito fu registrato nel 1995, inizialmente si chiamava “Partito nazionalsociale d’Ucraina” e usava un logo nazistoide. Svoboda è la facciata elettorale di organizzazioni neo-naziste ucraine come UNA-UNSO. [10] Un ulteriore indizio della presenza della mano di Nuland negli ultimi eventi Ucraina, è il fatto che il nuovo parlamento ucraino dovrebbe nominare il prescelto di Nuland, Arsenij Jatsenjuk, del partito di Tymoshenko, a capo ad interim del nuovo governo. Qualunque sia la verità, è chiaro che Washington ha preparato un nuovo stupro economico dell’Ucraina utilizzando il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sotto il suo controllo.

Il FMI saccheggia il tesoro dell’Ucraina
Ora che la “opposizione” ha esiliato un presidente regolarmente eletto in qualche posto sconosciuto, e sciolto la polizia nazionale, i Berkut, Washington chiede che l’Ucraina si sottoponga alle condizioni onerose del FMI. Nei negoziati dello scorso ottobre, il Fondo monetario internazionale ha chiesto che l’Ucraina raddoppi il prezzo del gas e dell’elettricità per l’industria e le case, tolga il divieto alla privatizzazione dei ricchi terreni agricoli dell’Ucraina, una profonda revisione delle partecipazioni statali, svalutazione della moneta, taglio dei fondi per i bambini in età scolare e per gli anziani, per “equilibrare il bilancio”. In cambio l’Ucraina otterrebbe 4 miseri miliardi di dollari. Prima della cacciata del governo filo-moscovita di Janukovich, Mosca era pronta a ridurre di 15 miliardi di dollari il debito dell’Ucraina e a ridurre i prezzi del gas di ben un terzo. Ora, comprensibilmente, la Russia difficilmente darà tali aiuti. La cooperazione economica tra l’Ucraina e Mosca era qualcosa che Washington era determinata a sabotare a tutti i costi. Il dramma è tutt’altro che finito. La posta in gioco riguarda il futuro della Russia, le relazioni UE-Russia e la potenza globale di Washington, o almeno di quella fazione a Washington che vede le guerre come strumento primario della politica.
F. William Engdahl è un analista geopolitico e autore di “Full Spectrum Dominance: la democrazia totalitaria nel Nuovo Ordine Mondiale.

Note:
[1] F. William Engdahl, US-Außenministerium in flagranti Regimewechsel über in der Ucraina ertappt, Kopp Online.de, 8 febbraio 2014
[2] Bertrand Benoit, Laurence Norman e Stephen Fidler, European Ministers Brokered Ukraine Political Compromise: German, French, Polish Foreign Ministers Flew to Kiev, The Wall Street Journal, 21 febbraio 2014
[3] Jessica Best, Ukraine protests Snipers firing live rounds at demonstrators as fresh violence erupts despite truce, The Mirror UK, 20 febbraio 2014
[4] Aleksandar Vasovic, Far right group flexes during Ukraine revolution, Associated Press, 3 gennaio 2005
[5] Wikipedia, Assemblea Nazionale Ucraina – Autodifesa del Popolo Ucraino
[6] Relazione fonte, cWho Has Ukraine Weapons, 27 febbraio 2014, privato all’autore.
[7] Ibid.
[8] Max Blumenthal, Is the US backing neo-Nazis in Ukraine?, AlterNet 25 febbraio 2014
[9] Channel 4 News, Far right group at heart of Ukraine protests meet US senator, 16 dicembre 2013
Copyright © 2014 Global Research
Traduzione di Alessandro Lattanzio – Fonte: SitoAurora
 
Washington ha stabilito un percorso di guerra per il mondo | Informare per Resistere

Washington ha stabilito un percorso di guerra per il mondo

- di Paul Craig Roberts -

Perché #Washington si è opposto alla autodeterminazione della #Crimea? La risposta è che, uno degli scopi principali del colpo di stato promosso da Washington a #Kiev, era di disporre di un nuovo governo fantoccio per sfrattare la Russia dalla sua base navale del Mar Nero in Crimea. Washington non può più utilizzare il governo che lo stesso governo USA è riuscito ad installare in Ucraina, per tale scopo, se la Crimea non farà più parte dell’Ucraina.

Quello che Washington ha reso del tutto evidente è che l’ “autodeterminazione” è un’arma usata da Washington in base al suo programma. Se la autodeterminazione conviene per l’agenda di Washington, Washington si schiera a favore di questa. Se l’autodeterminazione non risulta conveniente per l’agenda di Washington, allora Washington si proclama contraria.

La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite promossa da Washington, con il veto da parte della Russia, dichiara falsamente che il referendum in Crimea, un referendum richiesto dal popolo, “no può avere alcuna validità, e non può costituire la base per qualsiasi modifica dello status di Crimea, e chiede a tutti gli Stati, le organizzazioni internazionali e le agenzie specializzate di non riconoscere alcuna alterazione dello status della Crimea sulla base di questo referendum e di astenersi da qualsiasi azione o accordo che potrebbe essere interpretato come riconoscimento di uno status di fatto modificato.”.

Washington non potrebbe rendere più chiaro che gli Stati Uniti si oppongono totalmente all’ auto-determinazione della Crimea.

Washington sostiene, falsamente, che il referendum potrebbe essere valido solo se l’intera popolazione dell’Ucraina dovesse votare e concordare con la decisione della Crimea. Si noti che quando Washington ha fatto sottrarre il Kosovo dalla Serbia, Washington non ha lasciato che i serbi votassero in proposito.

