Non a cosa ti riferisci per 1,8TEuro al momento ci sono circa 300mld di immobili e le partecipazioni in imprese strategiche che non possono essere privatizzate(energia e militare). Poi certo se si evitasse di spendere 20mld per tav e 20 per caccia f315 sarebbe meglio.
La Patrimoniale andrebbe fatta si stock sopra 500K(1° casa esclusa), non mi sembra voler rubare a chi si è fatto un **** così tutta la vita.
E poi non dimentichiamo che questo debito sproporzionato è figlio degli anni 80' e chi ne ha usufruito è stata tutta la nazione. Ora tutti quelli che si sono ingrassati devono pur dimagrire no? Ripeto, ad oggi la patrimoniale è l'unico mezzo per fare cassa e ridurre lo stock di debito e soprattutto quello con l'estero, perchè sono loro che ci stanno rompendo le scatole.
Chi vivrà vedrà....comunque forza Grecia.
Sopra i 500K a cranio o a famiglia, cosa di non poco conto, comunque ecco da dove vengono 1,8T€
di Umberto Mancini
ROMA - Valorizzare, vendere, mettere a reddito. Ecco le parole chiave per gestire l’immenso patrimonio dello Stato. Immobili, partecipazioni, concessioni spesso abbandonati a se stessi o, peggio, che non rendono affatto. L’obiettivo è cancellare anni di cattiva gestione, recuperando risorse preziose e riducendo il debito. Una operazione complessa e articolata. Più volte tentata in passato e mai andata in porto. Adesso ci riprova Giulio Tremonti. Con un piano dettagliato, l’inventario aggiornato dei «gioielli di famiglia» e, soprattutto, l’indicazione di una strategia precisa da seguire.
Certo, dai conti fatti, sarebbe sufficiente cedere tutti gli asset, dalle società partecipate alle caserme, per azzerare, o quasi, l’intero debito pubblico dello Stato. I primi valgono complessivamente circa 1.815 miliardi, il secondo supera, come noto, i 1.900 miliardi. Una scorciatoia ovviamente impraticabile, un esercizio teorico. Meglio quindi muoversi sul fronte delle razionalizzazioni possibili. Cedendo i beni più appetibili, facendo fruttare quelli sottovalutati, avviando privatizzazioni e dismissioni intelligenti. Per avviare quella che il ministro chiama «una grande riforma strutturale per la modernizzazione, la crescita del Paese, la riduzione del debito». Illustrata, nelle sue grandi linee, in un seminario al Tesoro, al gotha del settore privato immobiliare, del credito, delle imprese e ai manager pubblici.
Dalla ricognizione effettuata emerge che, teoricamente, dalle cessioni di immobili pubblici si possono ricavare rapidamente, in 18 mesi cioè, circa 25-30 miliardi di euro, mentre altri 10 miliardi possono venire dalla cessione dei diritti di emissione Co2.
Sempre a livello di macro cifre, sottolinea Stefano Scalera, dirigente del Tesoro, il piano di valorizzazione del patrimonio pubblico garantirebbe a regime, dal 2020, una riduzione annua del deficit di 9,8 miliardi. Il capo economista della Cassa depositi e prestiti, Edoardo Reviglio, è sceso nei dettagli. Il valore totale del patrimonio pubblico ammonta, come detto, a circa 1.800 miliardi,
700 dei quali sarebbero «immediatamente valorizzabili». Secondo Reviglio, sono 4 le aree sulle quali si può agire: crediti, concessioni, immobili e partecipazioni. «Su questi asset - ha detto - si possono fare subito valorizzazioni». La parte immobiliare, ha aggiunto il relatore, vale 500 miliardi e «si può vendere il 5-10%», incassando quindi 25-50 miliardi da qui ai prossimi anni. «Non è che la restante parte del patrimonio pubblico non sia valorizzabile -
ha spiegato Reviglio - ma ora ci concentriamo su questi 700 miliardi». Temi e modalità le detterà ovviamente il governo, ma la strada sembra tracciata.