La crisi dei mutui subprime e i mercati finanziari globali

in effetti gli americani meriterebbero di andare a rotoli non fosse altro perchè non hanno la minima idea di cosa significa bere vino... i film usa sulla passione per le viti e l'enologia fanno semplicemente scompisciare... anche per bersi un goccetto volante prendono un calice da grande degustazione, manco avessero a che fare con un amarone d'annata.
andassero in mona :clap:
 
in realtà, oltre a non capire un capzo di come e cosa si beve, non capiscono un accidente neanche di come e cosa si mangia... jupa ne è la prova vivente OK!
 
e tutto un complotto degli ECOLOGISTI :o

Ci fu un tempo in cui l’umanità ridusse enormemente le emissioni di CO2, il colpevole dell’effetto-serra, e dunque del riscaldamento globale: fu nella grande Depressione del ‘29.
Nel 1928, il biossido di carbonio (CO2) prodotto dalle industrie nel mondo ammontò a 1,1 miliardi di tonnellate.
Nel 1929, salì ancora a 1,7 milioni.
Poi, il crollo di Wall Street, e la grande depressione cominciò.
Nel 1932, l’emissione di CO2 dovuta alle industrie umane era crollata a 0,88 miliardi di tonnellate.
Un calo del 30%.
Poi la curva ricominciò a salire, lentamente e in modo continuo, nel 1939 era a 0,90 miliardi di tonnellate.
La ripresa tuttavia fu lentissima.
Solo con la guerra e la ricostruzione del dopoguerra, verso il 1945-50, si tornò ai valori antecedenti al 1029.
Il 30% in meno di emissioni di CO2: è un calo enorme, molto maggiore di ciò che si possa sperare di raggiungere con le norme che gli ecologisti vorrebbero imporre al mondo, come i «crediti» sulle emissioni di carbonio (volute dalla convenzione di Kyoto: i Paesi che emettono troppo possono «comprare» crediti da Paesi che emettono poco).
Molto più di quello che vorrebbe l’ecologista politico Al Gore.
Molto più di quanto chiede, esige, l’ONU, o l’Inter-Governmental Panel on Climate Ch’ange.
Un calo del 30%.
Dietro questa percentuale c’è la tragica paralisi della produzione e dei commerci industriali, la spaventosa riduzione dei consumi in Europa e in America.
Ci sono le fabbriche chiuse, le decine di milioni di disoccupati, i tempi durissimi per la massima parte della popolazione del pianeta.
Il decennio (1929-39) del tirare la cinghia, il più duro per una generazione che non avrebbe visto la luce alla fine del tunnel, se non sotto forma della seconda guerra mondiale - l’altra tragedia immane, la grande consumatrice di prodotti industriali e di vite umane - nei cinque anni seguenti.
Ma almeno, il CO2 prodotto dall’uomo bruciando carbone e petrolio calò.
L’aria sarà stata più pulita.
I cieli più sereni.
 
forse anche noi facciamo come gli ameriCANI...
Famiglie: tra rate e mutui 15 mila euro di debito medio
Studio Cgia, a Roma e' di oltre 20mila e solo 6mila a Vibo
(ANSA) - VENEZIA, 11 AGO - Secondo un'elaborazione della Cgia di Mestre, l'indebitamento medio delle famiglie italiane ha toccato a marzo i 14.800 euro. La cifra comprende mutui, finanziamenti per ristrutturazioni, prestiti per l'acquisto di beni mobili, credito al consumo. Il carico maggiore di 'sofferenze' per famiglia riguarda Roma (21.148 euro), Milano (20.142), Lodi (19.616). Le famiglie meno indebitate vivono a Vibo Valentia (6.494), R.Calabria (6.587), Avellino (6.680), Isernia (6.732). Anche quando si parla di incremento dell'indebitamento per famiglia avvenuto negli ultimi 5 anni (dall'introduzione dell'euro) e' al Sud - sottolinea la Cgia - che vengono registrate le percentuali di crescita meno elevate. Una su tutte e' quella registrata nella provincia di Potenza, dove l'incremento e' stato del 37,3%. Mentre ai primissimi posti della classifica, nuovamente di dominio del Centro e del Nord, spiccano solo tre province del Mezzogiorno: Napoli, dove il debito delle famiglie e' cresciuto del 105,6%, Caserta (98,36%) e Crotone (93,31%). Il record della crescita del debito delle famiglie, comunque, appartiene alla provincia di Reggio Emilia che ha registrato un incremento del 105,78%, seguita da Piacenza (102,26 %). (ANSA).
 
mettiamo che in Italia ci sono 15.000.000(?) di famiglie...
x 15.000€ di debito medio ....
fanno € 225.000.000.000,00.......
 
paolinobianchi ha scritto:
Quella maledetta casa di Slawson Avenue
La crisi dei mutui subprime e i mercati finanziari globali
di Sbancor

Una crisi sistemica potrebbe iniziare così. Oggi, giovedì 9 agosto alle ore 14.15 mi telefona un amico da un’agenzia di stampa tedesca. Mi dice che circolano rumors in Germania sulla crisi di una banca. Soggiunge, preoccupato, che “i rumors” si sono spinti fino a sostenere che per qualche ora è stato chiuso il mercato interbancario. Gli prometto di informarmi. Recupero lentamente un po’ di lucidità dal torpore postprandiale. Apro Bloomberg scorrendo le market news. La prima notizia che attrae la mia attenzione è che la British Bankers Association ha comunicato che il tasso overnight interbancario, il cosiddetto London Interbank Offered Rate (LIBOR) è salito dal 5,35% al 5,86%. Il livello più alto dal 2001. Sembra che a determinare l’incremento siano le preoccupazioni sui mutui immobiliari “subprime” americani. Ora i “subprime” sono la grande paura che da febbraio agita i mercati. Si tratta di mutui ipotecari concessi a clienti che hanno redditi bassi e lavoro spesso precari, in quartieri che certo non assomigliano a Beverly Hills.