Ma lasciamo che si faccia una classifica dell’ipocrisia di Washington e dei doppi standard di cui si è servito il governo USA. Proviamo ad applicare la tesi di Washington che, per essere valido qualsiasi cambiamento di stato di Crimea, si richieda una votazione da parte della popolazione del Paese che si discosta. Se questo è il caso, allora la Crimea non è mai stata una parte dell’Ucraina.

Sotto l’interpretazione di Washington del diritto internazionale, l’Ucraina sarebbe ancora parte della Russia.

Quando Krusciov ha trasferito la Crimea (ma non Sebastopoli, la base Mar Nero) all’ l’Ucraina, i russi non avevano avuto possibilità di votare. Pertanto, secondo la propria logica di Washington, l’accordo non può essere valido per riconoscere Crimea come parte dell’Ucraina. Questo vale anche per le altre parti della Russia che Lenin trasferito in Ucraina. Sotto la logica della risoluzione di Washington alle Nazioni Unite, gran parte delle regioni dell’Ucraina non farebbero parte legittimamente dell’Ucraina. Sarebbero rimaste parti della Russia, perché i russi non sono stati autorizzati a votare per il loro trasferimento in Ucraina. Quindi, non c’è nessun problema per la “Russia annettere Crimea”, perché, secondo la logica di Washington, la Crimea è ancora una parte della Russia.

Se c’era bisogno di avere una prova in più, questa dimostra che la crisi ucraina è stata realizzata dal nulla dagli intrighi del governo di Washington che ha creato l’intera crisi per un solo scopo, per indebolire la Russia militarmente.

Nessuno è rimasto sorpreso dal fatto che il New York Times ha pubblicato il 14 marzo lo sproloquio guerrafondaio, scritto dal neocon, senatore John McCain, che ha descritto l’aggressione di Washington in Ucraina come se questa fosse l’aggressione della Russia. Il governo degli Stati Uniti rovescia un governo ucraino democratico eletto e poi accusa la Russia di “invadere e annettere Crimea”, al fine di distogliere l’attenzione dal rovesciamento fatto da Washington della democrazia ucraina. Non c’è nessun governo eletto a Kiev. I tirapiedi che agiscono come un governo di Kiev sono stati messi in carica da Washington. Chi altro li ha scelti?

La cosa che ha sorpreso alcuni è stata che anche Rand Paul si è unito all’isteria. Rand Paul ha scritto il suo sproloquio propagandistico contro la Russia per la rivista Time. Rand Paul sostiene, falsamente, che Putin ha invaso Crimea e che questo è un affronto “alla comunità internazionale.” Prima di tutto, la decisione di Crimea di lasciare l’Ucraina è una decisione della popolazione di Crimea e il governo eletto, non una decisione dalla Russia. Ma, per amor di discussione, diamo per vera la bugia di Rand Paul, come se fosse una verità: ” se consideriamo l’invasione dell’ Ucraina da parte di Vladimir Putin come una grave violazione della sovranità di una nazione ed un affronto alla comunità internazionale”, come si devono classificare le invasioni fatte da Washington dell’ Iraq e dell’Afghanistan, e quelle invasioni sponsorizzate dagli USA come avvenuto in Libia e in Siria, e l’assassinio continuato di pachistani e yemeniti per mezzo di droni, e la violazione effettuate da Washington della sovranità dell’Iran con sanzioni illegali, e la violazione fatta da Washington della sovranità ucraina con il rovesciamento del governo eletto e imponendo i tirapiedi degli USA?

Se Putin si sta comportando come afferma Rand Paul nella sua ignoranza, Putin starebbe solo seguendo i precedenti stabiliti da Clinton in Serbia, da Bush in Afghanistan e in Iraq, e Obama in Afghanistan, Libia, Siria, e l’Ucraina. L’argomento di Washington si riduce a: “Noi, la Nazione eccezionale e indispensabile può comportarsi in questo modo, ma nessun altro paese può.”

Come alcuni americani hanno perso le speranze in Rand Paul, è stato altrettanto un bene che questi abbia rivelato a Time di come sia solo un altro personaggio che si è prostituito all’interesse dei guerrafondai neocons e venduto al possente complesso militare /industriale. Se Rand Paul è la speranza per l’America, allora è chiaro che non c’è speranza.

Come ho sottolineando, la propaganda e le bugie diffuse da Washington, le sue marionette europee, il New York Times, la rivista Time, e la totalità dei media occidentali ripetono lo stesso percorso di guerra che ha portato alla prima guerra mondiale . Questo sta accadendo proprio davanti ai nostri occhi.

Traduzione di Luciano Lago

Fonte: Global Research

Tratto da Controinformazione
 
http://www.informarexresistere.fr/2...tti-i-fondi-dalloccidente-sanzioni-da-ridere/

NON SOLO LO STATO DELLA RUSSIA, ANCHE I MAGNATI RUSSI HANNO RITIRATO TUTTI I FONDI DALL’OCCIDENTE (SANZIONI? DA RIDERE)

Mentre l’Occidente sta ancora elaborando le sue sanzioni dopo l’esito del referendum che annetterà la Crimea alla Russia, Zahyn WordPress segnala e traduce questo bel pezzo di Zero Hedge, che col suo consueto stile ironico ci avverte che i Russi hanno già preparato la contromossa….

