I vecchi

Mia nonna era abbastanza eccentrica…… portava sempre collane lunghe di ogni tipo, ne aveva una infinità….
Indossava sempre i pantaloni e non usciva mai senza un filo di trucco e lo smalto alle unghie…..
In borsa oltre alle solite cianfrusaglie, teneva l’inseparabile portasigarette e un mazzo di carte da tarocchi.
Ogni domenica, scommetteva pochi franchi al tiercé (una specie di Totip) e vinceva anche spesso….. conosceva gran parte dei cavalli… Era una cosa seria :)

Il momento che aspettavo sempre con trepidazione era sedermi al tavolino di fronte a lei. Mescolava le carte, ne diponeva 15 sul tavolino.....ne girava una e cominciava il suo racconto......ad ogni carta corrispondeva un personaggio o un luogo….. e così carta dopo carta creava la storia che ascoltavo rapita…..

...
 
Tika ha scritto:
Mia nonna era abbastanza eccentrica…… portava sempre collane lunghe di ogni tipo, ne aveva una infinità….
Indossava sempre i pantaloni e non usciva mai senza un filo di trucco e lo smalto alle unghie…..
In borsa oltre alle solite cianfrusaglie, teneva l’inseparabile portasigarette e un mazzo di carte da tarocchi.
Ogni domenica, scommetteva pochi franchi al tiercé (una specie di Totip) e vinceva anche spesso….. conosceva gran parte dei cavalli… Era una cosa seria :)

Il momento che aspettavo sempre con trepidazione era sedermi al tavolino di fronte a lei. Mescolava le carte, ne diponeva 15 sul tavolino.....ne girava una e cominciava il suo racconto......ad ogni carta corrispondeva un personaggio o un luogo….. e così carta dopo carta creava la storia che ascoltavo rapita…..

...

.. raccontacene una :yes: :)


.
 
Tika ha scritto:
Dedicato a loro :cool:


i vecchi sulle panchine dei giardini
succhiano fili d'aria e un vento di ricordi
il segno del cappello sulle teste da pulcini
i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
i vecchi che si addannano alle bocce
mattine lucide di festa che si può dormire
gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce
per una malattia difficile da dire

i vecchi tosse secca che non dormono di notte
seduti in pizzo al letto a riposare la stanchezza
si mangiano i sospiri e un po' di mele cotte
i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
i vecchi un po' contadini
che nel cielo sperano e temono il cielo
voci bruciate dal fumo dai grappini di un'osteria

i vecchi vecchie canaglie
sempre pieni di sputi e consigli
i vecchi senza più figlie questi figli che non
chiamano mai
i vecchi che portano il mangiare per i gatti
e come i gatti frugano tra i rifiuti
le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po' da
matti

i vecchi che non sono mai cresciuti
i vecchi anima bianca di calce in controluce
occhi annacquati dalla pioggia della vita
i vecchi soli come i pali della luce
e dover vivere fino alla morte che fatica

i vecchi cuori di pezza
un vecchio cane e una pena al guinzaglio
confusi inciampano di tenerezza e brontolando se
ne vanno via

i vecchi invecchiano piano
con una piccola busta della spesa
quelli che tornano in chiesa lasciano fuori
bestemmie e fanno pace con Dio
i vecchi povere stelle
i vecchi povere patte sbottonate
guance da spose arrossate di mal di cuore e di
nostalgia

i vecchi sempre tra i piedi
chiusi in cucina se viene qualcuno
i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da
buttare via

ma i vecchi, i vecchi, se avessi un'auto da
caricarne tanti
mi piacerebbe un giorno portarli al mare
arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio
tutti quanti
sedia sediola... oggi si vola... e attenti a non sudare
Io non amo Baglioni ma questa canzone e' bellissima. Pura poesia, siamo su livelli altissimi di espressivita'.
 
locco68 ha scritto:
Io non amo Baglioni ma questa canzone e' bellissima. Pura poesia, siamo su livelli altissimi di espressivita'.
OK!
 
Vecchi che possono ancora essere felici ... basta avere la fortuna di tenere per mano il compagno ... o sulle ginocchia il nipotino che li ascolta raccontare sgranado gli occhi :yes: ;)
 
Non sono riconosciuti i dolori?
L'amore non è appreso?
Ciò che nella morte
ci allontana non è rivelato?

Siamo sempre sospinti.
Ma il passo del tempo
non è che un'inezia
che sempre permane.