Non so se qualcuno di voi è pratico di Los Angeles, ma la strada che viene in mente a me, quando si parla di “subprime” è Slawson Avenue. La prima parte è abitata da afroamericani. La seconda da ispanici. La seconda suscita qualche apprensione a percorrerla di giorno. Non voglio pensare cosa accade lì la notte. Finii a Slawson per un errore di guida, tanti anni fa, e sono ancora grato al Signore per aver riportato indietro la mia pelle intatta.

Non divaghiamo. Dunque le compagnie specializzate in mutui concedevano prestiti a clienti del ***** che si compravano case del *****. Pensavano di guadagnarci comunque perché il mercato immobiliare americano era impazzito. E i prezzi crescevano ogni giorno. E quindi i clienti del ***** sulla base del nuovo e più alto valore dell’immobile continuavano a indebitarsi (re-financing, si chiama la ***** di tecnica). E quelli delle compagni glieli concedevano, perché sapevano che anche se il cliente del ***** falliva, loro in dieci giorni avrebbero avuto dal tribunale la casa. Il cui prezzo continuava a crescere. Si fosse fermata qui sarebbe stata solo una speculazione del *****.

Ma no, no. Hanno continuato, gli ******: i mutui venivano venduti alle Grandi Case, cioè alle principali banche come Chase, Citigroup, Morgan Sanley, Goldman Sachs, Bears Stern, che li trasformavano in titoli (Asset backed Securities, CDO, CD’S ecc.). La cartaccia veniva collocata presso altre Banche, Fondi Comuni, Fondi Pensione. La cartaccia girava. La cartaccia aveva incominciato a impestare anche le banche europee.

Produzione di ***** attraverso *****.

Le banche europee che si sono infarcite della “cartaccia” “made in U.S.A. finora sono la BNP-Paribas parigina, che ha dovuto bloccare i riscatti da tre fondi. La Ikb tedesca è praticamente fallita, la NIBC Bank olandese è nei guai. ******. Un trader della Commerzbang AG dice che “La liquidità si è seccata completamente, gli investitori non stanno reinvestendo denaro per paura dei subprime”. I Iivelli si sono alzati di colpo drammaticamente da ieri.


E’ un campanello d’allarme. Ma non è sufficiente. Vado in sala cambi e guardo la Reuters.

FRANCOFORTE, 14.06: La Banca Centrale Europea ha assegnato fondi per 94,8 miliardi di Euro in un’asta veloce al tasso fisso del 4% destinata a fornire liquidità al sistema. Come preannunciato la BCE ha soddisfatto per intero le richieste, giunte da 49 istituti bancari dell’ara euro. L’operazione regolata oggi, prevede il rientro dei fondi iniettati domani.

E’ un secondo campanello. Avrà ragione il mio amico tedesco?

Vado sulla pagina Reuters dedicata alle banche. E’ un bollettino di guerra.

- BNP Paribas: ha congelato fondi per 1,6 miliardi di euro per problemi legati ai “subprime”.
- Commerzbank: dice di essere esposta al rischio subprime tramite le sue filiali di New York. Nega problemi seri.
- NIBC BANK: la banca olandese ha ammesso perdite per 137 milioni di euro legati ad asset-backed securities USA. E’ esposta per 391 milioni di dollari al rischio “subprime”.
- WESTLB: la banca tedesca dice che la sua esposizione nei subprime è limitata. Ma non da cifre. Qualcosa mi dice che è la banca in crisi di cui parla il mio amico.
- AXA: la più grande assicurazione francese. Dice di aver un’esposizione “bassa”. Guardo le cifre: 2,3 miliardi euro. Alla faccia…
- WESTLB MELLON: è un fondo della WESTLB. Congelato. Ma la Royal Bank of Scotland assicura che non ci sono subprime americani, ma solo prime europei. Ho paura che i miei colleghi siano non solo ladri, ma anche bugiardi.


Bollettino BCE: linguaggio sfumato da banchieri centrali. Messaggio chiarissimo, però: “Il mercato mondiale dei prestiti ad elevata leva finanziaria (c’est a dire indebitati fino al collo) ivi compreso un ampio segmento europeo (quanto ampio?) mostra alcune analogie con il mercato statunitense dei mutui ipotecari di qualità non primaria (subprime), che potrebbe dar adito a timori, nel caso di una svolta avversa nel ciclo del credito”.

Il campanello d’allarme è diventato un campanaccio.

Ritorno su Reuters mentre con la coda dell’occhio vedo nervosismo fra i traders. Una solitaria bestemmia dal desk dei mercati asiatici: L’Euro è in picchiata sullo Yen: -2%. E un segnale preoccupante. Vuol dire che gli investitori comprano yen e vendono euro per ridurre la loro esposizione al “carry trade” più rischioso di solito effettuato sulla base della valuta giapponese. Se fosse così dovrebbero esserci ripercussioni sui mercati emergenti dell’Est Europa, penso. Ma è già troppo tardi. In questi casi i mercati sono più veloci dei miei neuroni e delle sinapsi un po’ intorpidite dall’estate romana: Il Fiorino Ungherese sta già cadendo dell’1% verso l’Euro. La Banca centrale dell’Ucraina sta intervenendo sui cambi comprando dollari per sostenere la propria sgangherata moneta: l’hryvnias.

Sono le 16.00 p.m.

