INSEGUENDO la RAGAZZA volume 90 in ricordo di @Giova10

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

    Per continuare a leggere visita questo LINK

Stacco da 1.80 euro il 22 aprile secondo te

  • Riuscirà a recuperarlo totalmente

    Voti: 30 68,2%
  • Lo recupererà solo parzialmente

    Voti: 7 15,9%
  • Meglio vendere che non riuscirà a chiudere il gap down del 22

    Voti: 7 15,9%

  • Votanti
    44
  • Sondaggio terminato .
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Io sono quasi incastrato per eccesso di plusvalenze.
Le presi quando crollarono per l'invasione di Putin in Ucraina.
Vennero massacrate perché era l'azienda più esposta in Russia, ma il massimo della perdita possibile era il capitale investito in Russia che già allora era intorno ad un anno di profitti (ora è diminuto il primo e si sono espansi i secondi), per cui con ogni probabilità valeva la pena di aspettare: le ho in carico appena sopra i 9 Euro.
Per di più, essendo investito solo sulla borsa italiana tendo ad andare giù pesante sui titoli più internazionali per cercare in qualche modo di diversificare.
Pagare tutte quelle imposte sui capital gain significa avere meno soldi da reinvestire, per di più cercherei titoli decentemente internazionalizzati con multipli migliori, non è mica facile.
Poi i tassi caleranno e non è detto che i buyback in termini di EPS compensino il calo dell'utile complessivo, ma i 5 Euro circa di EPS fra due anni dovrebbe tenerli.
Faticoso trovare di meglio e poi simpatizzo tanto per Buffett che continua a non voler pagare imposte sui capital gain sulla Coca Cola che iniziò a prendere prima che Bearzot diventasse CT azzurro.
Praticamente il fisco USA deve aspettare che schiatti, un vero duro :asd:
Se poi andasse a 60 il discorso cambierebbe, eh.
sono contento tu sia long, io lo sono da prima del 2008
però non scrivere balle, nella primavera 2022 l'esposizione in russia di uni valeva 10 anni di utile (utile 2021 1,5 mld)
poi parti l'inflazione e i tassi, ma questa è un' altra storia
 
??????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

A parte che sostieni che il capitale impiegato da Unicredit in Russia era di 15 miliardi, mentre il capitale netto impegnato era di 2,5-1,9 miliardi (e già qui sei un troll).

Copio-incollo quanto è tutt'ora scritto sul sito di Unicredit e pubblicato in data 22/1/2022 e verificabile da tutti:

UniCredit: Risultati di Gruppo 4Trim21 e FY21. Eccellenti risultati 2021 ottenuti in un anno di cambiamento, segno della nostra capacità di raggiungere gli obiettivi nel 2022 e oltre​


SUPERATA LA GUIDANCE 2021 PER LE PRINCIPALI VOCI FINANZIARIE CON UTILE NETTO SOTTOSTANTE DI €3,9 MILIARDI, RICAVI TOTALI A €18,0 MILIARDI E COSTI PER €9,8 MILIARDI


CONSEGUIMENTO NEL FY21 DI UN ROTE DEL 7,3 PER CENTO, EPS PARI A €1,58, LEVA OPERATIVA POSITIVA DI CIRCA 5 P.P. E RAPPORTO COSTI/RICAVI AL 54,6 PER CENTO


ROBUSTA POSIZIONE PATRIMONIALE E DI LIQUIDITÀ, CON CET1 RATIO CONTABILE RELATIVO AL FY21 AL 15,03 PER CENTO, CET1 RATIO PRO-FORMA AL 14,13 PER CENTO [1] E €6,52 MILIARDI DI GENERAZIONE ORGANICA DI CAPITALE


CONSIDEREVOLE REMUNERAZIONE DEGLI AZIONISTI PER CIRCA €3,75 MILIARDI, CON UNA PROPOSTA DI DIVIDENDO IN CONTANTI PER CIRCA €1,17 MILIARDI E RIACQUISTI DI AZIONI PER CIRCA €2,58 MILIARDI


