Il mio Taleb

io mi sono limitato a riportare quello che dice Taleb in quel libro...nulla di più nulla di meno...

a me pare che nella strategia di Taleb ci siano due punti deboli:
a) è arbitrario stabilire cosa è altamente improbabile (cigno nero)

In "Giocati dal caso" Taleb cade, infatti, su questo punto.
L'esempio che pone è quello delle infinite scimmie che pestano i tasti di infinite macchine per scrivere: abbiamo la certezza che, a caso, almeno una scriverà l'Iliade. E se, pone Taleb, le scimmie fossero solo cinque e una ottenesse tale notevole risultato? L'autore a questo punto risponde ironicamente: "penserei con sommo stupore di trovarmi di fronte a Omero reincarnato...".
Perché, Taleb? Se lo scetticismo è l'unica chiave di lettura possibile, dovremmo coerentemente ritenere che la scimmia portentosa sia un cigno nero, e non considerare la circostanza di non aver mai visto prima un primate comporre tutta l'Iliade.
Ma la realtà è un'altra: nella realtà tutti (Taleb compreso) valorizzeremmo al massimo il nostro dato esperenziale e le nostre conoscenze, frutto di osservazioni condivise su migliaia di scimmie nel corso dei secoli, e cercheremmo l'illusionista che ha prodotto il trucco.
In altri termini, l'estremizzazione dell'accettazione dell'improbabilità deve portare a ritenere che tutto sia possibile, e ciò non è possibile; altrimenti, arriveremo sempre a un punto in cui decideremo, contraddicendo il postulato inziale, che una cosa non lo è, stabilendo, appunto, arbitrariamente, cosa è altamente improbabile.

P.S. Complimenti per il thread e per i "pezzi", davvero lucidi e interessanti.

P.P.S. Nonostante tutto, sono un gran lettore di Taleb, del quale apprezzo soprattutto l'impronta amara della scrittura.
 
Thanx

devo dire che anche a me Taleb piace quando si prende gioco dei soloni della finanza. tuttavia rimane sempre abbastanza in superficie. i suoi sembrano più che libri, collage di impressioni personali, esternazioni varie ecc.

i suoi richiami ad avere la mente aperta, a imparare da tutto ecc. ecc. sono del tutto condivisibili. ma quando diventa "operativo", secondo me, perde parecchio
 
non ho mai difeso con convinzione le idee del taleb sui mercati

anche se ne ammiro il coraggio la personalità e ultimamente anche

i strepitosi gain

ma definire collage di impressioni personali i suoi libri non credo sia esaustivo


dymanic hedging.

provate anche solo a sfogliare questo suo libro.

almeno è uno dei pochi che ha avuto il coraggio di scrivere formule e operatività,

in maniera tutt'altro che superficiale

http://www.amazon.com/gp/reader/0471152803/ref=sib_dp_pt#reader-link
 
Concordo un conto è leggere "Giocati dal caso" che è più una raccolta di pensieri del Taleb "Filosofo" e un conto il Taleb Matematico e Trader.
Nel link c'è un esempio di un tema a lui caro (inaffidabilità del Risk Management) supportato in maniera più scientifica.
Buona lettura. :)

http://www.fooledbyrandomness.com/talebpilpelitalian.pdf
 
Ultima modifica:
Come avevo promesso, posto qui alcune considerazioni sul noto libro di Taleb "Il cigno nero". Come si vederà è più epistemologia che econometria..ma penso tutto sommato possa essere utile discutere anche di questi temi.

ciao csepel,
per prima cosa, mi complimento vivamente per quanto scrivi e soprattutto per i chiarissimi esempi che porti: la tua lettura mi invoglia ad approfondire i temi riguardanti la filosofia della scienza.


Più semplicemente e pragmaticamente però, oso proporre un po’ di scolastica assiomatizzazione prima di scendere “l’un contro l’altro armati”: si potrebbe forse scoprire che non esiste la materia del contendere e vivremmo più in pace.
Voglio dire, ed inizio citandoti,


..Il punto decisivo qui è che cosa significa nel campo delle scienze sociali “prevedere”. Movimenti nazionalisti, razzisti e autoritari come conseguenza della crisi politica e poi economica susseguente alla prima guerra mondiale e al ’29 furono comuni in tutta Europa. Hitler venne dieci anni dopo Mussolini e il nazismo non fu un fenomeno isolato né un fulmine a ciel sereno, non fosse altro perché dieci prima di prendere il potere, Hitler tentò il famoso putsch di Monaco non ottenendone nulla se non la prigione. Moltissimi intellettuali e politici misero in guardia sull’ascesa di questi movimenti. Se però prevedere significa che nel 1930 qualcuno avrebbe dovuto scrivere un articolo dal titolo “tra 3 anni Hitler prenderà il potere” allora siamo nel campo dell’astrologia..”