Quello che si sottrae è più tuo.
Timorosi desideriamo un sostegno,
noi troppo giovani per l'antico
e troppo vecchi per ciò che non è mai stato.

La dolcezza del pericolo che matura
sa che abbiamo tempo.
Solo la morte silenziosa sa che siamo
e qual è il suo guadagno, quando presta.

L'infanzia profonda e promettente,
si fa - poi - silenziosa dalle radici?

Se una volta era gioia
non era di nessuno.
Cosa c'era di reale in questo?
Che desidera il mutamento?

Ciò che si chiude nel restare
è già irrigidito.
Lo spirito progettante che governa la terra
niente ama più del punto di svolta.
 
quindi che fare ????? mi tiro una botta ? :mmmm:
 
three ha scritto:
Vecchi che possono ancora essere felici ... basta avere la fortuna di tenere per mano il compagno ... o sulle ginocchia il nipotino che li ascolta raccontare sgranado gli occhi :yes: ;)

Ecco, il nipotino mi mancherà.
 
...... i vecchi subiscono le ingiurie degli anni

non sanno distinguere il falso dal vero ...
 
slowdown ha scritto:
...... i vecchi subiscono le ingiurie degli anni

non sanno distinguere il falso dal vero ...

"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre." ;)
 
Tripitaka ha scritto:
Ecco, il nipotino mi mancherà.

Se è vero: buon compleanno, sei ancora in tempo per il nipotino ... dagli tempo!

Se è falso: buon non compleanno e per il nipotino ... chissà ...

;)
 
three ha scritto:
"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre." ;)

.. un vecchio e un bambino.....


ed il tempo ....

sempre uguale .... diverso da tutti gli altri...

:)
 
I vecchi sono bimbi per i quali il tempo è trascorso troppo velocemente.:)
 
Grazie a chi ha uppato questo 3d :)

Mia nonna era abbastanza eccentrica…… portava sempre collane lunghe di ogni tipo, ne aveva una infinità….
Indossava sempre i pantaloni e non usciva mai senza un filo di trucco e lo smalto alle unghie…..
In borsa oltre alle solite cianfrusaglie, teneva l’inseparabile portasigarette e un mazzo di carte da tarocchi.
Ogni domenica, scommetteva pochi franchi al tiercé (una specie di Totip) e vinceva anche spesso….. conosceva gran parte dei cavalli… Era una cosa seria :)

Il momento che aspettavo sempre con trepidazione era sedermi al tavolino di fronte a lei. Mescolava le carte, ne diponeva 15 sul tavolino.....ne girava una e cominciava il suo racconto......ad ogni carta corrispondeva un personaggio o un luogo….. e così carta dopo carta creava la storia che ascoltavo rapita…..
...

Mio nonno era un uomo distinto ed elegante nell’aspetto. Indossava sempre la camicia e cravatta e non usciva mai senza il cappello, la giacca e il cappotto all’occorrenza. Era un personaggio pure lui.

Costumista all’opera di Parigi, conosceva e frequentava molta gente del mondo dello spettacolo. Parlava spesso di Mario del Monaco che vestiva quando cantava a Parigi. Dopo lo spettacolo a notte fonda, andavano spesso bere l’ultimo bicchiere in qualche bar e lo ricordava come un uomo straordinario.

Quando passavo il week end dai nonni, la domenica mattina uscivo con lui e a piedi andavamo al bar “PMU” (ricevitoria) dove giocava la schedina del Tiercé di mia nonna. Lì facevamo colazione seduti ad un tavolino, io con caffèlatte e croissant e lui con un bicchiere di vino rosso e la sigaretta; poi si passava sempre all’edicola dove mi comprava un giornalino. Durante quei due giorni giocava sempre con me, ricordo che trasformava il tavolo in capanna con lenzuola tutto intorno e seduti tutti i 2 sotto, alla luce di una pila mi leggeva qualche storiella.

Così era mio nonno per me… Se n’è andato quando avevo solo 9 anni.

Dopo ho saputo dai racconti di mia madre e zia che era un viveur. Vedovo a 42 anni si mise a vivere un lungo periodo di eccessi che non rese la vita facile alle sue 2 figlie.

Poi si innamoro di una donna […]“abbastanza eccentrica che portava sempre collane lunghe di ogni tipo, ne aveva una infinità…. Indossava sempre i pantaloni e non usciva mai senza un filo di trucco e lo smalto alle unghie…..”[…] che è sempre stata per me la nonna.