Le Borse sono tutte in “rosso”:

North/Latin America

INDEX VALUE CHANGE %CHANGE TIME
DOW JONES INDUS. AVG
13,483.49 -174.37 -1.28% 10:06
S&P 500 INDEX
1,476.84 -20.65 -1.38% 10:06
NASDAQ COMPOSITE INDEX
2,593.72 -19.26 -0.74% 10:06
S&P/TSX COMPOSITE INDEX
13,591.73 -166.46 -1.21% 10:07
MEXICO BOLSA INDEX
30,155.64 -506.23 -1.65% 09:47
BRAZIL BOVESPA STOCK IDX
53,933.43 -1,307.94 -2.37% 10:06
More North/Latin America Indexes /markets/stocks/wei_region1.html


Europe/Africa/Middle East

INDEX VALUE CHANGE %CHANGE TIME
DJ STOXX 50 € PR
3,746.65 -76.42 -2.00% 09:52
FTSE 100 INDEX
6,265.70 -128.20 -2.01% 09:51
CAC 40 INDEX
5,601.50 -147.79 -2.57% 10:07
DAX INDEX
7,457.66 -148.28 -1.95% 09:51
IBEX 35 INDEX
14,842.20 -162.00 -1.08% 09:51
MILAN MIB30 INDEX
40,271.00 -619.00 -1.51% 09:46
AMSTERDAM EXCHANGES INDX
517.17 -13.81 -2.60% 10:06
OMX STOCKHOLM 30 INDEX
1,209.57 -33.92 -2.73% 10:06
SWISS MARKET INDEX
8,792.15 -172.03 -1.92%


Anche Wall Street è al ribasso. A guidarlo sono Citigroup e Goldman Sachs. Il valore di una azione della Citigroup ha perso 1,74$. Goldman Sachs 7,16$. Non pochi. Due dei più grandi gruppi bancari americani travolti dai mutui concessi a clienti insolventi per case di bassa qualità. Ma è tutto l’indice azionario del settore finanziario che segna “profondo rosso”: -2,7%

Verso sera arriva la notizia che anche la FED sta pompando liquidità sui mercati: 24 miliardi di dollari.

Ormai non c’è dubbio siamo in una crisi sistemica. Medito. Se le “Grandi Case”, per fare soldi sono costrette a comportarsi da volgari usurai negli ”slums” di Los Angeles o di New York, stiamo decisamente “alla frutta”. Perché in fondo la crisi dei “subprime” non è altro che questo.

La crisi del ’29 fu innescata, fra l’altro, da speculazioni edilizie in mezzo alle paludi della Florida. Non vorrei che quella del 2007 iniziasse a Slawson Avenue, Los Angeles. California.


Venerdì 10 agosto. Ore 9.30. Attendo l’apertura dei mercati. In banca non c’è più quasi nessuno. Tutti al mare. ******. Arrivano le prime notizie. Apertura negativa. Altre notizie si rincorrono: tutte le banche centrali stanno iniettando liquidità nel sistema: LA FED, la BCE, la Bank of Japan, la Banca Centrale Australiana, quella Canadese. Alla fine si arriva a una somma intorno a 131,3 miliondi di dollari. Quanto ***** ci sta costando Slawson Avenue?

Effetto sul mercato? Zero. I titoli continuano a scendere in picchiata. I rendimenti sull’obbligazionario sembrano reagire, ma poi seguono il loro percorso, che come è noto è inverso a quello delle azioni. Salgono. I maledetti salgono! I BOT sono al 4,25%, livelli mai visti negli ultimi anni

Siamo in crisi di liquidità. La bestia nera del capitalismo finanziario è di nuovo fra noi. E’ la bestia nera ha fame. Si è mangiata solo in Europa 380 miliardi di Euro sulla capitalizzazione delle Borse.

Altre news confermano che stavolta la crisi è incredibilmente europea. Una crisi europea costruita sui mutui spazzatura americani. Meraviglie del mercato-mondo!.

“In giornata si sono rafforzate voci di un possibile intervento urgente delle banche centrali americana (Federal Reserve) ed europea (Bce) sui tassi d'interesse. Dopo una partenza pesante Wall Street ha iniziato a risentirne positivamente, per poi tornare in rosso. I mercati Usa erano sembrati sollevati dal fatto che la banca centrale potrebbe tagliare i tassi di un quarto di punto già entro agosto senza attendere la riunione del 18 settembre. Il tentativo di ripresa della Borsa americana, però, è stato di breve durata: per pochi attimi il Dow Jones è tornato positivo a +0,27%, il Nasdaq a +0,50% e lo Standard & Poor's a +0,61 per cento. Alle 19,30 ora italiana i tre indici perdevano rispettivamente lo 0,65%, lo 0,66% e lo 0,38 per cento. Countrywide Financial (-6,28% alle 19 ora italiana, dopo una partenza ancor più disastrosa a -12%), il più importante operatore Usa nel comparto del credito immobiliare, ha reso noto di trovarsi a fronteggiare «perdite senza precedenti» che potrebbero ridurre sensibilmente i profitti. Countrywide ha aggiunto che «il mercato secondario e la situazione relativa alla liquidità sta evolvendo rapidamente ed il potenziale impatto sulla società è al momento sconosciuto».
Ieri Home Bank Mortgage, un colosso nei settori dei mutui aveva chiesto la protezione “under chapter 11”, una cosa simile alla nostra amministrazione controllata. Non è il primo operatore a saltare. Ad aprile la stessa sorte era toccato ad un altro “big”: “New Century Financial corp.”.

HBK ha debiti con le principali banche: JPMorgan, Commerzbank, Fortis. Come impatteranno queste crisi sulle banche?

La sera le borse europee assomigliano a Waterloo, dopo la battaglia. Solo che oggi gli inglesi hanno perso: Londra ha lasciato sul campo il 3,7% del suo valore. Gli altri valori compresi fra il 2,5% e il 3,5%.