COSTO DEL RISCHIO CONTABILE FY21 A 37 PUNTI BASE, IN LINEA CON LA GUIDANCE


CONTINUO RAFFORZAMENTO DELLA CULTURA AZIENDALE E SOSTEGNO DELLA TRANSIZIONE GREEN DEI CLIENTI GRAZIE AL NOSTRO IMPEGNO NEL PIANO NET-ZERO, MIGLIORATE LE POLICY SU GAS & PETROLIO E SUL CARBONE.​




Il 27 gennaio 2022 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit S.p.A. ("UniCredit" o "il Gruppo") ha approvato i risultati consolidati del Gruppo per il quarto trimestre e per l'esercizio 2021.

La Banca ha conseguito una solida serie di risultati per il 2021, raggiungendo o superando tutte le guidance dell'anno per le principali voci finanziarie, con RoTE al 7,3 per cento ed EPS pari a €1,58.

L'utile netto sottostante FY21 ha raggiunto €3,9 miliardi, in rialzo di €2,6 miliardi rispetto all'anno precedente, superando la guidance posta ad oltre €3,7 miliardi, con un RoTE sottostante del 7,5 per cento nel FY21. L'eccellente performance commerciale, che riflette i punti di forza e l'unicità della nostra rete paneuropea, ha spinto i ricavi totali a €4,4 miliardi nel 4trim21, con un aumento del 4,7 per cento anno su anno, e a €18,0 miliardi nel FY21, in rialzo del 4,8 per cento rispetto all'anno precedente, oltrepassando il nostro target per il FY21 di €17,5 miliardi. Questo risultato è principalmente trainato dalle ottime commissioni, in rialzo dell'1,8 per cento su base trimestrale e dell'11,7 per cento anno su anno ed attestatesi a €1,7 miliardi nel 4trim21. Le commissioni relative al FY21 hanno totalizzato €6,7 miliardi, in rialzo del 12,1 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 4trim21 il margine di interesse (NII) è cresciuto del 6,0 per cento trimestre su trimestre raggiungendo i €2,4 miliardi, grazie al beneficio da poste fiscali non ricorrenti positive in Germania e dalla ripresa della domanda di finanziamenti. Nel FY21 il margine d'interesse (NII) è risultato in calo del 4,0 per cento rispetto all'anno precedente attestandosi a €9,1 miliardi a seguito di minori volumi di finanziamento e tassi della clientela.

Nel 4trim21 i costi totali sono rimasti sostanzialmente invariati sia trimestre su trimestre che anno su anno a €2,5 miliardi, con leva operativa positiva di circa 5 p.p.. Grazie ad un approccio disciplinato, nel 2021 i costi totali sono rimasti invariati rispetto all'esercizio precedente a €9,8 miliardi nonostante l'impatto degli investimenti nel business, il rialzo dell'inflazione e la normalizzazione delle retribuzioni variabili. Il rapporto costi/ricavi si è attestato al 55,7 per cento nel 4trim21, in rialzo di 0,5 p.p. trimestre su trimestre e in calo di 2,3 p.p. anno su anno, e al 54,6 per cento nel FY21, in calo di 2,6 p.p. rispetto all'esercizio precedente.

Il costo del rischio contabile (CoR) si è attestato a 37 punti base nel FY21, in calo di 68 punti base rispetto all'esercizio precedente, registrando una tendenza di diminuzione in tutte le divisioni.

La qualità dell'attivo [2] resta solida, con il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi di Gruppo al 3,6 per cento. Alla fine del trimestre il CET1 ratio contabile è pari al 15,03 per cento e il CET1 ratio pro-forma è pari al 14,13 per cento1, dedotti circa €2,58 miliardi della componente di riacquisti di azioni, al di sopra della guidance FY21 pari a 13,5-14 per cento [1]. Il patrimonio netto tangibile si è attestato a €52,8 miliardi, in aumento del 4,4 per cento su base annua, mentre il valore contabile netto per azione è stato pari a €23,9, in rialzo del 5,7 per cento anno su anno, principalmente grazie all'utile netto.

