Investimenti immobiliari sul mar rosso.

UN PRIMO CROLLO NELL' EX IMPERO MENDELLA - la Repubblica.it

UN PRIMO CROLLO NELL' EX IMPERO MENDELLA

LUCCA - "State calmi. Non lasciatevi prendere dall' esasperazione. Dobbiamo aver fiducia nella giustizia". La voce di Giorgio Mendella è, come sempre, suadente anche se rotta da un filo di nervosismo. L' invito alla calma lo rivolge ai fedelissimi, a quelle "fasce di azionisti e mutuanti che scalpitano". I "mendelliani" fremono e il telefinanziere, latitante da nove mesi, indossa i panni della vittima della giustizia. A suo dire la magistratura non rispetta le regole del gioco, la legge non viene applicata equamente. Esiste un' interpretazione "lucchese" dei codici sostengono i risparmiatori legati a Intermercato, la holding del gruppo, in un comunicato diffuso non appena è stata dichiarata fallita Capital Italia. Sì, per la prima volta è fallita una società di Mendella ed è una società molto importante da un punto di vista strategico. Attraverso Capital Italia erano state cedute quote di Intermercato - di cui deteneva 22 milioni di azioni del valore nominale di 100 lire, pari al 22 per cento del capitale sociale - a una misteriosa finanziaria con sede a Bruxelles, Europa 90. Ed era Capital Italia che passava azioni della capogruppo a Primomercato che a sua volta le girava ai risparmiatori che rispondevano agli appelli televisivi di Mendella. Insomma è saltata una delle scatole del gruppo che, secondo un rapporto della guardia di finanza, ha debiti per 400 miliardi. E' una voragine in cui rischiano di finire migliaia di risparmiatori: tra mutuanti e azionisti sono almeno dodicimila. Ma la stragrande maggioranza, apparentemente, crede ancora nel telefinanziere e il fallimento di Capital Italia è stato dichiarato per l' istanza che hanno presentato soltanto undici creditori. Gli altri "scalpitano". I segnali del nervosismo sono ben visibili. Hanno acquistato una pagina del quotidiano La Nazione per chiedere "giustizia". E un paio di settimane fa nei corridoi del tribunale civile di Lucca hanno contestato platealmente il ragioniere Leo Cattani a cui è stato affidato il compito di redigere il bilancio del 1990 di Intermercato. Il professionista si era presentato davanti ai giudici per discutere un' istanza di fallimento della holding. Secondo Cattani Intermercato, che ha un capitale di 9,9 miliardi, ha situazioni debitorie per 11 miliardi mentre i crediti ammontano appena a un miliardo. E' una tesi duramente contrastata dai legali del telefinanziere secondo i quali Cattani non ha ripartito i debiti tra le varie società e non è stato in grado di indicare il valore di Vallau, la società che controlla l' emittente televisiva Retemia. Su questa istanza di fallimento il tribunale probabilmente deciderà prima di Natale. Forse è cominciato il conto alla rovescia per questa vicenda che inizia anche a tingersi di giallo. In una stanza di Video Mercato, una delle società del gruppo usata dalla guardia di finanza come ufficio per interrogare gli azionisti, è stato scoperto un microfono spia. Con questa "cimice" qualcuno ha ascoltato le deposizioni. "Il gruppo è estraneo a questa storia del microfono, è stupido nascondere dei microfoni per sapere le cose. La verità è che vogliono far fallire Intermercato", s' è affrettato a dire Giorgio Mendella che dalla latitanza continua a tempestare l' Italia di telefonate. "Sono passati nove mesi e le nostre società vanno avanti. Retemia è l' unica emittente televisiva che non è indebitata con le banche, Domovideo macina soldi. E io continuo a lavorare", afferma Mendella che si muove tranquillamente tra la Francia e i paesi dell' Est dove cerca di avviare quei grandi affari che per mesi ha presentato dagli schermi di Retemia: villaggi turistici da costruire sul Mar Nero, grandi magazzini di Bucarest da riempire di merce italiana. E' stato un sogno che un anno fa, l' 8 dicembre del 1990, aveva alimentato un folto gruppo di vip. Marta Marzotto, Renato Pozzetto, Nino Manfredi, Ursula Andress si erano presentati sorridenti a Viareggio, alla terza Convention del gruppo. Ormai è solo un ricordo. Ora è il tempo dei fallimenti.


Io ricordo che quando Il Mende prese il Viareggio calcio era già refluo da altre esperienze analoghe nella bassa lombarda, con sequele varie giudiziarie. Ricordo anche una "convencion" allo stadio dei Pini di Viareggio, dove uno degli host era niente meno che Vittorio Sgarbi ed eravamo credo nel 1989. Tutto quello che faceva il Mende, poi lo fece in grande il Berla. Ancora oggi conosco gente che gli affiderebbe tutto ma anche gente che lo vedrebbe volentieri in altri mondi...
 
Indietro