Il Brasile, storia recente ed opportunità

io ho liquidato l'etf su cina e india.....aspetto tempi migliori ...e rientrerò anche sul brasile. su altri mercati penso sia azzardato
 
io ho liquidato l'etf su cina e india.....aspetto tempi migliori ...e rientrerò anche sul brasile. su altri mercati penso sia azzardato

Vedendo molto male le asfittiche economie occidentali , se uno ha un orizzonte temporale lungo , può anche decidere di mettere una piccola parte del suo portafoglio su questo etf della Colombia.
 
Nuovo nuovo(ha dieci gg di vita)questo Etf della Emerging Global www.egshares.com con codice BRXX.
Investe sulle infrastrutture del Brasile,considerando le potenzialità di questo paese e tenendo conto che qui si terrano la coppa del mondo nel 2014 e le olimpiadi nel 2016.
 
Editoriale di G.Vizzini :bow::bow: tratto dal sito Il Faro Finanziario

PRIMAVERA LATINA
scenari possibili e conseguenze pratiche per gli investitori

Simon Bolivar al WTO
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Liberata dalla dominazione spagnola e portoghese dall'instancabile fervore indipendentista di uomini come José de San Martin e Simon Bolívar, l'Amerca latina si ritrovò ben presto sottoposta ad un altro genere di dominazione, politica ed economica, da parte di una grande potenza allora emergente: gli Stati Uniti.

Correva l'anno 1823, quando il presidente statunitense James Monroe, nel suo messaggio annuale sullo stato dell'Unione, proclamava:


«Noi dobbiamo, quindi, in nome dei rapporti sinceri ed amichevoli esistenti fra gli Stati Uniti e le suddette potenze [europee], dichiarare che considereremo un pericolo per la nostra pace e per la nostra sicurezza,
ogni loro tentativo di estendere ad una qualsiasi regione del nostro emisfero, il loro sistema politico»


Tale dichiarazione, venne accolta con ingenuo entusiasmo dai paesi latinoamericani recentemente emancipati dal giogo coloniale europeo. In realtà, quella che passerà alla storia come la dottrina Monroe, altro non era se non l'affermazione del diritto rivendicato dagli Stati Uniti ad assumere una posizione di controllo su tutto il continente americano. Così almeno venne interpretata per quasi due secoli da tutte le amministrazioni USA, il continente americano era e doveva restare area di esclusiva influenza statunitense: "L'America agli americani!"


La dottrina Monroe, essenzialmente, si riduce a due principi:
1) Gli europei sono esclusi da ogni intervento di tipo politico ed economico di stampo coloniale in America
2) Gli americani, da parte loro, non sarebbero intervenuti nelle questioni europee.


Sulla base della dottrina Monroe, gli interventi americani in nelle due guerre mondiali sono stati giustificati come risposta all'aggressione di navi e cittadini americani. Praticamente, con la dottrina Monroe si giustifica tutto: sia la scelta di uno splendido isolazionismo autarchico, sia l'intervento in qualsiasi parte del mondo vengano minacciati gli interessi americani. Ed a maggior ragione in quei paesi dell'America Latina considerati da James Monroe in poi "il giardino di casa" degli Stati Uniti.

L'opposizione statunitense ai tentativi di formare regimi socialisti nell'America Latina, opposizione attuata anche anche mediante golpe che instaurarono sanguinarie dittature militari, rientra pienamente nel diritto rivendicato nel 1823. Ora, è vero che fra la rivendicazione di un diritto e la sua reale sussistenza ce ne corre, ma è anche vero che tale diritto per quasi due secoli è stato di fatto esercitato.


Oggi però le cose stanno mutando rapidamente e gli equilibri di forza, un tempo dati per scontati, vengono ora rimessi in discussione. Il punto di svolta avviene nel 2003 a Cancun, quando una inedita alleanza fra Brasile, Russia, India e Cina contribuisce a far fallire il summit del WTO (World Trade Organization), dove Stati Uniti ed Unione Europea volevano imporre un falso liberismo a senso unico, che andasse a loro esclusivo vantaggio.

Da allora molti altri paesi latinoamericani si sono avvicinati, per ragioni sia politiche che economiche, a questo nuovo polo di attrazione. In poche parole, sta nascendo un nuovo corso economico e politico del quale bisogna tener conto. Il punto di arrivo è invece la nascita dell'Unione Sudamericana: un soggetto politico che riunisca tutti i paesi latinoamericani. Come sempre, dopo una breve analisi di geopolitica economica circa la situazione attuale, ci occuperemo delle possibili scelte dell'investitore. Buona lettura.