Non sono i soli. Scorrendo il listino americano scopro che la Halliburton – l’impresa legata a Dick Cheney, ha perso il 6,6%. Sorrido cattivo. In fondo Slawson Avenue non è poi così male…
Per me questo signore che ha scritto e' un iddiota


opinione mia..:yes:
 
Novello2006 ha scritto:
15 agosto la Borsa e' chiusa :D
Ma quella americana non credo , e uscirà un dato molto importante.
 
jupa ha scritto:
Per me questo signore che ha scritto e' un iddiota


opinione mia..:yes:

jupa... ma come... ti ho appena citato come testimonial sull'argomento "mangiare e bere made in USA"... e che fai... non reagisci? :D :D :D
dai.. è quasi ferragosto :D
 
al capone ha scritto:
jupa... ma come... ti ho appena citato come testimonial sull'argomento "mangiare e bere made in USA"... e che fai... non reagisci? :D :D :D
dai.. è quasi ferragosto :D
non l'avevo letto..scusa

ti diro' come la penso:

capire l'america per uno che vive in Italia e' impossibile.
Tutto cio' che si scrive in questo fol e sui media son biskerate che non stanno ne in cielo ne in terra!
Nemmeno vicino a 1/100 della realta'..
molti sono antiamericani perche' sono stati tirati su e vissuti cosi'..purtroppo.
Ma anche chi non lo e' non ha idea di quello che dice.
Anche vivendoci in America per un Italiano non la capisce..immagina se la capisce chi ci va in vacanza o a lavorare..
Per capire l'america uno ci deve vivere per anni e anni..non avere contati con l'italianita' del luogo e non avere la moglie italiana o parenti..
e magari dopo una quindicina d'anni di vita senza contatti italiani uno la capisce..
Punto e basta..
quello che dite son fantasie ..
e si lo so c'e' chi lavora in america ..chi ci ha vissuto un periodo..
non importa..non ha capito un acca..
:yes:
 
jupa ha scritto:
non l'avevo letto..scusa

ti diro' come la penso:

capire l'america per uno che vive in Italia e' impossibile.
Tutto cio' che si scrive in questo fol e sui media son biskerate che non stanno ne in cielo ne in terra!
Nemmeno vicino a 1/100 della realta'..
molti sono antiamericani perche' sono stati tirati su e vissuti cosi'..purtroppo.
Ma anche chi non lo e' non ha idea di quello che dice.
Anche vivendoci in America per un Italiano non la capisce..immagina se la capisce chi ci va in vacanza o a lavorare..
Per capire l'america uno ci deve vivere per anni e anni..non avere contati con l'italianita' del luogo e non avere la moglie italiana o parenti..
e magari dopo una quindicina d'anni di vita senza contatti italiani uno la capisce..
Punto e basta..
quello che dite son fantasie ..
e si lo so c'e' chi lavora in america ..chi ci ha vissuto un periodo..
non importa..non ha capito un acca..
:yes:
la cosa che più mi infastidisce degli americani è la loro spesso arroganza e il credersi padroni e intenditori di e su tutto....
 
MUTUI: SUBPRIME;CRISI CONTAGIA ASIA,RISCHI PER 6 BANCHE CINA
(ANSA) - ROMA, 12 AGO - La crisi dei mutui subprime arriva in
Cina. Il terremoto che in questi giorni ha coinvolto i mercati e
le piazze borsistiche occidentali, sta infatti mettendo in crisi
6 delle maggiori banche cinesi che risultano scoperte, nel
segmento dei prestiti e mutui 'di qualita' non primaria', per
oltre 475 milioni di euro.
Secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg - che cita fonti
della rivista 'Capital Week' - fra i 6 istituti di credito il
piu' esposto sul fronte dei subprime sarebbe la China
Construction Bank, che accuserebbe perdite per 576 milioni di
yuan. Ma coinvolte nei mutui ad alto rischio ci sarebbero anche
l'Industrial & Commercial Bank of China, per 120 milioni di
yuan); la Bank of Communication, per 252 milioni di yuan); la
China Citic Bank, per 19 milioni di yuan e la China Merchants
Bank per 103 milioni di yuan.
Secondo gli esperti della Chinese Academy of Social Sciences,
sara' difficile che il colosso asiatico possa passare indenne
dalla bufera dei subprime. Innanzitutto perche' - come spiega Yi
Xianrong, esperti di banche e finanza dell'Academy - ''la
qualita' di muti e prestiti per la casa in Cina e' molto
peggiore che negli Stati Uniti'' e poi perche' negli Usa ''c'e'
stato un controllo del sistema del credito, mentre in Cina tutti
possono chiedere soldi per comprare una casa''. Insomma: i
controlli sulle solvibilita' hanno maglie molto piu' larghe.
A riprova che la crisi innescata dai subprime potrebbe
rappresentare una vera e propria bomba ad orologeria anche per i
mercati asiatici (sui quali nelle sole ultime 4 settimane sono
affluiti 11 miliardi di dollari stranieri), c'e' l'attenzione
con la quale il Governo della Corea sta seguendone gli sviluppi.
Ieri pomeriggio e'stata infatti convocata una riunione
straordinaria sotto la presidenza del vice ministro
dell'Economia Im Young-rok cui hanno partecipati i
rappresentanti di Banks of Kore e della Commissione e del
Servizio di Supervisione Finanziaria. (ANSA).

LIN
12-AGO-07 15:34
 
attenzione niente e' piu' sicuro,finiremo tutti in miniera e ci esproprieranno la casa....l'insalata costera' 100euro l' etto e unicredit crollera' sotto un euro....mi raccomando vendete tutto
 
ilgenerale ha scritto:
attenzione niente e' piu' sicuro,finiremo tutti in miniera e ci esproprieranno la casa....l'insalata costera' 100euro l' etto e unicredit crollera' sotto un euro....mi raccomando vendete tutto
:cool: perche' solo unicredito crollera'???????

INSP e' sacra????? MPS ???? UBI ????? bannato
 
era solo un esempio....tutte con lo zero davanti!
 
Scritto da ex CIAMO
Non oso immaginare cosa succedera' il 15 Agosto....




15 agosto la Borsa e' chiusa

Ma quella americana non credo , e uscirà un dato molto importante.


Non solo usciranno dati Usa importanti, ma la maggior parte degli Hedge dovranno fornire per quella data ai loro clienti i "risultati"......vedremo..cosa succedera'....
 
lascio un articolo...