La proposta di distribuzione ordinaria per €3,75 miliardi, composta da dividendi in contanti per circa €1,17 miliardi e riacquisti di azioni per circa €2,58 miliardi, sarà presentata all'assemblea degli azionisti del prossimo 8 aprile. Il dividendo in contanti è soggetto all'approvazione dell'assemblea degli azionisti, mentre il riacquisto di azioni proprie deve essere approvato dagli organi di vigilanza e dall'assemblea degli azionisti. Intendiamo iniziare il riacquisto di azioni proprie non appena possibile una volta ottenute le relative approvazioni.

Abbiamo integrato la sostenibilità in ogni nostra azione, in modo da essere d'esempio nel modo in cui gestiamo il nostro business, accompagnare i clienti in una transizione equa e positiva, contribuire a una società più sostenibile. In questo contesto, nel corso del 2021 abbiamo aderito alla Net-Zero Banking Alliance, dichiarando pubblicamente il nostro impegno per un futuro più sostenibile. Inoltre, abbiamo recentemente migliorato le nostre policy sul carbone e su gas & petrolio, rafforzando i principi sulla base dei quali operiamo. Il Gruppo continua a progredire nel rispetto dei suoi impegni Net-Zero e incorpora i criteri ESG in tutte le aree di business, al contempo rafforzando la cultura aziendale con l'obiettivo condiviso di fornire alle comunità gli strumenti per progredire.

I principali eventi recenti includono:
  • L'esecuzione per €445 milioni sui €652 milioni del "Secondo programma di riacquisto di azioni proprie 2021" relative al FY20
  • Il collocamento di due emissioni di un'obbligazione Senior Preferred di UniCredit SpA per complessivi €1,75 miliardi
  • L'aumento da parte di Fitch del rating di UniCredit SpA, modificato a 'BBB' con outlook stabile da 'BBB-'
  • Il miglioramento da parte di S&P dell'outlook di UniCredit SpA, passato da stabile a positivo





Andrea Orcel, Amministratore Delegato di UniCredit S.p.A. :

"Gli eccellenti risultati del 2021 sono il frutto delle incisive azioni intraprese durante l'anno, del progressivo emergere della nostra cultura aziendale, della dedizione dei dipendenti e della continua fiducia dei nostri clienti. Abbiamo superato i target dell'anno per ricavi, costi e utile netto sottostante, producendo un RoTE del 7,3 per cento e una considerevole generazione organica di capitale. Riconfermiamo l'impegno ad aumentare in misura significativa i rendimenti dei nostri azionisti senza compromettere la nostra robusta posizione patrimoniale e intendiamo distribuire agli investitori, una volta ottenute le approvazioni, €3,75 miliardi complessivi, sotto forma di dividendi in contanti e riacquisto di azioni proprie. Pur considerando tale distribuzione, abbiamo concluso l'anno con un CET1 ratio pro-forma del 14,13 per cento. Questi risultati sono il preludio di quello che il nostro modello a basso assorbimento di capitale ci permetterà di conseguire nel 2022 e oltre a beneficio di tutti i nostri azionisti."





Note:

[1] Il CET1 fully loaded include la deduzione del pro-quota della componente in contanti prevista dalla distribuzione ordinaria dei capitale (30 per cento dell'utile netto sottostante). Il CET1 ratio pro-forma include inoltre approssimativamente €2,58 mld in riacquisto di azioni proprie la cui deduzione verrà eseguita nel 2022 dopo l'approvazione da parte della BCE.
[2] Le esposizioni deteriorate escludono le attività classificate come destinate alla vendita



----------------------------------------

Copio-incollo anche il comunicato di Unicredit per l'esposizione in Russia datato 8/3/2022 ed ancora presente sul sito Unicredit:

Comunicato stampa​


UniCredit è presente in Russia dal 2005 e ha già saputo in passato adattarsi e operare nel pieno rispetto di contesti sanzionatori. Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi nel paese, in piena collaborazione con le autorità di regolamentazione, avvalendoci di team di esperti dedicati che hanno definito piani di emergenza consistenti per proteggere il nostro personale operativo nell'area, i clienti in tutta Europa e gli azionisti.

