Il "nuovo" nell'Arte

Infatti!

Tra le altre cose in cui mi "scervello" (non riesco a pronunciarla :D) da quando tento di produrre qualcosa di artistico, c'è la ricerca della "sorpresa" coloristica.

Mi spiego meglio:
Quando approccio una tela, ovviamente ho in testa quello che devo fare ma... pian piano, mentre la composizione progredisce e ricerco un particolare effetto di colore all'interno di essa, magari capita che un particolare accostamento (unito al gesto e alla forma s'intende) mi salti all'intelletto come qualcosa di nuovo perchè "mi stupisce" nella forza espressiva o nell'emozionalità che ne scaturisce.
Dico: la novità, spesso, si presenta in modo casuale ma "bisogna"saperla riconoscere e, dunque, "approfondirla" (così mi ricollego a quello che scrivevo prima; quando descrivevo la mia sensazione di superamento concettuale dei lavori precedenti). ;)

Ti provoco un po' :D : in natura la forma non esiste, esiste solo il colore. Fare arte senza colore è un'illusione.
 
Ti provoco un po' :D : in natura la forma non esiste, esiste solo il colore. Fare arte senza colore è un'illusione.

in natura la forma non esiste quantomeno esistono le linee di forza (cristalli, vegetali, animali ...) che non sono visibili ma certo sono operanti nel reale. Entro cui operano secondo leggi numeriche.

Fare arte senza colore è un'illusione. vale per le arti visive. Vale anche per l'architettura in quanto concezione, progetto? E per la letteratura? :p:p

(se non si è capito oggi in Polonia piove, e quando qua piove non c'è trippa per gatti, si sta a casa ... e si hazzeggia sul forum :D)
 
in natura la forma non esiste quantomeno esistono le linee di forza (cristalli, vegetali, animali ...) che non sono visibili ma certo sono operanti nel reale. Entro cui operano secondo leggi numeriche.

Fare arte senza colore è un'illusione. vale per le arti visive. Vale anche per l'architettura in quanto concezione, progetto? E per la letteratura? :p:p

(se non si è capito oggi in Polonia piove, e quando qua piove non c'è trippa per gatti, si sta a casa ... e si hazzeggia sul forum :D)

E' vero, mi riferivo implicitamente solo alle arti visive. ;)
 
Ti provoco un po' :D : in natura la forma non esiste, esiste solo il colore. Fare arte senza colore è un'illusione.


- Io non sarei così sicuro sul fatto che non esista la forma in natura. Pensa che io chiamo "forma" ciò che in realtà è ..."informe"!

- Beh, uno come me che ama il colore ti dice che è possibile fare arte senza colore; l'importante è non ..."illudere"!
 
- Io non sarei così sicuro sul fatto che non esista la forma in natura. Pensa che io chiamo "forma" ciò che in realtà è ..."informe"!

- Beh, uno come me che ama il colore ti dice che è possibile fare arte senza colore; l'importante è non ..."illudere"!

Certo, puoi fare arte anche senza colore e pure senza forma, ovviamente mi riferivo solo all'aspetto soggettivo della percezione visiva.
 
Questo era un bellissimo 3d ingiustamente dimenticato
 

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Si, interessanti i primi interventi.. poi ha preso una deriva un po' personalistica incentrata su Vermeer... sarebbe interessante se tornasse nel FOL e partecipasse al 3d degli Utenti Artisti..
 
Sono d’accordo che il nuovo in arte non è solo un fatto di nuovi materiali . Penso piuttosto alla capacità di polarizzare molte istanze – e non solo artistiche - che sono nell’aria e nel punto in cui l’artista si trova (non è naturalmente escluso che a volte la convergenza avvenga per caso).
Prendiamo il ‘solito’ Pablo , che certamente ha aperto strade nuove: nei primi anni del ‘900 nella sua formazione confluiscono l’impressionismo e le ricerche di Cezanne ma anche il primitivismo di Gauguin , di Rousseau , della scultura spagnola preromana e dell’arte africana introdotta e collezionata nei salotti di Parigi ; e poi il precedente di Van Gogh e Lautrec che avevano introdotto nella loro pittura l’arte giapponese ; e infine le prime formulazioni delle nuove teorie ottiche della visione e della relatività. Picasso si muove in questo calderone di sollecitazioni artistiche, culturali e sociali che è il brodo di tutti e le sollecitazioni - latenti per i più – in lui sembrano riassumersi in una ricerca e sublimarsi con un processo di sintesi , e perciò di forza nuova , in cui tutte le opposizioni dialettiche potenzialmente disgreganti convergono e sono messe all’angolo da un’opera come Les Demoiselles d’Avignon . Dunque Picasso assimila contemporaneamente , in un nuovo linguaggio , la primitiva statuaria spagnola e la moderna concezione dello spazio - tempo.
Adesso le istanze sono molto più numerose , accellerate e globalmente diffuse ed è dunque ancora più difficile , nel frastuono generale indifferenziato , arrivare ad una convergenza o almeno a dominanti veramente essenziali e durature
 
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