io mi sono limitato a riportare quello che dice Taleb in quel libro...nulla di più nulla di meno...
a me pare che nella strategia di Taleb ci siano due punti deboli:
a) è arbitrario stabilire cosa è altamente improbabile (cigno nero)
In "Giocati dal caso" Taleb cade, infatti, su questo punto.
L'esempio che pone è quello delle infinite scimmie che pestano i tasti di infinite macchine per scrivere: abbiamo la certezza che, a caso, almeno una scriverà l'Iliade. E se, pone Taleb, le scimmie fossero solo cinque e una ottenesse tale notevole risultato? L'autore a questo punto risponde ironicamente: "penserei con sommo stupore di trovarmi di fronte a Omero reincarnato...".
Perché, Taleb? Se lo scetticismo è l'unica chiave di lettura possibile, dovremmo coerentemente ritenere che la scimmia portentosa sia un cigno nero, e non considerare la circostanza di non aver mai visto prima un primate comporre tutta l'Iliade.
Ma la realtà è un'altra: nella realtà tutti (Taleb compreso) valorizzeremmo al massimo il nostro dato esperenziale e le nostre conoscenze, frutto di osservazioni condivise su migliaia di scimmie nel corso dei secoli, e cercheremmo l'illusionista che ha prodotto il trucco.
In altri termini, l'estremizzazione dell'accettazione dell'improbabilità deve portare a ritenere che tutto sia possibile, e ciò non è possibile; altrimenti, arriveremo sempre a un punto in cui decideremo, contraddicendo il postulato inziale, che una cosa non lo è, stabilendo, appunto, arbitrariamente, cosa è altamente improbabile.
P.S. Complimenti per il thread e per i "pezzi", davvero lucidi e interessanti.
P.P.S. Nonostante tutto, sono un gran lettore di Taleb, del quale apprezzo soprattutto l'impronta amara della scrittura.