Via Zero Hedge: In un altro articolo di oggi ho scritto che secondo i dati settimanali della Fed, una cifra record di Buoni del Tesoro – 105 miliardi di dollari – è stata venduta o semplicemente riallocata (politicamente parlando è la stessa cosa) dai conti di deposito della Federal Reserve, portando il totale delle banconote USA presso la FED ad un livello che non si vedeva dal dicembre 2012. Mentre si pensava che il ritiro dei fondi dal mercato occidentale fosse stato causato dalla Cina, si è scoperto che il merito (o meglio, la colpa) è probabile che sia proprio della Russia, che come è noto ha avuto un leggero scontro con l’Occidente in generale e col suo sistema finanziario in particolare.
Viene fuori che quel che le istituzioni ufficiali russe possono aver fatto con i loro buoni del Tesoro (ma non lo sapremo fino a giugno), è solo l’inizio. Infatti, come riporta il FT, preparandosi in maniera più o meno silenziosa a quello che succederà con l’arrivo delle, quasi certe, sanzioni finanziarie (probabilmente un blocco dei conti correnti e confische patrimoniali, come conseguenza del referendum di Crimea di questa domenica) i russi che contano – gli oligarchi – hanno già fatto rientrare i loro miliardi dalle banche occidentali, rendendo molto discutibile l’effetto del grande sgambetto Occidentale — confiscare la ricchezza dello 0. 0001%. della Russia.
Dal FT:
“Secondo i banchieri di Mosca le Società russe stanno ritirando miliardi dalle banche occidentali per via del timore che le eventuali sanzioni statunitensi causate dalla crisi di Crimea possano portare ad un congelamento dei loro beni. Sberbank e VTB, le due banche giganti del sistema russo di proprietà parzialmente statale, come le aziende industriali e il gruppo energetico Lukoil, sono tra le aziende che stanno facendo rientrare i loro capitali investiti nelle operazioni effettuate con gli Stati Uniti. Sempre secondo i banchieri, la VTB ha anche cancellato un vertice, previsto il mese prossimo, con degli investitori americani.
I capitali stanno prendendo il volo, dopo che le trattative diplomatiche tra il Ministro degli Esteri della Russia e il Segretario di Stato americano si sono arenate e concluse senza nessun accordo su come risolvere le tensioni in Ucraina.
I mercati sono nervosi in attesa del referendum di Domenica sulla secessione della Crimea dall’Ucraina. Commercianti e imprenditori temono che questo potrebbe innescare le sanzioni dell’Occidente contro la Russia già a partire da lunedi.”
Probabilmente è proprio così che andranno le cose, ma un’altra cosa interessante sarà che la Russia si troverà costretta a coinvolgere molto più attivamente la Cina nel commercio bilaterale e in definitiva a fare le transazioni in rubli o Renminbi, bypassando il dollaro.
Forse potranno usare anche l’oro, tant’è che il prezzo ne ha già fiutato l’odore e questa settimana ed è schizzato ai valori massimi degli ultimi sei mesi. Tutto ciò servirà a stringere ancora di più i rapporti finanziari tra le due grandi nazioni ricche di materie prime, mentre si allenteranno sempre più quelli con il “diavolo imperialista”, gli Stati Uniti d’America.
Naturalmente, l’Occidente pensa all’occidentale, e supponendo chela cosa più importante per la Russia sia di vedere come chiuderà il MICEX, crede che far fare un bel botto al valore delle azioni russe scoraggerà Putin. Dopo tutto, l’unica cosa di cui tutti si preoccupano in America è che lo S&P 500 chiuda sempre al rialzo, giusto?
Quello che l’Occidente non ha capito, come avevamo previsto un mese fa, è che per Putin il prezzo delle materie prime è centinaia di volte più importante, soprattutto quello del greggio e del gas, dell’illusione di una ricchezza di carta (aka “azioni”), anche quando è al massimo storico. Specialmente per il fatto che in Russia solo una parte minima della popolazione si preoccupa delle fluttuazioni quotidiane del mercato azionario. Per quanto riguarda gli oligarchi, se ci sarà qualcuno che sarà felice di vedere che il loro potere, la loro ricchezza e la loro influenza perderà vigore, anche se solo per un breve periodo di tempo, questi è proprio Vladimir Vladimirovich Putin, colui che tutto l’Occidente ancora una volta continua a giudicare in maniera sbagliata. Senza contare che la popolazione russa sarà ancor più felice se vedrà questi compari mega-miliardari soffrire, almeno un po’, per mano dell’Occidente, e tutto questo farà salire ulteriormente le quotazioni di Putin.

Nel frattempo, alcuni degli oligarchi russi stanno effettivamente accettando la sfida.
Come riporta Bloomberg:
“Alisher Usmanov, l’uomo più ricco del Paese, controlla la preziosa Metalloinvest Holding Co. (il più grande produttore di minerali di ferro della Russia) attraverso tre società sussidiarie, di cui una si trova a Cipro, un paese dell’UE. Questo 60enne possiede anche una villa vittoriana a Londra, comprata nel 2008 per $70 milioni, come scrisse il Sunday Times del 18 maggio 2008. Ha perso 1.5 miliardi di dollari dall’inizio della crisi, secondo la classifica di Bloomberg.
«Siamo preoccupati per le possibili sanzioni contro la Russia, ma non ci aspettiamo ripercussioni drammatiche sui nostri affari» – dice Ivan Streshinsky, CEO della USM Advisors LLC, che gestisce il patrimonio di Usmanov, incluse la sue partecipazioni in OAO Megafon e Mail.Ru Group Ltd., in un’intervista presso gli uffici di Bloomberg a Mosca.
«I profitti di Mail.Ru e Megafon provengono dalla Russia e la gente non smetterà di telefonare o di usare Internet» – e poi ha detto – «Metalloinvest può essere esposto alla chiusura dei mercati europei e americani, ma può ri-orientare le sue vendite verso la Cina e verso altri mercati»”
Ottimo lavoro Mr. Obama: hai appena spinto la Russia e la Cina a ad avvicinarsi ancor più per necessità! Inoltre, non dovremmo sorprenderci troppo che mentre i russi stavano ritirando i loro soldi dalle banche occidentali occidentali vengono buttati fuori da Dodgeski mentre i russi stanno ritirando i loro soldi dall’occidente, le imprese occidentali stavano uscendo da Dodgesky.

