Axelart
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Un impatto ci sarà certamente.
Sicuramente in termini di volumi di vendita ci sarà una contrazione, almeno nel periodo dei 12 mesi da marzo 2020 come ha scritto Klee.
Questo varrà per gallerie e case d'asta.
Bisognerà vedere in quanti e come si organizzeranno per resistere.
Va tenuto presente che già sul territorio italiano le realtà del settore sono strutturate in modo completamente diverso l'una dall'altra ma che in ogni caso la maggior parte sono gestite a livello familiare con l'eventuale aggiunta di uno o più collaboratori.
In USA - o in generale per le aziende più grandi - si tratta di strutture molto più complesse; non a caso appena è stato possibile hanno tutti ridotto il personale con, che poi magari riassumeranno, ma intanto hanno licenziato.
Questo in USA è piuttosto tipico in tutti i settori e anche per i "big": arriva una crisi e si licenzia subito. Altrimenti si salta in aria...
Però c'è anche chi già pianifica in contro-tendenza: proprio poco fa ho ricevuto la newsletter di una nota galleria inglese, che credo sia stata a suo tempo tra le prime occidentali (se non LA prima) ad aprire ad Hong Kong. Bene, stanno lavorando per aprire proprio ad Hong Kong una nuova sede molto più grande in quello che sta diventando un vero e proprio quartiere dell'arte.
In questo clima, questa la trovo una notizia piuttosto positiva, che evidenzia che c'è chi sta guardando in avanti.
Menomale!