Auspico da tempo un'autorità di controllo e maggiore trasparenza sui prezzi. L'unica cosa mezza decente è stata fatta tempo fa con l'obbligo di esporre i prezzi fuori dai rifornimenti e con i tabelloni comparativi nelle autostrade, questi ultimi ormai quasi del tutto disattesi e presenti solo in pochi punti.
Il fatto è che è pur sempre un mercato libero e ognuno può mettere le cifre che vuole. Dove c'è concorrenza i benzinai non alzano troppo la cresta - se il vicino fa 5 centesimi in meno, o uno si adegua o le pompe gli fanno le ragnatele -, dove ce ne sono pochi i prezzi ne risentono. Gli stessi benzinai, tuttavia, non è che abbiano ampi margini di speculazione, tant'è che sono stati costretti ad aumentare i costi del "servito": dai pochi centesimi di qualche anno fa sono arrivati a 16, 29 al litro in strada, fino ai ben 40c in autostrada. Che uno può ben pagare, se gli aggrada, basta che poi non si lamenti delle accise o dia credito alle cialtronate del finanziamento della guerra d'Abissinia dell'acchiappapolli di turno.
Per lo Stato, 1 centesimo di accisa equivale ad un incasso di 100 milioni di euro. Tolte le accise, sul versante dei carburanti non c'è trippa per speculazioni e mazzette.
Sulle bollette energetiche il discorso cambia: prezzi e contratti oscuri degli approvvigionamenti, come quelli del gas, oneri e costi di gestione di non si sa cosa
. Qui la torta è più grossa.