“Un anziano banchiere di Mosca ha detto che il 90% cento degli investitori si sta già comportando come se le sanzioni fossero state imposte, e che si tratta solo di una gestione prudente dell’esposizione. Queste mosse rappresentano l’altra faccia della medaglia del più evidente ritiro del denaro occidentale dal mercato russo, cosa che è stata palese nelle ultime due settimane.
Traders e banchieri hanno detto che le banche statunitensi sono quelle che hanno venduto più pesantemente le obbligazioni russe. Secondo i dati della Bank for International Settlements, le banche americane e i gestori patrimoniali hanno nei loro assets circa 75 miliardi di dollari di esposizione verso la Russia. Joseph Dayan, Capo dei mercati a BCS, uno dei più grandi brokers della Russia ha detto: «Le obbligazioni russe se la sono vista brutta, in questi ultimi giorni, e uno dei motivi è stata la riduzione dell’esposizione decisa dalle banche internazionali.»
Anche se le banche estere non hanno ancora cominciato a tagliare massicciamente il credito alle imprese russe, i banchieri hanno detto che una mezza dozzina di accordi di finanziamento di alcune delle più grandi aziende russe sono in sospeso, nell’attesa di capire quanto saranno pesanti le sanzioni occidentali.”
Quindi; la conclusione è che la Russia, con una certa lungimiranza, ha già ritirato la maggior parte dei suoi investimenti dall’Occidente. Si pensi che un anno fa è venuto fuori che gli stessi russi che avrebbero dovuto essere penalizzati a Cipro avevano già ritirato la maggior parte dei loro fondi prima dell’esproprio: loro generalmente sanno in anticipo cosa succederà. Sono stati i normali cittadini ciprioti, che non avevano fatto niente di male, ad essere i più colpiti.
Così, mentre la risposta dei russi è già chiara, ci viene da domandarci quanto sia vero l’opposto: cioè quanto è preparato l’Occidente, e soprattutto l’Europa, a vivere in un mondo dove un terzo del gas della Germania viene improvvisamente interrotto?
Non vediamo l’ora di scoprirlo, all’inizio della prossima settimana.
 
http://ilmanifesto.it/prelievo-alla-fed-senza-precedenti-104-miliardi-di-dollari/

Internazionale
Prelievo alla Fed senza precedenti: 104 miliardi di dollari

—Giulietto Chiesa, 17.3.2014

Russia-Usa. Chi è il sospettato? Tutti gli esperti concordano: la Russia. Dove sono andati a finire tutti questi soldi? In qualche off-shore, o nella Banca Centrale Russa? O, chissà, in Cina?
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E Putin, con un’altra mossa molto tem*pe*stiva, anti*cipa le incom*benti san*zioni ame*ri*cane. Bloom*berg rivela che, nel corso della set*ti*mana, la Fede*ral Reserve ame*ri*cana ha regi*strato un «pre*lievo» senza pre*ce*denti in tutta la sua sto*ria: esat*ta*mente 104 miliardi di dol*lari. Il pre*ce*dente record si limitò a 32 miliardi di dol*lari, alla metà dell’anno scorso.

La Fede*ral Reserve è il luogo in cui tutte le ban*che cen*trali occi*den*tali custo*di*scono i cer*ti*fi*cati di cre*dito emessi dal Mini*stero delle Finanze Usa. Si tratta, in sostanza del debito estero Usa, che rimane in custo*dia in Ame*rica. Qual*cuno, ora, ha deciso di rom*pere la regola. Chi è il sospet*tato? Tutti gli esperti con*cor*dano: la Rus*sia. Dove sono andati a finire tutti que*sti soldi? In qual*che off-shore, o nella Banca Cen*trale Russa? O, chissà, in Cina?

In ogni caso, se è la Rus*sia a avere preso l’iniziativa, vuol dire che Putin con*ti*nua imper*ter*rito e rilan*cia. Volete col*pirci? E noi pren*diamo le nostre misure. Vedremo chi regge di più. Sem*bra di capire, per altro, che anche molti oli*gar*chi, con le loro ban*che, stiamo facendo lo stesso, ricol*lo*cando i loro conti ban*cari, por*tan*doli via dalla ban*che euro*pee e ame*ri*cane. Qual*cuno ricorda che Putin, due anni fa, al tempo della crisi delle ban*che cipriote, aveva iro*niz*zato sugli oli*gar*chi russi: «Glielo avevo detto che non biso*gnava fidarsi delle ban*che occi*den*tali». Voleva dire che lui, di certo, non se ne fidava.

Potrebbe essere un pro*blema serio per l’Occidente, una «migra*zione» di capi*tali da cifre ver*ti*gi*nose, se è vero che l’ammontare delle fughe di capi*tali dalla Rus*sia avrebbe rag*giunto cifre sti*mate dell’ordine di 1,5 tri*lioni di dol*lari (1500 miliardi $). Certo che una parte di que*sti non tor*ne*ranno in Rus*sia, ma s’imboscheranno negli off-shore. Ma una parte impor*tante, che potrebbe tor*nare in Rus*sia, riguarda asset legali, che potreb*bero diven*tare ber*sa*glio delle san*zioni: da cui la corsa a por*tarli al riparo.
 
Trandy,ma chi ti manda:mmmm:
Putin in persona:wall::wall::yes:
 
io quei quattrini li avrei messi allo IOR
 
Attacco l'Ucraina con tre dal Kamčatka...
 
