La BCE fa una riunione straordinaria per lo scudo antispread.

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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in realtà l'italia ha immense ricchezze private da depredare prima di farla fallire.

Non è questione di depredare. E' che se fai debito, tocca che lo ripaghi tu. Quindi fornisci il denaro necessario.
 
Vincent Vеga;57586198 ha scritto:
quando fai un debito danno i soldi a te o al tuo vicino? :D

I greci ci devono ancora ridare i 40 mld di Monti :D
 
Vincent Vеga;57586198 ha scritto:
quando fai un debito danno i soldi a te o al tuo vicino? :D

Buona domanda :D
Comunque facciamo debito come STATO, quindi pagano i cittadini, con le tasse.
Così funziona il sistema. Poi se si vuole cambiare, per carità, è legittimo eh.
Non so quali sistemi economici siano vigenti oggi al mondo, migliori di questo.
C'è qualche paese che può essere di esempio? E in questo paese non c'è una banca centrale che stampa, non si fa debito e non ci sono tasse?
E se c'è debito e ci sono tasse, le tasse sono per caso più basse? E magari la PA è più efficiente? E i politici sono stati meno ladri?
Magari ci sono da valutare tutte queste cose.
 
Buona domanda :D
Comunque facciamo debito come STATO, quindi pagano i cittadini, con le tasse.
Così funziona il sistema. Poi se si vuole cambiare, per carità, è legittimo eh.
Non so quali sistemi economici siano vigenti oggi al mondo, migliori di questo.
C'è qualche paese che può essere di esempio? E in questo paese non c'è una banca centrale che stampa, non si fa debito e non ci sono tasse?
E se c'è debito e ci sono tasse, le tasse sono per caso più basse? E magari la PA è più efficiente? E i politici sono stati meno ladri?
Magari ci sono da valutare tutte queste cose.


il problema è che quando le tasse sono troppe ti crolla il mercato cioè il PIL...

crollano i prezzi delle case lo abbiamo già visto col governo monti...

crollano i consumi...

se poi c'è anche una crisi energetica con prezzi doppi o tripli rispetto a prima...

fallimenti a go-go
 
Buona domanda :D
Comunque facciamo debito come STATO, quindi pagano i cittadini, con le tasse.
Così funziona il sistema. Poi se si vuole cambiare, per carità, è legittimo eh.
Non so quali sistemi economici siano vigenti oggi al mondo, migliori di questo.
C'è qualche paese che può essere di esempio? E in questo paese non c'è una banca centrale che stampa, non si fa debito e non ci sono tasse?
E se c'è debito e ci sono tasse, le tasse sono per caso più basse? E magari la PA è più efficiente? E i politici sono stati meno ladri?
Magari ci sono da valutare tutte queste cose.

Solita predica.
Per restare sul debito da un punto di vista tecnico e scientifico il suo incremento esorbitante è follemente avvenuto in dieci anni a causa di bankitalia che ha imposto tassi d'interesse astronomici per inseguire l'internazionalismo terzomondista e svolgere un ruolo politico contro i partiti, cosa che poi con le fake news ufficiali ha favorito il colpo di stato della magistratura.

Che poi il debito pubblico sia analogo a uno privato è altra fantasia terrappiattista.
 
Solita predica.
Per restare sul debito da un punto di vista tecnico e scientifico il suo incremento esorbitante è follemente avvenuto in dieci anni a causa di bankitalia che ha imposto tassi d'interesse astronomici per inseguire l'internazionalismo terzomondista e svolgere un ruolo politico contro i partiti, cosa che poi con le fake news ufficiali ha favorito il colpo di stato della magistratura.

Che poi il debito pubblico sia analogo a uno privato è altra fantasia terrappiattista.

Scusa ma di che anni parli? Anni '90? E allora? C'era la famosa sovranità monetaria e c'erano i titoli di Stato che rendevano un sacco, non era il top del top? Adesso scopriamo che, anche con la Lira, si potevano fare dei casini? Eh ma non va mai bene niente :D

Lo so che il debito pubblico non è uguale al debito privato, ma è molto simile. Lo Stato non è un'edicola, lo so, Kovalsky.
Però alla fine i soldi vanno restituiti e in qualche modo si restituiscono. Perchè il sistema è questo. Ripeto, se si vuole cambiare, tocca rivoluzionare un sacco di cose, ma ciò non avverrà di certo con una leggina in Parlamento. O sarà molto, molto complicato che ciò avvenga.
E secondo me, in un Paese del 2022, è praticamente impossibile essere indipendenti ed autonomi, moneta o non moneta.
 
