"Il PD è un associazione a delinquere!". Detto da una che il PD lo conosce benissimo


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"Il PD è un associazione a delinquere!". Detto da una che il PD lo conosce benissimo e che però non conosce gli articoli indeterminativi.
 
sempre contro il pd
berlusconi e' un santo
 
"Botte, tessere dopate, ricorsi: il Pd sta riuscendo a dare il peggio di sé anche nella battaglia (scontata) per la segreteria. Un'esplosione di tessere fasulle, spintoni tra avversari e ricoveri in ospedale nei mini-congressi delle sezioni. I boss locali stanno arruolando immigrati e gente del Pdl per garantirsi le quote di potere. Di fronte al declino (forse) di Silvio Berlusconi, i potenti di ieri cercano una nuova collocazione nell'Italia di domani. E il Pd sembra un approdo sicuro, o più che altro comodo.
In questa lotta sconfortante, che contempla anche l'iscrizione dei morti pur di avere un voto in più, il caso più inquietante sta accadendo in Sicilia, dove un esercito di figuri non troppo presentabili sta salendo (anzi è già salito) sul carro del vincitore Renzi. Civati si lamenta, Cuperlo esprime preoccupazione, Renzi fa Renzi, Pittella fa boh. Un disastro autentico. E non hanno ancora votato: figuriamoci dopo."

Andrea Scanzi
 
Pd, la denuncia nel Mantovano: “Ci sono iscritti collegabili alla ‘ndrangheta

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...-iscritti-collegabili-alla-ndrangheta/780664/

Pd, la denuncia nel Mantovano: “Ci sono iscritti collegabili alla ‘ndrangheta”

17 novembre 2013

Ci sono volute 24 ore perché il documento rimanesse orfano. Sembrano poche, ma in politica sono persino troppe e il tormentato autunno del Partito Democratico si arricchisce di un nuovo file: il caso Viadana. Tutto inizia con un testo redatto da alcuni membri della segreteria di Mantova e indirizzato agli organismi di garanzia del Pd regionale e nazionale. “Il Partito non risulta esente dal rischio di avere tra i propri iscritti persone collegabili con ambienti ’ndranghetisti”. Poi entra nel dettaglio: “E’ grave la situazione del Comune di Viadana, che secondo dati pubblici e approfondimenti giudiziari in corso, è terra d’insediamento radicato della ’ndrangheta. Una presenza ormai conclamata in grado di determinare esiti elettorali e carriere politiche”.
Sotto non ci sono delle firme qualunque, ma quella del vicesegretario provinciale Luca Odini e dell’ex sindaco di Mantova Fiorenza Brioni. Contestano la regolarità delle elezioni della segreteria del 27 ottobre con un boom di tesseramenti nei giorni prima del voto e, in particolare, i dati anomali provenienti da Viadana. In uno dei circoli cittadini tutte le preferenze, più di 100, sono andate allo stesso candidato: Candido Roveda. Un en plein fondamentale per ottenere la vittoria al primo turno, resa però vana dall’accordo tra i due sfidanti: Luca Odini e Antonella Forattini, eletta poi segretaria. Venerdì sera a Mantova c’è stata un’assemblea molto tesa in cui, di fatto, Odini e i suoi sono stati costretti al passo indietro. “Era solo una bozza” ci spiega e dice che, a questo punto, il j’accuse non sarà inviato al partito di Milano né tanto meno a Roma. Anche perché la sua segretaria lo ha già disconosciuto: “Abbiamo affrontato la questione politicamente all’assemblea. Per quanto non attiene alla sfera politica, ci sono luoghi diversi a cui rivolgersi” è stato il suo stringato commento, ma Antonella Forattini ha rifiutato la nostra intervista. Peccato che il ticket tra lei e Odini si fondasse proprio sulla legalità, individuato come tema cardine del mandato.
Che la vicenda non sia chiusa, in ogni caso, è dimostrato dalle parole di Candido Roveda, l’altro concorrente per la segreteria. “E’ una pagina davvero triste ­ commenta ­ – sono state calate sul nostro partito ombre grandi. La legalità è un valore di tutti, ma avanzare dubbi in quel modo, oltretutto in fase congressuale, non va bene”. Ma in cosa consiste il caso Viadana? Il Pd è al governo della città in sostegno del sindaco Giorgio Penazzi, di area centrista. E’ iscritto al partito Carmine Tipaldi, assessore comunale alle nuove povertà. Il suo profilo è tracciato nel libro “‘Ndrangheta all’assalto delle terre dei Gonzaga” di Claudio Meneghetti: il politico viadanese, si legge, ha un legame di parentela con i Tipaldi di Isola di Capo Rizzuto, legati alla cosca Arena. Uno di loro, Pasquale Tipaldi, fu ucciso nel 2004. Un omicidio, sostengono gli inquirenti, dovuto anche all’incendio di alcuni mezzi meccanici avvenuto un anno prima a Viadana. E’ suo nipote l’imprenditore Antonio Tipaldi, escluso dalla prefettura dai lavori di ricostruzione del terremoto in Emilia e nel mantovano per il “sussistente e attuale pericolo di infiltrazione mafiosa”. Carmine Tipaldi vota nella sezione di Viadana al centro della contestazione.
Che sappia spostare dei voti è dimostrato dalle sue precedenti esperienze politiche sul territorio, tutte nell’alveo del centrosinistra. “E’ positivo che la questione legalità sia stata posta nel partito”, commenta ora Meneghetti, che fa parte del Pd di Mantova e che ha già ricevuto una querela da Carmine Tipaldi. “La politica deve avere le forze al suo interno per prevenire la magistratura”, aggiunge ­. “Il legame di parentela per la ‘ndrangheta è un anello importante: la questione non può essere sottovalutata”. Il documento di parte della segreteria mantovana si poneva questo obiettivo, ma ha innalzato troppo la tensione nel partito. Del caos viadanese lunedì la segretaria Forattini dovrà rendere conto al numero uno del Pd lombardo Alessandro Alfieri. “Teniamo alta la guardia sui rischi di infiltrazione: se anche solo c’è un sospetto voglio che il partito alzi le difese ­ dice il reggente regionale ­. Non tollero però che si usino questi temi come argomento congressuale”. “Personalmente non conosco Carmine Tipaldi”, conclude Alfieri, “ho chiesto alla segreteria mantovana di farmi avere tutte le informazioni necessarie per capire come dobbiamo muoverci”.
 