NON SOLO LO STATO DELLA RUSSIA, ANCHE I MAGNATI RUSSI HANNO RITIRATO TUTTI I FONDI DALL’OCCIDENTE (SANZIONI? DA RIDERE) | Informare per Resistere

NON SOLO LO STATO DELLA RUSSIA, ANCHE I MAGNATI RUSSI HANNO RITIRATO TUTTI I FONDI DALL’OCCIDENTE (SANZIONI? DA RIDERE)

Mentre l’Occidente sta ancora elaborando le sue sanzioni dopo l’esito del referendum che annetterà la Crimea alla Russia, Zahyn WordPress segnala e traduce questo bel pezzo di Zero Hedge, che col suo consueto stile ironico ci avverte che i Russi hanno già preparato la contromossa….

Via Zero Hedge: In un altro articolo di oggi ho scritto che secondo i dati settimanali della Fed, una cifra record di Buoni del Tesoro – 105 miliardi di dollari – è stata venduta o semplicemente riallocata (politicamente parlando è la stessa cosa) dai conti di deposito della Federal Reserve, portando il totale delle banconote USA presso la FED ad un livello che non si vedeva dal dicembre 2012. Mentre si pensava che il ritiro dei fondi dal mercato occidentale fosse stato causato dalla Cina, si è scoperto che il merito (o meglio, la colpa) è probabile che sia proprio della Russia, che come è noto ha avuto un leggero scontro con l’Occidente in generale e col suo sistema finanziario in particolare.
Viene fuori che quel che le istituzioni ufficiali russe possono aver fatto con i loro buoni del Tesoro (ma non lo sapremo fino a giugno), è solo l’inizio. Infatti, come riporta il FT, preparandosi in maniera più o meno silenziosa a quello che succederà con l’arrivo delle, quasi certe, sanzioni finanziarie (probabilmente un blocco dei conti correnti e confische patrimoniali, come conseguenza del referendum di Crimea di questa domenica) i russi che contano – gli oligarchi – hanno già fatto rientrare i loro miliardi dalle banche occidentali, rendendo molto discutibile l’effetto del grande sgambetto Occidentale — confiscare la ricchezza dello 0. 0001%. della Russia.
Dal FT:
“Secondo i banchieri di Mosca le Società russe stanno ritirando miliardi dalle banche occidentali per via del timore che le eventuali sanzioni statunitensi causate dalla crisi di Crimea possano portare ad un congelamento dei loro beni. Sberbank e VTB, le due banche giganti del sistema russo di proprietà parzialmente statale, come le aziende industriali e il gruppo energetico Lukoil, sono tra le aziende che stanno facendo rientrare i loro capitali investiti nelle operazioni effettuate con gli Stati Uniti. Sempre secondo i banchieri, la VTB ha anche cancellato un vertice, previsto il mese prossimo, con degli investitori americani.
I capitali stanno prendendo il volo, dopo che le trattative diplomatiche tra il Ministro degli Esteri della Russia e il Segretario di Stato americano si sono arenate e concluse senza nessun accordo su come risolvere le tensioni in Ucraina.
I mercati sono nervosi in attesa del referendum di Domenica sulla secessione della Crimea dall’Ucraina. Commercianti e imprenditori temono che questo potrebbe innescare le sanzioni dell’Occidente contro la Russia già a partire da lunedi.”
Probabilmente è proprio così che andranno le cose, ma un’altra cosa interessante sarà che la Russia si troverà costretta a coinvolgere molto più attivamente la Cina nel commercio bilaterale e in definitiva a fare le transazioni in rubli o Renminbi, bypassando il dollaro.
Forse potranno usare anche l’oro, tant’è che il prezzo ne ha già fiutato l’odore e questa settimana ed è schizzato ai valori massimi degli ultimi sei mesi. Tutto ciò servirà a stringere ancora di più i rapporti finanziari tra le due grandi nazioni ricche di materie prime, mentre si allenteranno sempre più quelli con il “diavolo imperialista”, gli Stati Uniti d’America.
Naturalmente, l’Occidente pensa all’occidentale, e supponendo chela cosa più importante per la Russia sia di vedere come chiuderà il MICEX, crede che far fare un bel botto al valore delle azioni russe scoraggerà Putin. Dopo tutto, l’unica cosa di cui tutti si preoccupano in America è che lo S&P 500 chiuda sempre al rialzo, giusto?
Quello che l’Occidente non ha capito, come avevamo previsto un mese fa, è che per Putin il prezzo delle materie prime è centinaia di volte più importante, soprattutto quello del greggio e del gas, dell’illusione di una ricchezza di carta (aka “azioni”), anche quando è al massimo storico. Specialmente per il fatto che in Russia solo una parte minima della popolazione si preoccupa delle fluttuazioni quotidiane del mercato azionario. Per quanto riguarda gli oligarchi, se ci sarà qualcuno che sarà felice di vedere che il loro potere, la loro ricchezza e la loro influenza perderà vigore, anche se solo per un breve periodo di tempo, questi è proprio Vladimir Vladimirovich Putin, colui che tutto l’Occidente ancora una volta continua a giudicare in maniera sbagliata. Senza contare che la popolazione russa sarà ancor più felice se vedrà questi compari mega-miliardari soffrire, almeno un po’, per mano dell’Occidente, e tutto questo farà salire ulteriormente le quotazioni di Putin.

