IntesaSanpaolo: solo NEWS n° 3

Intesa Sanpaolo, una gallina dalle uova d’oro per gli analisti. Piovono 22 buy, Banca Akros alza il target price prima dei conti
Intesa Sanpaolo, una gallina dalle uova d’oro per gli analisti. Piovono 22 buy, Banca Akros alza il target price prima dei conti
Carlo Messina, ceo Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, una gallina dalle uova d’oro per gli analisti. Piovono 22 buy, Banca Akros alza il target price prima dei conti​

di Elena Dal Maso

Solo il dividend yield atteso nel 2024 è di oltre l’11%. Ecco le attese sui conti del 2023 di Banca Akros e il consenso Bloomberg sul titolo, con gli ultimi aggiornamenti dei broker internazionali. Il gruppo guidato dall’ad Carlo Messina pubblica il bilancio il 6 febbraio



Si avvicina la stagione delle trimestrali anche in Italia, dopo la partenza in bianco e nero a Wall Street. Intesa Sanpaolo pubblicherà i risultati relativi al 2023 il 6 febbraio. Venerdì 19 gennaio il titolo della banca milanese, guidata dall’ad Carlo Messina, sale dello 0,65% a 2,77 euro per 50,61 miliardi di capitalizzazione, da inizio 2024 è positivo per il 3% circa, ha corso per il 25% negli ultimi 12 mesi.

Banca Akros: utile netto 2023 atteso +74%​

Gli analisti di Banca Akros si aspettano che Intesa Sanpaolo chiuda il 2023 con ricavi per 25,062 miliardi, in aumento del 16,7% anno su anno e un utile netto in crescita del 73,4% a 7,55 miliardi di euro, in linea con le linee guida della banca, «trainato dalla forte performance dei margini di interesse – NII - e dal dimezzamento delle svalutazioni sui prestiti (-47,6% a -1,630 miliardi, ndr)».

Gli analisti ritengono di conseguenza che la posizione patrimoniale rimanga solida, con un ratio Cet 1 piatto trimestre su trimestre al 13,6% dopo aver calcolato un dividendo per azione (Dps) annuo previsto di 0,29 euro, di cui 0,144 già pagati come acconto sul dividendo il 22 novembre scorso.

Più margine di interesse, meno commissioni​

I ricavi totali sono quindi previsti in aumento del 17 % a oltre 25 miliardi di euro, «grazie al Net Interest Income in crescita del 52% a livello annuale a quasi 14,5 miliardi di euro determinato dall'aumento dei tassi di interesse a breve termine». Le commissioni nette sono previste in calo del 4% a 8,5 miliardi di euro per il minor patrimonio gestito (nel 2023 le banche hanno dovuto confrontarsi con la diretta concorrenza dei Btp), mentre i proventi assicurativi sono previsti in calo del 3% a 1,65 miliardi di euro a causa della «scarsa performance nel ramo Vita».

Gli utili da trading sono invece attesi a 0,4 miliardi di euro contro 1,4 miliardi di euro un anno fa a causa delle «limitate attività sui mercati». La banca, secondo gli analisti, «ha mantenuto sotto controllo i costi operativi, con una crescita prevista del 3,5% a 11,3 miliardi di euro, che porta a un utile operativo lordo (Gop) a 13,7 miliardi di euro, in rialzo del del 30% anno su anno con un rapporto fra costi e ricavi senza precedenti pari a 45% rispetto al 51% del 2022».

La qualità degli attivi
del gruppo è rimasta «resiliente e le svalutazioni dei prestiti sono attese scendere del 48% a 1,6 miliardi di euro, dal momento che l'anno precedente era stato gravato da accantonamenti legati al conflitto Russia-Ucraina». Ecco perché Banca Akros venerdì 19 gennaio alza il target price su Intesa Sanpaolo da 3 a 3,7 euro (con un potenziale rialzo del 34,5% rispetto ai prezzi attuali). Gli esperti confermano il giudizio buy «su questo titolo di alta qualità, che offre un rendimento da dividendi a due cifre, con forte visibilità». Il dividend yield atteso per il 2024 è dell’11,3% ai valori attuali.

Consenso Bloomberg: 22 buy su Intesa

Il consenso Bloomberg su Intesa Sanpaolo è di 22 giudizi buy, 6 hold e 1 Sell. Di seguito gli ultimi 10 aggiornamenti sul titolo, che vanno dal 4 al 18 gennaio 2024:
  1. Jefferies, buy, target price 3,9 euro
  2. KBW, outperform, target price 3,88 euro
  3. Oddo, outperform, target price 3,80 euro
  4. Societe Generale, buy, target price 3,40 euro
  5. JPMorgan, overweight, target price 3,60 euro
  6. Intermonte, outperform, target price 3,60 euro
  7. Mediobanca, neutral, target price, 3,0 euro
  8. Kepler Cheuvreux, buy, target price 3,4 euro
  9. Autonomous Research, neutral, target price, 3,11 euro
  10. AlphaValue, buy, target price 3,8 euro
Orario di pubblicazione: 19/01/2024 09:49
Ultimo aggiornamento: 19/01/2024 11:33
 
Azioni, da Generali a Stellantis e Unicredit, ecco quanto corrono in borsa le 10 società a maggiore capitalizzazione
Azioni, da Generali a Stellantis e Unicredit, ecco quanto corrono in borsa le 10 società a maggiore capitalizzazione
Torre Generali

Azioni, da Generali a Stellantis e Unicredit, ecco quanto corrono in borsa le 10 società a maggiore capitalizzazione​

di Sara Bichicchi

Generali ha superato la soglia psicologica dei 20 euro per azione, che non raggiungeva dal 2022, e in un anno è cresciuta del 16%. Ma c’è chi ha fatto anche meglio, a partire dalle banche e da Ferrari​



Generali ha superato la soglia psicologica dei 20 euro per azione, un livello che non vedeva da due anni, e la capitalizzazione della società è arrivata a 31,8 miliardi di euro (dati a venerdì 19 gennaio). Con questi numeri è l’ottava società per market cap a Piazza Affari. E la seconda, tra le dieci più capitalizzate del Ftse Mib, per performance in borsa nell’ultimo mese (+6,5%).

Sul listino milanese il primato, in termini di valore sul mercato, va a Enel che ha una capitalizzazione di circa 67,3 miliardi di euro, seguita da Stellantis (62,8 miliardi) e Ferrari (62 miliardi). Tra dicembre e gennaio, tuttavia, il titolo di Enel è rimasto sostanzialmente piatto, mentre Stellantis ha ceduto oltre l’8%. Buona la tenuta di Ferrari, che negli ultimi 30 giorni ha guadagnato l’1%, e di Snam, decima per market cap a quota 16 miliardi, che è cresciuta dell’1,6%. Negativi, invece, gli andamenti mensili di Tenaris (capitalizzazione di 17,1 miliardi, nono posto), in calo dell’8,8%, e Stm(market cap di 36,7 miliardi, settima) che ha perso circa l’11%, uno dei trend peggiori del Ftse Mib da inizio anno.

I rialzi più sostenuti nell’ultimo mese sono arrivati dal comparto banche-assicurazioni.In particolare Unicredit - con una capitalizzazione di 45,5 miliardi di euro (quinto posto) - è passata dai 24,3 euro per azione del 19 dicembre ai 26,5 euro della chiusura di venerdì 19 gennaio. Il balzo, dunque, è del 9,6%. Ma il rally della banca guidata da Andrea Orcel, che a breve nominerà il nuovo cda, è ancora più evidente su base annuale: in questo caso il rialzo è dell’80%, il più elevato nella top ten delle più capitalizzate. Dopo Unicredit c’è Intesa Sanpaolo. L’istituto guidato da Carlo Messinaha guadagnato il 5% in un mese e il 22,5% in un anno. In mezzo, appunto, Generali, che è salita del 6,5% su base mensile e del 16% in 365 giorni.
Dopo Unicredit, che stacca tutte le altre, le migliori tra le regine della capitalizzazione, su un anno, sono Ferrari (+43,5%) e Stellantis (+37,9%). In frenata, invece, le utilities con Eni sostanzialmente stabile e Snam in calo del 5,5%, mentre Enel è cresciuta di circa il 15%. Negativo anche il bilancio di Tenaris che ha ceduto il 16% mentre Stmregistra un rialzo del 2,6%. (riproduzione riservata)

Milano Finanza - Numero 015 pag. 8 del 20/01/2024

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Banche italiane, cosa aspettarsi dai risultati del quarto trimestre del 2023. I nuovi target price di Barclays
Banche italiane, cosa aspettarsi dai risultati del quarto trimestre del 2023. I nuovi target price di Barclays


Banche italiane, cosa aspettarsi dai risultati del quarto trimestre del 2023. I nuovi target price di Barclays​

di Francesca Gerosa

Le banche italiane sono attese al test delle trimestrali: ad aprire le danze sarà Unicredit il 5 febbraio. Barclays si aspetta conti positivi e nessuna sorpresa negativa sul margine di interesse. Ma taglia le stime di utile per il 2024 e il 2025 e rivede i target price. 5 i buy



Le banche italiane sono attese al test delle trimestrali: ad aprire le danze sarà Unicreditil prossimo 5 febbraio. Seguiranno Intesa Sanpaolo (6 febbraio), Mps e Bper Banca il 7 febbraio, Banco Bpm e Credem l’8 febbraio e Mediobanca il 9 febbraio. Barclays, nel complesso, si aspetta che l'utile netto del quarto trimestre del 2023 sia solido, che le previsioni di utile per azione (eps) per il 2024 siano mantenute e che i messaggi sui ritorni di capitale siano positivi. Tutto questo è generalmente riflesso nelle stime del consenso, tuttavia le reazioni dei prezzi dei titoli delle banche italiane dipenderanno dalle azioni a sostegno della credibilità degli eps, secondo la banca d’affari. A questo proposito, «riteniamo che Intesa Sanpaolo e Unicredit siano posizionate in modo ottimale», si legge nel report di Barclays raccolto da milanofinanza.it.

