Alkemy, il top management aderisce all’opa di Retex (Fsi)
di Sara Bichicchi
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Dopo l’amministratore delegato Duccio Vitali, anche dieci top manager si impegnano a consegnare le loro azioni, pari a circa il 2% del capitale. Sul prezzo resta, però, l’opposizione dei fondi | Prezzo troppo basso, Tamburi & co si mettono di traverso all’opa di Retex (Fsi Sgr) su Alkemy. Delisting a rischio
Cresce il consenso interno per l’offerta pubblica di acquisto (opa) promossa da Retex (Fsi) su Alkemy. Dieci top manager della società specializzata in trasformazione digitale, quotata sul segmento Star, hanno fatto sapere che porteranno in adesione le loro azioni, pari nel complesso al 2,49% del capitale e al 2,07% dei diritti di voto. Una quota che si somma all’11% del capitale (il 18% dei diritti di voto) dell’amministratore delegato di Alkemy, Duccio Vitali, che ha stretto un accordo con Retex con l’obiettivo di effettuare il delisting della società da Piazza Affari.
«Ciascuno degli aderenti, che sono parte del top management, nel sottoscrivere il proprio impegno di adesione ha ritenuto validi e condivisibili gli obiettivi e le finalità dell’offerta indicati da Retex», si legge in un comunicato diffuso venerdì 14 giugno 2024.
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I termini dell’opa di Retex
Il corrispettivo proposto da Retex è di 12 euro per azione. Un controvalore che incorpora un premio del 20,87% rispetto al prezzo delle azioni di Alkemy del 31 maggio 2024, ultimo giorno di borsa aperta prima della comunicazione dell’opa. Alkemy è stata quotata a dicembre 2017 a 11,75 euro e da allora il titolo ha perso il 25% circa. L’esborso massimo in caso di adesione totale all’offerta sarà di 68,22 milioni di euro.
L’opposizione dei fondi
Il prezzo dell’opa non convince alcuni dei fondi azionisti di Alkemy. Giovanni Tamburi, ad esempio, che è socio con il 7,48% del capitale e il 6,22% dei diritti di voto attraverso StarTip, non intende consegnare le azioni per questo corrispettivo, ritenuto troppo basso. Valutazioni del genere sembrano condivise anche da altri azionisti, come Fidelity che detiene il 3,8% del capitale, motivo per cui il raggiungimento da parte di Retex del 90% necessario per il delisting non è scontato. (riproduzione riservata)