Pd, la denuncia nel Mantovano: "Ci sono iscritti collegabili alla 'ndrangheta" - Il Fatto Quotidiano

Pd, la denuncia nel Mantovano: “Ci sono iscritti collegabili alla ‘ndrangheta”

17 novembre 2013

Ci sono volute 24 ore perché il documento rimanesse orfano. Sembrano poche, ma in politica sono persino troppe e il tormentato autunno del Partito Democratico si arricchisce di un nuovo file: il caso Viadana. Tutto inizia con un testo redatto da alcuni membri della segreteria di Mantova e indirizzato agli organismi di garanzia del Pd regionale e nazionale. “Il Partito non risulta esente dal rischio di avere tra i propri iscritti persone collegabili con ambienti ’ndranghetisti”. Poi entra nel dettaglio: “E’ grave la situazione del Comune di Viadana, che secondo dati pubblici e approfondimenti giudiziari in corso, è terra d’insediamento radicato della ’ndrangheta. Una presenza ormai conclamata in grado di determinare esiti elettorali e carriere politiche”.
Sotto non ci sono delle firme qualunque, ma quella del vicesegretario provinciale Luca Odini e dell’ex sindaco di Mantova Fiorenza Brioni. Contestano la regolarità delle elezioni della segreteria del 27 ottobre con un boom di tesseramenti nei giorni prima del voto e, in particolare, i dati anomali provenienti da Viadana. In uno dei circoli cittadini tutte le preferenze, più di 100, sono andate allo stesso candidato: Candido Roveda. Un en plein fondamentale per ottenere la vittoria al primo turno, resa però vana dall’accordo tra i due sfidanti: Luca Odini e Antonella Forattini, eletta poi segretaria. Venerdì sera a Mantova c’è stata un’assemblea molto tesa in cui, di fatto, Odini e i suoi sono stati costretti al passo indietro. “Era solo una bozza” ci spiega e dice che, a questo punto, il j’accuse non sarà inviato al partito di Milano né tanto meno a Roma. Anche perché la sua segretaria lo ha già disconosciuto: “Abbiamo affrontato la questione politicamente all’assemblea. Per quanto non attiene alla sfera politica, ci sono luoghi diversi a cui rivolgersi” è stato il suo stringato commento, ma Antonella Forattini ha rifiutato la nostra intervista. Peccato che il ticket tra lei e Odini si fondasse proprio sulla legalità, individuato come tema cardine del mandato.
Che la vicenda non sia chiusa, in ogni caso, è dimostrato dalle parole di Candido Roveda, l’altro concorrente per la segreteria. “E’ una pagina davvero triste * commenta * – sono state calate sul nostro partito ombre grandi. La legalità è un valore di tutti, ma avanzare dubbi in quel modo, oltretutto in fase congressuale, non va bene”. Ma in cosa consiste il caso Viadana? Il Pd è al governo della città in sostegno del sindaco Giorgio Penazzi, di area centrista. E’ iscritto al partito Carmine Tipaldi, assessore comunale alle nuove povertà. Il suo profilo è tracciato nel libro “‘Ndrangheta all’assalto delle terre dei Gonzaga” di Claudio Meneghetti: il politico viadanese, si legge, ha un legame di parentela con i Tipaldi di Isola di Capo Rizzuto, legati alla cosca Arena. Uno di loro, Pasquale Tipaldi, fu ucciso nel 2004. Un omicidio, sostengono gli inquirenti, dovuto anche all’incendio di alcuni mezzi meccanici avvenuto un anno prima a Viadana. E’ suo nipote l’imprenditore Antonio Tipaldi, escluso dalla prefettura dai lavori di ricostruzione del terremoto in Emilia e nel mantovano per il “sussistente e attuale pericolo di infiltrazione mafiosa”. Carmine Tipaldi vota nella sezione di Viadana al centro della contestazione.