Le guidance sul margine di interesse verranno confermate

Più in dettaglio, la previsione di Barclays sul margine di interesse per il 2024 è ancora in linea con le precedenti indicazioni delle stesse banche che il broker si aspetta vengano confermate, considerando i seguenti fattori: in primo luogo l’Euribor a 1 mese e a 3 mesi è stabile o leggermente inferiore rispetto all'anno precedente, in base alla curva dei tassi forward; il primo trimestre che dovrebbe mostrare un calo anno su anno dell'Euribor è il terzo di quest’anno (nel secondo è atteso piatto). «Ciò potrebbe favorire l’andamento del margine di interesse delle banche italiane», dice Barclays.

Barclays riduce le stime sul margine di interesse per il 2024 e il 2025

In secondo luogo il beta dei depositi è ancora molto basso. Aumenterà nonostante il taglio dei tassi? «È possibile che il princing dei depositi a termine diminuisca, ma lo stock è basso in Italia, il 13% dei depositi totali del settore secondo i dati di novembre 2023 della Bce», aggiunge Barclays. In terzo luogo, lo spread degli asset potrebbe subire una certa pressione competitiva. Questo non è ancora visibile in Italia, ma potrebbe verificarsi nel contesto di una bassa crescita/domanda di prestiti. «Complessivamente, riduciamo le nostre stime sul margine di interesse del settore bancario italiano per il 2024 dello 0,5% in media e del -2,7% nel 2025, riflettendo le ultime stime sui tassi del nostro team macroeconomico e il loro effetto sulle strategie di copertura e sulla sensibilità delle banche; ciò è parzialmente compensato dalle considerazioni sopra menzionate sul trend del beta dei depositi».

Nessuna sorpresa dai conti del quarto trimestre del 2023

Per quanto riguarda i conti del quarto trimestre del 2023 Barclays non vede sorprese; sicuramente saranno positivi, ma non dovrebbero influenzare in modo significativo i cambiamenti delle stime di eps. «Secondo noi, le reazioni dei prezzi dei titoli delle banche italiane dipenderanno più dalle azioni/annunci che sostengono la credibilità dell'utile per azione nel 2024 e oltre», afferma Barclays citando due esempi: Unicredite Intesa Sanpaolo.

Le spese di ristrutturazione di Unicredit dovrebbero essere utilizzate per avviare importanti azioni di riduzione dei costi. Il management della banca punta a essere il più possibile vicino all'obiettivo originale del piano industriale di 9,4 miliardi di euro di spese operative nel 2024 (il consenso stima 9,6 miliardi). Infatti, «se dovesse registrare 0,8 miliardi di spese di ristrutturazione nel quarto trimestre dello scorso anno, Unicredit potrebbe risparmiare 0,2 miliardi l'anno, se pagasse circa l'80% degli stipendi per 5 anni a circa 3.000 dipendenti», precisa Barclays.

Nel caso, invece, di Intesa Sanpaolo, Barclays ha calcolato che una distribuzione extra fino a 2 miliardi di euro lascerebbe l’istituto con un coefficiente patrimoniale sopra il 13%. « Intesa Sanpaolo potrebbe annunciare un buyback come parte della sua politica di distribuzione del capitale del 2023. Questo spingerebbe l’eps», prevede Barclays. Cosa potrebbe andare storto? «Pensiamo che la principale sorpresa negativa potrebbe essere una revisione più ampia del margine di interesse, rispetto alle nostre aspettative, non compensata da altri fattori a livello di utile per azione», avverte la banca d’affari.

In generale, Barcalys si aspetta nel quarto trimestre del 2023 ricavi solidi, con un margine di interesse quasi stabile rispetto al trimestre precedente e in aumento anno su anno (+24% anno su anno per Intesa Sanpaolo, +4% per Unicredit, +20% per Mps, +18,3% per Banco Bpm, +49,7% per Bper Banca, +11% per Mediobanca e +30% per il Credem) così come per le commissioni (-5,9% anno su anno per Intesa Sanpaolo, -0,8% per Unicredit, +7,3% per Mps, -0,5% per Banco Bpm, -2% per Bper Banca, -15,6% per Mediobanca e -2,1% per il Credem) che potrebbero non mostrare la normale stagionalità positiva del quarto trimestre a causa della competizione del Btp Valore, del trend di mercato generalmente attenuato per le commissioni nella gestione patrimoniale e anche della stabilità della domanda di prestiti/attività corporate per le commissioni bancarie tradizionali. Mentre i costi dovrebbero riflettere la tipica stagionalità negativa del quarto trimestre e l'impatto retroattivo del nuovo contratto di lavoro. In attesa dei conti, Barclays ha ridotto le stime di utile netto delle banche italiane in media dello 0,1% per il 2024 e del -2,6% per il 2025. Per Mps ha ridotto il costo del capitale proprio per riflettere la riduzione del rischio connessa con gli sviluppi positivi del quarto trimestre sul fronte del rischio legale.

Barclays rivede stime e target price, 5 i buy tra le banche italiane

Quindi, Barclays ha confermato il rating overweight (sovrappesare in portafoglio) suMps con un target price rivisto da 3,40 a 3,70 euro, su Bper (target price da 4,50 a 4,40 euro), su Banco Bpm (target price a 7 euro), su Intesa Sanpaolo (target price a 3,50 euro) e su Unicredit (target price da 32,70 a 33,50 euro). Invece, ha un rating equal weight su Credem (target price da 8,80 a 8,40 euro) e Mediobanca (target price da 12,40 a 12,70 euro).

Orario di pubblicazione: 22/01/2024 10:07
Ultimo aggiornamento: 22/01/2024 11:50
 
Azioni, ecco le banche italiane che nel 2024 risentiranno dei tagli dei tassi. I dividendi più a rischio

Azioni, ecco le banche italiane che nel 2024 risentiranno dei tagli dei tassi. I dividendi più a rischio​

di Francesca Gerosa

Nel 2023, secondo le stime di Mediobanca Research, le banche italiane dovrebbero registrare una crescita notevole del margine di interesse: +44% grazie ai tassi più elevati e una remunerazione limitata sui depositi. Un trend che si invertirà nel 2024. Tre le banche italiane più sensibili a un taglio dei tassi. Una, in caso di M&A, potrebbe trasformarsi in una trappola di valore




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Mediobanca Research ha adottato una posizione costruttiva sulle banche italiane sensibili ai tassi nel 2023 (con rating outperform su Unicredit, Bper e Banco Bpm fin dall'inizio dell'anno), poiché l’aumento del costo del denaro ha portato a un aumento rilevante dei margini, a rendimenti elevati e una solida generazione di capitale. Tuttavia, nel 2024 la banca d’affari ritiene che la situazione possa cambiare radicalmente. L'inflazione, infatti, dovrebbe avvicinarsi all'obiettivo della Bce nei prossimi mesi, determinando un cambiamento nella politica monetaria della banca centrale e implicando significativi tagli dei tassi nel 2024 e nel 2025. La curva dei tassi forward implica un taglio di circa 150 punti base nel 2024, seguito da ulteriori 50 punti base nel 2025.

Mediobanca Research declassa Banco Bpm, Bper Banca e la Popolare di Sondrio

Nel 2023, secondo le stime di Mediobanca Research, le banche italiane dovrebbero registrare una crescita notevole del margine di interesse: +44% poiché i tassi più elevati e una remunerazione limitata sui depositi (10-15% il beta sui depositi) hanno fatto aumentare i rendimenti (a doppia cifra nel 2023). «Ma temiamo che ciò possa invertirsi nel 2024 poiché i tassi in calo mostreranno che i rendimenti sono probabilmente giunti al picco nel 2023 e che potrebbero arrestarsi, per poi diminuire nel 2024 e ancora di più nel 2025», avverte la banca d’affari. In questo contesto, «una posizione molto positiva sulle banche non è più appropriata».

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Per questo, nell’outlook 2024 sull’Italia datato 15 gennaio e visionato da Milanofinanza.it, la banca d’affari ha tagliato il rating sulle banche italiane più sensibili ai tassi, ovvero Banco Bpm (target price rivisto da 6,10 a 5,25 euro), Bper Banca (target price da 4,90 a 3,40 euro) e la Popolare di Sondrio (target price da 5,40 a 5,50 euro), a underperform, un doppio downgrade da outperform nel caso delle prime due. Nel contempo, ha confermato il rating outperform su Unicredit (target price a 34 euro) alla luce di un Rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) stabile al 12%, un generoso ritorno di capitale e multipli non cari. Invece, ha un rating neutral su Intesa Sanpaolo, Mps e Cred

Le banche italiane più sensibili a un taglio dei tassi

Le azioni delle banche italiane sono cresciute del 40% nel 2023 grazie al forte momentum a livello di utile per azione (eps) e al ritorno di capitale solido. Unicredit, Bper Banca, Mps e la Banco Popolare di Sondrio sono state le azioni che hanno registrato le migliori performance. « Unicredit è stata la stella del 2023, ma crediamo che sia ben posizionata per continuare a performare bene. Riteniamo anche che il pay-out (quota di utile da distribuire agli azionisti, ndr) del gruppo possa raggiungere il 100%».

