Il "nuovo" nell'Arte

Per fare arte contemporanea bisogna rappresentare il momento in cui si vive, con gli strumenti del tempo in cui si vive ( penso ai pc, strumento principale fondamentale e imprescindibile della nostra epoca). Poi capisco che e' piu' rassicurante sia per l'artista che per il collezionista, confrontarsi con qualcosa di gia' consolidato e sperimentato.
 
Vorrei precisare meglio, visto che ci lavoro sopra:

la nuova tecnologia oggi a disposizione non ci permette solo di osare nuove sperimentazioni, ma ci permette di vedere le cose con degli "occhi nuovi" che,
non soltanto costringono a dare una "lettura" diversa all'arte già realizzata ma ci consentono di farci fare delle cose nuove "inconsapevolmente" (attenzione a questo termine) in quanto contestuali a cambiamenti "già in atto" e in fase di metabolizzazione storica!

P.S.) Perdonatemi ...ma quanto mi è difficile rendere a parole un concetto chiaro nella mia testa :wall:
 
Non bisogna però dimenticare la meraviglia come moto dell'anima.
L'uomo di fronte a nuove scoperte ammira, si stupisce, assorbe con la sua sensibilità e sperimenta per capire, per dominare e a volte per esorcizzare le proprie paure.
La necessità nasce spesso da un disegno interiore e i disegni interiori di oggi sono più complessi di quelli dell'era arcaica o dell'era pre-industriale.
La nuova tecnologia sta di fronte ad un uomo o un uomo sta di fronte ad una nuova tecnologia?
L'uomo è uomo perché crea da se dei bisogni interiori, non solo perché subisce, posto "di fronte a nuove necessità".
Io uomo ammiro la luna e cerco di conquistarla, non è la luna che mi costringe a farlo, non esiste una "nuova" necessità che mi porta verso la luna, è la mia "volontà", la mia natura di uomo che mi spinge verso di lei.
Non dimentichiamo, per favore, il pensiero fondamentale di Schopenhauer: volontà e rappresentazione.

Vorrei precisare meglio, visto che ci lavoro sopra:

la nuova tecnologia oggi a disposizione non ci permette solo di osare nuove sperimentazioni, ma ci permette di vedere le cose con degli "occhi nuovi" che,
non soltanto costringono a dare una "lettura" diversa all'arte già realizzata ma ci consentono di farci fare delle cose nuove "inconsapevolmente" (attenzione a questo termine) in quanto contestuali a cambiamenti "già in atto" e in fase di metabolizzazione storica!

P.S.) Perdonatemi ...ma quanto mi è difficile rendere a parole un concetto chiaro nella mia testa :wall:
Quanto alla meraviglia, se n'è già parlato ... altro è il moto di meraviglia dell'uomo, atto indispensabile e, se possibile, continuo, che da solo già ci spinge ad una visione artistica; altro è il desiderio di meravigliare lettori o spettatori, che è un po' come il pepe, o il peperoncino: se poco, è un raffinato complemento, se in dosi massicce vuol coprire qualcosa, che può essere la mancanza di gusto o addirittura il marciume del cibo, come in secoli non lontanissimi.

Per il resto, forse basta alludere all'onda del tempo, che non si può ignorare, pena l'annegamento intellettuale, ma va cavalcata - ognuno a suo modo, s'intende.
Chiaro che l'uomo che legge nell'800 pensa e vede diversamente dall'uomo che prega - e subisce - del Medioevo, e che i mezzi di comunicazione dell'ultimo secolo ci segnano indelebilmente. Ma come ci segnano? Occorre davvero inchinarsi adoranti ad essi o non conviene invece che l'artista ci ricordi, per quanto può, che dietro e oltre ad essi c'è l'uomo che crea valori?
Si può usare il cinema per terrorizzare gli spettatori cui sembra che il treno vada loro addosso - ovvero per stordirli di effetti speciali praticamente privi di contenuto. O piuttosto attraverso quel mezzo si può esprimere una poetica che difficilmente in altre modalità troverebbe forma.
Ma la nascita del cinema non ha eliminato la scrittura, né il computer ha eliminato la pittura: piuttosto, e più modestamente, ha eliminato i trasferelli (per chi se li ricorda) :D
 
Allora ...non ho reso! :D

Praticamente, quando io vado a dipingere (diciamo così) su tela, anche con i semplici colori ad olio (sembrano semplici da usare :D), dicevo dunque, quando vado ad operare, "inconsapevolmente", siccome ho occhi nuovi (e intelletto nuovo), realizzo una pittura "nuova", un'arte "nuova", anche se non me lo prefiggessi!
...a meno che non persegua "vanamente" di raggiungere risultati già ampiamente realizzati precedentemente (vedi i numerosi "epigoni" della pittura).

