E perché giudice non si declina dicendo "la giudicia"?
Vi faccio il pippone poi la chiudo qui. Chi sono io per distogliere le persone dalle ultime posizioni della scala gerarchica, che tanto amano...
Giudice è un sostantivo neutro.
I sostantivi neutri non subiscono la variazione della lettera finale.
I sostantivi neutri possono terminare con qualunque lettera, anche una "a".
I sostantivi possono essere neutri per diversi motivi perché l'italiano è una lingua di lunga data e i vocaboli hanno provenienze variegate.
Alcuni suffissi sono di origine greca o latina, ed è il caso dei suffissi -ista, -iatra etc...
Altri sono parole tronche, in questo caso oltre a non variare il femminile dal maschile, non varia nemmeno il plurale. Chi mette una "s" finale nel plurall della parole inglesi è un ignorante: in italiano il plurale di una parola tronca rimane sempre uguale al singolare.
Altri sostantivi sono dei verbi sostantivati, quasi sempre dei participi presenti. Ad esempio presidente, vigilante sono dei verbi in participio presente che indicano l'azione del presiedere e l'azione del vigilare.
Il participio presente è un verbo privo di genere.
Presidente = colui/colei che sta presiedendo. Chi dice presidentessa è un ignorante (colui/colei che sta ignorando).
Quindi se un vocabolo è neutro è neutro, rimane identico e varia solo l'articolo che lo precede (il,la). Bisogna impararlo e basta perché i motivi per cui è neutro dipendono dall'origine di ogni singolo vocabolo.
Ora vado oltre l'accademia della Crusca e provo ad azzardare l'origine del termine "giudice". Penso che sia l'abbreviazione del participio presente "giudicante". Siccome giudicante è un verbo privo di genere, anche le sue abbreviazioni possono rimanere prive di genere.
p.s. Anche "vigile" è un sostantivo privo di genere. Chi dice "vigilessa" è un ignorante, o forse ha guardato troppi film comici e senza rendersene conto è diventato comico a sua volta. Comico passivo però, ossia colui che viene deriso suo malgrado.