Perchè dite che verrà restituito?
Al massimo verrà rollato, non verrà mai tutto restituito, questo per me è poco ma sicuro.
 
Perchè dite che verrà restituito?
Al massimo verrà rollato, non verrà mai tutto restituito, questo per me è poco ma sicuro.

certo, immagina gli USa restituire i 14000k di mld di dollari di debito, federale e statale, o i crucchi restituire i 3000 k mld. :asd:

Solite sciocchezze europeiste :asd:
 
Scusa ma di che anni parli? Anni '90? E allora? C'era la famosa sovranità monetaria e c'erano i titoli di Stato che rendevano un sacco, non era il top del top? Adesso scopriamo che, anche con la Lira, si potevano fare dei casini? Eh ma non va mai bene niente :D

Lo so che il debito pubblico non è uguale al debito privato, ma è molto simile. Lo Stato non è un'edicola, lo so, Kovalsky.
Però alla fine i soldi vanno restituiti e in qualche modo si restituiscono. Perchè il sistema è questo. Ripeto, se si vuole cambiare, tocca rivoluzionare un sacco di cose, ma ciò non avverrà di certo con una leggina in Parlamento. O sarà molto, molto complicato che ciò avvenga.
E secondo me, in un Paese del 2022, è praticamente impossibile essere indipendenti ed autonomi, moneta o non moneta.

Disporre della sovranità monetaria purtroppo non salvaguarda da asini e incapaci.
Cmq erano in malafede, propositalmente hanno fatto esplodere il debito e preparato il terreno per il colpo di stato e eliminazione dei partiti popolari.
Hanno raddoppiato il debito per gli interessi. Neanche spesa o rdc o guerra.

Il debito pubblico non ha nulla a che vedere con un convenzionale debito e magari dovrebbe chiamarsi in altro modo se servisse. Né deve essere restituito.
I problemi attuali solo pretestuosamente sono di debito.
Il vero disastro è dichiarare guerra slla Russia.
 
Vincent Vеga;57584471 ha scritto:
i tassi vanno alzati per arginare il crollo della valuta e l'iperinflazione causata dall'espansionismo atlantista
il QE (o altro strumento simile) serve a non far fallire il sistema finanziario insieme ai PIIGS: l'italia ha troppo debito per fare il giochino della grecia, saltano tutti insieme a noi.

L'inflazione è a causa della guerra dichiarata alla Russia.
Curarla con la recessione è bastonare due volte gli schiavi liberi.
Negli Usa è l'ottanta per cento da guerra contro la Russia pure e il resto per trasferimenti sui conti correnti e precedenti problemi da offerta.
Se la Fed aumenta i tassi colpisce le altre monete e si vede cosa accade ai giapponesi.
Ma non si arriva immediatsmente a iperinflazione da svalutazione
 
Risparmio: Ballando con l'Orso (Mi.Fi.)
MILANO (MF-DJ)--"Assistiamo a un cambio di scenario in cui le oscillazioni sono dettate più dagli algoritmi che dalla consapevolezza degli operatori. Serve una fase di assestamento. Chi teme gli spread deve sapere che il debito nazionale ha una vita residua lunga e non è preoccupante. Chi investe in azioni deve approfittare delle occasioni e ragionare sul lungo periodo". Su Class Cnbc l'ad di FinecoBank. Alessandro Foti. sintetizza così l'attuale scenario di mercato.

Domanda. Le borse sono entrate in mercato Orso. mentre i rendimenti obbligazionari volano. Come legge quello che sta succedendo?

Risposta. Arriviamo da 15 anni di liquidità in costante aumento e tassi in discesa. Ora siamo entrati in una fase di normalizzazione. Il mercato cerca nuovi equilibri e tutto avviene molto velocemente. data la natura algoritmica e fortemente tecnologica degli scambi attuali.

D. È stata la settimana più calda degli ultimi anni per le banche centrali. Quanto contano le loro decisioni?

R. Tantissimo. Alcuni fattori sono di tipo esogeno. ma comunque sono loro che disegnano il nuovo scenario. come già avevano fatto con quello precedente. Per ora stanno accettando il rischio di rallentare la crescita per riportare l'inflazione sotto controllo. Anche perché. se non accadesse. gli interventi dovrebbero essere ben più dolorosi.