P.S.)Non so se sono andato meglio! :angry::wall::D
 
...cioè, non è che se io opero con i medium nuovi (leggasi "nuove tecnologie"), necessariamente faccio qualcosa di nuovo.
Posso fare qualcosa di nuovo con i vecchi medium (vedi olio su tela o altro) come posso fare qualcosa di scontato con i nuovi mezzi e nuovi materiali di supporto.
La novità, per essere degnamente espressa e fruibile al pubblico, si deve raggiungere "dentro", anche senza averne coscienza (lo so, sembra un controsenso, ma per me non lo è); è necessario poi farla passare, senza ostacoli di nessun tipo, nella espressione artistica scelta (pittura, scultura, video, grafica, installazione, performance, digital art, ecc.); praticamente lasciandosi andare come un bambino quando prova a creare qualcosa.
 
...cioè, non è che se io opero con i medium nuovi (leggasi "nuove tecnologie"), necessariamente faccio qualcosa di nuovo.
Posso fare qualcosa di nuovo con i vecchi medium (vedi olio su tela o altro) come posso fare qualcosa di scontato con i nuovi mezzi e nuovi materiali di supporto.
La novità, per essere degnamente espressa e fruibile al pubblico, si deve raggiungere "dentro", anche senza averne coscienza (lo so, sembra un controsenso, ma per me non lo è); è necessario poi farla passare, senza ostacoli di nessun tipo, nella espressione artistica scelta (pittura, scultura, video, grafica, installazione, performance, digital art, ecc.); praticamente lasciandosi andare come un bambino quando prova a creare qualcosa.

Il tuo è l'approccio tipo action painting può essere valido ma il più delle volte ti porterà a ricalcare il passato se non altro nel metodo, io penso che oggi per fare cose valide prima devi ragionare e pianificare e poi lavorare. Il caso è già stato sfruttato ampiamente.;)
 
Il tuo è l'approccio tipo action painting può essere valido ma il più delle volte ti porterà a ricalcare il passato se non altro nel metodo, io penso che oggi per fare cose valide prima devi ragionare e pianificare e poi lavorare. Il caso è già stato sfruttato ampiamente.;)

No, no, figurati! :no::no::no:
Figurati se penso nel 2014 all'Action Painting!:eek: Ma scherziamo...:D

P.S.) Vabbè rinuncio, vedo che non riesco a farmi capire! :wall: Va bene così! ;)
 
Allora riformulo:
...cioè, non è che se io opero con i medium nuovi (leggasi "nuove tecnologie"), necessariamente faccio qualcosa di nuovo.
Posso fare qualcosa di nuovo con i vecchi medium (vedi olio su tela o altro) come posso fare qualcosa di assolutamente scontato con i nuovi mezzi e nuovi materiali di supporto.
La novità, per essere degnamente espressa e fruibile dal pubblico, si deve raggiungere prima "dentro", anche senza averne piena coscienza (diciamo così) in quanto raggiunta improvvisamente e/o inaspettatamente al termine di un più o meno lungo percorso.

P.S.) Dai su, cerco di essere sempre un pò più chiaro... :D
...non me ne vogliate! ;)
 
Allora riformulo:
...cioè, non è che se io opero con i medium nuovi (leggasi "nuove tecnologie"), necessariamente faccio qualcosa di nuovo.
Posso fare qualcosa di nuovo con i vecchi medium (vedi olio su tela o altro) come posso fare qualcosa di assolutamente scontato con i nuovi mezzi e nuovi materiali di supporto.
La novità, per essere degnamente espressa e fruibile dal pubblico, si deve raggiungere prima "dentro", anche senza averne piena coscienza (diciamo così) in quanto raggiunta improvvisamente e/o inaspettatamente al termine di un più o meno lungo percorso.