Can Liquidity Crisis Move The Fed?
Saturday August 11, 2007 07:52:00 EDT



(RTTNews) - The overhang of the Fed decision is behind us. Although the Fed did not spring in a surprise, it did make some changes in its post-meeting policy statement. At its August meeting, the Federal Reserve Open Market Committee voted to leave interest rates unchanged at 5.25% for the ninth consecutive Much of the Fed's commentary on core inflation was retained. The central bank still feels that the risk that inflation will fail to moderate as expected. In a deviation from its earlier stance, the Fed conceded that downside risks to growth have increased.


Nonetheless, last week's development has led many into believing that the Fed may cut interest rates sooner than later. The expected gathered momentum despite the central bank making it clear earlier last week that it does not see the current credit crunch as damaging enough to outweigh its concerns over inflation.


Avery Shenfeld from CIBC World Markets is of the view of that there remain a protracted road to an eventual rate cut in the U.S. even if the equity markets calm down without the assistance of the Fed. Tighter credit conditions may hurt consumer and business spending. The resultant weakness along with slowing productivity growth may keep the economy on track for a slower than anticipated growth rate of 2% for a prolonged period.Slacker growth is expected to push up jobless rate and send consumer prices low enough for the Fed to contemplate an interest rate reduction. Among the reports released last week, non-farm productivity rose at a sequential rate of 1.8% in the first quarter. Annually, non-farm productivity rose merely 0.6%. The Labor Department had revised down productivity growth of the previous three years as well. According to Wachovia Securities, the first quarter productivity growth implies that the economy can grow only at a 2.5% rate without resulting in higher inflation. The firm attributed the slackening pace of productivity growth to the change in the mix of growth towards consumer spending and the recent slowdown in overall GDP growth.


Nonetheless, Wachovia Securities believes that non-farm productivity can be pushed back to a 2% pace when mix shift leans more towards fixed investment and net exports, and away from consumer spending, which has been recently showing signs of a slowdown.


Meanwhile, the Labor Department's import and export prices data revealed that import prices rose at a faster than expected pace of 1.5%, as petroleum prices increased a solid 7%. On a year-over-year basis, imports prices surged 2.8%, marking the highest rate since March. Nonetheless, the pace of growth of import prices was slower than the 3.9% annual growth of export prices. Specifically, agricultural export prices extended their gains, as they rose 1.5% in July following a 2.7% increase in June. On a year-over-year basis, agricultural export prices were up 17.8%.


Amid the ongoing credit market concerns, the markets may pay close attention to some key economic reports scheduled to be released in the upcoming week. The noteworthy among them are the consumer and wholesale price inflation reports for July, the August manufacturing survey results of the New York and the Philadelphia Federal Reserve, retail sales report for July, housing starts report and the trade balance report for June. Apart from these, traders may also focus on some second tier economic reports such as the University of Michigan's consumer sentiment index for August and business inventories report for June.


Economists expect consumer prices to remain on trend. Although some degree of softness is expected in energy prices, the impact of it is likely to be offset by higher food prices. The year-over-year consumer price inflation rate may drop to 2.4% in July from 2.7% in June, while the annual core consumer price inflation rate is likely to stay put at 2.2%. The headline inflation could rise sharply late this year, as it is compared to a period of tamer energy prices in late 2006 and early 2007.


Meanwhile, slower vehicle sales are expected to hold down July retail sales to a mere 0.1% increase following a 0.9% drop in June. After auto sales are stripped off, retail sales could show an increase of 0.4%. However, the gains may appear muted, given the fact that they have come off a weaker performance in June. Some strength could be expected in sales of electronic stores on the back of the release of Apple's iPhones. The July retail sales do not offer much scope for a strong rebound in third quarter consumer spending after the fairly tepid performance in the second quarter.


Going by a dip in the ISM's manufacturing purchasing managers' index for July, one can expect only a modest gain in industrial production for July. Additionally, a decline in utility output could trim gains.


Monday


Retail Sales, which measures the dollar receipts at the stores that sells durable as well as non-durable goods, is expected to be released at 8:30 AM ET on Monday. Economists estimate that retail sales rose 0.2% in July, while retail sales growth excluding autos is expected to be 0.3%.


In June, retail sales fell 0.9% following an upwardly revised 1.4% increase in May. Economists had expected an unchanged reading for the month. Excluding autos, retail sales eased 0.4% in June after increasing at an upwardly revised 1.6% in May. The consensus expectation had called for a 0.2% increase.


On a year-over-year basis, the June retail sales increased 3.8% and retail sales excluding autos increased 4.2%.


Auto sales fell 2.9% in June, reversing the downwardly revised 1.1% gain in May. Sales of electronics & appliance stores fell 1.4% in June compared to a 1.1% increase in May. The June food & beverage store sales grew 0.4% after increasing at the same rate in May.


Sales by building material & garden equipment & supplies dealers declined 2.3% following an upwardly revised 4.7% increase in May. Gasoline station sales fell 1.1% after climbing 4.1% in May. Clothing & clothing accessories sales declined 1.4%, while general merchandise sales edged up 0.3%.


The Business Inventories report is scheduled for release at 10 AM ET on Monday. The dollar value of inventories held by manufacturers, wholesalers and retailers is likely to have increased 0.4% in June.


Business inventories rose a seasonally and price adjusted 0.5% in May to $1,406.2 billion from the previous month. On a year-over-year basis, inventories were up 4%. Meanwhile, total May business sales, including those of manufacturers and traders, climbed 1.3% on a monthly basis and 4% over the previous year. The total business inventories to sales ratio based on seasonally adjusted data was 1.26, flat with last year.


Tuesday


Wholesale price inflation for the month of July is slated to be released at 8:30 AM ET on Tuesday. Economists expect the wholesale price index to have increased by 0.1%. The core PPI, meanwhile, is expected to have risen by 0.2% in the month.


The U.S. producer price index declined 0.2% on a seasonally adjusted basis in June compared to an increase of 0.9% in May. Economists expected a 0.1% increase in the June producer prices. The annual rate of growth in producer prices was 3.3%, slower than the 4.1% growth rate in May.