Nel frattempo, alcuni degli oligarchi russi stanno effettivamente accettando la sfida.
Come riporta Bloomberg:
“Alisher Usmanov, l’uomo più ricco del Paese, controlla la preziosa Metalloinvest Holding Co. (il più grande produttore di minerali di ferro della Russia) attraverso tre società sussidiarie, di cui una si trova a Cipro, un paese dell’UE. Questo 60enne possiede anche una villa vittoriana a Londra, comprata nel 2008 per $70 milioni, come scrisse il Sunday Times del 18 maggio 2008. Ha perso 1.5 miliardi di dollari dall’inizio della crisi, secondo la classifica di Bloomberg.
«Siamo preoccupati per le possibili sanzioni contro la Russia, ma non ci aspettiamo ripercussioni drammatiche sui nostri affari» – dice Ivan Streshinsky, CEO della USM Advisors LLC, che gestisce il patrimonio di Usmanov, incluse la sue partecipazioni in OAO Megafon e Mail.Ru Group Ltd., in un’intervista presso gli uffici di Bloomberg a Mosca.
«I profitti di Mail.Ru e Megafon provengono dalla Russia e la gente non smetterà di telefonare o di usare Internet» – e poi ha detto – «Metalloinvest può essere esposto alla chiusura dei mercati europei e americani, ma può ri-orientare le sue vendite verso la Cina e verso altri mercati»”
Ottimo lavoro Mr. Obama: hai appena spinto la Russia e la Cina a ad avvicinarsi ancor più per necessità! Inoltre, non dovremmo sorprenderci troppo che mentre i russi stavano ritirando i loro soldi dalle banche occidentali occidentali vengono buttati fuori da Dodgeski mentre i russi stanno ritirando i loro soldi dall’occidente, le imprese occidentali stavano uscendo da Dodgesky.

“Un anziano banchiere di Mosca ha detto che il 90% cento degli investitori si sta già comportando come se le sanzioni fossero state imposte, e che si tratta solo di una gestione prudente dell’esposizione. Queste mosse rappresentano l’altra faccia della medaglia del più evidente ritiro del denaro occidentale dal mercato russo, cosa che è stata palese nelle ultime due settimane.
Traders e banchieri hanno detto che le banche statunitensi sono quelle che hanno venduto più pesantemente le obbligazioni russe. Secondo i dati della Bank for International Settlements, le banche americane e i gestori patrimoniali hanno nei loro assets circa 75 miliardi di dollari di esposizione verso la Russia. Joseph Dayan, Capo dei mercati a BCS, uno dei più grandi brokers della Russia ha detto: «Le obbligazioni russe se la sono vista brutta, in questi ultimi giorni, e uno dei motivi è stata la riduzione dell’esposizione decisa dalle banche internazionali.»
Anche se le banche estere non hanno ancora cominciato a tagliare massicciamente il credito alle imprese russe, i banchieri hanno detto che una mezza dozzina di accordi di finanziamento di alcune delle più grandi aziende russe sono in sospeso, nell’attesa di capire quanto saranno pesanti le sanzioni occidentali.”
Quindi; la conclusione è che la Russia, con una certa lungimiranza, ha già ritirato la maggior parte dei suoi investimenti dall’Occidente. Si pensi che un anno fa è venuto fuori che gli stessi russi che avrebbero dovuto essere penalizzati a Cipro avevano già ritirato la maggior parte dei loro fondi prima dell’esproprio: loro generalmente sanno in anticipo cosa succederà. Sono stati i normali cittadini ciprioti, che non avevano fatto niente di male, ad essere i più colpiti.
Così, mentre la risposta dei russi è già chiara, ci viene da domandarci quanto sia vero l’opposto: cioè quanto è preparato l’Occidente, e soprattutto l’Europa, a vivere in un mondo dove un terzo del gas della Germania viene improvvisamente interrotto?
Non vediamo l’ora di scoprirlo, all’inizio della prossima settimana.

ahahaha ecco il motivo vero della scomparsa del Boeing 777 malese dai cieli senza che nessuno rivendichi nulla?
Cosa trasportava nelle sue stive?
 
Singolare come quanto stia accadendo nel mondo sia riconducibile al "futuro dell'umanità secondo Casaleggio"... paragnosta o bene informato? Penso ai contrasti dei governi occidentali con la Chiesa cattolica, a quelli attuali con la Russia, al progetto americano di una zona di libero scambio con la UE entro un anno o poco piu, preludio a una moneta atlantica comune... (mentre noi stiamo appresso a Letta, Renzi e qualcun altro che verrà a portarci in giro per la manina prendendo tempo)

 
Vediamo se Obama grazie al pupazzo messo a capo dell'Ucraina riesce nell'intento. Per la UE appoggiare un conflitto contro la Russia a favore dell'Ucraina è un suicidio, oltre che ingiusto.
Ma sono certo che il solerte Renzi, se sarà necessario, provvederà senza indugi a trascinarci in una guerra tragica e catastrofica, giusto per compiacere questa voglia neocolonialista e imperialista che oramai si respira da qualche anno in Occidente.

L’Ucraina si prepara alla guerra | Informare per Resistere

L’Ucraina si prepara alla guerra

mar 18th, 2014 @ 05:00 pm › Stefano
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‘I capi del #ColpoDiStato in #Kiev hanno respinto il referendum della #Crimea, si sono rifiutati di allontanare le truppe dalla penisola, a seguito del referendum che ha decretato la secessione e si stanno preparando per la #guerra.

“La #Crimea era, è e sarà il nostro territorio,” così ha detto il Ministro della Difesa Ihor Tenyukh in una dichiarazione fatta all’ Ukrainian Crisis Media Center. “le forze ucraine resteranno in Crimea fino a che tutti i loro compiti saranno completati”

Il favorito del Dipartimento di Stato USA, Vitali Klitschko, ha detto che le truppe ucraine resteranno in Crimea. Klitscho ha citato il trattato di pace del 16 marzo che consente ai soldati ukraini di muoversi in libertà in Crimea. Secondo Tenyukh, i Russi fino ad ora lo hanno rispettato .

I Russi tuttavia si aspettano che l’Ucraina onori la scadenza del trattato, posta per il 21 marzo e lascino cosi la Crimea.

