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Tuttosport: "Clamoroso Cellino: 'Ho bruciato tutte le false fideiussioni'" - TuttoB.com


"Ho bruciato tutte le false fideiussioni", titola Tuttosport oggi in edicola.


Tuttosport: "Clamoroso Cellino: 'Ho bruciato tutte le false fideiussioni'"​



15.04.2023 11:30 di Marco Lombardi vedi letture


Cellino
© foto di Daniele Buffa/Image Sport



Cellino




"Ho bruciato tutte le false fideiussioni", titola Tuttosport oggi in edicola.

CLAMOROSA ANTICIPAZIONE DI REPORT IN ONDA LUNEDI'. Cellino, ora patron del Brescia, rivela come nascose le prove da presidente di Lega pro-tempore.


Ieri pomeriggio una scheggia del passato è piombata sul pianeta calcio, in modo forse non del tutto estemporaneo. Dalla puntata di Report, che andrà in onda lunedì, è stato estrapolato un esplosivo passaggio di un’intervista a Massimo Cellino, il quale parlava nelle vesti di ex presidente della Lega Calcio. Lo fu, pro tempore, nella turbolenta estate del 2006, quando tra gli effetti collaterali di Calciopoli c’erano state le dimissioni del presidente Adriano Galliani. Il vicepresidente Cellino, dunque, gestì la Lega in attesa della nomina di Matarrese. «Era un casino», dice Cellino di quel periodo in via Rosellini a Milano, per poi proseguire con una sconcertante rivelazione. «C’erano i faldoni con le documentazioni finanziarie che le squadre dovevano presentare per le iscrizioni al campionato. E c’era dentro di tutto: fideiussioni false, spese di viaggio scaricate dall’Irpef, documenti sballati. In pratica quasi nessuno poteva iscriversi al campionato.

Così andammo nel piazzale giù, c’era un bidone di ferro così, buttammo tutto dentro e bruciammo tutto. L’indomani quando la Guardia di Finanza venne in sede, cercarono quel faldone, ma non trovarono un *****», conclude ridendo Cellino. E qui ci vorrebbe una pausa, un minuto di silenzio, non tanto per consentire a quella inopportuna risata di riecheggiare, quanto per riflettere sull’enormità di quanto riferito da Cellino: erano stati presentati documenti falsi o inadeguati per l’iscrizione ai campionati, documenti che potevano essere prove di reati, e sono stati bruciati per impedire alla Guardia di Finanza di entrarne in possesso. Bruciati. Documenti che potenzialmente potevano anche decretare il fallimento di una società (il Torino nel 2005 presentò in Lega una fideiussione falsa, che invece di essere bruciata diede inizio ai suoi guai, tanto per dire). Bruciati in un bidone con la trielina, come in un brutto film di gangster.

Ora, questo è il racconto di Cellino, che non avrebbe ragioni di mentire, ma non fornisce riscontri concreti delle sue parole. Quindi, prima di esprimere giudizi sarebbe necessario vagliare le rivelazioni. Ma se la ricostruzione dei fatti si rivelasse attendibile, sarebbe l’ennesima prova di quanta poca giustizia ci sia stata in quel triste periodo del calcio italiano, che viene semanticamente riassunto con la parola Calciopoli. Mentre squadre con le stesse accuse venivano trattate in modo diametralmente opposto, anche grazie a intercettazioni sapientemente nascoste, mentre si separavano tanto perentoriamente quanto frettolosamente i buoni dai cattivi, in Lega Calcio c’era chi bruciava dei documenti che avrebbero impedito l’iscrizione ai campionati e, forse, conseguenze penali più gravi a chi li aveva prodotti.

È una vicenda parallela a quelle che portarono alla retrocessione della Juventus in Serie B e all’assegnazione dello scudetto all’Inter da parte di un commissario della Figc che era stato consigliere d’amministrazione nerazzurro fino a poco tempo prima. Uno spin off, direbbero gli appassionati di serie televisive e come certi legal thriller può riservare molte sorprese. Tuttavia, ancora una volta si sente affiorare la nauseante sensazione di digerire la disparità di giudizio e di vedere vilipeso il fondamento della giustizia che la vorrebbe, in teoria, uguale per tutti. Il calcio italiano affronta periodicamente crisi di legalità e moralità, non sembra imparare mai dal suo passato, non sembra in grado di riformarsi davvero e di cambiare sul serio le brutte abitudini. È più semplice, ogni volta, trovare un capro espiatorio e raccontare che punendolo si è ripulito il sistema. Per il resto, d’altronde, ci sono sempre la trielina e i bidoni dell’immondizia.