In questo insieme di proposizioni bisognerebbe intanto definire “l’evento” e poi procedere.
Se poniamo che l’evento in esame fosse stato ,nel 1930, “futuro anno-mese-giorno-ora della presa autoritaria del potere in Germania” tutti avrebbero adottato una “wiew talebiana” dichiarando la non prevedibilità, intesa nel senso di calcolabilità della probabilità di tale evento: non ci sarebbe stata disputa.
Se poniamo invece che l’evento in esame fosse stato, in tal periodo, “presa autoritaria del potere in Germania” anche i talebiani (ante litteram) si sarebbero “piegati” ad ammettere che, pur se non esprimibile con un numero compreso fra quasi zero e quasi 1, la probababilità di un tale evento era da considerare piuttosto elevata: ancora non ci sarebbe stata disputa.

In altre termini: spesso "conflitti" accesi sarebbero evitati, o subito risolti, con lo sgombero dei possibili missunderstanding.
Questa idea mutata ( forse stiracchiatamente”?) dai giovanili ricordi della assiomatizzazione propedeutica ai calcoli delle probabilità, gradirebbe un tuo pur fugace commento.:)

giugin:bye:
 
Concordo un conto è leggere "Giocati dal caso" che è più una raccolta di pensieri del Taleb "Filosofo" e un conto il Taleb Matematico e Trader.
Nel link c'è un esempio di un tema a lui caro (inaffidabilità del Risk Management) supportato in maniera più scientifica.
Buona lettura. :)

http://www.fooledbyrandomness.com/talebpilpelitalian.pdf

finora ho letto solo il cigno nero e da quello ho preso spunto...mano a mano che leggo altro di Taleb, scriverò sul resto. grazie per i link
 
ciao csepel,
per prima cosa, mi complimento vivamente per quanto scrivi e soprattutto per i chiarissimi esempi che porti: la tua lettura mi invoglia ad approfondire i temi riguardanti la filosofia della scienza.


Più semplicemente e pragmaticamente però, oso proporre un po’ di scolastica assiomatizzazione prima di scendere “l’un contro l’altro armati”: si potrebbe forse scoprire che non esiste la materia del contendere e vivremmo più in pace.
Voglio dire, ed inizio citandoti,


..Il punto decisivo qui è che cosa significa nel campo delle scienze sociali “prevedere”. Movimenti nazionalisti, razzisti e autoritari come conseguenza della crisi politica e poi economica susseguente alla prima guerra mondiale e al ’29 furono comuni in tutta Europa. Hitler venne dieci anni dopo Mussolini e il nazismo non fu un fenomeno isolato né un fulmine a ciel sereno, non fosse altro perché dieci prima di prendere il potere, Hitler tentò il famoso putsch di Monaco non ottenendone nulla se non la prigione. Moltissimi intellettuali e politici misero in guardia sull’ascesa di questi movimenti. Se però prevedere significa che nel 1930 qualcuno avrebbe dovuto scrivere un articolo dal titolo “tra 3 anni Hitler prenderà il potere” allora siamo nel campo dell’astrologia..”

In questo insieme di proposizioni bisognerebbe intanto definire “l’evento” e poi procedere.
Se poniamo che l’evento in esame fosse stato ,nel 1930, “futuro anno-mese-giorno-ora della presa autoritaria del potere in Germania” tutti avrebbero adottato una “wiew talebiana” dichiarando la non prevedibilità, intesa nel senso di calcolabilità della probabilità di tale evento: non ci sarebbe stata disputa.
Se poniamo invece che l’evento in esame fosse stato, in tal periodo, “presa autoritaria del potere in Germania” anche i talebiani (ante litteram) si sarebbero “piegati” ad ammettere che, pur se non esprimibile con un numero compreso fra quasi zero e quasi 1, la probababilità di un tale evento era da considerare piuttosto elevata: ancora non ci sarebbe stata disputa.