Che sappia spostare dei voti è dimostrato dalle sue precedenti esperienze politiche sul territorio, tutte nell’alveo del centrosinistra. “E’ positivo che la questione legalità sia stata posta nel partito”, commenta ora Meneghetti, che fa parte del Pd di Mantova e che ha già ricevuto una querela da Carmine Tipaldi. “La politica deve avere le forze al suo interno per prevenire la magistratura”, aggiunge *. “Il legame di parentela per la ‘ndrangheta è un anello importante: la questione non può essere sottovalutata”. Il documento di parte della segreteria mantovana si poneva questo obiettivo, ma ha innalzato troppo la tensione nel partito. Del caos viadanese lunedì la segretaria Forattini dovrà rendere conto al numero uno del Pd lombardo Alessandro Alfieri. “Teniamo alta la guardia sui rischi di infiltrazione: se anche solo c’è un sospetto voglio che il partito alzi le difese * dice il reggente regionale *. Non tollero però che si usino questi temi come argomento congressuale”. “Personalmente non conosco Carmine Tipaldi”, conclude Alfieri, “ho chiesto alla segreteria mantovana di farmi avere tutte le informazioni necessarie per capire come dobbiamo muoverci”.

Sempre più simili al PDL
 
Che esagerata questa Madia dai non sono cosi tanti..:o
:clap:



Piemonte 8

A P Bartolomeo Valentino ex assessore di Collegno (Torino): 2 anni per concussione.

P Antonio Tenace assessore della Provincia di Novara: 2 mesi e 20 giorni per violazione del segreto d’ufficio.

R Michele Cressano consigliere comunale a Vercelli: falso ideologico e abuso d’ufficio.

P Giusi La Ganga candidato alle ultime elezioni comunali del Pd: 20 mesi di reclusione e multa di 500 milioni di lire per finanziamento illecito ai partiti.

I Giuseppe Catizone sindaco di Nichelino: abuso edilizio.

R Andrea Oddone sindaco di Ovada: omicidio colposo.

I Franco De Amicis ex segretario Pd Basso Canavese: bancarotta fraudolenta.

Liguria 8

A Franco Pronzato ex consigliere di Claudio Burlando e Bersani: corruzione.

A Franco Bonanini presidente del Parco delle Cinque Terre e parlamentare europeo: truffa e associazione a delinquere.

A Roberto Drocchi funzionario, ex candidato di Savona: truffa continuata e falso in atti pubblici.

I Vito Vattuone consigliere regionale: associazione per delinquere, corruzione e altri reati.

I Giancarlo Cassini assessore regionale all’Agricoltura: associazione a delinquere, corruzione e altri reati.

P Massimo Casagrande ex consigliere comunale di Genova: 1 anno e 6 mesi per corruzione.

P Claudio Fedrazzoni ex consigliere comunale di Genova: 1 anno e 6 mesi per turbativa d’asta.

P Stefano Francesca ex portavoce del sindaco di Genova: 1 anno e 4 mesi per corruzione.

Lombardia 2

I Filippo Penati ex presidente della Provincia di Milano: corruzione, concussione e finanziamento illecito.

