Ketty La Rocca

beh
piaceva un casino pure a me
quella

anni fa però:D

io son rimasto giovane:rolleyes:
lei no:p
 
sempre per cambiare aria al FOL


“Di Ketty La Rocca tutti sappiamo, in una specie di passa parola, che non ha ancora avuto l’ufficialità che merita.”
lo diceva qui:
KETTY LA ROCCA - Dettaglio articolo - Flash Art

A Vienna qualche galleria si è già mossa, però::cool:
Ketty La Rocca | Galerie Georg Kargl

E pure a Londra::cool:
WILKINSON


La figura di Ketty La Rocca, artista italiana la cui fugace ma intensa esperienza si è svolta interamente a Firenze nel decennio a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, presenta aspetti significativi non ancora messi sufficientemente in evidenza dalla critica.

La produzione proteiforme di Ketty La Rocca si mostra paradigmatica di un’operatività al femminile che trova nell’intermedialità la via della propria realizzazione. Aspetto questo che la pone in linea col lavoro di molte artiste coeve e oltre.
Tuttavia, se quest’ultime troveranno alimento e supporto nelle propulsive rivendicazione della rivolta femminista, Ketty La Rocca si muove in anticipo persino rispetto a quel movimento, precorrendone i temi cardine a partire unicamente da una profonda e, spesso, dolorosa riflessione sul proprio vissuto.
La riflessione sullo specifico femminile è per lei, ancor prima che un’esigenza artistica, un imperativo necessario alla costruzione del proprio sé. Ed è proprio questa riflessione che la porta man mano al rigetto di tutti i codici comunicativi tradizionali, per arrivare alla costituzione di un linguaggio rispettoso della propria specificità, del proprio modo di sentire e di essere; poiché – e sono parole dell’artista – “la donna è nelle mani nude, come il corpo lucido che cerca le parole (…)” .
L’autrice non esita, a tal fine, a servirsi delle pratiche più varie e delle più giovani forme di espressione che sembrano garantirle un approccio più immediato con lo spettatore: è, infatti, nella reciprocità del dialogo con l’altro e nel recupero di un’attenzione alla corporeità, ad un sentire olistico ed emozionale, subordinato in Occidente al valore del raziocinio, che Ketty La Rocca prende, gradualmente, consapevolezza di sé.
Le pratiche intermediali si fanno così per lei laboratorio alchemico in cui smontare pezzo per pezzo “gli strumenti del comunicare” canonici, per poi rifonderli in opere ibride che permettano un’interazione profonda, autentica e primigenia con il proprio simile.
È qui che si coglie l’importanza di quest’artista che, nel muoversi con attitudine nomade, aliena a qualsiasi costrutto ideologico tra i vari mezzi espressivi – tra cui si ricordano: il collage, le attività performative, le installazioni, non ultimo il video e il linguaggio televisivo – anticipa il carattere fluido e polimorfo di molte opere attuali.

Dalla Tesi di laurea di Elena Del Becaro:bow::bow::bow:

Per chi interessato Ketty La Rocca è in Mostra qui Una collettiva sul disegno. A Casa Masaccio | Artribune fino al 15 novembre in una interessante collettiva a cura di Cristiana Collu e Saretto Cincinelli.

Artisti: Giovanni Anselmo, Massimo Bartolini, Massimo Barzagli, Emanuele Becheri, Luca Bertolo, Chiara Bettazzi, Alighiero Boetti, Chiara Camoni, Francesco Carone, David Casini, Giulia Cenci, Connie Dekker, Daniela De Lorenzo, Rolando Deval, Marius Engh, Emma Grosbois, Carlo Guaita, William Kentridge, Ketty La Rocca, Sol LeWitt, Paolo Meoni, Franco Menicagli, Oscar Muñoz, Jaume Plensa, Davide Rivalta, Robin Rhode, Andrea Santarlasci, Massimiliano Turco, Ignacio Uriarte, Sophie Whettnall
 
se io fotovivo non voglio avere idee (favole)
se io parlo non voglio avere idee (favole)
posso avere solo sovrapposizioni
io vedo attraverso l'ellisse della e, il cerchio della o, la circonferenza del punto.
Io parlo attraverso l'iride, la retina, il nervo ottico.
E sono anche stufa.
Allora mi limito a sovrapporre, ripercorrere, scrivere,uno sopra l'altro, ma le metafore sono infinite, belle, come sono belle, le senti, le vedi.

''you , you'' paradossale, illegittimo, patetico, i.diota ma si riscatta poi.

Ketty La Rocca.
 