In altre termini: spesso "conflitti" accesi sarebbero evitati, o subito risolti, con lo sgombero dei possibili missunderstanding.
Questa idea mutata ( forse stiracchiatamente”?) dai giovanili ricordi della assiomatizzazione propedeutica ai calcoli delle probabilità, gradirebbe un tuo pur fugace commento.:)

giugin:bye:

se capisco bene il tema è la possibilità di identificare con precisione l'evento che sottoponiamo a verifica/falsificazione nel nostro calcolo.

mi pare che questo tema per una visione talebiana sia distruttivo. il punto è infatti: come possiamo sapere se qualcosa è improbabile se non sappiamo nemmeno di cosa si parla?
posso dire che è improbabile che domani la borsa persa il 50% in due ore. in fondo non è mai successo. dunque è davvero un cigno nero.

ma posso dire che è improbabile che ci colpisca un meteorite proveniente dalla sesta dimensione? bo, non so nemmeno se esiste la sesta dimensione (chiederemo ai teorici della string theory). ecco che se nemmeno sono in grado di definire l'evento, le probabilità sono impossibile anche solo da pensare.

detto questo, penso che nelle scienze sociali il singolo evento, puntuale, sia frutto di talmente tanti processi da poter essere, legittimamente pensabile a ogni effetto come casuale. ma le tendenze sono certe (un po' come nella statistica dei gas molecole e nuvola complessiva).

si potrebbe chiedere che ne è delle cose "intermedie" tra singolo evento e tendenze storiche? forse ci potrebbe venire in contro la logica fuzzy. ad ogni modo mi pare chiaro che ritmi e singoli eventi nelle scienze sociali non sono prevedibili a lungo termine, e nemmeno a medio.
 
dopo un po' di assenza...procedo.
Ho letto il libro "Dynamic hedging" che è molto tecnico ma nel complesso comprensibile. Meglio dei libri di “filosofia” perché emerge il pratico e non lo scetticismo fine a se stesso.

Taleb si pone il compito di mettere in guardi chi fa risk management dal semplicismo degli strumenti che adopera. Intende così ridurre il risk management da scienza ad artigianato “until further notice”. A suo merito va il sottolineare il rischio liquidità già da allora (lo definisce “the most serious risk”) e che non viene analizzato dai modelli VaR. spiega i buchi della liquidità determinati anche da talune pratiche di trading come le stop-loss, le barrier optino che creano effetti soglia e così via c’è molto buon senso.

Cita un suo amico che avrebbe detto “inefficiencies in the market will last longer than raders can remain solvent” invece è Keynes, ma poco male. Critica la teoria classica delle opzioni per il suo semplicismo (pochi parametri), ma ricorda anche che molte alternative sono state scartate perché troppo complicate da gestire. Osserva che sono importanti anche i momenti successivi al secondo (arriva fino al settimo) che spesso i trader non includono nelle proprie coperture. Da qui deriva la copertura dinamica che è rozza ma pronta a reagire di contro a quella statica che dovrebbe tener conto di troppe componenti.

Criticando il VaR (che ritiene utile solo come strumento a breve periodo per il trader e che invece oggi è incorporato nella normativa prudenziale delle banche) osserva che tra le altre controindicazioni ha lo snowball effect (se tutti lo usano liquideranno le posizioni nelle stesse circostanze) che è verissimo ma si applica anche al cigno nero.

Nel complesso, un libro che consiglio (se preso come ho fatto io all'università...perchè comprarlo costa parecchio...)
 
Interessante l'effetto snow ball.

Ma mi chiedo quale tecnica, se accettata e comunemente praticata, non
sortirebbe l'effetto palla di neve?

La salvezza potrebbe venire dalla diversificazione genetica.

Però mettetevi nei panni di chi "sgama per primo" che i sub prime non sono
un buon affare o che i bulbi del tulipano cremisi non possono valere quanto una casa....

Lui si ritrae dal mercato mentre gli altri fanno affari d'oro.
Se è un ceo viene licenziato. Poi un giorno il mercato si sveglia e la casa
brucia.

Il vecchio ceo è andato a fare l'agricoltore nella sua tenuta, il nuovo
viene liquidato profumatamente.