Il presidente ucraino, Oleksandr Turchynov, ha detto che la giunta farà tutto il possibile per evitare la guerra, ma ha detto anche che “la minaccia di guerra è reale … Stiamo rafforzando la nostra capacità di difesa. L’Ucraina è pronta a difendere il suo territorio “.

Il parlamento ucraino, ha stanziato 6,7 miliardi di Grivne, più di 600 milioni di dollari, per rafforzare le forze militari del paese e mobilitare le forze armate per prepararle ad una possibile guerra. Questa mobilitazione, ha detto Tenyukh al KyivPost, ha come scopo quella di avere una “piena disponibilità” di tutto l’apparato militare.
“Il nostro esercito dovrebbe essere pronto per la battaglia “, ha detto Pavlo Petrenko , il ministro della Giustizia dell’Ucraina.
Oltre a un afflusso di denaro, il governo golpista ha richiamato 40.000 uomini e ha invitato tutti i riservisti per prepararsi alla guerra.

“Questa è la nostra terra” ha detto il primo ministro instauratosi dopo il colpo di stato, Arseniy Yatsenyuk, a una folla riunitasi sotto la statua dedicata allo scrittore e nazionalista Taras Shevchenko a Kiev. ”I nostri padri e nonni hanno versato il loro sangue per questa terra. E noi non ci muoveremo di un solo centimetro. Fate che la Russia e il suo presidente lo sappiano”

Domenica, Yatsenyuk ha promesso di dare la caccia e assicurare alla giustizia i separatisti in Crimea. “Li troveremo tutti – anche se dovessimo impiegarci un anno o due anni – e li assicureremo alla giustizia dei tribunali ucraini e internazionali”.

I golpisti, Domenica, hanno annunciato uno sforzo supplementare per rafforzare la nuova Guardia Nazionale dell’Ucraina. “Ci saranno centri di formazione , saranno distribuiti armi legali per dare la possibilità di difendere il paese, con tutte le forze di sicurezza”, ha proseguite Yatsenyuk durante una riunione di gabinetto .

Sabato scorso, durante un viaggio in Ucraina, il senatore John McCain ha invitato l’amministrazione Obama ad armare l’esercito ucraino. “Hanno solo poche migliaia di truppe da combattimento e sarebbero sopraffatti dai russi se ci fossero degli scontri armati. Una delle principali richieste urgenti che il governo ucraniano a fatto agli USA è proprio quella di essere riforniti in armi”, ha continuato McCain “. Solleciterò la nostra amministrazione al fine di organizzare il trasferimento di armi nel pi`breve tempo possibile.



Fonte: Alex Jones' Infowars: There's a war on for your mind!
 
ahahaha ecco il motivo vero della scomparsa del Boeing 777 malese dai cieli senza che nessuno rivendichi nulla?
Cosa trasportava nelle sue stive?
L’enigma sulla sorte del Boeing 777 della Malaysia Airlines si riempie di numeri, grafici, mappe e rivelazioni di intelligence. Dopo ben 12 giorni arriva un tracciato di un radar militare thailandese tenuto segreto fino a martedì: segnala un aereo non identificato che volava verso Kuala Lumpur all’1.28 di sabato 8 marzo. Due minuti dopo, il Boeing malaysiano scompare (almeno ufficialmente). Bangkok ha precisato di non aver diffuso i dati in precedenza perché la Malaysia non li ha chiesti. Francamente un atteggiamento incomprensibile da parte dei due governi, a meno che non vogliano nascondere qualcosa o siano condizionati dalle reciproche diffidenze
 
:o

Tutto procede come da copione...

Soldato di Kiev ucciso dai russiL?Ucraina a un passo dalla guerra - QuotidianoNet

Soldato di Kiev ucciso dai russi L’Ucraina a un passo dalla guerra

Lorenzo Bianchi

UN SOLDATO ucraino fulminato in una base della marina e un membro delle «Forze di autodifesa» filorusse ammazzato a Sinferopoli. Uno per parte anche i feriti. Nella penisola indipendentista ora si spara. Sono le prime vittime, dopo che i fautori dell’annessione alla Russia hanno preso il controllo della Crimea. ...

Lorenzo Bianchi

UN SOLDATO ucraino fulminato in una base della marina e un membro delle «Forze di autodifesa» filorusse ammazzato a Sinferopoli. Uno per parte anche i feriti. Nella penisola indipendentista ora si spara. Sono le prime vittime, dopo che i fautori dell’annessione alla Russia hanno preso il controllo della Crimea. Vladimir Seleznev, portavoce delle Forze armate ucraine, ha scritto su Facebook che gli assalitori «completamente equipaggiati e a volto coperto sono arrivati su un camion su cui sventolava una bandiera russa». «Il conflitto — scandisce il premier Arseniy Iatseniuk — sta passando da una fase politica a una fase militare. I soldati russi hanno cominciato a sparare a militari ucraini. È un crimine di guerra senza alcuna scadenza in base alle norme sulla prescrizione». L’agenzia russa Interfax ha raccolto una testimonianza drammatica. «Siamo — ha raccontato un portavoce — barricati al secondo piano. Il quartier generale è stato preso e anche il comandante. Vogliono che consegniamo le armi, ma non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci».

