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22 giugno 2005 s24h
Mediobanca, Coppola e Zunino al 2%
In campo Generali che avrebbe effettuato acquisti difensivi - Dalla Deutsche Bank finanziamenti anche a Statuto
MILANO - Sotto la soglia di rilevanza del 2% si può dire di tutto e il contrario di tutto. Cosa che è successa anche nel caso di Mediobanca, oggetto, almeno dal 9 giugno nel periodo più recente, di costanti rastrellamenti in Borsa e fuori mercato: da inizio mese è stato scambiato in tutto oltre il 23% del capitale.
Così la Consob, come già aveva fatto per altre partite calde del momento (Rcs, AntonVeneta, Bnl) ha voluto vederci chiaro e ha chiamato a raccolta gli immobiliaristi "indiziati" di aver preso posizione su Mediobanca.
Ne è emersa la dichiarazione del gruppo di Danilo Coppola che fino a giovedì scorso aveva negato di avere azioni e che ieri, in una nota firmata dal direttore generale Francesco Bellocchi, ha informato di avere superato ieri la soglia del 2%, salendo al 2,008%, spiegando che si tratta di un investimento di lungo periodo e che l'operazione rappresenta un elemento della strategia di diversificazione del gruppo. L'acquisto "della partecipazione in Mediobanca, detenuta da Danilo Coppola tramite il gruppo Coppola Spa, è stato conseguito con mezzi finanziari propri ed è quindi libera da vincoli di sorta", precisa la nota, aggiungendo che l'investimento è stato fatto "sulla base del valore delle partecipazioni detenute dall'emittente oltre alla sua centralità nel sistema finanziario italiano". Coppola ha già in portafoglio una quota di poco inferiore al 5% in Bnl, il 2% di Banca Intermobiliare, l'1,4% di AntonVeneta vincolato al patto di sindacato costituito dalla Popolare Lodi. In campo immobiliare controlla al 75% il gruppo Ipi e ha recentemente acquisito la maggioranza della Lingotto Spa.
La comunicazione ufficiale non è ancora arrivata, ma anche Luigi Zunino è salito sopra il 2% nel capitale di Piazzetta Cuccia, al 2,01%.
Anche Zunino reputa l'investimento di lungo periodo, avrebbe acquistato azioni con fondi propri (almeno in parte tramite Tradim, la holding non quotata del gruppo) e non avrebbe collegamenti con gli altri immobiliaristi che hanno scoperto di recente il fascino dei salotti buoni. Gli acquisti sarebbero iniziati alcuni mesi fa, ma evidentemente non anni fa. Dall'ultimo bilancio disponibile di Tradim, che risale al 2003, non c'è traccia infatti di investimenti di questo tipo. Nell'ambito del consolidato viene segnalato l'acquisto di titoli nel corso dell'esercizio - BoT, obbligazioni Bei e fondi comuni UniCredit - dati in pegno a garanzia di un finanziamento da 10 milioni concesso da UniCredit Private banking il 31 ottobre 2003 con durata fino al 31 ottobre 2018.
E tra i debiti garantiti verso banche si citano quelli nei confronti di Bayerische, UniCredit, Bpm, Banca Intermobiliare e Abaxbank.
Giuseppe Statuto, che fin dall'inizio aveva dichiarato interesse per Piazzetta Cuccia, avrebbe al momento meno dell'1%.
Infine, da inizio giugno Stefano Ricucci non risulta avere azioni Mediobanca, che aveva detenuto per posizione di trading, ma per percentuali dello 0 virgola, non l'1,9% che si diceva avesse.
Ieri il titolo di Piazzetta Cuccia ha chiuso in calo dello 0,8% a 15,7 euro, ma in Borsa è stato scambiato ancora l'1% del capitale e ai blocchi lo 0,7% con due passaggi al prezzo unitario di 15,98 euro (0,4%) e 15,89 euro (0,3%).
In difesa è scesa in campo Generali, che in questi giorni avrebbe acquistato titoli, compatibilmente con i vincoli delle partecipazioni incrociate.
Se ci sia un disegno comune dietro l'improvvisa riscoperta di Mediobanca, come di Rcs o Generali, non è dato al momento di sapere. Alcuni dei protagonisti delle incursioni borsistiche di questi mesi hanno trovato però un finanziatore comune in Deutsche Bank.
Oltre Ricucci (un miliardo di cui circa 350 milioni utilizzati), anche Statuto ha ottenuto credito (l'Ansa parla di 600 milioni), mentre non è chiaro se Coppola rientri tra i finanziati (nonostante l'Ansa in questo caso ipotizzi la cifra di 400 milioni).