A Tiziano Butturini ex sindaco di Trezzano sul Naviglio: 2 anni e 5 mesi per corruzione.

Emilia-Romagna 9

I Luigi Ralenti sindaco di Serramazzoni (Modena): corruzione e turbativa d’asta.

I Alberto Caldana ex assessore della Provincia di Modena: peculato.

P I Flavio Delbono ex sindaco di Bologna: 1 anno e 7 mesi per truffa aggravata, peculato, intralcio alla giustizia.

I Alberto Ravaioli sindaco di Rimini: abuso d’ufficio.

I Aldo Preda, ex senatore, Cinzia Ghirardelli, membro coordinamento provinciale, Cesare Marucci, ex consigliere comunale di Ravenna, Gianluca Dradi ex assessore di Ravenna: tutti per falso in bilancio.

“Il procedimento a carico di Gianluca Dradi è stato archiviato con provvedimento del GIP presso il Tribunale di Ravenna dell’8 maggio 2013.”

I Nerio Marchesini attivista: trasferimento fraudolento di valori di una ‘ndrina calabrese.

Toscana 15

R Alberto Formigli ex capogruppo in comune a Firenze: associazione per delinquere, corruzione e altri reati.

R Salvatore Scino vicepresidente del consiglio comunale: falso ideologico.

I Andrea Vignini sindaco di Cortona (Arezzo): abuso d’ufficio.

I Graziano Cioni ex assessore di Firenze: corruzione e violenza privata.

I Gianni Biagi ex assessore all’Urbanistica di Firenze: corruzione.

I Gianluca Parrini consigliere regionale: abuso d’ufficio.

I Gian Piero Luchi ex sindaco di Barberino del Mugello: abuso d’ufficio.

I Alberto Lotti ex vicesindaco di Barberino del Mugello: corruzione e abuso d’ufficio.

I Paolo Cocchi ex assessore regionale: abuso d’ufficio.

I Daniele Giovannini ex assessore comunale di Barberino del Mugello: abuso d’ufficio.

I Giovanni Guerrisi consigliere comunale di Barberino del Mugello: falso ideologico.

I Marzio Flavio Morini sindaco di Scansano (Grosseto): corruzione.

I Fabrizio Agnorelli sindaco di Piancastagnaio (Siena): truffa aggravata e falso.

R Fabrizio Neri ex sindaco di Massa-Carrara: abuso d’ufficio.

I Antonella Chiavacci ex sindaco di Montespertoli: omissione di controllo.

Umbria 7

I Eros Brega presidente del consiglio regionale: peculato e concussione.

I Maria Rita Lorenzetti ex presidente della regione: abuso d’ufficio.

I Maurizio Rosi ex assessore regionale alla Sanità: abuso d’ufficio.

I Luca Barberini consigliere regionale: peculato.

I Nando Misnetti sindaco di Foligno: peculato.

I Sandra Santoni ex capo di gabinetto di Lorenzetti: peculato.

R Giacomo Porrazzini ex sindaco di Terni ed ex deputato europeo: disastro ambientale e truffa.

Marche 1

P Fabio Sturani ex sindaco di Ancona: 1 anno e 9 mesi e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni per concussione.

Puglia 7

P Domenico Gatti sindaco di Modugno (Bari): falso ideologico.

I Alberto Tedesco senatore: associazione per delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e falso.

I Michele Mazzarano ex segretario organizzativo del partito: finanziamento illecito ai partiti.

R P Flavio Fasano ex sindaco di Gallipoli (Lecce) ed ex assessore provinciale ai Lavori pubblici: 2 anni per falso e rinviato a giudizio per turbativa d’asta.

A I Sandro Frisullo ex vicepresidente della regione: associazione a delinquere e turbativa d’asta.

I Antonio De Caro capogruppo al consiglio regionale ed ex assessore di Bari alla Mobilità e al traffico: tentativo d’abuso d’ufficio.

I Adolfo Schiraldi ex presidente consiglio comunale di Triggiano (Bari): concussione.

Calabria 4

R I Agazio Loiero ex governatore regionale: associazione per delinquere, falso e abuso d’ufficio e imputato per abuso d’ufficio.

R Nicola Adamo ex vicepresidente della giunta regionale: associazione per delinquere, falso e abuso d’ufficio e imputato per associazione per delinquere, concussione, abuso d’ufficio.

A I Pietro Ruffolo assessore comunale di Cosenza: associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio, e arrestato per detenzione abusiva d’armi.