D. Al momento il prezzo più alto tocca all'obbligazionario. Come gestirlo?

R. Va considerato come diviso in due componenti: la prima è legata ai tassi e inversamente correlata a essi. La seconda la chiamerei di credito. legata agli scenari economici e ai livelli di spread. All'inizio la componente tassi era più rilevante. ma ora ha preso forza quella di credito e il valore del Btp segue un po' l'andamento di Borsa italiana.

D. Per molti il Btp al 4% è un livello di allarme. La Bce predispone uno scudo...

R. L'annuncio della banca centrale non influisce sulle scelte di lungo termine nell'asset allocation. perché non è mai stata messa in discussione la sostenibilità del debito italiano. La prima ragione è che la vita media dei titoli di Stato è molto lunga e servirebbe quindi molto tempo prima che il rialzo dei tassi possa avere un impatto significativo. Il secondo aspetto è che l'inflazione aiuta i grandi debitori. Oggi il Pil nominale. composto dal Pil più il tasso d'inflazione. si sta mantenendo al di sopra del tasso marginale di rifinanziamento a conferma che la situazione è sotto controllo.

D. Però l'inflazione corre sempre più veloce...

R. Il peggior nemico di un grande debitore più che l'inflazione è la deflazione. che fa salire il valore reale del debito. Dobbiamo guardare con molta attenzione al cosiddetto Pil nominale. ovvero al Pil sommato al tasso di inflazione. Se si mantiene al di sopra del tasso marginale di rifinanziamento del debito. la situazione è sotto controllo. Per ora questo è lo scenario e non c'è preoccupazione sul nostro debito.

D. Però le banche che hanno in pancia troppo debito nazionale sono state penalizzate in Borsa.

R. Si tratta di operazioni dettate da algoritmi. che incrociano diversi parametri prestabiliti e compiono azioni quando si trovano in determinate situazioni. In queste fasi confuse prevalgono questo tipo di attività. Ma poi si torna a considerare i fondamentali.

D. La vostra esposizione vi preoccupa?

R. Non bisogna avere preoccupazioni sull'intero sistema bancario italiano e nemmeno su di noi. Più di due terzi dei Btp che sono nei portafogli delle banche italiane hanno scadenze lunghe e non generano impatto patrimoniale. Sono titoli che vengono portati a scadenza e rimborsati. Dal punto di vista tecnico. quindi. non c'è alcun motivo di temere. Al limite dovremmo preoccuparci dell'eventualità che un rialzo importante del rendimento sul lungo termine porti a un rialzo del costo del denaro provocando. un problema strutturale per le aziende.

D. Infatti si teme una recessione nei prossimi 12-18 mesi

R. È chiaro che di fronte a balzi dell'inflazione di questo tipo il rischio di interventi che provochino una recessione è reale. Ma i mercati ormai sono molto efficienti. e che riescono ad anticipare e metabolizzare gli eventi. Gran parte delle previsioni che circolano è già stata incorporata e metabolizzata dal mercato. che tende all'inizio ad avere un approccio pessimistico. per modificarlo poi in corsa.

D. In ogni caso i nervi degli investitori sono sotto stress. Cosa consiglia di fare oggi?

R. Devono semplicemente chiedersi qual è la loro preoccupazione principale: veder scendere. sul breve periodo. il valore dei propri investimenti. o veder depauperare sul lungo periodo il potere d'acquisto del proprio patrimonio? La scelta dipende da questa risposta. Se l'obbiettivo è proteggere il potere d'acquisto in maniera strutturale e durevole è evidente che bisogna investire in economia reale. E avere pazienza.

D. Cosa si devono attendere i risparmiatori nei prossimi mesi?

R. Chiunque abbi la presunzione di fare previsioni a breve non è serio. Ma sul lungo periodo le serie storiche dicono che il grafico è in perenne salita e che quando ci sono le occasioni bisogna comprare.

D. È la filosofia di Warren Buffett: proprio oggi con MilanoFinanza esce un instant book con le sue più recenti lettere ai soci su questi temi...