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il 19 aprile è alle porte + c'è passaggio europa league + coppa italia
 
Stasera programma di Report, con la "chiavetta di Moggi" un'ottima mossa che fa riflettere in Figc cosa accadeva... tutto questo alla pre-vigilia della sentenza del Coni sulle plusvalenze.
Lettera di Exor Elkann mi fa pensare che a farà uscire il coniglio dal cilindro e soprattutto RICHIESTA DANNI ESSENDO HOLDING CHE CONTROLLA
 
Che botte in acquisto in vista di domani
 

Juventus-plusvalenze perché il -15 deve essere cancellato​

Questa volta la vigilia è di carattere giudiziario, in particolare il Collegio di Garanzia dello Sport domani dovrà discutere il ricorso della Juventus per la penalizzazione sulle plusvalenze. Come dicono i giuristi, diventa complicato fare pronostici, ma esiste il diritto e questo va rispettato. Sulla carta tre le opzioni: conferma della pena, cancellazione o rinvio alla Corte per un nuovo giudizio. In quest'ultimo caso con probabile sconto rispetto al-15. In casa bianconera però sono certi che domani sera Madama sarà terza in classifica, alias restituzione senza se e senza ma di quanto tolto. Ieri ha battuto i pugni John Elkann: “La Juve nega ogni illecito”. Il ricorso porta la firma dell'avvocato ed ex subcommissario della Figc Clarizia e dagli altri legali Nino Paolantonio, Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio. La Federcalcio non si è costituita, l'accusa non sarà rappresentata da Chinè, ma da Taucer, Prefetto e capo della Procura Generale dello Sport. Il Collegio di Garanzia presieduto da Gabriella Palmieri Sandulli deciderà a sezioni unite. Non può entrare nel merito, ma nella legittimità o meno della sentenza. Si parte alle 14,30, il dibattimento dovrebbe durare tra le 2 e le 3 ore, quindi ci sarà la Camera di Consiglio. Di solito il verdetto arriva in giornata, ma in questo caso non è scontato, vista la delicatezza della vicenda.

Il ricorso della Juventus è articolato in 9 punti in grado di scardinare la sentenza della Corte Federale. La costante messa in risalto è la violazione del diritto. Intanto non si poteva riaprire un processo per cui il club bianconero lo scorso anno era stato prosciolto in due gradi di giudizio (insieme ad altre società tra cui il Napoli). Le contestazioni per cui è arrivata la condanna (art. 4 sulla slealtà), sono diverse da quelle del deferimento originario (art. 31 illeciti amministrativi), peraltro in un ambito, quello delle plusvalenze, privo di norme, quindi non punibile. Questo cambio repentino inoltre non ha permesso alla difesa il contraddittorio. Altro aspetto riguarda la pena di 15 punti. Non proporzionata, ma soprattutto, come è stata stabilita? Secondo i legali della Juve si tratta di omessa o insufficiente motivazione su un aspetto decisivo della controversia. Ricorso a parte, non va dimenticata la memoria difensiva supplementare riguardante le famose due carte Covisoc, concesse dal Tar del Lazio (quindi giustizia ordinaria), dopo essere state negate dalla Figc. Qui entriamo nel perimetro della “violazione del diritto alla difesa e al contraddittorio”, gravissimo. Serve altro per cancellare la penalizzazione senza rinvio?
 
Comprano al meglio. Praticamente il titolo sconta già lo scenario peggiore da mesi ma in 48h ci sono news price sensitive per il titolo: possibile restituzione punti+passaggio Europa League.
 
Ultima modifica:
Domani sarà una giornata importante per la Juventus, visto che il Collegio di Garanzia del CONI deciderà sulla penalizzazione di 15 punti decisa dalla Corte d’Appello della FIGC. E alla vigilia di questo appuntamento il titolo bianconero vola in Borsa, facendo registrare un +3,95% con il valore di un’azione salito a 0,3524 euro rispetto agli 0,3432 dell’apertura. Si tratta del valore per azione raggiunto oggi rappresenta il più alto dallo scorso 9 gennaio.
 