Invece, Intesa Sanpaolo dovrebbe continuare a registrare un elevato Rote, intorno al 15-16%, anche con tassi più bassi grazie al trading e ai ricavi da commissioni. «Mentre Banco Bpm ha annunciato una strategia di ritorno del capitale convincente, ma temiamo che con tassi più bassi e un margine di interesse molto sensibile ai tassi, l'utile per azione possa subire pressioni e di conseguenza anche il dividendo», avverte Mediobanca Research. Per questo il rating scende a underperform. Quanto a Bper sta scambiando a multipli relativamente bassi, «ma temiamo che la redditività del 2023 non sia sostenibile, poiché i tagli ai tassi si faranno sentire sui conti del 2024 e del 2025. Inoltre, la discussione su potenziali M&A nel 2024 potrebbe trasformare Bper da valore a trappola di valore, secondo noi. Da qui il rating underperform», continua Mediobanca Research.

Anche Mps potrebbe essere coinvolta nel processo di consolidamento in Italia nel 2024. La Popolare di Sondrio, la scorsa settimana data come possibile preda di Unicredit (ha smentito), subirà come i competitor l’impatto dei tassi più bassi, ma «la mancanza di un supporto dal ritorno di capitale ci fa pensare che il prezzo dell’azione potrebbe sottoperformare l'indice Euro Stoxx Banks nel 2024, data la sua valutazione a premio. Infine, Credem è una banca sensibile ai tassi che non sarà immune dal calo del costo del denaro, ma il modello di business diversificato potrebbe aiutarla nell'attuale contesto, nonostante un rendimento relativamente basso dei dividendi».

Dividendi a rischio?


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A questo proposito, nonostante le buone performance nel 2023, le banche italiane continuano a offrire rendimenti dei dividendi interessanti, in media circa l’8% nel 2023-2024 o circa il 13-11,5% includendo i buyback. Unicredit, continua la banca d’affari, rimane l’istituto di credito che offre la migliore remunerazione agli azionisti anche in Europa, con buyback stimati per circa 5 miliardi di euro sugli utili del 2023 (già in corso), compatibili con un pay-out del 100%, e con buyback per 3,8 miliardi nel 2024. La remunerazione complessiva è pari a circa il 15% della capitalizzazione di mercato.

Intesa Sanpaolo dovrebbe annunciare un buyback con i risultati del quarto trimestre del 2023, stimato intorno a 1,5 miliardi di euro, ovvero lo 0,50% del coefficiente patrimoniale Cet1, dopo aver già pagato un interim dividend di 0,144 euro a novembre 2023. Invece a dicembre dello scorso anno Banco Bpm ha annunciato una politica dei dividendi generosa, basata su un aumento del pay-out al 70% nel 2025-2026. Nel 2023 la banca dovrebbe offrire un rendimento del 10,4% sugli utili del 2023 e anche un interim dividend con un rendimento del 7,5%, secondo Mediobanca Research.

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«Prevediamo poi che Bper offra un rendimento del 10-11% con un pay-out di circa il 35% nel 2023 e di circa il 45% nel 2024. Non ci aspettiamo sorprese dalla Popolare di Sondrio e dal Credem, che dovrebbero pagare, rispettivamente, il 50% e il 35% degli utili dichiarati nel 2023, offrendo, quindi, rendimenti rispettabili, ma non eccezionali. Anche Mps dovrebbe annunciare la sua politica dei dividendi con i risultati del quarto trimestre del 2023: ci aspettiamo che anticipi il pagamento di un dividendo al 2024 anziché al 2025». In realtà, ieri, 22 gennaio Equita ha detto di aspettarselo già sul bilancio 2023 (0,11 euro per azione). Attualmente, il consenso per Mps non prevede dividendi nel 2023 e un pay-out del 15% nel 2024.

Orario di pubblicazione: 23/01/2024 13:31
Ultimo aggiornamento: 23/01/2024 14:32
 
Ecco il poker di nomi in corsa per la Compagnia di San Paolo. Ma sul successore di Francesco Profumo non c’è ancora accordo
Ecco il poker di nomi in corsa per la Compagnia di San Paolo. Ma sul successore di Francesco Profumo non c’è ancora accordo


Ecco il poker di nomi in corsa per la Compagnia di San Paolo. Ma sul successore di Francesco Profumo non c’è ancora accordo​

di Luca Gualtieri

Per la presidenza del primo azionista di Intesa Sanpaolo favorito l’ex rettore del Politecnico di Torino Marco Gilli. In pista ci sono anche Guido Saracco, Andrea Ganelli e Luca Asvisio. Dalla scelta dipenderanno i prossimi vertici Acri, Cdp e Ca’ de Sass



Entra nel vivo la corsa per il rinnovo del vertice della Compagnia di San Paolo, primo azionista di Intesa e tassello decisivo nelle future geografie del potere finanziario italiano. Il mandato dell’attuale presidente Francesco Profumo scadrà ad aprile con l’approvazione del bilancio 2023 e per quella data la politica locale piemontese dovrà raggiungere un accordo sul successore.

I candidati in corsa

Il nome favorito oggi è quello di Marco Gilli, come Profumo ex rettore del Politecnico di Torino nonché consigliere scientifico dell’ambasciata d’Italia negli Stati Uniti. La candidatura incontra il consenso bipartisan del sindaco di Torino Stefano Lo Russo e del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, anche se in pista ci sono diversi sfidanti: l’altro ex rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, il presidente dell’Ordine dei Commercialisti Luca Asvisio e il notaio Andrea Ganelli, figura quest’ultima molto in vista nella finanza torinese e già in corsa per la presidenza dell’altra fondazione cittadina, la Crt.

I giochi sono aperti e le scelte dei grandi elettori saranno condizionate dalle prossime scadenze politiche in vista, a partire dalle elezioni europee di giugno.

I riflessi sulle altre partite

La partita per il rinnovo del vertice della seconda fondazione italiana per patrimonio è rilevante non sono per il peso specifico dell’ente, ma anche perché quella nomina ne condizionerà a cascata molte altre.

Il nuovo vertice Acri

In primo luogo a maggio il neo presidente di Compagnia sarà chiamato a votare per il vertice dell’Acri. L’associazione che rappresenta le fondazioni di origine bancaria e di cui Profumo è stato il numero uno dopo il passo indietro di Giuseppe Guzzetti è chiamata a eleggere un nuovo board. Sebbene non ci siano ancora candidature ufficiali, si profila una sfida tra l’attuale presidente di Cariplo Giovanni Azzone e il dominus di Crt Fabrizio Palenzona.

Per il suo peso istituzionale e per il complesso meccanismo di voto delle assemblee Acri, Compagnia sarà decisiva per decidere l’esito della partita. Secondo quanto ricostruito da MF-Milano Finanza, alla fine dell’anno scorso Profumo e Guzzetti avrebbero trovato un accordo per sostenere Azzone in cambio della nomina dello stesso Profumo alla presidenza di Intesa nel 2024. Un accordo che dovrà però essere confermato dal nuovo vertice della Compagnia.

Le nomine in Cdp

Sempre in primavera l’ente piemontese giocherà un ruolo di primo piano nel rinnovo dei vertici di Cdp, a partire dalla presidenza. Il fronte milanese, capitanato da Cariplo, sarebbe favorevole a un nuovo mandato per Giovanni Gorno Tempini anche se nelle ultime settimane si sono affacciate altre candidature, dal presidente di Ita ed ex direttore generale di Cdp Antonino Turicchi al presidente della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Gaetano Miccichè fino all’amministratore delegato di Rothschild Italia Alessandro Daffina. Anche in questa partita insomma le scelte del successore di Profumo avranno un peso determinante.

Ieri intanto il presidente uscente di Compagnia ha fatto un bilancio dei suoi otto anni di mandato. «Se rifletto su questi ultimi otto anni, mi rendo conto di come l’operato della Compagnia sia andato modificandosi con l’intento di interpretare e cercare di fornire delle risposte ai cambiamenti della società», ha dichiarato Profumo nel corso di una presentazione al Conservatorio di Torino.

«Il Piano 2021-24 ci impegnava ad avere maggiore impatto con le nostre erogazioni. In altre parole, non era sufficiente per noi erogare oltre 700 milioni in quattro anni per dire di aver raggiunto l’obiettivo, ma occorreva anche lavorare per massimizzare l’impatto di ogni euro messo a disposizione», ha spiegato Alberto Anfossi, segretario generale della Fondazione che oggi ha un patrimonio di 8,5 miliardi e che ha erogato 1,3 miliardi negli ultimi 8 anni e 710 milioni negli ultimi quattro con un impatto sul territorio stimabile in più di 3,5 miliardi. Nel solo 2023 sono stati distribuiti 193 milioni i milioni.

MF - Numero 017 pag. 8 del 24/01/2024
 
Germania, la Consob tedesca invita le banche ad accantonare il più possibile i profitti
Germania, la Consob tedesca invita le banche ad accantonare il più possibile i profitti
BANDIERA TEDESCA GERMANIA

Germania, la Consob tedesca invita le banche ad accantonare il più possibile i profitti

di Alberto Chimenti (MF-Newswires)

Per la presidente della Federal Financial Supervisory Authority tedesca (BaFin), le banche tedesche dovrebbero accantonare i recenti profitti record per far fronte alle insolvenze dei clienti e alle difficoltà derivanti dai rialzi dei tassi di interesse che non si sono ancora manifestate




Per il presidente della Federal Financial Supervisory Authority tedesca (Autorità federale di vigilanza finanziaria, meglio nota come BaFin), le banche dovrebbero accantonare i recenti profitti record per far fronte alle insolvenze dei clienti, poiché l'impatto dell'aumento dei tassi di interesse si ripercuote sull'economia.