UNA NOTA del ministero della difesa precisa che «i soldati ucraini nella Repubblica autonoma di Crimea sono stati autorizzati a usare le armi per proteggere le loro vite». «Abbiamo l’ordine di sparare a vista su chiunque tenti di entrare», sintetizza da un’altra caserma il tenente colonnello Igor Mamciur. Per «evitare un’escalation del conflitto» Iatseniuk ha ordinato al ministero della Difesa di convocare un incontro con i rappresentanti della Francia, della Gran Bretagna e della Russia, i firmatari del trattato del 1994 che garantisce i confini di Kiev.
I volontari filorussi della regione di Donbas hanno organizzato una fitta rete di posti di blocco per impedire ai mezzi militari ucraini di raggiungere il confine con il territorio di Mosca nella parte orientale del Paese. «La polizia ci aiuta», si compiace Serghei Tsyplakov, il vicecomandante della milizia civile. «La gente — accusa — ha visto trasportare da Kiev cannoni, carri armati e e sistemi di difesa antimissile».

UNA NOTA ufficiale del ministero degli Esteri annuncia che «l’Ucraina e tutto il mondo civilizzato non riconosceranno mai l’indipendenza illegittima della Crimea e la violenta annessione del territorio del nostro Paese». Il distacco è stato chiesto, rincara il comunicato, «da un’autorità illegale, sulla base di un referendum incostituzionale, tenuto violando gli standard democratici elaborati dall’Osce e dal Consiglio d’Europa». Il presidente ad interim Olexandr Turchinov ricorda che «con l’annessione di territori di altri stati la Germania nazista diede il via alla seconda guerra mondiale». «Una rapina su scala internazionale», la definisce il premier Arseniy Iatseniuk. Il primo ministro sostiene che le forze dell’ordine ucraine hanno «raccolto prove convincenti della partecipazione degli agenti speciali russi nell’organizzazione di disordini nell’est», ma si premura di precisare che «l’adesione alla Nato non è in agenda, perché il Paese sarà difeso da un forte e moderno esercito ucraino».
In Crimea è già arrivata una prima tranche di aiuti russi, 296 milioni di euro per pagare gli stipendi delle forze dell’ordine e dei militari. Per un periodo di tempo che va da due a sei mesi nella penisola circoleranno sia i rubli sia le grivnie ucraine. Si annunciano tempi duri per i tatari, il 12 per cento della popolazione di fede islamica. Il vicepremier Rustan Temirgaliyev ha chiesto loro di sgombrare «i terreni occupati illegalmente».
 
Crimea, assalti a basi ucraine. Visita Van Rompuy annullata, Mosca indignata - Repubblica.it

Crimea, assalti a basi ucraine. Visita Van Rompuy annullata, Mosca indignata

LIVEBLOG / Ancora tensione: duecento miliziani hanno occupato la sede della marina a Sebastopoli e a Novoozerne. Cancellato l'incontro tra il presidente del Consiglio europeo e Putin. Russia accusa Ue: "Non vuole conoscere la verità"

19 marzo 2014

Non si placa la tensione in Crimea. Duecento miliziani filorussi hanno occupato la sede della marina ucraina a Sebastopoli, capitale del Paese. "Sono circa 200, alcuni dei quali mascherati", ha spiegato Sergei Bogdanov, portavoce della Marina ucraina. "Non sono armati - ha continuato - e non è stato sparato alcun colpo d'arma da fuoco da parte nostra. Gli ufficiali si sono barricati all'interno dell'edificio". Un altro attacco è stato sferrato nella base militare ucraina nell'ovest della Crimea, a Novoozerne. Le milizie hanno anche affermato di aver catturato il comandante della marina ucraina Serhiy Haiduk.

Nonostante si ripetano le dichiarazioni di voler proseguire sulla via del dialogo - intenzione ribadita ieri anche dal presidente Usa, Barack Obama e dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel -, il referendum di domenica ha portato le prime conseguenze. Oltre alle sanzioni già stabilite dai Paesi dell'Occidente, anche i rapporti diplomatici risentono della situazione. L'incontro in programma per oggi tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, è stato annullato. La Russia ha reagito furiosamente alla cancellazione della visita, affermando che l'Unione europea non ha voluto conoscere "la verità" sull'Ucraina. "Non hanno permesso al presidente del Consiglio europeo di venire a Mosca. La loro stessa gente", ha affermato il ministero degli Esteri russo in un indignato comunicato. "Dopotutto, perché avrebbe dovuto venire a conosce la verità, se tutto è già deciso?". Domani, invece, è in programma un incontro a Mosca tra il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, e Putin. Il segretario Onu, poi, venerdì sarà a Kiev per incontrare il presidente Oleksandr Turchynov e il premier Arseniy Yatsenyuk.

Aiuti Ue. L'Unione europea ha deciso di stanziare un ulteriore miliardo, che si aggiunge ai 610 milioni già deliberati, per un piano di assistenza macrofinanziaria all'Ucraina. Lo ha annunciato il vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn.

Mosca, nuove esercitazioni. Intanto, oltre 5.000 artiglieri delle truppe aviotrasportate prenderanno parte alle esercitazioni di tiro nel territorio di otto regioni russe, compreso il poligono vicino a Novorossisk, che confina con la Crimea. Lo riferisce Interfax citando il ministero della difesa russo. Le manovre dureranno da 45 giorni a due mesi. È previsto l'uso di oltre mille mezzi militari, tra blindati e pezzi di artiglieria. Saranno sparati oltre 6000 ordigni di artiglieria.
 
Come alcuni americani hanno perso le speranze in Rand Paul, è stato altrettanto un bene che questi abbia rivelato a Time di come sia solo un altro personaggio che si è prostituito all’interesse dei guerrafondai neocons e venduto al possente complesso militare /industriale. Se Rand Paul è la speranza per l’America, allora è chiaro che non c’è speranza.


Il Dott. Roberts, ormai non perdona nessuno.
Anche se Ron Paul (padre) è del tutto antitetico rispetto al figlio Rand, quest'ultimo deve difendere la sua carriera politica. Mentre Ron dice "fuori i piedi americani dall'Ucraina"
 
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