La nascita del nuovo corso


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L'America Latina sta cercando da anni di avviare un processo di integrazione economica che la emancipi dalla tutela statunitense. Due sono i nuclei originali di aggregazione: il Mercosur, il mercato comune fra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay; ed il Can, la Comunità Andina delle Nazioni composta da Bolivia, Colombia, Equador, Perù e Venezuela.

A partire dall'aprile 2004, è entrata in vigore una unione doganale fra i paesi del Mercosur e quelli del Can, con la conseguente attivazione di un mercato comune di 350 milioni di abitanti. La possibilità di una piena integrazione economica, e in un termine non troppo lontano anche politica, fra i paesi latinoamericani, sull'esempio del processo di unificazione europea, non viene però certo vista di buon occhio da Washington.

Gli Stati Uniti, infatti, preferirebbero invece la creazione di una semplice Area di libero scambio delle Americhe (ALCA) nella quale mantenere la propria posizione dominante. Curiosa, anche in questo caso, l'analogia con la politica dei neoconservatori americani nei confronti del processo di unificazione europea. Per approfondire, vedi l'articolo Eurostallo che riferisce gli avvenimenti del maggio 2005.


Dopo il fallimento del golpe militare del 2001 contro il presidente venezuelano Hugo Chavez, la ruota della storia ha però ricominciato a girare. L'elezione del riformista Ignazio Lula Da Silva in Brasile e del nuovo presidente argentino Nestor Kirchner hanno impresso al processo di integrazione del continente sudamericano una fase di forte accelerazione. Il grande sogno di Simon Bolivar - l'unificazione dell'America Latina - riprende vita.

Nucleo forte di questo processo è il Brasile, non solo per il suo maggior peso politico ed economico nell'area, ma anche e soprattutto per l'alleanza geoeconomica stretta con Russia, India e Cina, che comunemente viene indicata con l'acronimo BRIC, dalle iniziali dei quattro paesi.

Il formidabile triangolo eurasiatico costituito da Cina, India e Russia, oggi può infatti costituire un valido punto di appoggio politico e finanziario al processo di unificazione latinoamericana. Dal punto di vista finanziario, che è poi quello che a noi più interessa, l'intervento cinese in sudamerica negli ultimi tempi è in costante aumento e favorisce in maniera determinante la crescita economica dell'area. Persino la disastrata economia argentina, ha ritrovato in breve la via del risanamento e della crescita economica, con tassi di sviluppo da tigre asiatica.

Nel 2006, Brasile e Argentina hanno saldato ogni pendenza con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), liberandosi così dai suoi pesanti condizionamenti. Nello stesso anno, Ignazio Lula Da Silva e Nestor Kirchner hanno parlato del progetto di una moneta unica per Brasile e Argentina, come nucleo forte in grado di attirare anche per le altre realtà economiche sudamericane. Sempre nel 2006, è iniziata la realizzazione di un collegamento con il Venezuela per le forniture di petrolio e con il Perù per quelle di gas naturale...


Unione Sudamericana

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Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay e Venezuela, riuniti in un vertice tenutosi in Perù a Cochabamba nel dicembre 2006, hanno avviato la creazione di una Comunità Sudamericana delle Nazioni (CASA), un progetto di integrazione economica che ha come obbiettivo finale dichiarato la costituzione di un soggetto politico: l'Unione Sudamericana delle Nazioni (UNASUR).

I dodici paesi paesi partecipanti, ai quali si affiancano come osservatori Messico, Nicaragua e Panama, intendono non solo eliminare progressivamente tutti i dazi doganali per i prodotti comuni; ma anche coordinare le loro politiche
in campo diplomatico, energetico, agricolo, scientifico, sociale e culturale.

Inoltre è prevista la creazione di un Parlamento comune,
una moneta unica ed un passaporto unico.

Tale ambizioso progetto di integrazione, palesemente ispirato a quello europeo, trova le sue radici nella Declaración de Cusco; alla quale seguì la nascita di una unione doganale fra i paesi del Mercosur e quelli della Comunità Andina, entrata in vigore nell'aprile 2004.