Nel 2023 il settore ha beneficiato dei rialzi dei tassi di interesse delle Banche centrali, mantenendo bassi quelli di deposito. Gli istituti di tutto il mondo hanno inasprito la politica monetaria in modo aggressivo negli ultimi due anni nel tentativo di domare l'impennata dell'inflazione, ma l'attenzione si è ora spostata su quando la Fed, la Bce e la BoE ricominceranno a ridurre il costo del denaro. Sebbene le economie si siano dimostrate sorprendentemente resistenti all'aumento dei tassi di interesse, molti responsabili politici hanno avvertito che l'impatto sulle famiglie e sulle imprese deve ancora essere pienamente avvertito.

Anche il capo dell'autorità di vigilanza tedesca ha puntualizzato alla Cnbc che, sebbene lo shock derivante dall'aumento dei tassi sia stato «digerito nei libri bancari», potrebbero esserci ulteriori problemi. «Le difficoltà che derivano da questo contesto di tassi per i clienti del settore bancario - che si tratti del settore immobiliare o dell'economia reale - non si sono ancora manifestate», ha avvertito il presidente, aggiungendo che «non sarà facile» ripetere la redditività dello scorso anno. Pertanto le banche dovrebbero «accantonare il più possibile per far fronte ai costi che stanno arrivando, perché arriveranno», ha concluso il numero uno dell'authority tedesca.

Orario di pubblicazione: 24/01/2024 11:59
Ultimo aggiornamento: 24/01/2024 13:58
 
Chi salva le banche tedesche? Non il Mes
Chi salva le banche tedesche? Non il Mes
La premier Giorgia Meloni con il Cancelliere federale della Germania, Olaf Scholz

Chi salva le banche tedesche? Non il Mes​

di Roberto Sommella

La Bafin ha chiesto agli istituti di credito dei lander di trattenere nei bilanci i loro utili per mettere fieno in cascina a fronte della recessione che colpisce il Paese




Ma se le banche tedesche vanno in difficoltà chi interviene? Il Mes, che attualmente è uno strumento salva-istituti di credito, bocciato dal parlamento italiano? Ovvero scatta il bail-in, il meccanismo di auto-salvataggio che esclude gli aiuti statali e che ha dato tanto da fare al governo di Roma impedendo i salvataggi nazionali?

La risposta è no e saperlo diventa cruciale dopo che la Bafin ha chiesto agli istituti di credito dei lander di trattenere nei bilanci i loro utili per mettere fieno in cascina a fronte della recessione che colpisce la più grande economia europea.
Se le banche teutoniche regionali hanno necessità di aiuto non interviene alcun organismo di controllo europeo, Bce o Eba o Vigilanza che sia. Esse per la gran parte non sono soggette alla vigilanza di Francoforte, ma a quella nazionale, tanto che la gran parte dei piccoli sportelli tedeschi ancora usano addirittura principi contabili nazionali o regionali, mentre tutte quelle italiane sono sottoposte ai criteri Ifrs internazionali, come voluto a suo tempo da Consob e Banca d'Italia.
In pratica: se falliscono le banche tedesche, Berlino le salva con soldi pubblici, da qui il diktat della Consob tedesca; se vanno in difficoltà le italiane, si finisce sotto la lente di Christine Lagarde in Bce con il rischio finire commissariati da Bruxelles e da Francoforte. Insomma, da Berlino.

Orario di pubblicazione: 24/01/2024 17:32
Ultimo aggiornamento: 24/01/2024 17:41
 
Per le prime cinque banche italiane in arrivo 20 miliardi di utili. Ma nel 2024 il bis non è scontato tra tassi in calo e npl. Ecco perché
Per le prime cinque banche italiane in arrivo 20 miliardi di utili. Ma nel 2024 il bis non è scontato tra tassi in calo e npl. Ecco perché


Per le prime cinque banche italiane in arrivo 20 miliardi di utili. Ma nel 2024 il bis non è scontato tra tassi in calo e npl. Ecco perché​

di Luca Gualtieri

Arrivano i bilanci 2023. I primi cinque istituti italiani dovrebbero raddoppiare l’utile a 20 mld. Ma tassi di interesse in discesa, pressioni sulla liquidità e npl in crescita sono le incognite del 2024. L’analisi di S&P



I bilanci che, da lunedì 29 gennaio, le banche italiane presenteranno al mercato dovrebbero certificare una convinzione ormai consolidata: il 2023 è stato l'anno d'oro degli istituti di credito e difficilmente ci sarà un bis. Secondo il consensus di Bloomberg i primi cinque gruppi tricolori ( Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Mps) aumenteranno i ricavi del 17% a 63 miliardi e raddoppieranno i profitti a quota 19 miliardi.

I conti dell’anno d’oro

La fortunata e quasi irripetibile combinazione di tassi di interesse in forte crescita e qualità dell'attivo sotto controllo hanno regalato ai banchieri l'esercizio più prospero della storia recente, con profitti e capitale in forte crescita. Un anno d'oro insomma dopo il quale però le incognite non mancano.

A fare il punto è S&P Global Ratings in una recente analisi dedicata proprio agli istituti di credito italiani. «La redditività delle banche molto probabilmente ha raggiunto il picco nel 2023, quando il rendimento del capitale è stato in media del 14%, il più alto registrato in due decenni. Ciò è avvenuto grazie a una rara combinazione di un margine di interesse più elevato di oltre il 50% rispetto al livello del 2021, di un contesto economico favorevole e di contenute perdite su crediti.

Le condizioni economiche in Italia però hanno iniziato a peggiorare nella seconda metà dello scorso anno e probabilmente rimarranno relativamente deboli», esordisce la ricerca dell'agenzia di rating americana che, nel suo scenario di base, prevede per quest'anno una crescita del Pil Italia dello 0,6% dopo il +0,7% del 2023.

«Riteniamo che le banche italiane siano in grado di resistere meglio alle fasi di recessione rispetto allo scorso decennio. Ciò è dovuto principalmente a una gestione e un controllo più efficaci del rischio di credito, ad aziende debitrici significativamente più forti e a una maggiore base di capitale. La maggior parte dei nostri rating sulle banche italiane hanno outlook stabile».

Che anno saranno i numeri del 2024?

«Ci aspettiamo che i margini rimangano sostenuti per il settore grazie al contributo dei tassi che continuerà. Alcuni fattori però inizieranno a pesare sui bilanci», spiega a MF-Milano Finanza Mirko Sanna, director financial institutions di S&P Global Ratings.

Pur in lieve calo rispetto al 2023, il margine di interesse rimarrà, in media, superiore del 50%-55% rispetto al periodo della pandemia. Per la maggior parte delle banche italiane questa voce del conto economico raggiungerà probabilmente il picco nel primo trimestre quando verrà raggiunto il pieno effetto sui prestiti. La trasmissione dei tassi più elevati ai depositi dei clienti sarà probabilmente graduale e la contrazione complessiva dei prestiti e dei depositi finirà per ridurre gli interessi netti a partire dalla seconda metà dell'anno.

Il calo dei tassi

A questo fenomeno si andrà a sommare il taglio dei tassi da parte della Bce. «Sulla base delle recenti guidance sugli utili, alcune banche appaiono più ottimiste di noi riguardo all’evoluzione del margine di interesse netto nel 2024 e nel 2025. Riteniamo che i divari di redditività diventeranno più ampi con la scadenza della terza operazione mirata di finanziamento a lungo termine della Bce. Le banche con ulteriori esigenze di finanziamento probabilmente segnaleranno una contrazione più marcata dei ricavi», spiega S&P.

Sul fronte della qualità del credito, anche se i tassi di default rimangano bassi, è probabile che aumentino nei prossimi trimestri. L’effetto dell’elevata inflazione, dell’aumento dei tassi di interesse e dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento porterà inevitabilmente a un certo deterioramento della qualità degli asset in Italia e altrove. S&P prevede che le esposizioni deteriorate aumenteranno gradualmente nel 2024, pur rimanendo ben al di sotto del picco raggiunto nella precedente recessione. Nella sua valutazione l'agenzia di rating tiene conto di perdite su crediti comprese tra 60 e 65 punti base del totale dei prestiti nel 2023 e tra 70 e 80 punti base nel 2024. Un effetto parzialmente attenuato dai potenziali benefici derivanti dalle garanzie statali su oltre 200 miliardi di euro di prestiti concessi alle piccole e medie imprese e alle grandi società. Queste garanzie forniscono un cuscinetto significativo per le perdite su crediti nei prossimi due o tre anni, poiché coprono l’80%-100% del valore dei prestiti coperti. Danno inoltre alla banca la possibilità di attivare la garanzia non appena il cliente è inadempiente.

Sul fronte della raccolta, sebbene i depositi del settore bancario si siano ridotti di circa il 5% al 30 novembre su base annua, i finanziamenti al dettaglio superano ancora i prestiti in essere, che hanno mostrato una diminuzione durante quel periodo. Allo stesso tempo, il rimborso degli obblighi Tltro delle banche non ha finora causato particolari tensioni sulle posizioni di finanziamento e di liquidità. Al 30 settembre le banche italiane avevano 152 miliardi di Tltro in circolazione rispetto ai 450 miliardi al 30 giugno 2022. Le banche hanno rimborsato la maggior parte delle Tltro utilizzando le ingenti riserve di liquidità depositate presso la Bce.