R. Il suo slogan più famoso è: «quando tutti sono avidi mi spavento. e quando tutti sono spaventati divento avido». È un concetto corretto. che si applica alla situazione attuale.

red

MF-DJ NEWS

2008:44 giu 2022

(END) Dow Jones Newswires

June 20. 2022 02:45 ET (06:45 GMT)
 
certo, immagina gli USa restituire i 14000k di mld di dollari di debito, federale e statale, o i crucchi restituire i 3000 k mld. :asd:

Solite sciocchezze europeiste :asd:

Forse c'è un x1000 di troppo?

3.000mld
14.000mld
Ps
Il debito pubblico americano, che segue una traiettoria di forte aumento anche per l'anno 2021, ha raggiunto cifre da capogiro nell'ultimo periodo. Secondo Trading Economics questo ammontava, a settembre 2021, a 28.428,919 milioni di dollari, tra le cifre più alte della storia del paese.8 feb 2022
 
e niente... non la capirete mai che con i nazionalismi monetari... puff

I vestiti nuovi (e invisibili) del banchiere centrale | Phastidio.net

di Mario Seminerio – Domani Quotidiano

Le due maggiori banche centrali del pianeta, la Federal Reserve e la Bce, sono state costrette a prendere posizione di fronte ai “capricci” dei mercati, i famosi “tantrum“, che a intervalli regolari le costringono a rettificare la posizione. Non è stato e non è un bel vedere, anche se siamo ormai abituati a queste scene. Il problema è che ora questi episodi stanno mettendo in chiaro in modo inequivocabile che il re-banchiere centrale è nudo.

La Bce è stata costretta a un governing council straordinario in videoconferenza, dopo che la riunione di giovedì scorso aveva scatenato l’inferno dei mercati sugli spread dei paesi periferici e soprattutto su quello italiano. Tutto era iniziato perché il comunicato finale, contrariamente alle attese, non indicava le tecniche che sarebbero state utilizzate per evitare la “frammentazione”, cioè per evitare allargamenti “patologici” di alcuni spread.

Lo strumento antiframmentazione che non era nato

Subito, il mercato ha iniziato a mitragliare l’Italia e la Grecia. La Bce mercoledì si è tele-riunita e ha prodotto un assai stringato comunicato in cui annuncia al popolo festante (soprattutto quello italiano) di aver dato mandato ai propri servizi e comitati rilevanti di accelerare il completamento dello strumento anti-frammentazione.

Non prima di aver ribadito il proprio orientamento ad applicare flessibilità sui reinvestimenti dei titoli comprati durante il programma PEPP e che arriveranno a scadenza. Punto, questo, che era già presente nel comunicato di giovedì scorso. Ora si attende la riunione di luglio per avere dettagli, e capire se o meglio quali condizionalità verranno attivate per permettere a un paese (a caso) di fruire dell’agognato “scudo anti-spread”, come lo chiama la banalizzazione giornalistica.

La mia impressione, detta in modo brutale, è che in seno al Governing Council nessuno avesse ancora messo testa e mani sullo strumento anti-frammentazione, quando si è deciso di avviare lo svezzamento dagli acquisti di titoli. Forse qualcuno avrà detto “bisogna pensare a qualcosa in caso lo spread italiano tornasse a impennarsi”, e forse qualcuno avrà risposto “va bene, poi ci penseremo”.

Elucubrazioni

Dopo di che Christine Lagarde, che di central banking e politica monetaria afferra il giusto, cioè assai poco, si è presentata in conferenza stampa o ad eventi pubblici e ha diligentemente avanzato il “suggerimento”, pensando di essere a posto con coscienza e lavoro. Purtroppo, le cose sono sempre più complesse di quanto appaia ai nostri occhi, e la razionalità spesso si traduce solo in decisioni sequenziali e reattive, non sinottiche e pro-attive.

Ora sono iniziate le elucubrazioni. Quali saranno le condizioni, quanto alta l’asticella? E quanto verrà investito? E si potrà deviare dalle allocazioni tra paesi secondo la partecipazione al capitale della Bce (la cosiddetta capital key) per quanto tempo? Questo è il lavoro dei central bank watcher: elaborare ipotesi.

Forse in Italia c’è chi si è convinto che, dopo il mini-crollo di rendimenti e spread italiani, ora abbiamo davanti un’autostrada fatta di scostamenti di bilancio e altre amenità. La Bce è ufficialmente entrata nel business della “chiusura” degli spread. Pensate gli equilibrismi teologici: sin a questo livello di spread sono i “fondamentali”, oltre questo punto è “frammentazione”.

