La “nuova fisica” dei mercati finanziari allo stato liquido e i suoi “scienziati”

  • Ecco la 68° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    La settimana è stata all’insegna degli acquisti per i principali listini internazionali. Gli indici americani S&P 500, Nasdaq e Dow Jones hanno aggiornato i massimi storici dopo i dati americani sui prezzi al consumo di mercoledì, che hanno evidenziato una discesa in linea con le aspettative, con l’inflazione headline al 3,4% e l’indice al 3,6% annuo, allentando i timori per un’inflazione persistente. Anche le vendite al dettaglio Usa sono rimaste invariate su base mensile, suggerendo un raffreddamento dei consumi che hanno fin qui sostenuto i prezzi. Questi dati, dunque, rafforzano complessivamente le possibilità di un taglio dei tassi a settembre da parte della Fed (le scommesse del mercato sono ora per due tagli nel 2024). Per continuare a leggere visita il link

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

    Per continuare a leggere visita questo LINK

Cybercat

Utente Registrato
Registrato
21/12/02
Messaggi
205
Punti reazioni
49
Quella inutile ammissione di colpevolezza …

Ricordo che, quando frequentavo il Master della Bocconi, un professore faceva inferocire l’aula perché, oltre ad essere poco capace didatticamente, era sempre in ritardo alle lezioni. L’aula, infine, convocò il direttore del Master per esprimere il suo sconcerto, in considerazione del fatto che il corso era piuttosto costoso. Dopo la sfuriata di numerosi studenti, con sapiente teatralità il direttore estrasse un’agendina da una tasca e fece finta di appuntarvi il nome del docente sotto accusa. Come d’incanto l’aula si sedò immediatamente perché ebbe la sensazione che il nome del docente fosse stato finalmente (!) inserito in una lista nera per la giusta punizione.

Qualche settimana fa si è tenuta la convention di un grande gruppo italiano del risparmio gestito. Durante la convention i dirigenti del gruppo hanno ammesso coi promotori finanziari di aver compiuto alcuni gravi errori gestionali. In effetti, solo a titolo di esempio, un loro prodotto di punta, un fondo flessibile che, in teoria come da prospetto informativo, potrebbe azzerare le posizioni azionarie, nel 2008 è stato investito al 120-130% del patrimonio e, per giunta, con una netta sovraesposizione sul settore bancario. Potete immaginare quale mix micidiale sulle performance del fondo tale scelta abbia rappresentato.

Ebbene, ammettere un errore di tale portata è un po’ come ammettere l’esistenza dell’acqua calda perché non si può negarne l’evidenza. Solo che, se può far sfuriare momentaneamente la rabbia dei promotori con la stessa studiata tecnica impiegata dal direttore del master, di fatto tale ammissione non serve a nulla di concreto se non vengono analizzate le ragioni ultime degli errori gestionali. Tale ammissione ha solo lo scopo di incanalare e far sfogare la rabbia dei promotori, non ad implementare sistemi gestionali di asset allocation strategica tali da impedire che simili errori possano ripetersi identici in futuro.

Questo è possibile solo se il gestore si mette sul lettino di uno psicoanalista finanziario e comprende che l’errore commesso è insito nella natura umana, nel cervello umano, nella sua orgogliosa pretesa di voler prevedere il futuro e di adattare l’asset allocation strategica a tale soggettiva previsione, e non all’andamento stesso dei mercati (come, invece, suggerisce la filosofia trend following). Se non si impara dagli errori, ammetterli è pura propaganda, una forma implicita di narcisismo professionale che non impedirà che lo stesso errore venga reiterato.

Un promotore di questo gruppo mi ha fatto una candida ma significativa ammissione: “Sto pensando di cambiare mestiere, vendere rischio non può essere il mio lavoro”. Questo è il pensiero sconsolato di molti altri promotori, costretti a “vendere rischio” e non protezione dallo stesso.

Domanda impertinente sui Tremonti bond

Perché, se le banche italiane sono così senza problemi come ci ripetono in continuazione, hanno fatto sottoscrivere a piene mani dal Tesoro l’emissione dei cosiddetti Tremonti bond a tassi di interesse iniziali compresi tra il 7,5% e l’8,5%? Avendo Unicredit ed Intesa San Paolo tra i principali emittenti. A quali tassi attivi andrà impiegata questa provvista per essere effettivamente remunerativa per le banche emittenti?

O forse aveva ragione a mettere una pulce nell’orecchio il dott. Enrico Salza, Presidente del Consiglio di Gestione di Intesa San Paolo, quando, qualche giorno fa ha dichiarato: “Auspichiamo che un grande gruppo come Unicredit possa stare in piedi perché è nel nostro interesse e nell'interesse del Paese''. Il dubbio implicito che il dott. Salza ha sollevato sul più diretto concorrente di Intesa San Paolo non può che far riflettere: se fondato, sui problemi di Unicredito, se infondato, sull’assenza di fair play tra concorrenti.