Ma ne hanno anche rifinanziato quasi la metà attraverso altre fonti di finanziamento al dettaglio e all’ingrosso. «Queste previsioni però cambierebbero in maniera significativa se lo scenario generale si deteriorasse in maniera significativa, con una performance economica più debole nel previsto quest’anno e nessuna ripresa nel 2025. Questo per noi rappresenta il rischio principale oggi per il sistema bancario», spiega Sanna che per il 2024 si aspetta anche novità sul fronte del m&a: «ci aspettiamo che il consolidamento del settore prosegua. Sotto questo punto di vista il percorso è già iniziato negli anni scorsi sia per l’uscita dal mercato dei soggetti più deboli che per le effettive operazioni di m&a concluse. Nel 2024 il processo andrà avanti. L’effetto sarà una progressiva polarizzazione del settore bancario italiano tra grandi gruppi con forti economie di scala e modelli di business più agili e snelli che si adatteranno ai cambi di esigenze della clientela», conclude Sanna.

Milano Finanza - Numero 020 pag. 27 del 27/01/2024
 

BANCHE: CASSAZIONE, LA STAMPATA DELL'HOME BANKING SI PRESUME CONFORME​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 29 gen - La stampata dei movimenti contabili fatta dal correntista tramite l'home banking si presume conforme ai documenti della banca, a meno di una specifica e circostanziata contestazione da parte dell'Istituto di credito. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 2607 depositata oggi, che ha accolto, sotto questo profilo, il ricorso di alcuni fideiussori contro la decisione della Corte di appello di Bologna favorevole al Banco BPM e relativa ad un caso del 2013. La Prima sezione civile, affermando un principio di diritto, ha statuito che: "In tema di conto corrente bancario, la stampa dei movimenti contabili risultanti a video dal data-base della banca, ottenuta dal correntista avvalendosi del servizio di home banking, rappresenta una copia analogica del documento informatico, non sottoscritto, costituito dalla corrispondente pagina web". "Essa, pertanto, si presume conforme, quanto ai dati ed alle operazioni in essa riportati, alle scritturazioni del conto stesso in mancanza di contestazioni chiare, circostanziate ed esplicite formulate dalla banca e riguardanti, specificamente, la loro non conformita' a quelle conservate nel proprio archivio (cartaceo o digitale)". Per il tribunale invece gli attori non avevano depositato alcun estratto conto, in quanto i documenti prodotti (la 'stampata dei movimenti bancari asseritamente estratti dal sistema di home banking') non erano utilizzabili a fini probatori.
Fmg
(RADIOCOR) 29-01-24 16:51:2
 
Francesco Profumo lascia in anticipo la Compagnia e prenota la prossima presidenza di Intesa Sanpaolo
Francesco Profumo lascia in anticipo la Compagnia e prenota la prossima presidenza di Intesa Sanpaolo
Francesco Profumo

Francesco Profumo lascia in anticipo la Compagnia e prenota la prossima presidenza di Intesa Sanpaolo​

di Andrea Deugeni e Luca Gualtieri

Francesco Profumo fa un passo indietro con circa due mesi di anticipo per non influire sulla scelta del successore. Ma in questo modo fa scattare i dodici mesi di vacatio che, secondo il protocollo Acri-Mef, servono per entrare nel cda della conferitaria



Mossa a sorpresa del presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo. Ieri l’ex ministro del governo Monti ha annunciato che dal 28 febbraio lascerà la fondazione torinese primo azionista di Intesa (con il 6,5%), con quasi due mesi di anticipo rispetto alla cessazione dell’incarico.

Le motivazioni di Profumo

Lo statuto dell’ente prevede infatti che il mandato del cda termini con l’approvazione del bilancio che quest’anno è fissata per la prima decade di aprile. «Ho realizzato che la possibilità di lasciare la carica di presidente con un breve anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato non determinerebbe difficoltà né sul piano istituzionale né su quello operativo. Tale scelta discende dal rispetto che nutro verso questa importantissima istituzione secolare, che ritengo debba essere il più possibile preservata, ancora di più oggi, dalle dinamiche legate agli avvicendamenti delle governance», ha dichiarato ieri Profumo in una nota della Compagnia.

I dodici mesi di vacatio per il protocollo Acri-Mef

Agli occhi di chi segue le vicende delle fondazioni non è sfuggita la tempistica dell’uscita prematura che permetterebbe all’attuale numero uno dell’Acri di correre per la prossima presidenza di Intesa Sanpaolo, la cui designazione spetta a Torino. Il comma 4 dell’articolo 10 del protocollo Acri-Mef del 2015 prevede infatti che «nell'esercitare i diritti di azionista della società bancaria conferitaria, la fondazione non può designare o votare candidati, ovvero presentare o votare liste di candidati nelle quali sono presenti soggetti, che, nei dodici mesi antecedenti, hanno svolto funzioni di indirizzo, amministrazione, o controllo presso l’ente».

Serve quindi un anno di stacco per partecipare al nuovo giro di nomine. Calendario alla mano, senza dimissioni anticipate il rispetto di questa vacatio non era assicurato. Normalmente le assemblee di Intesa si tengono infatti nella seconda metà di aprile e le liste per il nuovo board vengono depositate entro la fine di marzo. Una tempistica che sarebbe risultata troppo stretta se Profumo avesse rispettato il limite naturale del mandato.

L’accordo tra Profumo e Guzzetti per mandare Azzone all’Acri

Come raccontato da MF-Milano Finanza, l’atterraggio in Intesa fa parte di un accordo tra lo stesso Profumo e l’ex presidente di Cariplo Giuseppe Guzzetti. In cambio della poltrona l’ex ministro ha garantito l’appoggio determinante di Compagnia per la nomina al vertice dell’Acri dell’attuale numero uno dell’ente lombardo Giovanni Azzone. Una mossa che depotenzierebbe le ambizioni dello sfidante Fabrizio Palenzona che guida la Crt. Il progetto dovrà però fare i conti con il nuovo inquilino della Compagnia a cui spetterà l’ultima parola sulle designazioni in Acri e in Intesa.

MF - Numero 021 pag. 11 del 30/01/2024
 

Isybank (Intesa Sanpaolo), in rampa di lancio un conto corrente per i giovani under 35 senza spese

Isybank (Intesa Sanpaolo), in rampa di lancio un conto corrente per i giovani under 35 senza spese
CARLO MESSINA CEO INTESA SANPAOLO

Isybank (Intesa Sanpaolo), in rampa di lancio un conto corrente per i giovani under 35 senza spese​

di Paola Valentini

La novità, secondo quanto risulta a milanofinanza.it, arriverà nei prossimi giorni dalla banca digitale del gruppo. Per gli under 35 il pacchetto isyPrime, costa 9,90 al mese, sarà a zero spese



Isybank, la banca digitale di Intesa Sanpaolo, ha in rampa di lancio un conto corrente senza spese per gli under 35. Secondo quanto risulta a milanofinanza.it, la nuova proposta, la prima ad hoc per i giovani di isybank, arriverà nei prossimi giorni.

Canone azzerato

La nuova strategia del gruppo guidato dal ceo Carlo Messina per servire il segmento giovani promuove isybank, come la banca di riferimento per gli under 35, ai quali è riservata la nuova proposta a zero spese. Inoltre isybank si rivolge a tutti coloro che preferiscono operare in via digitale, a cui vengono proposti tre piani tariffari che costano da zero fino a un canone massimo di 9,90 euro al mese del pacchetto più completo che si chiama isyPrime. Tutti gli under 35 accederanno a quest’ultimo, ma a canone zero. IsyPrime permetterà anche l’accesso a prodotti più complessi e nel tempo si affiancheranno ulteriori promozioni accanto all’iniziativa già in corso «Presenta un amico»: ogni cliente che porta un amico, fino a un massimo di 15, riceverà un buono Amazon.it del valore di 30 euro, fino ad un totale di 450 euro. Anche il nuovo correntista riceverà il buono al primo pagamento effettuato con la sua carta di debito. Isybank alternerà questa promozione ad altre finalizzate a rispondere alle esigenze dei giovani.

Con questa nuova offerta, Intesa Sanpaolo va incontro alle esigenze delle nuove generazioni che alla banca chiedono sempre più servizi digitali soprattutto per i pagamenti online, la gestione dei conti correnti e l’uso delle carte, che siano veloci e sicuri, coniugati alla convenienza economica e con attenzione alla sostenibilità e inclusione. Già 60 mila nuovi clienti hanno scelto isybank, tra cui molti giovani che hanno meno di 35 anni.

Isybank è stata lanciata lo scorso giugno, in tempi molto veloci rispetto all’annuncio del piano di impresa 2022-2025, proprio per tutti coloro che sono orientati all’uso del digitale. Nel corso dell’anno, sarà ulteriormente arricchita di nuovi servizi e funzionalità, tra cui soluzioni di finanziamento, di investimento, assicurative, e carte di credito e accesso anche da pc e da tablet.