The core producer price rose 0.3% in June after increasing at a 0.2% rate in May. Economists expected a 0.2% increase in the core reading. Annually, the core producer price index revealed a 1.76% advance. Food prices eased 0.8% on a monthly basis following a 0.2% decline in May. Energy prices receded 1.1% in June after it jumped 4.1% in the previous month. Prices of intermediate and crude goods rose at an annual pace of 3.7% and 14.8%, respectively.


Trade gap data for the month of June is due out at 8:30 AM ET on Tuesday. Economists estimate that trade gap widened to $61 billion in the month. Trade gap measures the difference between imports and exports of both tangible goods and services.


The trade gap data for the month of May revealed that the deficit increased to $60 billion from an upwardly revised deficit of $58.7 billion for April. Economists had estimated a deficit of $60 billion for the month.


The deficit on trade in goods increased $1.7 billion to $69 billion, while the services surplus increased $0.3 billion to $9 billion. Exports rose $2.9 billion to $132 billion and imports rose $4.2 billion to $192.1 billion. The deficit on trade in petroleum products widened to $23.88 billion from $22.42 billion in April. The trade gap with China widened to a deficit of $20.02 billion in May from a deficit of $19.37 billion in April.


Wednesday


Inflation at the retail level, as measured by the Consumer Price Index, is due out at 8:30 AM ET on Wednesday. For July, economists predict a 0.2% increase in the headline number and 0.2% advancement in the core reading.


The consumer price index rose 0.2% in June after it increased 0.7% in May. The increase was slightly higher than the 0.1% growth expected by economists. Annually, consumer prices increased 2.7%.


Excluding food and energy, the CPI revealed a 0.2% monthly increase after it increased by 0.1% in the previous month. Economists had expected a 0.2% increase in the core reading. Annually, core consumer prices increased 2.2%, the same pace as in May.


Food and beverage price grew at a 0.5% pace in June compared to a 0.3% rate in the previous month. The June apparel prices eased 0.6%, adding to the 0.3% decline in May. Transportation prices eased 0.2% in June after increasing by 2.8% in May. Overall energy costs slipped 0.5% after rising 5.4% in May. Education and communication prices remained unchanged in June following 0.6% growth in May.


The first look into the state of the manufacturing sector for the month could be gleaned from the New York Federal Reserve's Empire State Index, which is to be released at 8.30 AM ET on Wednesday. Economists expect the composite diffusion index based on a survey of 175 manufacturing executives in the region to be at 19 for the month of August.


The general business conditions index based on the New York Fed's manufacturing survey rose to 26.46 in July from 25.75 points in June, rising for the fourth straight month. Economists had expected a more modest increase to 17. The new orders index was up 9.33 points to 26.52. However, the shipments index eased 0.61 points to 29.19, while the unfilled orders climbed to 2.47 in July from -2.13 in June.


The prices paid index fell about 7.89 points to 34.57, and the prices received index eased 0.93 points to 8.64. The employment indexes revealed positive sentiment, with the number of employees index rising sharply to 11.39 and the average employee workweek also increasing to 6.17. The future business conditions index advanced 4.41 points to 48.24 in July.


Data on the Net Foreign Purchases for the month of June is scheduled for release at 9 AM ET on Wednesday. The consensus expectation calls for the purchases to total $62.5 billion for the month compared to $126.1 billion for May.


The Index of Industrial Production, which measures the physical output of the nation's factories, mines and utilities, is expected to be released at 9.15 AM ET on Wednesday. Although industrial production accounts for less-than one-fifth of the economy, it accounts for most of its cyclical variation. Economists expect the index of Industrial Production to show 0.3% growth in July, while capacity utilization is expected at 81.8%.


In June, industrial production rose 0.5% following a 0.1% increase in May. On a year-over-year basis, industrial production was up 1.4%. Output by manufacturing sector rose 0.6% compared to a 0.5% gain in production by mining industries. Output by utilities was up 0.3%. Capacity utilization came in at 81.7% in June, about 0.6 percentage point below the year-ago levels, but 0.7% percentage point above its 1972-2006 average.


The Energy Department's Crude Oil Inventory report is scheduled to be released at 10:30 AM ET on Wednesday.


Crude oil stocks declined by 4.1 million barrels to 340.4 million barrels in the week ended August 3rd. Notwithstanding the decline, oil inventories are well above the average range for this time of the year. Distillate inventories fell by 1 million barrel compared to a 1.7 million drop in gasoline inventories. At current levels, gasoline stocks are below the average range for this time of the year, while inventories of distillate fuels are in the middle of the average range.


Refinery capacity utilization averaged 91.9% in the four weeks ended August 3rd, higher than 91.6% in the previous week and 92.5% in the year-ago period.


The price of WTI crude oil was $75.41 a barrel as of August 3rd, down 2.1% from the previous week, but up 0.84% from the year-ago period. The nationwide average retail price of regular grade gasoline was $2.838 a gallon as of August 8th compared to $2.876 in the previous week and $3.038 in the year-ago period.


The housing market index based on a survey done by the National Association of Home Builders is expected to be released at 1 PM ET on Wednesday. The respondents of the survey are asked to rate the general economy and housing market conditions.


The housing market index fell 4 points to 24 in July, marking the lowest level since January of 1991. The NAHB noted that a surplus of unsold homes on the market and ongoing concerns in the subprime mortgage and affordability issues are impacting builder confidence.


Thursday


Initial construction of residential units, which include both single and multi-family dwellings, for the month of July is expected to be 1.410 million units. This data is slated to be released at 8.30 AM ET on Wednesday.


Housing starts rose 2.3% to 1.467 million units in June from a downwardly revised reading of 1.434 million units for May. The April starts were originally reported at 1.474 million units. Economists had expected the June starts to come in at a 1.450 million unit-annual rate. On a year-over-year basis, housing starts declined 19.4%. Single-family starts fell at a monthly pace of 0.2%.