Ma anche la sua Intesa San Paolo ha fatto il pieno, non meno di Unicredit, dei succulentissimi Tremonti bond.

Non è che un bel giorno ci troveremo questi bond convertiti in equity delle banche e scopriremo che la manfrina dei bond è servita solo per rendere più dolce la pillola alla pubblica opinione? Il dubbio è lecito, perché oggi l’elevato tasso di interesse applicato serve per dimostrare che è un grande affare per lo Stato. Ma sarà davvero pagato?

Il mio modello è sempre fuori dal mercato

Avevate qualche dubbio, per caso?

Paolo Sassetti
Analista finanziario indipendente
 

Allegati

  • Modello_Sassetti.jpg
    Modello_Sassetti.jpg
    50,3 KB · Visite: 744
"l’errore commesso è insito nella natura umana, nel cervello umano, nella sua orgogliosa pretesa di voler prevedere il futuro e di adattare l’asset allocation strategica a tale soggettiva previsione, e non all’andamento stesso dei mercati (come, invece, suggerisce la filosofia trend following). "

Mi sorge un dubbio.
I mercati azionari in genere anticipano l' economia reale di alcuni mesi. Ma i movimenti del mercato e anche le inversioni ribassiste e rialziste sono determinate da investitori che fanno previsioni mediamente giuste. Se non ci fossero grossi investitori e grossi gestori che fanno previsioni giuste sull' andamento successivo dell' economia il mercato stesso non potrebbe anticipare l' andamento dell' economia.
E se tra ottobre 2007 e gennaio 2008 ci sono state vendite massiccie sull' azionario che hanno determinato un' inversione ribassista, evidentemente sul mercato c' erano grossi operatori che prevedevano quanto poi è accaduto , prima che ci fosse l' inversione ribassista.
Sul mercato ci sono grossi investitori che sono in grado di fare previsioni valide, anche senza sbandierarle, e che determinano le inversioni dei trends.
Investitori, operatori, gestori mediocri, invece è meglio che non si basino sulle proprie previsioni perchè tenderanno ad essere in ritardo, tenderanno a capire ciò che si prospetta dopo altri investitori.
 
Ultima modifica:
...
E se tra ottobre 2007 e gennaio 2008 ci sono state vendite massiccie sull' azionario che hanno determinato un' inversione ribassista, evidentemente sul mercato c' erano grossi operatori che prevedevano quanto poi è accaduto , prima che ci fosse l' inversione ribassista.
...

Non può essere che quegli stessi operatori invece di prevedere l'inversione, semplicemente abbiano deciso di alleggerire la componente azionaria? (in fondo si veniva da cinque anni di rialzi).
Ad esempio sul Mibtel i massimi sono stati raggiunti nel maggio 2007, mentre la media mobile a 200 giorni ha cominciato a diminuire proprio nei mesi di ottobre-novembre 2007, quindi quelle vendite possono anche essere state determinate da strategie trend-following.
 
Ma i grandissimi più che prevedere provocano, quando a loro conviene di più. Chi fa trend following in fondo segue le posizioni di chi è insider di chi il mercato lo fa.
 
Non può essere che quegli stessi operatori invece di prevedere l'inversione, semplicemente abbiano deciso di alleggerire la componente azionaria? (in fondo si veniva da cinque anni di rialzi).
Ad esempio sul Mibtel i massimi sono stati raggiunti nel maggio 2007, mentre la media mobile a 200 giorni ha cominciato a diminuire proprio nei mesi di ottobre-novembre 2007, quindi quelle vendite possono anche essere state determinate da strategie trend-following.

ma le mani forti avrebbero alleggerito senza provocare un' inversione ribassista, e tornando ad accumulare sui supporti, se non avessero previsto il deterioramento del quadro economico
 
Ma i grandissimi più che prevedere provocano, quando a loro conviene di più. Chi fa trend following in fondo segue le posizioni di chi è insider di chi il mercato lo fa.
:yes:
 
ma le mani forti avrebbero alleggerito senza provocare un' inversione ribassista, e tornando ad accumulare sui supporti, se non avessero previsto il deterioramento del quadro economico

Questa è una semplice ipotesi che se non provata resta appunto una ipotesi, ora come ora si può anche affermare che hanno alleggerito sulla base del trend-following. Come si può guadagnare al rialzo, si può anche guadagnare al ribasso, non credo che per le "mani forti" (ammesso che esistano) questo sia un problema, quel che conta è guadagnare.
 