La scadenza del 18 marzo

Intanto si ricorda che per i clienti di Intesa Sanpaolo conferiti a isybank arriva il momento di scegliere. Sull'area riservata e nell'app dei correntisti del gruppo è apparsa una notifica arancione intitolata «Il 18 di marzo potrai passare a isybank». Cliccandola il cliente avvia la procedura per fornire o meno il suo consenso allo spostamento nella banca digitale del gruppo: la decisione va presa entro il 29 febbraio, mentre il trasferimento a isybank per gli utenti che lo hanno accettato avverrà il 18 marzo. Prima di accettare o rifiutare il conferimento alla banca digitale i correntisti devono leggere un documento contenente le informazioni necessarie per effettuare la scelta. Nel testo vengono elencate anche le condizioni di maggior favore che Ca' de Sass offre a chi decide di passare a isybank. L'offerta varia a seconda del tipo di conto ma in generale Intesa Sanpaolo garantisce «un risparmio sui costi, a parità di operatività». Le opzioni da cliccare sono due: «rifiuto» o «accetto». Chi sceglie la prima opzione riceve poco dopo una notifica in cui viene confermato il no al trasferimento alla banca digitale. In questo modo Intesa Sanpaolo punta a chiudere la contesa con l'Antitrust, che aveva emesso un provvedimento cautelare nei confronti di Ca' de Sass e di isybank per impedire il passaggio dei correntisti che non avevano fornito il proprio consenso espresso. A metà 2023 Intesa Sanpaolo aveva individuato circa 2,4 milioni di propri clienti con operatività digitale e aveva deciso di conferirli a isybank in due tranches: il 16 ottobre (275 mila correntisti) e la seconda da concludersi il 18 marzo.

Orario di pubblicazione: 31/01/2024 12:20
Ultimo aggiornamento: 31/01/2024 13:40
 
Azioni, chi guadagna e chi perde la sfida dei bilanci tra i 40 titoli del Ftse Mib – LA TABELLA
Azioni, chi guadagna e chi perde la sfida dei bilanci tra i 40 titoli del Ftse Mib – LA TABELLA

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Azioni, chi guadagna e chi perde la sfida dei bilanci tra i 40 titoli del Ftse Mib – LA TABELLA​

di Marco Capponi ed Elena Dal Maso

Attesi fino a 78,6 miliardi di utili, record storico e dividendi più generosi nonostante i ricavi in calo. Ecco i numeri attesi su tutte le società del Ftse Mib. La guida sui conti 2023 per investire nelle blue chip di Piazza Affari secondo analisti e gestor


Lo stralcio della tabella:


Le attese sui conti 2023 delle società del Ftse Mib​


SocietàStima ricavi 2023 (mln €)Var % ricavi su 2022Stima utile 2023 (mln €)*Var% utile su 2022*Buy**HoldSellTarget price medio (€)
Bper Banca5.39226,63%
26,63%
1.306,00147,68%
147,68%
8413,34
Iveco15.7719,85%
9,85%
399,1887,41%
87,41%
66010,79
Buzzi4.3649,21%
9,21%
851,9185,69%
85,69%
5306,43
Banco Bpm5.29412,49%
12,49%
1.207,0071,79%
71,79%
9625,93
Banca Generali78522,73%
22,73%
327,6053,80%
53,80%
210034,78
Intesa Sanpaolo25.13617,07%
17,07%
7.546,0053,06%
53,06%
23603,48
Bca Mediolanum2.130−3,18%
−3,18%
773,3148,20%
48,20%
141010,82
Unicredit23.45315,29%
15,29%
7.651,0046,37%
46,37%
234033,04
Brunello Cucinelli1.13523,41%
23,41%
115,3143,06%
43,06%
75193,05
A2a21.794−5,92%
−5,92%
565,4341,00%
41,00%
3402,24
FinecoBank1.23230,01%
30,01%
594,7338,70%
38,70%
97214,58
Unipol13.6950,37%
0,37%
890,6730,41%
30,41%
5306,43
Tenaris14.57423,90%
23,90%
3.397,0029,16%
29,16%
87119,56
Prysmian15.596−2,93%
−2,93%
778,4428,67%
28,67%
123148,64
Poste Italiane12.0111,03%
1,03%
1.889,0025,02%
25,02%
96111,61
Generali80.380−1,41%
−1,41%
3.622,0024,38%
24,38%
913421,23
Enel111.732−20,49%
−20,49%
6.520,0020,94%
20,94%
21507,68
Inwit96413,06%
13,06%
347,5318,47%
18,47%
149113,55
Mediobanca3.4584,63%
4,63%
1.193,0016,16%
16,16%
58412,92
Interpump2.2759,48%
9,48%
300,2512,74%
12,74%
71054,20
Stellantis189.3865,45%
5,45%
18.359,009,42%
9,42%
284224,55
Italgas1.79315,23%
15,23%
414,554,76%
4,76%
7525,88
Nexi3.3583,01%
3,01%
713,422,92%
2,92%
15718,90
Terna3.0974,45%
4,45%
873,001,87%
1,87%
21437,76
Campari2.9328,67%
8,67%
389,640,86%
0,86%
119411,08
Recordati2.08312,41%
12,41%
470,30−0,63%
−0,63%
47148,75
Azimut1.3061,48%
1,48%
398,91−0,86%
−0,86%
76126,22
Moncler2.93212,64%
12,64%
597,92−1,45%
−1,45%
1413160,88
Snam3.8599,79%
9,79%
1.139,00−2,06%
−2,06%
81215,12
Hera17.655−12,09%
−12,09%
364,33−2,14%
−2,14%
6103,77
Ferrari5.948−0,37%
−0,37%
1.226,00−2,47%
−2,47%
12144333,94
Amplifon2.2787,50%
7,50%
173,20−5,50%
−5,50%
108032,58
Pirelli & C6.6160,00%
0,00%
538,73−5,55%
−5,55%
14505,57
Erg744−0,65%
−0,65%
207,88−10,40%
−10,40%
100233,45
Leonardo15.3744,49%
4,49%
740,56−20,11%
−20,11%
126217,15
STMicroelectronics16.378−5,25%
−5,25%
3.003,00−28,69%
−28,69%
175152,59
Eni94.610−29,08%
−29,08%
8.356,00−37,22%
−37,22%
2110017368,00
Diasorin1.152−15,36%
−15,36%
198,46−37,73%
−37,73%
65395,47
Telecom Italia16.2452,89%
2,89%
−573,14−164,12%
−164,12%
8710,36
Saipem11.30413,27%
13,27%
117,65−184,64%
−184,64%
17402,14
748.917,74<b>-5,69</b>
-5,69
77.866,10<b>8,60</b>
8,60
* utile netto rettificato
** Numero di buy (acquistare), hold (tenere), sell (vendere) e prezzo obiettivo medio degli analisti raccolti nel consenso Bloombe
 

Intesa Sanpaolo, che cosa aspettarsi dai conti 2023 su utile, dividendo e buyback. Il consenso Bloomberg e i target price

Intesa Sanpaolo, che cosa aspettarsi dai conti 2023 su utile, dividendo e buyback. Il consenso Bloomberg e i target price
Carlo Messina, ceo Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, che cosa aspettarsi dai conti 2023 su utile, dividendo e buyback. Il consenso Bloomberg e i target price​

di Elena Dal Maso

La banca milanese, guidata dal ceo Carlo Messina, pubblica i conti 2023 martedì 6 febbraio. Ecco le attese del consenso Bloomberg sui dati relativi al quarto trimestre e a tutto il 2023. E i temi su cui focalizzarsi, dalla remunerazione agli azionisti alla guidance



Intesa Sanpaolo, guidata dall’ad Carlo Messina, pubblica i conti relativi al quarto trimestre 2023 e a tutto l’anno martedì 6 febbraio. Ieri ha aperto la stagione delle trimestrali bancarie Unicredit, che ha chiuso la sessione con un guadagno di oltre l’8% dopo i profitti ben oltre le attese e il consistente programma di stacco dividendo più buyback che nel 2024 è atteso toccare i 10 miliardi di euro.

Intesa, le stime per il quarto trimestre 2023 (consenso Bloomberg)​

  • Secondo il consenso Bloomberg, l’utile netto del quarto trimestre 2023 dovrebbe attestarsi a 1,56 miliardi di euro
  • Utile operativo lordo: 6,35 miliardi
  • Net interest income (NII): 3,77 miliardi
  • Commissioni nette: 2,12 miliardi
  • Accantonamenti per perdite: 664,3 milioni
  • Cet1 ratio fully-loaded: 13,4%
  • Cet1 ratio phased-in: 13,4%
  • Rapporto costi ricavi: 51
  • Npl ratio (lordo): 2,28%

Anno 2023, attese degli analisti​

  • Dividendo per azione: 0,29 euro
  • Utile nettto: 7,9 miliardi
  • Utile operativo lordo: 25,53 miliardi
  • Net interest income: 14,31 miliardi
  • Cet1 ratio fully-loaded: 13,9%

Commenti degli analisti in attesa dei conti di Intesa

  • Focus sul capitolo P&L (Profit & Loss), aggiornamento della guidance e possibile annuncio di un buyback;
  • Deutsche Bank (buy): il titolo Intesa è top pick fra le grandi banche italiane, gli analisti si aspettano utili meno colpiti dal 2025 in poi dal calo dei tassi, sul fronte del margine di Interesse (NII);
  • Jefferies (buy): il focus sarà sulla distribuzione di capitale, i broker si aspettano 1,7 miliardi di buyback oltre al pagamento dei dividendi. Jefferies è sotto del 4% rispetto al consenso sull’utile netto del quarto trimestre, citando costi più elevati (opex);
  • KBW (outperform): gli analisti si aspettano in questo caso un buyback da 1,5 miliardi;
  • Bloomberg Intelligence: Intesa potrebbe annunciare riacquisti di azioni proprie per oltre 1 miliardo di euro grazie «all’utile netto eccezionale del 2023 stimato a 7,7 miliardi di euro, più un pagamento di dividendi del 70% dell’utile che porta il rendimento totale del capitale per l’anno 2023 a poco meno di 7 miliardi di euro (superiore 6,4 miliardi del 2022)»