UniCredit Bank Russia ha una posizione creditoria autofinanziata di 7,8 miliardi di euro a fine 2021, RWA di 9,4 miliardi di euro e un patrimonio netto di 2,5 miliardi di euro. Al netto delle coperture sui cambi, la nostra esposizione diretta a UniCredit Bank Russia ("UCBR") si riduce a circa 1,9 miliardi di euro.

L'esposizione cross border nei confronti di clientela russa[1] è attualmente pari a circa 4,5 miliardi di euro, al netto delle garanzie di circa 1 miliardo di euro da parte di Export Agencies pubbliche non russe, e rappresenta circa 3 miliardi di euro di RWA. L'esposizione è quasi interamente verso le principali multinazionali russe, per lo più in valute EUR e USD, con contratti regolati da leggi internazionali e soggetti a tribunali internazionali. Le controparti impattate dalle sanzioni rappresentano meno del 5% della espozione cross border complessiva. Le principali esposizioni del portafoglio si riferiscono ai seguenti settori: circa il 30% verso il petrolio e il gas, circa il 20% ciascuno verso i trasporti e i macchinari & metalli, circa il 10% verso i prodotti chimici, circa l'8% verso le istituzioni finanziarie e la parte residua verso un mix di altri settori.

Abbiamo un'esposizione mark-to-market in derivati verso le banche russe di circa 300 milioni di euro, al netto del collaterale. La massima perdita potenziale nel caso in cui il valore del RUB si approssimi allo zero è di circa 1 miliardo di euro.

Nello scenario estremo, in cui la totalità della nostra massima esposizione non possa essere recuperata e venga azzerata, l'impatto sul CET1 ratio di UniCredit a fine 2021 (15,03%, che sconta il dividendo maturato nel 2021 per 1,2 miliardi di euro) sarebbe di circa 200 punti base. La nostra solida posizione di capitale ci consentirebbe di assorbire questo impatto senza scendere al di sotto del 13%.

Sebbene questo scenario estremo non venga considerato come caso base, il nostro approccio alla distribuzione è prudente e sostenibile. In virtù di questo, confermiamo il dividendo in contanti proposto per il 2021 di 1,2 miliardi di euro, mantenendo un CET1 ratio superiore al 13% anche nello scenario peggiore.

Inoltre, confermiamo la nostra intenzione di eseguire il riacquisto di azioni fino all'importo precedentemente concordato di 2,58 miliardi di euro [2],[3], sotto la condizione che il nostro CET1 proforma di fine anno 2021 rimanga superiore al 13,0%. Un impatto finale sul capitale delle nostre esposizioni russe inferiore a 200 punti base ci permetterà di utilizzare fino a un importo equivalente per il riacquisto di azioni. Forniremo aggiornamenti al mercato sullo sviluppo dell'esposizione a 200 punti base su base trimestrale, a meno che il miglioramento non sia superiore a 25 punti base, nel qual caso forniremo un aggiornamento ad hoc.

Il nostro target CET1 capital ratio si mantiene all'interno dell'intervallo del 12,5-13,0%.

Continuiamo a gestire dinamicamente la nostra esposizione al rischio, valutando costantemente il potenziale impatto del conflitto sul PIL globale e sulle politiche pubbliche.