Quelle “verità” che sono venuta a sapere dopo non hanno minimamente scalfito il bel ricordo che ho di lui.
 
mio nonno, una persona, come si dice, tutta d'un pezzo. tra i pochissimi che mi dispiace di non aver conosciuto in modo più approfondito

ciao, tika :)

( ex dart)
 
complimenti x il thread :bow:
:clap::clap:
 
Mia nonna....

Questa era la mia...

...sono due anni e mezzo che non è più con me, era il più solido pilastro della mia vita, la mia nonnina....la mia adorata nonnina, sempre una carezza per la sua nipotina, sempre un sorriso e una parola buona e dolce, l'unica al mondo che mi faceva sentire bellissima anche quando agli occhi di tutti ero brutta, sciupata, stanca....

...per lei ero sempre la sua "stellina d'oro"...oppure un "fiorellino"...così mi chiamava...

Porto il suo nome...e ne vado fiera...



...ma mi manca...mi manca come l'aria...:(








p.s. grazie Tika per il bellissimo 3D
 

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:)
 

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Cara nonna, manchi ormai da tanto tanto tempo, eppure anche adesso spesso mi torni in mente. Mi hai cresciuto, regalando alla mia infanzia tante immagini splendide che nessuna macchina fotografica avrebbe mai potuto fermare.
Eri una donna minuta e forte, e hai vissuto una vita che nella sua semplicità è stata lo specchio di quasi un secolo di storia, racconti che emergono a tratti. Tu e la terra che giravate con lo stesso ritmo scandito dal sole e dalle stagioni, e dalla pendola che caricavi ogni sera, quella che ora è qui in casa mia, unica cosa che ho portato via dalla vecchia casa col tetto di lose di ardesia. Andavamo insieme tra rive e prati, e controllavi le pietre di confine, e raccoglievamo castagne rompendo i ricci con i piedi, quelle castagne di montagna, scure e lucide che mettevi nel grembiule sempre allacciato in vita. Salivamo al “Crest” per comprare il pane, tagliando la strada asfaltata con le “scurse”, le scorciatoie, l’unico negozio del paese, duecento anime, che profumava del latte in polvere venduto sfuso nei sacchi. Il ritorno sempre fermandosi nel piccolo cimitero, e mi raccontavi di tua madre, morta che tu eri solo una bambina, che eri l’ultima di tredici figli, dei tuoi fratelli che ti portavano la cioccolata e che poi sono andati via, in America, e che non hai più visto, andati a lavorare in miniera a tredici anni. Del nonno che non ho mai conosciuto, il “mè Minetto”. Mi raccontavi di mamma quando era piccola come me, e delle sere nelle stalle, dove vi trovavate a parlare, pregare, scaldandovi col calore delle mucche. La festa di San Rocco, nella chiesetta a venti metri da casa, quella di cui si sono venduti perfino le porte, di cui hanno cancellato gli affreschi, che si apriva solo in quell’occasione, e tu che entravi e rimanevi in fondo, tu che pregavi ogni sera coricandoti, le semplici parole del Padre Nostro.
Ancora lampi nella memoria, i racconti di quando riempivi i bossoli di polvere nera, e mi dicevi che ti erano diventati i capelli rossi, e con orgoglio, pensando agli anni della guerra, dicevi che grazie ad una capretta e ad un pugno di terra non avevate avuto fame, tu già vedova e con due figlie, che hai nascosto sotto il fieno chiunque scappasse, senza mai guardarne la divisa. E di tua figlia, mia zia, che vennero a prendere i nazisti e portarono alle Nuove, quella figlia che volevano deportare nei campi di concentramento, di come non lo fecero per il buon cuore delle suore che l’avevano protetta,……e per te Natale era il 25, si, Aprile, quando vennero a dirti che era libera…Ogni anno in quel giorno mettevi il vestito buono, sempre uno tra quei due, da che io ho memoria, quello marrone o quello blu.
Vorrei, ora che sono grande, potermi sedere ancora con te sul vecchio divano della cucina che riempivi di fumo accendendo la stufa, e farmi raccontare adesso quelle storie che non voglio dimenticare, con quella voce dolcissima che non hai mai alzato, con le carezze delle tue mani nodose che ancora rimpiango, guardano i tuoi bellissimi occhi celesti e risentendo il tuo profumo di viole e menta.
 
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