Giudizi su Intesa Sanpaolo

  • Secondo il consenso Bloomberg, attualmente la banca milanese ha 23 buy, 6 hold, 0 sell. Il target price medio è di 3,529 euro (con un potenziale di rialzo sui valori attuali del 22,1%). Il titolo è salito del 21,3% nel corso dell’ultimo anno contro il +15,3% del Ftse Mib.
Orario di pubblicazione: 06/02/2024 08:10
Ultimo aggiornamento: 06/02/2024 10:25
 
significativo ritorno cash per gli azionisti: proposta all’Assemblea di dividendi complessivi pari a 5,4 miliardi di euro (2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 pagato a novembre 2023 e proposta di 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 da pagare a maggio 2024) e intenzione di eseguire un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di Common Equity Tier 1 Ratio da avviare a giugno 2024 subordinatamente all’approvazione della BCE e dell’Assemblea: il Consiglio di Amministrazione riunitosi oggi ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria la distribuzione di 15,20 centesimi di euro per azione, al lordo delle ritenute di legge, come saldo dividendi (che si aggiunge a 14,40 centesimi di acconto pagato a novembre 2023) e l’esecuzione, subordinatamente all’approvazione della BCE, di un acquisto di azioni proprie da avviare a giugno 2024 per loro successivo annullamento, con dettagli che verranno resi noti nei termini previsti dalla normativa, pari a circa 55 centesimi di punto di Common Equity Tier 1 Ratio al 31 dicembre 2023. Più precisamente, per quanto riguarda i dividendi, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria la distribuzione di 5.407.970.787,35 euro complessivamente a valere sull’utile 2023, corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato, che, tenendo conto dell’acconto dividendi pagato lo scorso novembre pari a 2.628.985.341,02 euro (*), porta alla proposta di distribuzione di 2.778.985.446,33 euro (**) a saldo, corrispondente a un importo unitario di 15,20 centesimi di euro per ciascuna delle n. 18.282.798.989 azioni ordinarie; non verrà peraltro effettuata alcuna distribuzione alle azioni proprie di cui la Banca si trovasse eventualmente in possesso alla record date. Tale distribuzione, se approvata dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal giorno 22 maggio 2024 (con stacco cedole il 20 maggio e record date il 21 maggio). Il dividendo per azione complessivo proposto per il 2023 è pari a 29,60 centesimi di euro (14,40 centesimi come acconto pagato a novembre 2023 e 15,20 centesimi come saldo proposto), quasi doppio rispetto a 16,39 centesimi corrisposti per il 2022. Rapportando l’importo unitario complessivo proposto di 29,60 centesimi di euro al prezzo di riferimento dell’azione registrato mediamente nel 2023, risulta un rendimento (dividend yield) pari a 12,1%.

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(*) Acconto dividendi considerato al netto della quota non distribuita relativa alle n. 25.956.343 azioni proprie in portafoglio alla record date, per un importo pari a 3.737.713,40 euro.
(**) A valere sull’utile netto individuale della Capogruppo pari a circa 7.292 milioni di euro, un importo pari a circa 276 milioni è da attribuire a riserva indisponibile, in relazione a effetti di valutazioni a fair value, e un importo pari a circa 1.991 milioni è da destinare a riserva non distribuibile, corrispondente a 2,5 volte l’ammontare - pari a circa 797 milioni - dell’imposta straordinaria calcolata sull’incremento del margine di interesse, in luogo del versamento di tale imposta, ai sensi del Decreto Legge 10 agosto 2023 n. 104 convertito con modificazioni dalla Legge 9 ottobre 2023 n. 136. La proposta del Consiglio di Amministrazione prevede quindi la distribuzione cash di 2.373.107.308,77 euro come saldo dividendi a valere sull’utile d’esercizio (corrispondenti a 12,98 centesimi per ciascuna azione) e di 405.878.137,56 euro come assegnazione di riserve a valere sulla Riserva sovrapprezzi di emissione (corrispondenti a 2,22 centesimi per ciascuna azione). L’assegnazione di riserve sarà soggetta allo stesso regime fiscale della distribuzione di dividendi.
 
Intesa Sanpaolo batte le attese del mercato con utili per 7,7 miliardi (+76,4%). Ai soci dividendi per 5,4 miliardi
Intesa Sanpaolo batte le attese del mercato con utili per 7,7 miliardi (+76,4%). Ai soci dividendi per 5,4 miliardi


Intesa Sanpaolo batte le attese del mercato con utili per 7,7 miliardi (+76,4%). Ai soci dividendi per 5,4 miliardi​

di Luca Gualtieri
tempo di lettura 2 min

Ricavi trainati dalla forte crescita del margine di interesse. La banca guidata da Carlo Messina prepara un buyback da 55 centesimi di punto di Cet1. Crediti deteriorati in calo del 9,7% rispetto al 2022. In borsa il titolo sale dell’1,3%



Pioggia di utili per Intesa Sanpaolo nel 2023. Martedì 6 febbraio la banca guidata da Carlo Messina ha annunciato i risultati di bilancio del 2023 che vedono i profitti salire del 76,4% a 7,72 miliardi rispetto ai 4,38 miliardi del 2022. Alla forte crescita del conto economico ha contribuito soprattutto l’andamento del margine di interesse che, spinto dai tassi Bce, ha registrato uno sprint del 54,2% a 14,6 miliardi. I ricavi sono saliti del 17,2% a 25,14 miliardi.

La politica di dividendo

Alla luce della crescita dei profitti, Intesa ha annunciato un significativo ritorno cash per gli azionisti. Alla prossima assemblea saranno proposti dividendi complessivi pari a 5,4 miliardi di euro (2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 pagato a novembre 2023 e proposta di 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 da pagare a maggio 2024) e l’intenzione di eseguire un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di Cet1, da avviare a giugno 2024, subordinatamente all’approvazione della Bce.

Il conto economico

Le commissioni nette sono scese del 4% a 8,56 miliardi rispetto agli 8,9 miliardi del 2022 soprattutto per la diminuzione del 7,4% della componente relativa al risparmio gestito. Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 1,67 miliardi, rispetto a 1,67 miliardi del 2022. I costi operativi hanno raggiunto quota 11,34 miliardi, in crescita del 3,6%, a seguito di un aumento del 3,5% per le spese del personale, del 3,1% per le spese amministrative e del 5,2% per gli ammortamenti.

Qualità del credito e capitale

Al 31 dicembre, deducendo dal capitale 2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 pagati a novembre 2023 e 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 proposto, il Cet 1 è stato pari al 13,7%. Lo stock di crediti deteriorati diminuisce del 9,7% al netto delle rettifiche di valore e del 7% al lordo, mentre la loro incidenza sui crediti complessivi è pari all’ 1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo. Il costo del rischio è a 36 centesimi di punto, a 32 se si escludono gli stanziamenti effettuati nel quarto trimestre - pari a circa 150 milioni di euro - per favorire il de-risking (da 70 nel 2022, 30 se si escludono gli stanziamenti per l’esposizione a Russia e Ucraina, per overlay e per favorire il de-risking.

Orario di pubblicazione: 06/02/2024 11:36
Ultimo aggiornamento: 06/02/2024 15:00
 

INTESA, MESSINA: INTERESSI NETTI PREVISTI IN CRESCITA ANCHE NEL 2024​

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(Teleborsa) - "Ancora una volta stiamo superando le attese, con i risultati 2023 che sono superiori agli obiettivi del Piano di Impresa 2022-2025. Stiamo procedendo con il piano a ritmo spedito, con il 100% delle iniziative del piano lanciate, e con 90% che procede in anticipo rispetto ai tempi previsti". Lo ha affermato il CEO di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, durante la call con la comunità finanziaria che ha seguito la pubblicazione dei risultati 2023.

"Con 7,7 miliardi di euro di risultato netto nel 2023 (+76% vs 2022), la banca ha registrato il miglior anno di sempre (7,9 miliardi di euro escluso il contributo finale al Fondo di Risoluzione) - ha detto - E il miglior risultato netto di sempre, accompagnato da una patrimonializzazione elevata, sta portando a una distribuzione del valore elevata e sostenibile, con un incremento significativo in EPS, DPS e TBVPS".

Tutto ciò porta a prevedere un risultato netto superiore a 8 miliardi di euro nel 2024 e 2025, con un dividend yield al 11% nel 2024-2025. Intesa ha un modello di business ben diversificato per avere successo in ogni scenario di tassi grazie ad un forte contributo del Wealth Management e Protection (in media 56% del risultato corrente lordo negli ultimi sei anni).

Messina ha definito "molto importante" il fatto che ci sia stata "un'ulteriore crescita degli interessi netti nel 4° trimestre" per il fatto che è attesa "un'ulteriore crescita nel 2024anche grazie ad un maggior contributo dell'hedging delle poste a vista".

Il rapporto cost/income è stato "il migliore di sempre a 45,1%" e risulta tra i migliori in Europa (media dei concorrenti al 54,2%).

Il CEO ha detto che la banca è "pienamente preparata ad avere successo in futuro - anche con tassi in calo - grazie ad un modello di business ben diversificato e resiliente".

Nel 2024, Intesa si aspetta "una crescita solida dei ricavi grazie ad un ulteriore aumento degli interessi netti e ad una crescita delle commissioni e dell'attività assicurativa, costi operativi stabili nonostante gli investimenti in tecnologia grazie principalmente a spese del personale inferiori, e un risultato netto superiore a 8 miliardi di euro".