P Giuseppe Mercurio ex capogruppo al Comune di Crotone, 4 anni per voto di scambio.

Veneto 2

P Statis Tsuroplis imprenditore iscritto al partito ed ex consigliere del sindaco di Venezia: 1 anno e 9 mesi per corruzione.

P Tullio Cambruzzi, tesserato pd e manager pubblico: corruzione, ha patteggiato 2 anni.

Lazio 5

Piero Marrazzo ex presidente della regione dimessosi dopo una vicenda di cocaina e trans.

R Francesco Paolo Posa ex sindaco di Frascati e consigliere provinciale: truffa, falso e indebita percezione di erogazioni pubbliche.

I Guido Milana eurodeputato ed ex presidente del consiglio regionale: truffa, falso e indebita percezione di erogazioni pubbliche.

I Ruggero Ruggeri consigliere provinciale: truffa, falso e indebita percezione di erogazioni pubbliche.

R Valdo Napoli ex assessore all’Ambiente di Montefiascone: corruzione.

Campania 12

R I Antonio Bassolino ex presidente della regione: epidemia colposa e omissione d’atti d’ufficio, sotto processo per truffa aggravata ai danni dello Stato e frodi in pubbliche forniture e per peculato.

I Rosa Russo Iervolino ex sindaco di Napoli: epidemia colposa e omissione in atti d’ufficio.

I Andrea Lettieri ex sindaco di Gricignano d’Aversa (Caserta): concorso esterno in associazione mafiosa.

I R Vincenzo De Luca ex senatore e sindaco di Salerno: abuso d’ufficio, concussione, associazione per delinquere finalizzata a truffa e falso.

P Corrado Gabriele consigliere regionale ed ex assessore regionale: 4 anni e 3 mesi per pedofilia.

A R Aniello Cimitile presidente della Provincia di Benevento: falso.

I Enrico Fabozzi sindaco Villa Literno: concorso esterno in associazione mafiosa

I Giuseppe Russo cons. regionale: truffa. Carlo Nastelli ex consigliere comunale di Castellammare: tentata estorsione.

R Carlo Nastelli, Nino Longobardi, Antonio Cinque ex consiglieri comunali di Castellammare di Stabia: truffa ai danni dello Stato e concorso in falso.

Sardegna 3 (ora tra pecore e orologi sono una 40ina)

I Renato Soru, ex presidente regione, consigliere regionale e membro della segreteria nazionale: aggiotaggio, assolto in primo grado per abuso d’ufficio e turbativa d’asta.

P Graziano Milia presidente Provincia di Cagliari: 1 anno e 4 mesi per abuso d’ufficio.

I Roberto Deriu, presidente Provincia di Nuoro: abuso d’ufficio.

Abruzzo 7

R Ottaviano Del Turco ex presidente della regione: associazione per delinquere, concussione, corruzione e altri reati.

R Antonio Boschetti ex assessore regionale alle Attività produttive: associazione per delinquere, concussione e altri reati.

R Bernardo Mazzocca ex assessore regionale alla Sanità. associazione per delinquere, concussione e abuso d’ufficio.

R Camillo Cesarone ex capogruppo alla regione: associazione per delinquere, concussione e corruzione.

P Luciano D’Alfonso ex sindaco di Pescara: 4 mesi per abuso d’ufficio.

I Massimo Cialente sindaco dell’Aquila: rifiuto in atti d’ufficio.

I Fabio Ranieri consigliere comunale dell’Aquila: truffa.

Basilicata 4

I Franco Stella presidente Provincia Matera: indagato per abuso d’ufficio.

R Prospero De Franchi ex presidente del consiglio regionale: rinviato a giudizio per falso e truffa.

R Pasquale Robortella consigliere regionale e sindaco di San Martino d’Agri: rinviato a giudizio per truffa ai danni dell’Ue.

I Nicola Montesano consigliere comunale di Policoro (Matera): indagato per falso e turbativa d’asta.

Sicilia 7

A Gaspare Vitrano deputato regionale: concussione.

I Elio Galvagno consigliere regionale: falso in bilancio.

I Salvatore Termine consigliere regionale: falso in bilancio.

I Vladimiro Crisafulli senatore: falso in bilancio, rinviato a giudizio per abuso d’ufficio.

I Giuseppe Picciolo deputato regionale: calunnia.

P Vittorio Gambino funzionario: falso in atto pubblico.

P Giuseppe Palermo funzionario: falso in atto pubblico.

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ladri
 
sono tutti vecchi democristiani
mandiamoli a casa!
 
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