Le elezioni politiche sudamericane del 2006, che hanno visto la vittoria di Michelle Bachelet in Cile e soprattutto la riconfema Ignazio Lula Da Silva in Brasile, hanno avuto l'effetto di imprimere una accelerazione al processo di integrazione. Alle due istituzioni rappresentative provvisorie, il Consiglio dei Capi di Stato e il Consiglio dei Ministri degli Esteri, dovrebbe infatti presto aggiungersi una Banca Centrale Sudamericana con sede a Brasilia.

Il 23 maggio 2008, a Brasilia, i capi di stato e di governo dei 12 paesi dell'America Latina hanno firmato l'atto costitutivo dell'organizzazione che punta a presentarsi con una sola voce sullo scacchiere mondiale e a realizzare un comune Consiglio di difesa. All'Unione hanno aderito tutti gli stati del continente: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perú, Suriname, Uruguay e Venezuela.

Entusiasta il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. "Quello che sembrava impossibile, si è realizzato. Alla faccia degli scettici, il Sudamerica è piú integrato che mai. Il motto su cui si fonda la nuova entità sovra- nazionale è ambizioso: un mondo senza imperialismo nè colonialismo.

I progetti comuni per le infrastrutture, intanto, stanno sviluppando la Carretera Interoceánica, una autostrada che dal 2009 collegherà la sponda atlantica brasiliana con quella pacifica del Perù, attraversando il territorio boliviano. Per quanto invece riguarda l'energia, è in attuazione la costruzione di un gasdotto che soddisferà il fabbisogno di Argentina. Brasile, Cile, Paraguay e Uraguay sfruttando il gas naturale estratto in Perù, mentre dal Venezuela partirà un oleodotto per far arrivare il petrolio venezuelano sino in Argentina.

Se all'interno del gruppo dei dodici la buona volontà di integrazione sembra non creare problemi, in politica estera viceversa i problemi esistono. Questi sono rappresentati da una parte dagli Stati Uniti che vedono come il fumo negli occhi la nascita di un nuovo importante soggetto economico e politico in quello che un tempo veniva considerato "l'orto di casa", dall'altra la politica radicale di Chavez che rischia spesso di mettere in un grave imbarazzo i suoi partner, i quali sognano una Unione Sudamericana che prenda a modello l'Unione Europea, non certo Cuba. Tuttavia, sino a che a sostenere il progetto latinoamericano vi sarà il pragmatismo cinese (che ha anche largamente contribuito a risanare i bilanci statali di molte nazioni) pericoli in tal senso non sussistono. Per supremo paradosso della Storia è uno degli ultimi paesi dichiaratamente comunisti al mondo a preservare la America Latina dalla diffusione del socialismo reale!

La strategia cinese

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La politica cinese in Sudamerica è, come sempre, una strategia a lungo termine di largo respiro. Sfruttando il risentimento che, a torto o a ragione, i discendenti di Simon Bolivar covano verso i gringos, i cinesi si sono inseriti nel gioco destinando frazioni del loro immenso surplus finanziario ad investimenti in America Latina.

Investimenti che, oltre all'importanza strettamente economica che hanno per i paesi riceventi, finiscono per dare alla Cina anche un ruolo politico, a scapito della secolare supremazia nordamericana. Gli Stati Uniti, da parte loro, contro la Cina abbaiano ma non mordono, poiché in realtà possono ben poco.

Escludendo l'opzione militare - la Cina è una potenza nucleare ed un boccone talmente grande da risultare indigeribile persino per una iperpotenza planetaria - resterebbe la guerra economica. Ma la Cina è uno dei massimi creditori del debito pubblico americano mentre le imprese americane sono i maggiori investitori esteri nel gigante asiatico. Danneggiarla dal punto di vista economico, sarebbe quindi puro autolesionismo.

Così la penetrazione cinese in Sudamerica continua, con metodo e costanza, come solo gli orientali sanno fare.


Il caso argentino


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L'Agentina del presidente Duhalde - messa in ginocchio dai monetaristi della scuola di Chicago che imposero il cambio fisso fra il peso argentino e il dollaro americano - è tristemente famosa fra i risparmiatori di mezzo mondo, ed italiani in particolare, per l'insolvenza (Default) dei suoi prestiti obbligazionari.

Con il nuovo presidente Nestor Kirchner, abbandonati gli esperimenti accademici dei monetaristi americani, la ripresa economica è stata praticamente immediata: nel 2004 il prodotto interno lordo (PIL) è salito del 8,3%, nel 2005 del 9,2%, nel 2006 dell'8,5%. Il debito pubblico che nel 2004 era il 118% del PIL, nel 2006 è sceso al 62,2%. Mentre i conti con l'estero e la bilancia dei pagamenti registrano da tre anni risultati invidiabili.