Milan, 8 Marzo 2022

Note:

[1] Esposizione a Default comprendente controparti/gruppi russi non direttamente contabilizzati in UniCredit Bank Russia e controparti/gruppi russi con sede fuori dalla Russia. Dati Manageriali
[2] Limitata per legge al 10% del capitale sociale
[3] Soggetto alle approvazioni delle autorità regolamentari e degli azionisti all'assemblea annuale dell'8 aprile 2022


Contatti:

Media Relations: e-mail: MediaRelations@unicredit.eu

Investor Relations: e-mail: InvestorRelations@unicredit.eu
 
Ultima modifica:
Tutta roba che si trova sul sito ufficiale di Unicredit eh...
Più di così...
Stai sostenendo che Unicredit pubblica dati falsi.
La sintesi di quel comunicato era e resta: se pure ci azzerano la posizione in Russia (cosa che potrebbe pure ancora accadere) oh, AMEN.
Quindi il tracollo era ingiustificato.
Che poi sia stato il rialzo dei tassi a spingere profitti e quotazioni va da sé.
Il fatto che il tracollo fosse ingiustificato era un'ottimo motivo per entrare, il fatto che i rialzi dei tassi pompassero i profitti un'ottimo motivo per restare, il fatto che i buyback tendano a controbilanciare (in parte almeno) i tagli dei tassi un ottimo motivo per resistere (oltre al fatto che quando paghi le imposte sui capital gains poi ti restano meno risorse da investire ed oggi non c'è granché di meglio in giro di Unicredit, magari meglio, ma non granché meglio).
 
Ultima modifica:
Anche a me, ma non è una buona ragione per scaricare le sue frustrazioni sugli altri.
Tutti abbiamo avuto motivi di frustrazione prima o poi, ma non necessariamente bisogna essere "cattivi esempi".
a me dispiace leggere che e' dentro da prima del 2008. E' proprio un cattivo esempio per il prossimo :flower:
 
Tutta roba che si trova sul sito ufficiale di Unicredit eh...
Più di così...
Stai sostenendo che Unicredit pubblica dati falsi.
La sintesi di quel comunicato era e resta: se pure ci azzerano la posizione in Russia (cosa che potrebbe pure ancora accadere) oh, AMEN.
Quindi il tracollo era ingiustificato.
Che poi sia stato il rialzo dei tassi a spingere profitti e quotazioni va da sé.
Il fatto che il tracollo fosse ingiustificato era un'ottimo motivo per entrare, il fatto che i rialzi dei tassi pompassero i profitti un'ottimo motivo per restare, il fatto che i buyback tendano a controbilanciare (in parte almeno) i tagli dei tassi un ottimo motivo per resistere (oltre al fatto che quando paghi le imposte sui capital gains poi ti restano meno risorse da investire ed oggi non c'è granché di meglio in giro di Unicredit, magari meglio, ma non granché meglio).
Bravo Joda....
Ma che sei Orcel???
Cordiali Saluti

:clap: :clap: :clap: :bye: :bye: :bye:
 
Anche a me, ma non è una buona ragione per scaricare le sue frustrazioni sugli altri.
Tutti abbiamo avuto motivi di frustrazione prima o poi, ma non necessariamente bisogna essere "cattivi esempi".
Chi nomini è meglio metterlo in ignora.. .
Ciao buon Fine Settimana
 
a mio avviso, anche leggendo l'articolo, dove si dice che non "hanno affondato il colpo" sulla Francia, sta diventando sempre più evidente la natura prevalentemente geo-politica dei giudizi delle cosiddette grandi agenzie. (Più Macron si sogna Napoleone che marcia su Mosca e meno lo toccano).
c'entra la guerra insomma e la fedeltà atlantica. In un contesto diverso avrebbero probabilmente downgradato sia Francia sia Italia.
Dei giudizi sugli Usa, che sono i padroni di casa delle agenzie (o i padroni e basta), non vale nemmeno la pena di parlare.
 
Ultima modifica:
a mio avviso, anche leggendo l'articolo, dove si dice che non "hanno affondato il colpo" sulla Francia, sta diventando sempre più evidente la natura prevalentemente geo-politica dei giudizi delle cosiddette grandi agenzie. (Più Macron si sogna Napoleone che marcia su Mosca e meno lo toccano).
c'entra la guerra insomma e la fedeltà atlantica. In un contesto diverso avrebbero probabilmente downgradato sia Francia sia Italia.
Dei giudizi sugli Usa, che sono i padroni di casa delle agenzie (o i padroni e basta), non vale nemmeno la pena di parlare.
E l'Europa manco ne ha una di agenzie....
li mortacci....
 