Questa è una semplice ipotesi che se non provata resta appunto una ipotesi, ora come ora si può anche affermare che hanno alleggerito sulla base del trend-following. Come si può guadagnare al rialzo, si può anche guadagnare al ribasso, non credo che per le "mani forti" (ammesso che esistano) questo sia un problema, quel che conta è guadagnare.

La tua risposta è assurda perchè parlavo di ciò che ha determinato l' inversione del trend rialzista ( o ribassista nel 2002-03) in mercati che anticipano l' andamento dell' economia reale.
Se le mani forti sui supporti del trend rialzista invece di accumulare come avevano fatto in precedenza hanno venduto provocando l' inversione del trend, presumibilmente lo hanno fatto in base a previsioni sul deteriorarsi del quadro finanziario ed economico.
Rileggiti il mio primo msg. su questo thread, in riferimento a coloro che determinano l' inversione dei trends: evidentemente le mani forti che determinano le inversioni dei trends non seguono una strategia trend following, o non sempre.
 
La tua risposta è assurda perchè parlavo di ciò che ha determinato l' inversione del trend rialzista ( o ribassista nel 2002-03) in mercati che anticipano l' andamento dell' economia reale.
Se le mani forti sui supporti del trend rialzista invece di accumulare come avevano fatto in precedenza hanno venduto provocando l' inversione del trend, presumibilmente lo hanno fatto in base a previsioni sul deteriorarsi del quadro finanziario ed economico.
Rileggiti il mio primo msg. su questo thread, in riferimento a coloro che determinano l' inversione dei trends: evidentemente le mani forti che determinano le inversioni dei trends non seguono una strategia trend following, o non sempre.



Perchè....sussiste qualche dubbio su ciò che hai correttamente espresso?:confused:

O qualche dubbioso, meglio..:confused:
 
Rileggiti il mio primo msg. su questo thread, in riferimento a coloro che determinano l' inversione dei trends: evidentemente le mani forti che determinano le inversioni dei trends non seguono una strategia trend following, o non sempre.

Questo credo sia palese. Le mani forti infatti sono quelle che muovono il mercato e sono loro stesse, a mio avviso, a dare vita ai trend.
 
La tua risposta è assurda perchè parlavo di ciò che ha determinato l' inversione del trend rialzista ( o ribassista nel 2002-03) in mercati che anticipano l' andamento dell' economia reale.
Se le mani forti sui supporti del trend rialzista invece di accumulare come avevano fatto in precedenza hanno venduto provocando l' inversione del trend, presumibilmente lo hanno fatto in base a previsioni sul deteriorarsi del quadro finanziario ed economico.
Rileggiti il mio primo msg. su questo thread, in riferimento a coloro che determinano l' inversione dei trends: evidentemente le mani forti che determinano le inversioni dei trends non seguono una strategia trend following, o non sempre.

Se usi il termine "presumibilmente" vuol dire che (presumibilmente) la tua è un'ipotesi e del resto ammetti anche che le mani forti possano seguire strategie trend-following ("non seguono una strategia trend following, o non sempre".)

"l’errore commesso è insito nella natura umana, nel cervello umano, nella sua orgogliosa pretesa di voler prevedere il futuro e di adattare l’asset allocation strategica a tale soggettiva previsione, e non all’andamento stesso dei mercati (come, invece, suggerisce la filosofia trend following). "

Mi sorge un dubbio.
I mercati azionari in genere anticipano l' economia reale di alcuni mesi. Ma i movimenti del mercato e anche le inversioni ribassiste e rialziste sono determinate da investitori che fanno previsioni mediamente giuste. Se non ci fossero grossi investitori e grossi gestori che fanno previsioni giuste sull' andamento successivo dell' economia il mercato stesso non potrebbe anticipare l' andamento dell' economia.
E se tra ottobre 2007 e gennaio 2008 ci sono state vendite massiccie sull' azionario che hanno determinato un' inversione ribassista, evidentemente sul mercato c' erano grossi operatori che prevedevano quanto poi è accaduto , prima che ci fosse l' inversione ribassista.
Sul mercato ci sono grossi investitori che sono in grado di fare previsioni valide, anche senza sbandierarle, e che determinano le inversioni dei trends.
Investitori, operatori, gestori mediocri, invece è meglio che non si basino sulle proprie previsioni perchè tenderanno ad essere in ritardo, tenderanno a capire ciò che si prospetta dopo altri investitori.

Ho messo in neretto la tua affermazione che fatta oggi (3/3/2009) su avvenimenti di ottobre 2007-gennaio 2008 non può essere altro che un'ipotesi sul perchè tali grossi operatori hanno venduto. In mancanza di spiegazioni da parte dei diretti interessati (i grossi operatori in questione) può essere valida come qualsiasi altra ipotesi.
 