However, building permits fell 7.5% to 1.406 million units from an upwardly revised reading of 1.520 million units for May. Annually, building permits fell 25.2%.


The weekly Jobless Claims data for the week ended August 11th is likely to be released at 8:30 AM ET on Thursday. Economists expect the week's claims to have increased by 312,000.


Jobless claims increased 7,000 to 316,000 in the week ended August 4th from the previous week's upwardly revised average of 309,000. Economists expected jobless claims to have increased to 310,000 from the 307,000 that were originally reported for the previous week.


The less volatile four-week moving average increased 1,7500 to 307,750 from the previous week's revised average of 306,000. Continuing claims for the week ended July 28th increased to 2.559 million from the preceding week's revised level of 2.520 million.


The results of the Philadelphia Federal Reserve's survey on the manufacturing conditions in the region are expected to be released at 12 PM ET on Thursday. Economists expect the general conditions index based on the survey to have slipped to 8 in August.


The July survey results revealed that activity in the region continued to expand, but at a slower pace than in June. The indexes of general activity, new orders and employment remained positive, but fell from June. The headline general business activity index eased to 9.2 in July from 18 in June. On the prices front, the prices paid index slipped 1.6 points to 29.7, while the prices received index rose 3.9 points to 8.8.


On a positive note, the future general activity index rose to 30.4 in July from 16.7 in June. The future indexes of new orders, shipments and employment also showed notable increases.


Friday


St. Louis Federal Reserve Bank President William Poole, who is a FOMC voting member, is scheduled to speak about U.S. export opportunities, in Little Rock, Arkansas at 8:50 AM ET on Friday.


The preliminary reading of the University of Michigan's Consumer Sentiment Index for the month of August is scheduled for release at 9:45 AM ET on Friday. Economists expect the index to come in at 88.5 compared to 90.4 in July.
 
Tra le carte coperte si rischia di pescar la vecia

.......dov'è la vecia tra le nostre banche e assicurazioni? :rolleyes:

venerdì 10 agosto 2007
C'è crisi!
pubblicato da riva in: Varie !!! Persone & fatti Risparmio tradito Azioni Italia S&P Mib Up & Down Persone Banche Azioni Italia Assicurazioni Politica

Bramisce l’Orso sulle borse del mondo e la seconda tornata di pronti contro termine delle banche centrali non fa che scoprire i nervi di un mercato imprevedibile. Tutti gli indici vanno in perdita oltre due punti e mezzo percentuali. Questa è la media e le freccie rosse si vedono su tutti i mercati del globo. Che sia arrivato il temuto crollo?

Di certo il fatto che la Bce e la Fed abbiano immesso rispettivamente altri 61 miliardi di euro e 19 miliardi di dollari nel mercato non fa che dare la sensazione di una gran paura nella finanza internazionale. La Bank of Japan ha poi collocato sul mercato mille miliardi di yen (circa 6,25 miliardi di euro) mentre la Banca centrale australiana ha immesso 4,95 miliardi di dollari australiani (4,19 miliardi di dollari) raddoppiando le operazioni normali di rifinanziamento del sistema. Siamo ormai a interventi da record che vanno oltre quelli post-11 settembre. Anche perché le banche centrali chiaramente non hanno potuto aspettare le riunioni mensili in cui comunicano un rialzo o un ribasso dei tassi. Nel comunicare la nuova massa di liquidità immessa sul mercato la Banca centrale europea ha specificato di avere assegnato i lotti all’asta con una tasso marginale del 4,05% e a un tasso medio ponderato del 4,08 per cento. Le richieste pervenute da 62 banche sono state perfino superiori all’offerta e pari a 110,03 miliardi. Insomma non c’è più liquidità nel mercato e visto che fino a l’altro ieri tutti pensavano ai pericoli dell’inflazione è chiaro che qualcosa non va.

Nel frattempo a guidare le perdite sui listini sono proprio le banche, sia quelle europee che quelle statunitensi. Così ieri mentre venivano colpite navi statunitensi di rango come Goldman Sachs, la mina dei subprime è esplosa anche in Europa. I fondi Parvest Dynamic Abs, Abs Euribor e Abs Eonia avevano alla fine di luglio circa 200 milioni di euro in gestione e di questi ben 700 milioni erano investiti nel settore dei mutui ad alto rischio. La pioggia di vendite ha costretto Bnp a congelare i fondi, intrappolando chi voleva uscirne, ma anche bloccando, in qualche maniera le perdite.
Un’altra brutta novità era già stata la crisi di IKB, banca tedesca depressa anch’essa dal subprime per il quale la Bundesbank ha organizzato una squadra di salvataggio. In quel caso il governo tedesco è esposto direttamente anche perché il 38% di IKB è di KfW, una banca pubblica che ha stimato che, dei 17,5 miliardi di euro gestiti almeno un quinto (3,5 miliardi di euro) costituiscono perdite. Contestualmente KfW ha annunciato l’intenzione di uscire dalla IKB dopo che questa sarà stata risanata. Anche in Olanda hanno poi accusato il colpo con la NIBC che ha deciso di rinviare l’Ipo dopo le perdite semestrali da 137 milioni di euro dovute proprio ai suoi fondi sui mutui ad alto rischio.

Nel frattempo i segugi della Sec americana (il corrispettivo della nostra Consob) stanno mettendo a soqquadro gli uffici di colossi come Goldman Sachs e Merrill Lynch. Il timore è che ci siano perdite anche maggiori di quelle dichiarate. Il numero uno della fed Ben Bernanke ha quantificato qualche tempo fa le perdite sui prestiti subprime tra i 50 e i 100 miliardi di dollari, ma molti osservatori pensano che siano ancora maggiori. Oltretutto la cartolarizzazione di questi mutui a rischio non pagati ha spostato il problema sui portafoglio di innumerevoli fondi (quelli che stanno andando a fondo in queste ore) e magari alla fine sui conti di chi ha investito su un fondo di fondi che ha un pezzettino di questo buco.