Buongiorno domanda
Il collegio di garanzia inizia o emana decisione sul ricorso alle 14:30?
Pensate che il responso arriverà a mercati chiusi?
Grazie
 
Che acquisti al meglio volumi in aumento
 
Forse non è chiaro a tutti quanto accaduto oggi, di certo non è chiaro a certi organi di informazione. Leggiamo parole tipo "Clamoroso", oppure, "colpo di scena" laddove era tutto chiaro e di clamoroso c'è soltanto il fatto che non si sia deciso in pochi minuti di chiudere questa "sentenza farsa" sulle plusvalenze restituendo tutti i 15 punti indebitamente tolti alla Juventus e concentrarsi, ammorbidendo i toni, sulla manovra stipendi per chiudere una delle pagine di "Diritto" più buie, stiracchiate e inconcepibili mai viste.

Partiamo dal presupposto che Ugo Taucer era l'unico a rappresentare l'accusa al Collegio di Garanzia del Coni perché la Federcalcio ha scelto di non costituirsi e con le sue parole, in pratica, non ha difeso la sentenza del proprio tribunale sconfessando il lavoro in parte del Procuratore Federale, Giuseppe Chiné, e, soprattutto, del giudice Mario Luigi Torsello che portò la penalità dai -9 di Chiné ai -15 attuali. Una debacle a cielo aperto, a sedute riunite e davanti alla stampa.
"Temo che riguardo all'articolo 4 applicato alla società, sulla carente motivazione riguardo ai punti, un principio di fondatezza delle difese ci sia", Queste le parole del procuratore generale dello sport, unico rappresentante dell'accusa davanti a uno dei 9 punti contestati dalla difesa alla sentenza di Chiné. Parole che hanno il sapore del clamoroso errore ammesso che, di conseguenza, si traformano in assist invitante per la Juventus e che poi si rifugiano nel disperato tentativo di portare a casa qualcosa: "Auspico il rinvio alla Corte d'appello federale con rimodulazione della sanzione".

Di fatto l'accusa che ammette davanti alla difesa che il punto cruciale, il vulnus di tutto, ovvero l'articolo 4, quello che riguarda la slealtà sportiva e che stabilisce la penalità inflitta alla Juventus non era applicabile perché non esiste la fondatezza. L'accusa che ammette che la difesa ha ragione a lamentarsi di una penalità che, però, nel frattempo ha condizionato la stagione della Juventus, il calciomercato di gennaio, le quotazioni in borsa, e la programmazione industriale stessa. Avete idea di quanto valga in soldoni un danno simile? Tanto, e si vedrà. Solo e soltanto questo dovrebbe portare la stampa, e chiunque con un briciolo di coscienza, ad esclamare "Clamoroso". Inteso come: clamoroso che pur davanti ad una così grave ammissione, si pensi ancora a salvare la poltrona di qualcuno o si valuti la possibilità di riformulare le accuse conformandosi al Codice. Anche perché, senza l'articolo 4, sconfessato dal procuratore generale stesso dello sport, unico rappresentante dell'accusa presente in aula oggi, la Juventus potrebbe incorrere anche semplicemente in un'ammenda. Cosa che a noi era chiara dall'inizio e che abbiamo sempre sostenuto.
Per non parlare dell'illegittimità della revocazione non essendo emerso nessun fatto nuovo come ha evidenziato il legale Clarizia: "Il fatto nuovo sarebbe l'esistenza di un sistema fraudolento che la corte non aveva potuto conoscere. Il fatto nuovo non c'è: le operazioni sono quelle. Vanno ad affermare l'intenzionalità della condotta, ma come si fa a ritenere questo rilievo? Fatti nuovi non sono sopravvenuti"; per non parlare del processo fondato su una norma violata che non esiste come ha ricordato l'avvocato Sangiorgio: "Come ha detto la stessa Corte, non c'è una regola sulle plusvalenze. Come si fa a violare una regola che non esiste? Come si fa a essere sleali su una regola non ancora pronunciata? Il mercato in quegli anni era in gran parte inliquido e tutte le squadre hanno fatto ricorso a scambi. Si è valutato su brandelli delle intercettazioni, brogliacci avulsi dal contesto".
Di clamoroso c'è soltanto il fatto che il giornalismo, davanti ad un fatto di tale portata, si sia ridotto ad essere un veicolo per chi voleva far passare veline e alimentare un processo mediatico piuttosto che porsi le giuste domande a cui pretendere risposte.
 