P.S.) Dai su, cerco di essere sempre un pò più chiaro... :D
...non me ne vogliate! ;)

Che cos'è nuovo?:confused:

Il nuovo è racchiuso in ogni istante: un respiro, totalmente nuovo, entra e poi esce...

Direi che si nasce e si muore, ad ogni respiro.

Riconoscere questo, dentro noi stessi, è la chiave per riconoscere il nuovo fuori di noi.
 
Che cos'è nuovo?:confused:

Il nuovo è racchiuso in ogni istante: un respiro, totalmente nuovo, entra e poi esce...

Direi che si nasce e si muore, ad ogni respiro.

Riconoscere questo, dentro noi stessi, è la chiave per riconoscere il nuovo fuori di noi.

Sono d'accordo Giustino! OK!
Il nuovo è qui ed ora e costantemente in progress; è la sua riconoscibilità (dentro e fuori) che può essere più ardua!!!
 
Vi dico quello che succede a me:
Al di là di lavori venuti fuori veramente bene (all'interno di cicli vari ci sono sempre opere più o meno riuscite), mi accade che quando mi guardo indietro ed osservo le mie opere (quelle ovviamente che rimangono in studio) le trovo sempre "concettualmente" superate!
Quindi io so che, ciò che sto producendo oggi, sarà meno importante "per me" di quello che farò domani. Questo, al di là del fatto che magari il pubblico possa apprezzare più un periodo rispetto ad un altro. Quello che mi sforzo di dire è che al mio intelletto, anche un mio piccolo capolavoro del passato è superato perchè "io sono cambiato", magari peggiorerò :D, ma di sicuro "cambierò"! :yes:
 
Vi dico quello che succede a me:
Al di là di lavori venuti fuori veramente bene (all'interno di cicli vari ci sono sempre opere più o meno riuscite), mi accade che quando mi guardo indietro ed osservo le mie opere (quelle ovviamente che rimangono in studio) le trovo sempre "concettualmente" superate!
Quindi io so che, ciò che sto producendo oggi, sarà meno importante "per me" di quello che farò domani. Questo, al di là del fatto che magari il pubblico possa apprezzare più un periodo rispetto ad un altro. Quello che mi sforzo di dire è che al mio intelletto, anche un mio piccolo capolavoro del passato è superato perchè "io sono cambiato", magari peggiorerò :D, ma di sicuro "cambierò"! :yes:

Premesso che non sto ragionando con la mente di un artista, penso che sia naturale a distanza di tempo vedere le opere diversamente.
Quando si cresce e si evolve avviene per tutti, in un artista maggiormente.

Non capisco perchè dici di trovare le opere superate. Non dovresti sentirle come parte del tuo percorso artistico e vederle nell'ottica del miglioramento e non del "superato" o meno importante ? :mmmm:

Fammi capire, grazie :)
 
A me è capitato di parlare con un grande artista (del quale non posso fare il nome) che mi aveva detto che finchè l'opera rimane nel suo studio è "sempre a rischio" perchè ritiene il fare artistico un'attività che continua incessantemente.
Credo che questo rispecchi anche il tuo modo di interpretare l'arte. Con il tempo cambi, vedi i tuoi lavori in modo diverso ecc. ecc.
 
Premesso che non sto ragionando con la mente di un artista, penso che sia naturale a distanza di tempo vedere le opere diversamente.
Quando si cresce e si evolve avviene per tutti, in un artista maggiormente.

Non capisco perchè dici di trovare le opere superate. Non dovresti sentirle come parte del tuo percorso artistico e vederle nell'ottica del miglioramento e non del "superato" o meno importante ? :mmmm:

Fammi capire, grazie :)

Hai ragione. Forse il termine "superate" non è appropriato. Ma, prima di questa parola ho utilizzato, e non a caso, la parola "concettualmente" ...superate. Cioè, pur constatando la qualità del lavoro precedente eseguito, alla mia mente non appare più come il top, ma al max una ottima base da cui ripartire e, ...realmente non mi soddisfa più pienamente.
Al solito mi è molto complicato riuscire ad esplicitare bene una sensazione, ma cerco di ...rendere l'idea!
 
