Non lo hanno ancora sequenziato, quindi, per ora non si può dire niente
«Il ceppo che abbiamo isolato - ha spiegato la professoressa Balotta - è di pazienti che si sono infettati in Italia e questo consente di studiarne le caratteristiche biologiche, l'infettività e la virulenza».
In particolare con il sequenziamento molecolare sarà possibile «tracciarne il percorso nella popolazione italiana, per appurare se i due focolai siano effettivamente due o è uno solo, con la certezza non solo del dato anamnestico, relativo alla storia clinica del paziente, ma anche con lo studio sul genoma presente nei diversi pazienti
». Una scoperta che consentirà di «seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire cos'è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo» e
soprattutto che cosa lo differenzia dal virus isolato alla Spallanzani. Il passo successivo sarà quello di studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di vaccini e di cure da parte dei laboratori farmaceutici.
Coronavirus, isolato il ceppo italiano: il successo del team di precarie del Sacco di Milano