Fra i fattori che hanno contribuito alla ripresa, gli accordi commerciali siglati con il presidente cinese Hu Jintao: investimenti cinesi diretti per 20 miliardi di dollari destinati ai trasporti, alle infrastrutture, all'edilizia, all'energia e alla telefonia. Per fare due esempi, si parla di costruire 350.000 case in cinque anni e di realizzare trasporti ferroviari ad alta velocità da Buenos Aires a Cordoba.

La Cina, inoltre, ha anche permesso all'Argentina il ritorno nel 2004 all'accesso al credito internazionale - accesso che dopo l'insolvenza dei suoi prestiti obbligazionari gli era negato - garantendo per lei e, come ciliegina sulla torta, le ha aperto le porte del turismo di milioni di cinesi.

L'Argentina è il caso più eclatante, in quanto reduce dal disastro finanziario a tutti noto, ma accordi analoghi sono stati stipulati con Brasile, Cile, Venezuela, etc., con uno stanziamento iniziale di 100 miliardi di dollari. Così, mentre in Eurasia si rafforza il formidabile triangolo economico formato con Russia e India, la Cina si espande in una America Latina che cerca un padrino per difendere la propria indipendenza. Nel 1823, trovò più che un padrino, un padrone. Quel che accadrà nel futuro, non si sa...

Titoli quotati adr:

ETF iShares MSCI Brazil Index (EWZ)

Comunicazioni: Brasil Telecom S.A. (BTM) , Tele Norte Leste Participacoes , Telecomunicacoes de Sao Paulo S , TIM Participacoes S.A. Common S , Vivo Participacoes S.A. New Com

Energia: Petroleo Brasileiro S.A.- Petro , Braskem SA ADR , Ultrapar Participacoes S.A. Com , Cosan Limited Class A Common St , Comp En De Mn Cemig ADS America , Companhia Paranaense de Energia , Companhia de saneamento Basico

Industriali: Companhia Vale Do Rio Doce , Companhia Siderurgica Nacional , Gerdau S.A , Gafisa SA Gafisa S.A. American , Embraer-Empresa Brasileira

Risorse: Companhia de Bebidas das Americ , Companhia Brasileira de Distrib
, BRF- Brasil Foods S.A , Bank of America Corporation Mar

Servizi: Banco Bradesco Sa American Depo , Itau Unibanco Banco Holding SA , Gol Linhas Aereas Inteligentes , TAM S.A. TAM S.A. American Depo , NET Servicos de Comunicacao S.A

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saluti
 
Firmati accordi di cooperazione tra Venezuela e Brasile

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30/04/2010

I rapporti tra Brasile e Venezuela, in particolare tra i due presidenti Luis Iniacio Lula da Silva e Hugo Chavez, sono destinati a diventare sempre più saldi e forti.

Il presidente brasiliano ha infatti espresso la volontà di riequilibrare la bilancia commerciale con Caracas, capitale venezuelana, anche attraverso i legami di cooperazione con un partner così affidabile come Chavez.

Oggi infatti sono stati firmati i contratti tra i due leader che ricoprono diversi settori, dimostrando l’interesse a continuare e la fiducia reciproca.

I settori ricoprono l‘ambito tecnologico, specificatamente riguardante l’agricoltura, le dinamiche sull’energetico e quello riguardante gli aspetti finanziari.

Per partire con questi accordi si ha inoltre la necessità, spiega Lula, di riattivare le raffinerie di Abreu e Lima attraverso accordi congiunti tra le agenzie del settore, la venezuelana Pdvsa e la brasiliana Petrobras, sottolineando che il Brasile sarà compratore in futuro di greggio venezuelano.

I due leader sono anche d’accordo sul candidato a cui dare il sostegno per nominare un segretario generale per la Unasur, l’Unione delle Nazioni Sudamericane, che probabilmente ricadrà sull’ex presidente argentino Nestor Kirchner, attualmente l’unico candidato a tale carica.

Ma gli accordi tra i due Paesi non finiscono di certo qui. Il sodalizio ha portato anche alla vendita di 10mila tonnellate di olio raffinato di soia brasiliano e di mais venezuelano. Oltre a questo anche la costruzione di edifici presidenziali da parte dell’agenzia brasiliana Odebrecht a Caracas e un utile programma di aiuto per le donne migranti nella zona di frontiera.