E al contempo sono (ri)partite le dotte analisi sull’esigenza di avere una “agenzia di debito europea”, cioè mettere in comune il debito, mentre i venditori di olio di serpente sono già pronti a ritirare fuori il loro banchetto fatto di monetizzazione e cancellazione del debito, anche durante una perturbazione inflazionistica. Di rincalzo, arriveranno pensosi economisti a dire che lo spread è uno svantaggio competitivo per il nostro meraviglioso paese.

Un whatever it takes differente

La Fed mercoledì si è esibita in una sorta di whatever it takes per stroncare un’inflazione vibrante, lato offerta e lato domanda. Settantacinque centesimi e altri 175 vaticinati da qui a fine anno, ha prescritto il dottore. Jay Powell si è detto fiducioso che la crescita americana reggerà la stretta e che si arriverà al famoso e presto famigerato softish landing, cioè un soft landing in cui forse l’aereo perde i carrelli e finisce fuori pista.

Riusciranno i nostri eroi a realizzare quella che è stata definita “l’immacolata disinflazione”, cioè a piegare la corsa dei prezzi senza causare una recessione col suo corollario di aumento di disoccupazione? Lo scopriremo ma temo di no. Per ora, ci sono alcune evidenze aneddotiche sparse. Ad esempio, i prestatori nel comparto auto stanno tagliando i debitori con peggiore punteggio di credito.

Anche gli spread di credito stanno subendo un violento allargamento, che non mancherà di trasmettersi all’economia reale, col solito ritardo. A questo proposito, molti stanno criticando la mossa della Fed perché la politica monetaria agisce con un ritardo di circa 12-18 mesi, e potrebbe finire a stringere troppo, quando l’economia sarà già in recessione. Personalmente, mi ha colpito il dissenso di Esther George, della Fed di Kansas City: solitamente un falco, mercoledì avrebbe preferito un aumento di mezzo punto. Forse vuol dire che sul territorio sta iniziando a vedere qualcosa di spiacevole?

Davvero difficile sfuggire all’impressione che le banche centrali siano prese a schiaffi dalla realtà prima che dai mercati, e che il potere della parola, una forma di sciamanesimo moderno, sia stato pesantemente degradato. Moderni imperatori e alchimisti della ricchezza, una tesi per ogni situazione. E ora, proprio come l’imperatore della fiaba di Andersen, si esibiscono col loro abito nuovo e completamente invisibile.
 
I vestiti nuovi (e invisibili) del banchiere centrale | Phastidio.net

di Mario Seminerio – Domani Quotidiano

Le due maggiori banche centrali del pianeta, la Federal Reserve e la Bce, sono state costrette a prendere posizione di fronte ai “capricci” dei mercati, i famosi “tantrum“, che a intervalli regolari le costringono a rettificare la posizione. Non è stato e non è un bel vedere, anche se siamo ormai abituati a queste scene. Il problema è che ora questi episodi stanno mettendo in chiaro in modo inequivocabile che il re-banchiere centrale è nudo.

La Bce è stata costretta a un governing council straordinario in videoconferenza, dopo che la riunione di giovedì scorso aveva scatenato l’inferno dei mercati sugli spread dei paesi periferici e soprattutto su quello italiano. Tutto era iniziato perché il comunicato finale, contrariamente alle attese, non indicava le tecniche che sarebbero state utilizzate per evitare la “frammentazione”, cioè per evitare allargamenti “patologici” di alcuni spread.

Lo strumento antiframmentazione che non era nato

Subito, il mercato ha iniziato a mitragliare l’Italia e la Grecia. La Bce mercoledì si è tele-riunita e ha prodotto un assai stringato comunicato in cui annuncia al popolo festante (soprattutto quello italiano) di aver dato mandato ai propri servizi e comitati rilevanti di accelerare il completamento dello strumento anti-frammentazione.

Non prima di aver ribadito il proprio orientamento ad applicare flessibilità sui reinvestimenti dei titoli comprati durante il programma PEPP e che arriveranno a scadenza. Punto, questo, che era già presente nel comunicato di giovedì scorso. Ora si attende la riunione di luglio per avere dettagli, e capire se o meglio quali condizionalità verranno attivate per permettere a un paese (a caso) di fruire dell’agognato “scudo anti-spread”, come lo chiama la banalizzazione giornalistica.