Il driver oggi sono i tassi, è abbastanza palese dai movimenti concordi ed invertiti dei titoli che vengono penalizzati dai tagli e di quelli che ne beneficiano.
Banca Sistema per il suo tipo di attività è sostanzialmente l'unico bancario che sia stato penalizzato dai rialzi dei tassi dell'ultimo anno e mezzo ed è praticamente l'unico che stia beneficiando di queste aspettative innescate dagli USA.
Titoli con indebitamento significativo come IGD e FNM sono con il segno più.
Praticamente tutti i finanziari (non solo bancari) sono con il segno meno.
A giugno, quando con ogni probabilità ci sarà il primo taglio BCE si ballerà abbastanza.
Comunque per Unicredit c'è un importante buyback aperto, male male con gli stessi soldi compra più azioni, quindi cancella più azioni, quindi aumenta di più gli EPS futuri.
Dal quel punto di vista la situazione è grave ma non seria.
Penso che anch'io possa fare 5€ di EPS in modo stabile, ma anche di più solo grazie a riduzione azioni, anche a parità di utili che non è detto che non possano crescere ancora.

Per quanto riguarda capital gain si in effetti ci si incastra a man mano che si sale, ma ogni tanto bisogna vendere qualcosina e ricomprare tanto per stare molleggiati pronti ad eventuali inversioni che è comunque molto difficile beccare, quindi si rischia di far e più danni che guadagni.

Poi qualche storno dal massimo prima o poi avverrà, ma secondo me gli occhi devono stare puntati sugli utili , la quotazione dell'azione è relativa, l'importante è avere un numero tot di azioni per avere un reddito annuale da azioni che ci si prefigge e poi stare attenti nelle compravendite dei lotti a non ricomprarla mai ad un prezzo più alto di quello di vendita, piuttosto lasciar perdere il riacquisto del lotto e tenersi il minor numero di azioni rimaste in portafoglio, in modo da non darla mai vinta al mercato che ti può rovinare lentamente il pmc fino ad annullare tutto il guadagno a colpi di micro-perdite in conto capitale.

Uno potrebbe campare solo con gli utili e le azioni le lascia in eredità, credo che per le azioni poi basti pagare l'imposta di successione , ma anche no se si sta sotto la franchigia, pagando l'imposta di successione chi eredita se le mette in carico ai prezzi di mercato senza pagare il capital gain. Credo che per le azioni funzioni così, per altre tipologie di titoli tipo quelli derivati credo di no, chi eredita gli tocca pagare il capital gain e credo anche l'imposta di successione che quella resta comunque.
 
Penso che anch'io possa fare 5€ di EPS in modo stabile, ma anche di più solo grazie a riduzione azioni, anche a parità di utili che non è detto che non possano crescere ancora.

Per quanto riguarda capital gain si in effetti ci si incastra a man mano che si sale, ma ogni tanto bisogna vendere qualcosina e ricomprare tanto per stare molleggiati pronti ad eventuali inversioni che è comunque molto difficile beccare, quindi si rischia di far e più danni che guadagni.

Poi qualche storno dal massimo prima o poi avverrà, ma secondo me gli occhi devono stare puntati sugli utili , la quotazione dell'azione è relativa, l'importante è avere un numero tot di azioni per avere un reddito annuale da azioni che ci si prefigge e poi stare attenti nelle compravendite dei lotti a non ricomprarla mai ad un prezzo più alto di quello di vendita, piuttosto lasciar perdere il riacquisto del lotto e tenersi il minor numero di azioni rimaste in portafoglio, in modo da non darla mai vinta al mercato che ti può rovinare lentamente il pmc fino ad annullare tutto il guadagno a colpi di micro-perdite in conto capitale.