Siamo di fronte a processi inevitabili?
 
ringrazio paponzi per le recensioni, interessanti e direi largamente condivisibili.

le domande proposte da MP3 sono molto profonde. e direi che sono l'essenza del problema. l'errore insito in un modello tipo VaR non è tanto, come pensa Taleb, che chi lo usa è un ******* e pensa di affidarcisi ciecamente. il problema è che le ipotesi di qualunque modello VaR o non VaR valgono solo per il singolo intermediario e non per il sistema as a whole.

per questo io ritengo un errore concettuale e pratico colossale aver adottato le tecniche VaR-like nella vigilanza prudenziale.
come giustamente sostiene Taleb il VaR è un ottimo metodo per i trader, ma non per i risk manager e figurarsi per chi si occupa di vigilanza sistemica...

l'altra questione posta da MP3 è l'herd behaviour, già affrontata da Keynes e altri. sto cercando di ragionarci in modo più organico. per ora posso solo dire che il ragionamento esposto è giustissimo. a tutti conviene fallire in branco...
 
In questo insieme di proposizioni bisognerebbe intanto definire “l’evento” e poi procedere.
Se poniamo che l’evento in esame fosse stato ,nel 1930, “futuro anno-mese-giorno-ora della presa autoritaria del potere in Germania” tutti avrebbero adottato una “wiew talebiana” dichiarando la non prevedibilità, intesa nel senso di calcolabilità della probabilità di tale evento: non ci sarebbe stata disputa.
Se poniamo invece che l’evento in esame fosse stato, in tal periodo, “presa autoritaria del potere in Germania” anche i talebiani (ante litteram) si sarebbero “piegati” ad ammettere che, pur se non esprimibile con un numero compreso fra quasi zero e quasi 1, la probababilità di un tale evento era da considerare piuttosto elevata: ancora non ci sarebbe stata disputa.

In altre termini: spesso "conflitti" accesi sarebbero evitati, o subito risolti, con lo sgombero dei possibili missunderstanding.
Questa idea mutata ( forse stiracchiatamente”?) dai giovanili ricordi della assiomatizzazione propedeutica ai calcoli delle probabilità, gradirebbe un tuo pur fugace commento.:)

giugin:bye:[/QUOTE]


Evento: depletion dei giacimenti, incapacità del not yet found di far fronte al calo di produzione, scarsa visibilità delle tecnologie sostitutive,fine dell'economia basat sui combustibili fossili.
Esito: molto probabile ( quando, Come, Chi soffrirà, chi morirà, chi prospererà ?.... Non si sa)

Traduzione in numeri.... vedi allegato. ( da notare che l'inchiostro non è ancora asciutto ed è già tutta sballat.... figurati nel 2030)

http://www.worldenergyoutlook.org/key_graphs_08/WEO_2008_Key_Graphs.pdf
 
non entrerei sul tema riserve fossili perchè non concordo con la teoria chimico-fisica alla base della nascita degli idrocarburi ma non ne so abbastanza per dirne nulla.

tornerei invece sul tema "previsioni nelle scienze sociali". Taleb lo esclude e fa male. la società ha delle leggi di movimento, solo che non possiamo pretendere che si applichino ciecamente come si trattasse di pianeti.
 
la prospettiva cieca ovvero "inferire dagli ex voto"

Mi reco spesso per lavoro a Livorno, città di mare con un grande futuro alle spalle. Mi fermo a mangiare ( bene) sul colle di Montenero ai piedi dell'omonima abbazia che contiene fra le altre cose una splendida serie di sale zeppe di ex-voto ( con zeppe intendo che in apparenza la mole di dati è piu' che sufficiente).
E' possibile inferire la storia della città dai suoi ex voto? e cosa raccontano una storia di vita o una storia di morte?

Poche malattie ( a Livorno si ammalano poco o l'abbazia è cieca ai malanni perchè è specializzata in incidenti?)
Molti naufragi ( ci sta tutto)
Salti "quantici" nel senso che dopo 4 pareti di miracolose sopravvivenze a marosi e tempeste diluiti in periodi molto lunghi accadono improvvise moltiplicazioni dei miracoli ( un grosso fortunale, una grossa nave con molti sopravvissuti? ) e si riempiono due pareti in un mese.

Poi il declino del mare e dei naufragi ( affondavano meno o navigavano meno?)


Infine l'ultima grande esplosione di miracoli: a decine, a centinaia, (1915/1918) .Medagliette che deviano pallottole, assalti suicidi da cui si è usciti vivi e quant'altro. Tre sale come minimo.


Poi l'onda della fede nella scienza ha spento tutto...... negli ultimi 50 anni a Livorno non è successo piu' niente.


Azzardo questa tesi: non è possibile inferire dagli ex voto dell'aAbbazia di Montenero il futuro della città di Livorno.
E' possibile con molta molta prudenza ( e facendosi anche un giro al cimitero) trarre qualche riflessione sul passato.
 
tutto vero. per questo l'ipotesi di aspettative razionali non ha senso...
 