La mia impressione, detta in modo brutale, è che in seno al Governing Council nessuno avesse ancora messo testa e mani sullo strumento anti-frammentazione, quando si è deciso di avviare lo svezzamento dagli acquisti di titoli. Forse qualcuno avrà detto “bisogna pensare a qualcosa in caso lo spread italiano tornasse a impennarsi”, e forse qualcuno avrà risposto “va bene, poi ci penseremo”.

Elucubrazioni

Dopo di che Christine Lagarde, che di central banking e politica monetaria afferra il giusto, cioè assai poco, si è presentata in conferenza stampa o ad eventi pubblici e ha diligentemente avanzato il “suggerimento”, pensando di essere a posto con coscienza e lavoro. Purtroppo, le cose sono sempre più complesse di quanto appaia ai nostri occhi, e la razionalità spesso si traduce solo in decisioni sequenziali e reattive, non sinottiche e pro-attive.

Ora sono iniziate le elucubrazioni. Quali saranno le condizioni, quanto alta l’asticella? E quanto verrà investito? E si potrà deviare dalle allocazioni tra paesi secondo la partecipazione al capitale della Bce (la cosiddetta capital key) per quanto tempo? Questo è il lavoro dei central bank watcher: elaborare ipotesi.

Forse in Italia c’è chi si è convinto che, dopo il mini-crollo di rendimenti e spread italiani, ora abbiamo davanti un’autostrada fatta di scostamenti di bilancio e altre amenità. La Bce è ufficialmente entrata nel business della “chiusura” degli spread. Pensate gli equilibrismi teologici: sin a questo livello di spread sono i “fondamentali”, oltre questo punto è “frammentazione”.

E al contempo sono (ri)partite le dotte analisi sull’esigenza di avere una “agenzia di debito europea”, cioè mettere in comune il debito, mentre i venditori di olio di serpente sono già pronti a ritirare fuori il loro banchetto fatto di monetizzazione e cancellazione del debito, anche durante una perturbazione inflazionistica. Di rincalzo, arriveranno pensosi economisti a dire che lo spread è uno svantaggio competitivo per il nostro meraviglioso paese.

Un whatever it takes differente

La Fed mercoledì si è esibita in una sorta di whatever it takes per stroncare un’inflazione vibrante, lato offerta e lato domanda. Settantacinque centesimi e altri 175 vaticinati da qui a fine anno, ha prescritto il dottore. Jay Powell si è detto fiducioso che la crescita americana reggerà la stretta e che si arriverà al famoso e presto famigerato softish landing, cioè un soft landing in cui forse l’aereo perde i carrelli e finisce fuori pista.

Riusciranno i nostri eroi a realizzare quella che è stata definita “l’immacolata disinflazione”, cioè a piegare la corsa dei prezzi senza causare una recessione col suo corollario di aumento di disoccupazione? Lo scopriremo ma temo di no. Per ora, ci sono alcune evidenze aneddotiche sparse. Ad esempio, i prestatori nel comparto auto stanno tagliando i debitori con peggiore punteggio di credito.

Anche gli spread di credito stanno subendo un violento allargamento, che non mancherà di trasmettersi all’economia reale, col solito ritardo. A questo proposito, molti stanno criticando la mossa della Fed perché la politica monetaria agisce con un ritardo di circa 12-18 mesi, e potrebbe finire a stringere troppo, quando l’economia sarà già in recessione. Personalmente, mi ha colpito il dissenso di Esther George, della Fed di Kansas City: solitamente un falco, mercoledì avrebbe preferito un aumento di mezzo punto. Forse vuol dire che sul territorio sta iniziando a vedere qualcosa di spiacevole?

Davvero difficile sfuggire all’impressione che le banche centrali siano prese a schiaffi dalla realtà prima che dai mercati, e che il potere della parola, una forma di sciamanesimo moderno, sia stato pesantemente degradato. Moderni imperatori e alchimisti della ricchezza, una tesi per ogni situazione. E ora, proprio come l’imperatore della fiaba di Andersen, si esibiscono col loro abito nuovo e completamente invisibile.

Quindi ? :D

Una sintesi :PUFF :asd:
 
Oggi pomeriggio parlano la Lagarde e Powell , giornata di passione per le borse europee
 
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