Ultima modifica:
LIBERO
20.04.2023
"La Procura: ridate i punti alla Juve. L'Inter passa: sarà derby Champions" scrive Libero in prima pagina quest'oggi. Sentenza in arrivo per il club bianconero sul caso plusvalenza, assist dalla Procura: "-15 da rivedere.

Voci di corridoio parlano della possibilità che il Collegio di Garanzia del Coni annulli senza rinvio il -15 sulle plusvalenze e che il filone stipendi e partnership si chiuda con una multa di 24 milioni di euro”.
 
è una cosa da non credere
ma qui qualcuno si è dimenticato che è un titolo quotato in borsa? fregandosene degli azionisti....
ammesso che se gli ridanno i 15punti
chi rimborsa gli azionisti? chi paga l'alta volatilità passata su questo titolo?
ma che figura di m...da
 
Si dimenticano che il titolo è quotato in borsa questi magistrati e pseudo giornalisti che pur di vendere una copia in più inventano notizie. Exor chiderà danni a livello internazionale praticamente è stata messa in discussione come controllante, anche come revisione e controllo dei conti. Riavere i 15 punti e chiedere i danni per quello che ci hanno causato con questo pasticcio italiano sarà la prossima mossa. L'importanza delle lettera scritta agli azionisti parla chiaro. L'azionista di riferimento di una Holding che chiude con simili utili e che sa che una delle sue aziende con circa 300 adetti, fatturato intorno al 400/500 milioni, stadio di proprietà museo, Jmedical all'avanguardia, Hotel, squadra femminile che ha rilanciato tutto il movimento Women in Italia, seconda squadra ecc ecc, , viene trattata come la squadretta di terza categoria del Bar della porta accanto pur non avendo fatto alcunchè. ha il diritto dovere di avvertire i suoi azionisti.E pure il fatto Del Piero, in odore di presidenza, solitamente super democristiano, vada a dire "In Italia tutti odiano la Juve", sembra far intendere un cambio di strategia.
 
Sky Sport

Il club bianconero ha vinto il ricorso presentato dopo la squalifica di un settore dello stadio a causa dei cori razzisti contro Lukaku nella semifinale d'andata di Coppa Italia contro l'Inter

La Juve avrà un’arma in più per la sfida di domenica sera contro il Napoli. La Corte Sportiva d’Appello della Figc ha infatti disposto l’annullamento della sanzione comminata dopo i cori razzisti rivolti a Lukaku nella semifinale di andata di Coppa Italia contro l’Inter, riaprendo di fatto il settore denominato "Tribuna sud primo anello" chiuso dal dispositivo del giudice sportivo, subito impugnato dai bianconeri con un ricorso, che si è per l’appunto discusso oggi presso la Federazione.
Ha vinto dunque la linea della Juve, tracciata nei giorni scorsi dalle parole del Cfo bianconero Francesco Calvo: “Da quanto abbiamo letto negli atti della Procura federale i cori si sarebbero sentiti dal 35’ minuto del secondo tempo e quindi siamo stupito che nessuno ci abbia chiesto di attivare la procedura antirazzismo che è una procedura codificata dalla normativa federale. Per cui avremmo dovuto sospendere la partita e fare gli avvisi dello speaker se ci avessero avvisato, invece non siamo stati avvisati. Secondo motivo è che non è stato preso in considerazione l'impegno di Juventus e la collaborazione di Juventus nell'identificare e squalificare i colpevoli. E vorrei fare una riflessione sulla normativa: Juve-Inter era una gara di Coppa Italia, non compresa nell'abbonamento. Per la partita contro il Napoli pagheranno degli abbonati che non hanno niente a che vedere con certi episodi", aveva detto subito dopo la sentenza del Giudice Sportivo, inizialmente sospesa in attesa proprio della sentenza di oggi.
 
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