Belle opere , mi giunge la vocina che un'opera con le mani tipo You You chiedano 100.000 euro, spero sia una vocina non confermabile anche se attendibile perché è una richiesta quanto meno imbarazzante a farla e a riceverla :rolleyes:

Beh...se si tratta di opera di dimensionigrandi, da questa tua notizia, posso appurare che anche nello stivale le proposte si stanno allineando a quelle delle gallerie inglesi e tedesche.

Se si tratta di opera piccola....la proposta, infatti,mi sembra eccessiva.
 
Ultima modifica:
Belle opere , mi giunge la vocina che un'opera con le mani tipo You You chiedano 100.000 euro, spero sia una vocina non confermabile anche se attendibile perché è una richiesta quanto meno imbarazzante a farla e a riceverla :rolleyes:
Se la richiesta viene da Frittelli , non mi stupisco più di tanto , i suoi prezzi sono spesso fantasiosi .
 
E' un 58x48 quindi non di certo una misura grande. Frittelli non lo conosco di persona, ho avuto a che fare solo per degli archivi di Bertini sul quale c'è stato talmente tanto lavoro i cui risultati sono talmente evidenti.....certe carte nucleari si pagano poco di più di una grafica.
Purtroppo e non parlo di Frittelli, una brutta razza sono i galleristi che non hanno bisogno di soldi i ricchi di famiglia, cioè quelli che sparano cifre per prendere il pollo di turno, la peggiore ancora è quella che non han bisogno di soldi e sono pure boriosi :o
Ketty la Rocca è interessante ma deve ancora far valere bene il suo spessore internazionale....posso capire 100.000 per Gina Pane ma per ora 100k per la Rocca no...
 
E' un 58x48 quindi non di certo una misura grande.
Ketty la Rocca è interessante ma deve ancora far valere bene il suo spessore internazionale....posso capire 100.000 per Gina Pane ma per ora 100k per la Rocca no...

Beh per opera di tale misura la richiesta è alta.:eek:
Per quanto riguarda lo spessore internazionale La Rocca è più conosciuta all'Estero che in Italia: basti vedere da chi è stato organizzato l'evento The Ketty La Rocca Research....ma soprattutto il nome di Ketty La Rocca appare in diversi testi stranieri di grande rilevanza.

Per quanto riguarda il mercato quel tipo di richiesta (io quella cifra la posso vedere col cannocchiale :D ) risulta consona con opere museali e di grandi dimensioni di Ketty La Rocca sicuramente non per un 60x60 circa.
 
Ketty la Rocca è interessante ma deve ancora far valere bene il suo spessore internazionale....posso capire 100.000 per Gina Pane ma per ora 100k per la Rocca no...
C'è da dire che di Gina Pane si trovano soprattutto foto delle sue performance, che hanno prezzi sostenuti per essere foto ma non elevati in assoluto.
Le poche sue opere che si trovano in giro sono abbastanza costose ma per me poco interessanti , ciò che voleva esprimere nella sua arte lo faceva con la sofferenza inflitta al suo corpo
 
C'è da dire che di Gina Pane si trovano soprattutto foto delle sue performance, che hanno prezzi sostenuti per essere foto ma non elevati in assoluto.
Le poche sue opere che si trovano in giro sono abbastanza costose ma per me poco interessanti , ciò che voleva esprimere nella sua arte lo faceva con la sofferenza inflitta al suo corpo

Eccolo :D
Non mi trovi d'accordo su questo punto:il quadro/opera dipinto, tagliato, bruciato, estroflesso, disseminato (e chi più ne ha più ne metta) è testimonianza di un pensiero e di una azione....nella performance la fotografia assume gli stessi connotati, infatti le fotografie che "raccontano" le azioni performative della Pane (ma non solo di lei...pensa alla Abramović o alla Beecroft, per esempio) non sono immagini scattate "amatorialmente" da un qualsiasi spettatore: immortalare le azioni che costituivano la performance era uno dei punti fondamentali della performance stessa.

E poi non mi venire a dire che sono acido:o

:D:p
 
Eccolo :D
Non mi trovi d'accordo su questo punto:il quadro/opera dipinto, tagliato, bruciato, estroflesso, disseminato (e chi più ne ha più ne metta) è testimonianza di un pensiero e di una azione....nella performance la fotografia assume gli stessi connotati, infatti le fotografie che "raccontano" le azioni performative della Pane (ma non solo di lei...pensa alla Abramović o alla Beecroft, per esempio) non sono immagini scattate "amatorialmente" da un qualsiasi spettatore: immortalare le azioni che costituivano la performance era uno dei punti fondamentali della performance stessa.

E poi non mi venire a dire che sono acido:o

:D:p
Ma sai che non ho mica capito cosa vuoi dire ?

Io ho scritto che apprezzo le foto delle performance e che apprezzo meno i suoi quadri
 
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