A me è capitato di parlare con un grande artista (del quale non posso fare il nome) che mi aveva detto che finchè l'opera rimane nel suo studio è "sempre a rischio" perchè ritiene il fare artistico un'attività che continua incessantemente.
Credo che questo rispecchi anche il tuo modo di interpretare l'arte. Con il tempo cambi, vedi i tuoi lavori in modo diverso ecc. ecc.

Bravo heimat! :yes: OK!
Sono talmente "a rischio" che, pur di non ritoccarle, e non lo faccio MAI perchè, comunque, "funzionano" percettivamente parlando (per il periodo in cui sono state realizzate) e non avrebbe senso artistico un ritocco; pur di non ritoccarle, dicevo ...le distruggo!!! :wall::angry: :D ;)
 
Hai ragione. Forse il termine "superate" non è appropriato. Ma, prima di questa parola ho utilizzato, e non a caso, la parola "concettualmente" ...superate. Cioè, pur constatando la qualità del lavoro precedente eseguito, alla mia mente non appare più come il top, ma al max una ottima base da cui ripartire e, ...realmente non mi soddisfa più pienamente.
Al solito mi è molto complicato riuscire ad esplicitare bene una sensazione, ma cerco di ...rendere l'idea!

Certo, il concetto è superato nel momento in cui lo metti in atto e automaticamente subentra un altro (forse ora mi sto incasinando)
Capisco che è difficile esprimere una sensazione e credo di aver capito cosa intendi dire.
 
Certo, il concetto è superato nel momento in cui lo metti in atto e automaticamente subentra un altro (forse ora mi sto incasinando)
Capisco che è difficile esprimere una sensazione e credo di aver capito cosa intendi dire.
Credo voglia semplicemente dire che finché sali, quando ti volti indietro vedi che stavi più in basso. E naturalmente la speranza è di arrivare all'altipiano in cui si può cambiare, ma senza dover ritenere il passato "più basso".
 
Credo voglia semplicemente dire che finché sali, quando ti volti indietro vedi che stavi più in basso. E naturalmente la speranza è di arrivare all'altipiano in cui si può cambiare, ma senza dover ritenere il passato "più basso".

Gino, qui ti riferisci ad altro ;)
non credo che Vermeer intenda quello che pensi tu, lui e' ancora ancorato all'arte (materiale)
 
Hai ragione. Forse il termine "superate" non è appropriato. Ma, prima di questa parola ho utilizzato, e non a caso, la parola "concettualmente" ...superate. Cioè, pur constatando la qualità del lavoro precedente eseguito, alla mia mente non appare più come il top, ma al max una ottima base da cui ripartire e, ...realmente non mi soddisfa più pienamente.
Al solito mi è molto complicato riuscire ad esplicitare bene una sensazione, ma cerco di ...rendere l'idea!

Guardare sempre avanti senza mai curarsi di quello che si lascia dietro è tipico dell'artista: in arte non ci sono rimpianti.
ps: mi piace molto il pezzo che hai nell'avatar, potresti postarlo più in grande?
 
...cioè, non è che se io opero con i medium nuovi (leggasi "nuove tecnologie"), necessariamente faccio qualcosa di nuovo.
Posso fare qualcosa di nuovo con i vecchi medium (vedi olio su tela o altro) come posso fare qualcosa di scontato con i nuovi mezzi e nuovi materiali di supporto.
La novità, per essere degnamente espressa e fruibile al pubblico, si deve raggiungere "dentro", anche senza averne coscienza (lo so, sembra un controsenso, ma per me non lo è); è necessario poi farla passare, senza ostacoli di nessun tipo, nella espressione artistica scelta (pittura, scultura, video, grafica, installazione, performance, digital art, ecc.); praticamente lasciandosi andare come un bambino quando prova a creare qualcosa.

Sono assolutamente in sintonia con le tue affermazioni.
Il medium e' appunto solo un medium. Troppe volte vedo l'utilizzo di nuovi medium e tecniche con il solo intento di stupire, di fare qualche cosa di nuovo, che pero' di nuovo non ha proprio nulla, non comunica nessuna emozione.

Manzoni, Boetti, Duchamp sono dei colossi, non perche' hanno usato nuove "tecniche". Le "nuove tecniche" sono solo state un mezzo per trasmettere qualche cosa di nuovo.

La novita' non deve essere il mezzo, ma l'emozione/messaggio/sensazione/etc che l'artista trasmette.

my two cents
 
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