Uno potrebbe campare solo con gli utili e le azioni le lascia in eredità, credo che per le azioni poi basti pagare l'imposta di successione , ma anche no se si sta sotto la franchigia, pagando l'imposta di successione chi eredita se le mette in carico ai prezzi di mercato senza pagare il capital gain. Credo che per le azioni funzioni così, per altre tipologie di titoli tipo quelli derivati credo di no, chi eredita gli tocca pagare il capital gain e credo anche l'imposta di successione che quella resta comunque.

ogni 1 euro di incremento del valore del titolo va considerato che l' incremento reale netto è 0.74. A parte questo non vedo altri problemi ad avere in ptf azioni con un PMC basso. Quando le venderò pagherò il cg. Ma tra il pagarlo poco per volta ricomprando poi o tutto insieme.non riesco a intravedere grande differenza a parte l importante esborso tutto in un colpo.
La somma del pagato è uguale.
Basta considerare che 1 euro lordo = 0.74 netto.
imho
 
Tutta roba che si trova sul sito ufficiale di Unicredit eh...
Più di così...
Stai sostenendo che Unicredit pubblica dati falsi.
La sintesi di quel comunicato era e resta: se pure ci azzerano la posizione in Russia (cosa che potrebbe pure ancora accadere) oh, AMEN.
Quindi il tracollo era ingiustificato.
Che poi sia stato il rialzo dei tassi a spingere profitti e quotazioni va da sé.
Il fatto che il tracollo fosse ingiustificato era un'ottimo motivo per entrare, il fatto che i rialzi dei tassi pompassero i profitti un'ottimo motivo per restare, il fatto che i buyback tendano a controbilanciare (in parte almeno) i tagli dei tassi un ottimo motivo per resistere (oltre al fatto che quando paghi le imposte sui capital gains poi ti restano meno risorse da investire ed oggi non c'è granché di meglio in giro di Unicredit, magari meglio, ma non granché meglio).
il valore di uni in borsa penso che sia sempre stato corretto, anche in quei frangenti
in quel momento non valeva di più
parimenti, non valeva di più nella primavera 2020 pandemia 6 euro
primavera 2017 arrivò a valere meno dei soldi appena messi con l'aumento di capitale

i dati unicredit falsi?

primavera 2016 ghizzoni paga un modestissimo dividendo (12 cent) e dice va tutto bene,.. siamo solidi
tre mesi dopo si deve chiamare mustier
varare il più grande auc fatto in europa vendere pekao e pioneer
in quei dì capitalizzavamo meno dei 13 miliardi appena messi, ovvero senza adc tecnicamente falliti

dunque ghizoni mentiva sapendo mentire, non solo lui, le banche italiane
valevano meno degli npl che avevano in pancia
e senza i soldi infiniti e gratis della bce tutti a casa

il mercato di ghizzoni, e dei suoi bilanci, se ne fregava, e valutava correttamente il titolo

primavera 2022 bilancio 2021 falso?, no prospettico, non svaluta la russia, non svaluta npl
abbellisce il tutto, sapendo che pagherà i bb coi soldi del 2022 sei ci saranno
il mercato non gli crede e stazioniamo poco sopra i 10 euro
nel frattempo partono i tassi col denaro a costo zero, scommessa vinta
per orcel e per noi

russia la svaluta nel 23 e nel 24 per la meta dei 15 mld che costerebbe
scommettendo che se le cose vanno bene decuplicherà il valore
se bce ci obbliga a uscire, milirdi ci costa, in parte compensati da minori tasse da pagare

una scommessa, come il dare il 100x100 dell'utile agli azionisti

i bilanci si scrivono, ma il mercato ha sempre ragione
vedremo martedì
 
ogni 1 euro di incremento del valore del titolo va considerato che l' incremento reale netto è 0.74. A parte questo non vedo altri problemi ad avere in ptf azioni con un PMC basso. Quando le venderò pagherò il cg. Ma tra il pagarlo poco per volta ricomprando poi o tutto insieme.non riesco a intravedere grande differenza a parte l importante esborso tutto in un colpo.
La somma del pagato è uguale.
Basta considerare che 1 euro lordo = 0.74 netto.
imho
Come dici tu si va pagata comunque, potrei solo aggiungere un altra cosa che meglio pagarla dopo che prima, perché c'è il tasso di interesse da applicare alle somme versate incassate in istanti temporali diversi, in sostanza se paghi prima l'imposta ti privi di un capitale che potevi farlo fruttare, poca roba, ma per essere precisi ci sarebbe anche questa considerazione