(TELEBORSA) 06-02-2024 15:25
 

MESSINA: INTESA PRIMA IN EUROPA PER DIVIDEND YIELD, SUPERATI TARGET 2025​

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(Teleborsa) - "Intesa Sanpaolo nel secondo anno di realizzazione del Piano d'Impresa ha superato gli obiettivi previsti a fine 2025. Il nostro è un modello unico: la profittabilità elevata e sostenibile trae forza dalla consolidata leadership commerciale delle divisioni al servizio di famiglie e imprese; dalla significativa componente del Wealth Management and Protection, dall'offerta digitale tecnologicamente avanzata, dalla gestione delle attività internazionali improntata all'efficienza e dalla nostra condizione di Banca Zero NPL". Lo ha affermato il CEO Carlo Messina, commentando i risultati 2023 pubblicati oggi.

"Nel 2024 proseguiremo nel disegnare le nuove strategie di leader europeo, mantenendo l'impegno verso il più importante progetto per la coesione sociale nel Paese, con rilevante beneficio per tutti gli stakeholders - ha spiegato - Un progetto reso possibile dalla solidità e dalla redditività della banca: l'utile netto nel 2023 è stato di 7,7 miliardi, il migliore anno di sempre; considerando i 300 milioni impegnati nel 2023 nel progetto per il sociale, l'utile netto sfiora gli 8 miliardi di euro".

"Le previsioni per il 2024 e 2025 sono di un utile netto superiore agli 8 miliardi", ha sottolineato, aggiungendo che "prevediamo un significativo ritorno cash per gli azionisti: la proposta alla prossima Assemblea sarà di 5,4 miliardi di euro di dividendi, cui si somma l'intenzione di eseguire un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di CET 1 Ratio da avviare a giugno 2024, una volta approvato dalla BCE e dall'Assemblea".

Messina ha evidenziato che la "banca risulta la prima in Europa quanto a dividend yield" e che "di questi circa il 40% è destinato alle famiglie italiane e alla Fondazioni nostre azioniste, consentendo importanti interventi di carattere sociale nei territori di appartenenza".

Secondo il CEO, "l'innovazione tecnologica - fattore chiave del nostro successo - fornirà una componente aggiuntiva al risultato corrente lordo 2025 di circa 500 milioni di euro non previsti nel Piano di Impresa. I programmi di maggiore rilievo sono rappresentati da: la nuova piattaforma tecnologica nativa cloud isytech, con 2,8 miliardi di investimenti IT già effettuati e circa 1.550 specialisti IT già assunti; isybank, la banca digitale del Gruppo che porterà circa un milione di nuovi clienti entro il 2025; Fideuram Direct, la piattaforma di Wealth Management digitale per il Private Banking, che avrà 150.000 clienti nel 2025; l'intelligenza artificiale, con circa 150 App e 300 specialisti a fine piano".

Intesa Sanpaolo gode anche "di una condizione unica per la crescita dei ricavi derivante dell'attività di Wealth Management, Protection & Advisory, in particolare in una prospettiva di tassi di interessi in riduzione: 1.300 miliardi di euro di attività finanziarie della clientela, oltre 16.000 professionisti dedicati, un'offerta digitale all'avanguardia, le società assicurative e dell'Asset Management di proprietà. Abbiamo identificato 100 miliardi di attività finanziarie dei clienti per dare impulso alla crescita del risparmio gestito del nostro Gruppo".

(TELEBORSA) 06-02-2024 14:11
 
Notizie Radiocor

INTESA SP: ESPOSIZIONE RUSSIA SCESA ANCORA, -82% DA GIUGNO 2022​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 06 feb - 'L'esposizione verso la Russia e' in ulteriore riduzione, diminuita dell'82% (circa 3 miliardi) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo'. Lo annuncia Intesa Sanpaolo nel comunicato sui conti 2023. L'istituto precisa che i crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2. Nel dettaglio, al 31 dicembre 2023 post rettifiche di valore, l'esposizione creditizia on-balance cross-border verso la Russia e' pari a 540 milioni, di cui 530 verso clientela, e quella on-balance delle controllate e' pari a 800 milioni, di cui 120 verso clientela, per Banca Intesa in Russia e a 60 milioni verso banche per Pravex Bank in Ucraina. L'esposizione verso controparti soggette a sanzioni e' di 200 milioni.
Com-Ppa-
(RADIOCOR) 06-02-24 14:06:12
 
Il report di MF sui dati:


Intesa Sanpaolo batte le attese con utili a 7,7 miliardi (+76,4%). Cedole per 5,4 miliardi. Dividend yield al 12%, al top in Europa
Intesa Sanpaolo batte le attese con utili a 7,7 miliardi (+76,4%). Cedole per 5,4 miliardi. Dividend yield al 12%, al top in Europa



Intesa Sanpaolo batte le attese con utili a 7,7 miliardi (+76,4%). Cedole per 5,4 miliardi. Dividend yield al 12%, al top in Europa​

di Luca Gualtieri

Nel 2023 i ricavi sono stati trainati dalla forte crescita del margine di interesse. La banca guidata da Carlo Messina prepara un buyback da 55 centesimi di punto di Cet 1. Crediti deteriorati in calo del 9,7% rispetto al 2022. In borsa il titolo sale dell’1,6%. Profitti oltre quota otto miliardi nel 2024 e nel 2025



Pioggia di utili per Intesa Sanpaolo nel 2023. Martedì 6 febbraio la banca guidata da Carlo Messina ha annunciato i risultati di bilancio del 2023 che vedono i profitti salire del 76,4% a 7,72 miliardi rispetto ai 4,38 miliardi del 2022. Numeri superiori alle stime del mercato e alle guidance fornite dal gruppo.

Alla forte crescita del conto economico ha contribuito soprattutto l’andamento del margine di interesse che, spinto dai tassi Bce, ha registrato uno sprint del 54,2% a 14,6 miliardi. I ricavi sono saliti del 17,2% a 25,14 miliardi. In Piazza Affari il titolo sale dell’1,6% a 2,91 euro. «Restiamo ottimisti sulla crescita del margine di interesse nel 2024» grazie a un solido controllo sui costi sul fronte delle liability, ha spiegato Messina agli analisti.

La politica di dividendo

Alla luce della crescita dei profitti, Intesa ha annunciato un significativo ritorno cash per gli azionisti. Alla prossima assemblea saranno proposti dividendi complessivi pari a 5,4 miliardi di euro (2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 pagato a novembre 2023 e proposta di 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 da pagare a maggio 2024) e l’intenzione di eseguire un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di Cet1, da avviare a giugno 2024, subordinatamente all’approvazione della Bce.

Il conto economico

Le commissioni nette sono scese del 4% a 8,56 miliardi rispetto agli 8,9 miliardi del 2022 soprattutto per la diminuzione del 7,4% della componente relativa al risparmio gestito. Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 1,67 miliardi, rispetto a 1,67 miliardi del 2022. I costi operativi hanno raggiunto quota 11,34 miliardi, in crescita del 3,6%, a seguito di un aumento del 3,5% per le spese del personale, del 3,1% per le spese amministrative e del 5,2% per gli ammortamenti. Il cost/income è al 45,1%, «tra i migliori nell’ambito delle

Qualità del credito e capitale

Al 31 dicembre, deducendo dal capitale 2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 pagati a novembre 2023 e 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 proposto, il Cet 1 è stato del 13,7%. Lo stock di crediti deteriorati diminuisce del 9,7% al netto delle rettifiche di valore e del 7% al lordo, mentre la loro incidenza sui crediti complessivi è pari all’1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo. Il costo del rischio è a 36 centesimi di punto, a 32 se si escludono gli stanziamenti effettuati nel quarto trimestre - pari a circa 150 milioni - per favorire il de-risking (da 70 nel 2022, 30 se si escludono gli stanziamenti per l’esposizione a Russia e Ucraina, per overlay e per favorire il de-risking. - Il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 49,8% a fine dicembre 2023, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 72,4%.

Il calo dell’esposizione alla Russia

L’esposizione verso la Russia è in ulteriore riduzione, diminuita dell’ 82% (circa 3 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo, e i crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a stage 2.

Il supporto all’economia reale

Nel 2023 Intesa ha elargito circa 60 miliardi di nuovo credito a medio-lungo termine nel 2023, con circa 40 miliardi in Italia, di cui circa 35 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese; circa 3.600 aziende italiane sono state riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nel 2023 e quasi 141 mila dal 2014, preservando rispettivamente 18 mila e 704 mila posti di lavoro.

Le prospettive di crescita

L’attuazione del piano, dichiara la banca, «procede a pieno ritmo» e le iniziative industriali chiave sono «ben avviate», con una prospettiva di utile netto per il 2024 e per il 2025 superiore a otto miliardi. Per il 2024 Ca' de Sass prevede una solida crescita dei ricavi, trainata da un ulteriore aumento dagli interessi netti, da un incremento delle commissioni nette e dal risultato dell'attività assicurativa.

Carlo Messina pronto per un altro mandato

«Sono disposto a servire per un altro mandato», ha dichiarato il ceo che arriverà a scadenza con il board nel 2025. «Lavorerò per avere giovani manager che possano rafforzare la banca ma, per quanto mi riguarda, io ho una ferma intenzione di restare nella posizione di ceo per i prossimi anni», ha concluso Messina.

Orario di pubblicazione: 06/02/2024 11:36
Ultimo aggiornamento: 06/02/2024 16:21
 
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