Sì, però dal pdv logico, se "fanno" il trend, mica possono anche fare i follower, no?
 
Se usi il termine "presumibilmente" vuol dire che (presumibilmente) la tua è un'ipotesi e del resto ammetti anche che le mani forti possano seguire strategie trend-following ("non seguono una strategia trend following, o non sempre".)



Ho messo in neretto la tua affermazione che fatta oggi (3/3/2009) su avvenimenti di ottobre 2007-gennaio 2008 non può essere altro che un'ipotesi sul perchè tali grossi operatori hanno venduto. In mancanza di spiegazioni da parte dei diretti interessati (i grossi operatori in questione) può essere valida come qualsiasi altra ipotesi.

certo, posso solo fare ipotesi sul perchè grossi investitori vendendo hanno determinato l' inversione di un trend rialzista in anni recenti, o sul perchè nel 2002-03 comprarono determinando l' inversione di un trend ribassista
 
Sì, però dal pdv logico, se "fanno" il trend, mica possono anche fare i follower, no?

appunto era quello che pensavo io: coloro che fanno iniziare un nuovo trend diverso da quello precedente, logicamente non sono trend-followers, suppongo si basino su previsioni macro e analisi fondamentali di alto livello che non rendono pubbliche e accessibili a chiunque,
P.S. oppure sulla teoria delle onde di Elliott o qualche altra teoria usata per anticipare l' andamento dei mercati
 
Ultima modifica:
Credo che chi ha alleggerito prima del crollo lo abbia fatto per generiche ragioni di prudenza/opportunità ma:

- senza prevedere analiticamente l'evoluzione successiva della situazione (se non con qualche rara eccezione che, però, non fa testo)
- tanto più che nessuno dei principali centri di ricerca mondiali aveva previsto questa situazione
- una riprova è la politica monetaria della BCE, che si è mossa in grave ritardo a causa della sottovalutazione dei problemi
- un'altra riprova è che fior di investitori istituzionali/professionali (non certo parco buoi) sono rimasti intrappolati

Non credo alle ipotesi "complottistiche" delle "mani forti".

Credo che la pretesa di prevedere il futuro economico sia totalmente infantile, ma facciamo difficoltà ad accettarlo perchè siamo culturalmente figli dell'illuminismo secondo cui la ragione può esplorare qualunque problema.
 
Generalmente ragionamenti sul ciclo di 4-5 anni delle borse possono bastare a suggerire il momento per alleggerire, ma non danno un'indicazione precisa.

Però questa volta l'avvio dell'orso a me sembra poggiare sulla comprensione del problema subprime da parte di alcuni.

Nel 2007 due settori furono scelti subito per ribassare in anticipo sul resto: immobiliare azionario e settore finanziario. Dico scelti, ma forse sbaglio: comunque la loro discesa anticipò di pochi mesi quella del grosso degli indici. L'etf IDVY, composto in gran parte di finanziari ne risentì verso giugno, i fondi sull'immobiliare persero i loro massimi tra marzo e aprile, mentre molti settori proseguivano e le strategie momentum ancora sembravano funzionare.

Questo (la discesa dei due settori che adesso sappiamo bene essere tra le cause iniziali della crisi economica oltre che di quella borsistica) a me suggerisce che qualcuno comprendeva i punti deboli del rialzo precedente, aveva una maggiore informazione ma non penso una capacità divinatoria.
Bisogna comunque essere ben addentro ai fatti per poter beneficiare di informazioni prima della massa.

Ricordo che in partenza per le vacanze 2007 comprai una copia di Repubblica dove c'era l'editoriale in cui Eugenio Scalfari da subito prevedeva un nuovo 1929. Il ribasso iniziato a luglio non era ancora al suo fondo, il mercato si sarebbe mostrato ribassista ancora più avanti. Probabilmente Scalfari aveva accesso a buone informazioni, in virtù di una posizione privilegiata ma difficilmente assimilabile a quella delle cosiddette "mani forti".
 
Ultima modifica:
...
Ricordo che in partenza per le vacanze 2007 comprai una copia di Repubblica dove c'era l'editoriale in cui Eugenio Scalfari da subito prevedeva un nuovo 1929. Il ribasso iniziato a luglio non era ancora al suo fondo, il mercato si sarebbe mostrato ribassista ancora più avanti. Probabilmente Scalfari aveva accesso a buone informazioni, in virtù di una posizione privilegiata ma difficilmente assimilabile a quella delle cosiddette "mani forti".

Prevedere nuovi scenari disastrosi era di moda in quel periodo, ora il buon Scalfari può sempre farsi bello con un "io l'avevo detto".
Non credo che avesse a disposizioni chissà quali informazioni, semplicemente cavalcava il malcontento di un certo gruppo di lettori.
 
Indietro