22 giugno 2005 s24h
Mediobanca, Coppola e Zunino al 2%
In campo Generali che avrebbe effettuato acquisti difensivi - Dalla Deutsche Bank finanziamenti anche a Statuto
MILANO - Sotto la soglia di rilevanza del 2% si può dire di tutto e il contrario di tutto. Cosa che è successa anche nel caso di Mediobanca, oggetto, almeno dal 9 giugno nel periodo più recente, di costanti rastrellamenti in Borsa e fuori mercato: da inizio mese è stato scambiato in tutto oltre il 23% del capitale.
Così la Consob, come già aveva fatto per altre partite calde del momento (Rcs, AntonVeneta, Bnl) ha voluto vederci chiaro e ha chiamato a raccolta gli immobiliaristi "indiziati" di aver preso posizione su Mediobanca.
Ne è emersa la dichiarazione del gruppo di Danilo Coppola che fino a giovedì scorso aveva negato di avere azioni e che ieri, in una nota firmata dal direttore generale Francesco Bellocchi, ha informato di avere superato ieri la soglia del 2%, salendo al 2,008%, spiegando che si tratta di un investimento di lungo periodo e che l'operazione rappresenta un elemento della strategia di diversificazione del gruppo. L'acquisto "della partecipazione in Mediobanca, detenuta da Danilo Coppola tramite il gruppo Coppola Spa, è stato conseguito con mezzi finanziari propri ed è quindi libera da vincoli di sorta", precisa la nota, aggiungendo che l'investimento è stato fatto "sulla base del valore delle partecipazioni detenute dall'emittente oltre alla sua centralità nel sistema finanziario italiano". Coppola ha già in portafoglio una quota di poco inferiore al 5% in Bnl, il 2% di Banca Intermobiliare, l'1,4% di AntonVeneta vincolato al patto di sindacato costituito dalla Popolare Lodi. In campo immobiliare controlla al 75% il gruppo Ipi e ha recentemente acquisito la maggioranza della Lingotto Spa.
La comunicazione ufficiale non è ancora arrivata, ma anche Luigi Zunino è salito sopra il 2% nel capitale di Piazzetta Cuccia, al 2,01%.
Anche Zunino reputa l'investimento di lungo periodo, avrebbe acquistato azioni con fondi propri (almeno in parte tramite Tradim, la holding non quotata del gruppo) e non avrebbe collegamenti con gli altri immobiliaristi che hanno scoperto di recente il fascino dei salotti buoni. Gli acquisti sarebbero iniziati alcuni mesi fa, ma evidentemente non anni fa. Dall'ultimo bilancio disponibile di Tradim, che risale al 2003, non c'è traccia infatti di investimenti di questo tipo. Nell'ambito del consolidato viene segnalato l'acquisto di titoli nel corso dell'esercizio - BoT, obbligazioni Bei e fondi comuni UniCredit - dati in pegno a garanzia di un finanziamento da 10 milioni concesso da UniCredit Private banking il 31 ottobre 2003 con durata fino al 31 ottobre 2018.
E tra i debiti garantiti verso banche si citano quelli nei confronti di Bayerische, UniCredit, Bpm, Banca Intermobiliare e Abaxbank.
Giuseppe Statuto, che fin dall'inizio aveva dichiarato interesse per Piazzetta Cuccia, avrebbe al momento meno dell'1%.
Infine, da inizio giugno Stefano Ricucci non risulta avere azioni Mediobanca, che aveva detenuto per posizione di trading, ma per percentuali dello 0 virgola, non l'1,9% che si diceva avesse.
Ieri il titolo di Piazzetta Cuccia ha chiuso in calo dello 0,8% a 15,7 euro, ma in Borsa è stato scambiato ancora l'1% del capitale e ai blocchi lo 0,7% con due passaggi al prezzo unitario di 15,98 euro (0,4%) e 15,89 euro (0,3%).
In difesa è scesa in campo Generali, che in questi giorni avrebbe acquistato titoli, compatibilmente con i vincoli delle partecipazioni incrociate.
Se ci sia un disegno comune dietro l'improvvisa riscoperta di Mediobanca, come di Rcs o Generali, non è dato al momento di sapere. Alcuni dei protagonisti delle incursioni borsistiche di questi mesi hanno trovato però un finanziatore comune in Deutsche Bank.
Oltre Ricucci (un miliardo di cui circa 350 milioni utilizzati), anche Statuto ha ottenuto credito (l'Ansa parla di 600 milioni), mentre non è chiaro se Coppola rientri tra i finanziati (nonostante l'Ansa in questo caso ipotizzi la cifra di 400 milioni).