Lula è sempre più entusiasta del partner, definito ideale, con il quale sta firmando accordi su accordi e Chavez da suo canto ringrazia l’omologo per la sua insistente campagna di amicizia bilaterale che ha portato a questa felice conclusione.

Insomma, in un panorama di dissensi presidenziali, di cadute di Governi e di guerre tra Paesi, i rapporti così autenticati tra due leader fanno di certo respirare la gente da disgrazie sempre presenti.
 
Editoriale di G.Vizzini :bow::bow: tratto dal sito Il Faro Finanziario

PRIMAVERA LATINA
scenari possibili e conseguenze pratiche per gli investitori

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saluti

Buongiorno Luciano, mi risulta che ci siano tutti. Un "sano" stock picking per aree geografiche e' una buon tema da tenere aggiornato.
Ho appena dato un'occhiata al Faro Finanziario e mi pare che l'aggiornamento del sito sia fermo 02/03/09

Grande è la confusione sotto il cielo...
di Giuseppe Vizzini (02/03/09)

Eravamo in prossimita' del bottom 2009 , piu' o meno :rolleyes:

Un anno ed un mese fa, c'erano prezzi appetibili

http://www.wackytrades.com/index.php?option=com_kunena&Itemid=48&func=view&catid=3&id=1647&lang=en

mentre adesso starei prudente, nel breve periodo.
Ciao
 
mentre adesso starei prudente, nel breve periodo.

Il 3d cerca spunti di riflessione ed offre una panoramica completa( nessuna specifica indicazione) delle adr quotate a wallstreet, cercando temi di approfondimento magari settoriali (vedi accordi....II° post) su cui iniziare a riflettere in un contesto un pò + ampio che un singolo titolo

Il Brasile rimane cmq un paese le cui potenzialità ad oggi non del tutto espresse troveranno concretezza in un prossimo futuro, di questo ne sono convintissimo

saluti
 
Il Brasile è un grandissimo paese e lo dico perche di recente ci sono stato tre volte e si puo toccare con mano il tumultuoso sviluppo economico.
Non ho capito pero che fine hanno fatto Perdigao e Sadia , non riesco piu a trovarle.
 
Parlando di indice il Bovespa sta su un punto critico, i minimi di febbraio, un eventuale rottura potrebbe avere importanti implicazioni nel trend. Gran parte dell'indice è pesato con Petrobras e Vale, due colossi di livello internazionale che dipendono dal prezzo delle materie prime. Mi associo a RW intimando prudenza nel breve termine, nel lungo le prospettive sono molto interessanti. Fra le mie preferite ABV :)
 
$@!V€ A TUTTI. Some ETF on Latin America and Brazil. Part I.

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$@!V€ A TUTTI. BOVESPA company list.

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$@!V€ A TUTTI. Some ETF on Latin America and Brazil. Part II.

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Brasile: Pil I trimestre +9,84%, crescono timori di inflazione

Finanzaonline.com - 20.5.10/11:20

Non si arresta la crescita economica del Brasile. Il Pil carioca del primo trimestre è balzato del 9,84% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Di contro sono sempre più pressanti i timori di una fiammata dell´inflazione. Dall´inizio dell´anno i prezzi hanno infatti registrato un incremento del 7,5%.
 
Interessante..c'e' qualcuno che investe su titoli brasiliani?
 
OK!
Credo ci siano alcune ADR du Brazil listed on NYSE ... ma poi con i trackers ci si può comprare un pezzo di S.America senza badare alle singole company ... quindi così come si investe in US così si può investire in Brazil e/o in Thai
OK!

Interessante..c'e' qualcuno che investe su titoli brasiliani?
 
Parlando di indice il Bovespa sta su un punto critico, i minimi di febbraio, un eventuale rottura potrebbe avere importanti implicazioni nel trend. Gran parte dell'indice è pesato con Petrobras e Vale, due colossi di livello internazionale che dipendono dal prezzo delle materie prime.

Il Bovespa a rotto al ribasso come temuto, brutto segnale per quanto riguarda l'indice...
 
... . ... quindi ... . ... long ?BZQ? ?

Non so se tengono la performance, considerato che gli ETF Pro-Shares sono andati anche in tribunale non mi fido... poi ognuno sa quali sono i profili di rischio che può sopportare... Se resto FLAT per un po' nessuno mi fa la multa :D
 
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