Forse conviene ragionare in termini Ricardiani di vantaggio competitivo.

Ma vale per i vivi, non per i morti.
 
Mi reco spesso per lavoro a Livorno, città di mare con un grande futuro alle spalle. Mi fermo a mangiare ( bene) sul colle di Montenero ai piedi dell'omonima abbazia che contiene fra le altre cose una splendida serie di sale zeppe di ex-voto ( con zeppe intendo che in apparenza la mole di dati è piu' che sufficiente).
E' possibile inferire la storia della città dai suoi ex voto? e cosa raccontano una storia di vita o una storia di morte?

Poche malattie ( a Livorno si ammalano poco o l'abbazia è cieca ai malanni perchè è specializzata in incidenti?)
Molti naufragi ( ci sta tutto)
Salti "quantici" nel senso che dopo 4 pareti di miracolose sopravvivenze a marosi e tempeste diluiti in periodi molto lunghi accadono improvvise moltiplicazioni dei miracoli ( un grosso fortunale, una grossa nave con molti sopravvissuti? ) e si riempiono due pareti in un mese.

Poi il declino del mare e dei naufragi ( affondavano meno o navigavano meno?)


Infine l'ultima grande esplosione di miracoli: a decine, a centinaia, (1915/1918) .Medagliette che deviano pallottole, assalti suicidi da cui si è usciti vivi e quant'altro. Tre sale come minimo.


Poi l'onda della fede nella scienza ha spento tutto...... negli ultimi 50 anni a Livorno non è successo piu' niente.


Azzardo questa tesi: non è possibile inferire dagli ex voto dell'aAbbazia di Montenero il futuro della città di Livorno.
E' possibile con molta molta prudenza ( e facendosi anche un giro al cimitero) trarre qualche riflessione sul passato.

Confermo tutto, sono livornese e mi fa piacere che la mia citta' sia citata da chi livornese non e'. Sara' che sono lontano dalla mia citta' da un po'.

Bello il Santuario, bello il panorama, buona la cucina. Se capitate in zona fateci un salto, merita :yes:
 
Statisticamente quanto vale un ex voto?


Per saperlo bisognerebbe aver conto di tutti quelli che il voto non lo hanno
avuto esaudito e quindi non hanno lasciato traccia di sè

Quanto vale una lapide?
Bisognerebbe sapere quelli senza lapide quanti sono....
 
Statisticamente quanto vale un ex voto?


Per saperlo bisognerebbe aver conto di tutti quelli che il voto non lo hanno
avuto esaudito e quindi non hanno lasciato traccia di sè

Quanto vale una lapide?
Bisognerebbe sapere quelli senza lapide quanti sono....

Lei mi chiede piu' dati, e poi ancora di piu' e quando mi dirà basta ?

Io le parlo di decidere con i dati che si hanno, e decidere per il futuro non per dare un senso al passato.
Torniamo ai suoi ebrei tedeschi: il punto di vista in queste cose è tutto.

Non siamo piu' storici del 2000 ma eccomi qui 50 anni due figli all'università un avviato commercio di birra in una città tedesca.
Ho vissuto gli orrori di Weimar e pue essendo ebreo anch'io invoco un unomo forte.
Erano prevedibili i forni? Erano probabili?
Mentre l'aria cominciava a cambiare dovevo decidere; vendere tutto, corrompere qualcuno all'ambasciata, impegnare tutto cio che avevo, la mia intera vita e ricominciare in America magari.
Ma è meglio aspettare, ancora un giorno ancora un'ora... non ho abbastanza dati..... e sono passato per il camino.


Cambiamo continente.

Crisi di Cuba, la guerra nucleare è probabile, ci siamo andati a tanto così ed invece è diventata un non fatto, uan prova silenziosa direbbe taleb.

Ho 50 anni, due figli all'università ed una ferrementa a Cincinnati....e ho un rifugio antiatomico in giardino.

Me la gioco, svendo tutto, chiudo la famiglia nel rifugio....... e quando ne esco
ho fatto la figura del ***** e ci ho rimesso un sacco di soldi.


La trappola dell'autocampionamento è inesorabile: facciamo parte del campione, siamo la moneta non il lanciatore.
Hitler ha inventato i forni, Kennedy non ha tirato i missili..... perchè?
Non lo so.
 
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