Emergono anche altre paure come quella che gli stessi fondi che hanno spesso le numerose acquisizioni a debito degli ultimi mesi siano a questo punto pronti a spostare sulle industrie e sul mercato le loro perdite. Un esempio è l’offerta della Carlyle che ha comprato per 7 miliardi le Pagine Gialle americane chiedendo un prestito da cinque miliardi e mezzo, e più vicino a noi si c’è Fastweb, comprata da Swisscom con un’offerta da 4,18 miliardi di euro di cui 3,57 miliardi provenienti dall’accensione di nuovo debito. Insomma il risiko potrebbe essere diventato un domino e la trionfale speculazione degli ultimi anni potrebbe essere giunta al capolinea, anzi alla cassa.



postato da riva il venerdì 10 agosto 2007 in: Varie !!! Persone & fatti Risparmio tradito Azioni Italia S&P Mib Up & Down Persone Banche Azioni Italia Assicurazioni Politica
 
jupa ha scritto:
non l'avevo letto..scusa

ti diro' come la penso:

capire l'america per uno che vive in Italia e' impossibile.
Tutto cio' che si scrive in questo fol e sui media son biskerate che non stanno ne in cielo ne in terra!
Nemmeno vicino a 1/100 della realta'..
molti sono antiamericani perche' sono stati tirati su e vissuti cosi'..purtroppo.
Ma anche chi non lo e' non ha idea di quello che dice.
Anche vivendoci in America per un Italiano non la capisce..immagina se la capisce chi ci va in vacanza o a lavorare..
Per capire l'america uno ci deve vivere per anni e anni..non avere contati con l'italianita' del luogo e non avere la moglie italiana o parenti..
e magari dopo una quindicina d'anni di vita senza contatti italiani uno la capisce..
Punto e basta..
quello che dite son fantasie ..
e si lo so c'e' chi lavora in america ..chi ci ha vissuto un periodo..
non importa..non ha capito un acca..
:yes:
finalmente qualche parola sensata sugli usa ...
il brutto è che questi antiamericani all'amatriciana usano come parametri di confronto nientedimeno che ... il bere e il mangiare .
l'uomo ridotto a tubo digerente ...
e si vantano di appartenere a un popolo di avvinazzati.
 
MUTUI:SUBPRIME;DOMANI OCCHI A MERCATI E BANCHE CENTRALI/ANSA
(ANSA) - ROMA, 12 AGO - Occhi puntati sulla riapertura dei
mercati, a cominciare dalle prime ore di domani con l'avvio
delle Borse asiatiche, che daranno le prime indicazioni
sull'ondata provocata dallo tsunami mutui subprime. E se le
piazze finanziarie saranno il primo banco di prova della crisi,
la vera partita - su cui sono puntati i riflettori - si
giochera' poi tra le banche centrali.
Dopo i 300 miliardi di liquidita' immessi nel sistema dagli
istituti centrali di tutto il mondo - Fed e Bce soprattutto, che
hanno effettuato le maggiori operazioni dall'11 settembre,
giorno dell'attacco alle Torri Gemelle - potrebbero tornare a
nuove iniezioni di rifinanziamento. Ma - e' la tesi che
comincia a circolare con insistenza tra gli addetti ai lavori -
i banchieri centrali potrebbero anche ripensare la strategia sul
costo del danaro. Fed in prima linea. C'e' infatti chi scommette
che gia' questa settimana Bernake possa decidere di rimettere
mano, con un taglio fino a 50 punti base, dei tassi di
riferimento Usa. Sul fronte europeo invece, salgono le
quotazioni di un possibile annullamento dell'atteso rialzo che
l'Eurotower ha lasciato da tempo intendere per settembre.
Quello che sta per concludersi e' cosi' un weekend di
suspance, in attesa della riapertura dei mercati. Mercati che,
nelle ultime 48 ore della scorsa settimana borsistica, hanno
sofferto dell'effetto panico, 'bruciando' - solo in Europa - la
bellezza di 428 miliardi di euro. Un 'panic-selling'
testimoniato anche dall'andamento dei cosiddetti beni rifugio, a
cominciare dall'oro. Il metallo prezioso ha infatti guadagnato
8,8 dollari l'oncia, con i future con consegna a settembre,
schizzati sopra i 680 dollari. In rialzo anche l'argento, che ha
visto lo stesso tipo di contratto mettere a segno un progresso
dell'1,3%.
La validita' de mercati asiatici come primo banco di prova
dell'andamento della crisi, e' avvalorata dalle notizie che
vengono dalla Cina, dove 6 banche quotate sarebbero state
contagiate dal 'virus-subprime', per 475 milioni di euro. E il
fenomeno si allarga anche in Germania: dopo IKB e WestLb, oggi
e' arrivata la notizia che anche Deutsche Postbank potrebbe
avere un'esposizione nel settore. Circa 600 milioni di euro in
strumenti della IKB, di cui circa 200 milioni sarebbero
direttamente collegabili ai subprime.
E mentre gli operatori rassicurano sul fatto che non si
tratta di crisi del sistema - pur ammettendo che il fenomeno non
e' liquidabile come ''un temporale d'agosto'' - l'opinione
diffusa e' che la crisi durera' ancora per altre settimane, con
tensioni sui mercati.
Sul fronte italiano, intanto, Bankitalia ha gia' spiegato che
non ci dovrebbero essere effetti specifici, mentre la Consob e'
un costante contatto con le autorita' 'consorelle'. E lo stesso
ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa segue l'evolversi
della situazione in contatto con via Nazionale.
Intanto l'associazione dei consumatori Adusbef parla,
riferendosi all'Italia, di un sistema ''piu' virtuoso'', avendo
in materia di esposizione in strumenti derivati - ai quali sono
legati i rischi subprime - pari a 6.400 miliardi di euro: un
rapporto quindi sul Pil di 1 a 4, contro i 400 miliardi di
dollari Usa che pongono gli States al primo posto.(ANSA).

LIN
12-AGO-07 19:21
 
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