Ci sarebbe anche da valutare l'istituto dell'Affrancamento che consentirebbe di pagare un capital gain in forma ridotta al 16% invece del 26%, però i titoli verrebbero messi in un deposito a parte, non possono maturare minusvalenze e devi pagare l'imposta subito e non un domani, credo che si possa applicare una volta soltanto agli stessi titoli. Bisogna anche vedere se lo ripropongano anche il prossimo anno perché non è definitivo.
 
il valore di uni in borsa penso che sia sempre stato corretto, anche in quei frangenti
in quel momento non valeva di più
parimenti, non valeva di più nella primavera 2020 pandemia 6 euro
primavera 2017 arrivò a valere meno dei soldi appena messi con l'aumento di capitale

i dati unicredit falsi?

primavera 2016 ghizzoni paga un modestissimo dividendo (12 cent) e dice va tutto bene,.. siamo solidi
tre mesi dopo si deve chiamare mustier
varare il più grande auc fatto in europa vendere pekao e pioneer
in quei dì capitalizzavamo meno dei 13 miliardi appena messi, ovvero senza adc tecnicamente falliti

dunque ghizoni mentiva sapendo mentire, non solo lui, le banche italiane
valevano meno degli npl che avevano in pancia
e senza i soldi infiniti e gratis della bce tutti a casa

il mercato di ghizzoni, e dei suoi bilanci, se ne fregava, e valutava correttamente il titolo

primavera 2022 bilancio 2021 falso?, no prospettico, non svaluta la russia, non svaluta npl
abbellisce il tutto, sapendo che pagherà i bb coi soldi del 2022 sei ci saranno
il mercato non gli crede e stazioniamo poco sopra i 10 euro
nel frattempo partono i tassi col denaro a costo zero, scommessa vinta
per orcel e per noi

russia la svaluta nel 23 e nel 24 per la meta dei 15 mld che costerebbe
scommettendo che se le cose vanno bene decuplicherà il valore
se bce ci obbliga a uscire, milirdi ci costa, in parte compensati da minori tasse da pagare

una scommessa, come il dare il 100x100 dell'utile agli azionisti

i bilanci si scrivono, ma il mercato ha sempre ragione
vedremo martedì
Per la storia della Russia, adesso Putin ha espropriato la filiale in Russia dell'Italiana Ariston e Unicredit dovrebbe essere espropriata della filiale Russa, non da Putin, ma dalla BCE, si direbbe presi in mezzo tra due fuochi.
 
Per la storia della Russia, adesso Putin ha espropriato la filiale in Russia dell'Italiana Ariston e Unicredit dovrebbe essere espropriata de

lla filiale Russa, non da Putin, ma dalla BCE, si direbbe presi in mezzo tra due fuochi.
a me stupiva che non lo avesse già fatto. Del resto è quello che l occidente sta facendo alle aziende Russe.
Io penso che Orcel faccia bene a rifiutarsi di mollare le attività in Russia.
Se la BCE vuole che chiuda, le compra lei e poi le chiude. imho.
 
Per la storia della Russia, adesso Putin ha espropriato la filiale in Russia dell'Italiana Ariston e Unicredit dovrebbe essere espropriata della filiale Russa, non da Putin, ma dalla BCE, si direbbe presi in mezzo tra due fuochi.
si sapeva che investire in certi paesi si rischia, ma si guadagna tanto (tassi oltre il 10%)
non facciamo le verginelle :D
 
Se buy back partisse già martedì 7 sarebbe rimasto lunedì senza paracadute
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro