La tobin tax

Scritto da swaption
Enrimar , schopenauer ha detto una cavolata.
E allora io ti dico : il mondo è quadrato. Adesso me la ridicolizzi , poi tra un mese ti opporrai violentemente , ma tra un anno accetterai.

La tobin tax non è una verità , è un modo sbagliato per risolvere un problema. Come dice yours in size , la tassa , se pur mini , andrà tutta sui clienti. Che magari non se ne accorgeranno , come non si accorgono di niente , però andrà su di loro.
Sembra , più che una tassa per aiutare i paesi poveri , una tassa per colpire la finanza , le grandi intelligenze del mondo finanziario ; è troppo difficile studiare per capire quello che loro capiscono , è molto più facile colpire.

Scusa se mi intrometto ma mentre che il mondo sia quadrato è una palese frottola mentre che la Robin Tax possa essere definita una frottola lo asserisci tu e magari anche il 95% del mondo, ma non per questo non potrebbe essere una possibilità. Il paragone mondo quadrato con tassa tobin c'entra poco perchè mentre il primo è uno stato di fatto, il secondo, come ogni creazione umana è criticabile man on per questo irrealizzabile o sbagliata.

Tanti Paesi hanno approvato l'introduzione della Tobin Tax nel loro sistema in caso di approvazione del sistema in tutti gli altri Paesi. Non credo che questi Paesi siano tutti comunisti (tanto per usare un termine caro al nostro presidente Berlusconi) od imbecilli.

Lo so che è utopia pura l'approvazione di una tassa simile e sono d'accordo anche che il costo si ripercuoterebbe sui clienti (quali clienti poi? di sicuro non i poveracci che il Forex non sanno neanche che esiste) ma è giusto, secondo me, che si crei un movimento per evidenziare che esistono delle stonature nel sistema attuale e che il prezzo non è sempre fatto dalle leggi domanda ed offerta ma anche dalla speculazione. Vedi prezzi petrolio di qualche tempo fa, vedi zucchine a dicembre e vedi ancora tanto altro.

Comunque... vedremo come andrà... Ciao a tutti. Complimenti per la bella discussione.

Luigi
 
Scritto da Pace In Medioriente



sono d'accordo anche che il costo si ripercuoterebbe sui clienti (quali clienti poi? di sicuro non i poveracci che il Forex non sanno neanche che esiste)

Luigi


cerca di pensare come farebbe un direttore di banca.....

chi ti obbliga a prendere la strada dritta?, cioe':

tassa su Forex ====>>>> danno a carico dei miei clienti che fanno FOREX

non e' piu' facile......

tassa su Forex ====>>>> aumento le commissioni su tutti i miei correntisti per cose banali come giroconti, bonifici e cose del genere, anche se questi digraziati non hanno mai fatto alcun tipo di investimento (figurati speculazione!!!)

RISULTATO

tassa su Forex per colpire la speculazione ====>>>> danno su tutti e marginalmente infinito su chi non c'entra niente, ossia chi non fa e non avrebbe fatto speculazione di alcun tipo (neanche sull'azionario)

LA CURA DIVENTEREBBE PEGGIORE DEL MALE


PARLIAMOCI CHIARO: chiunque abbia buon senso e un minimo di conoscenza di come funziona il sistema economico-bancario dovrebbe concludere che trattasi di solenne scemenza, ma gli piace troppo l'idea di inserire una cosa BUONA ED EQUA (teoricamente parlando) nella finanza che anche se e' sbagliata all'atto pratico chi se ne frega.

That's only my opinion of course.
 
Chi è a favore della tobin tax è un comunistaccio favorevole alla espropriazione delle terre?

E' un quesito interessante che si presta a discussione.

Preciso subito che io ne sono assolutamente convinto. Così come sono convinto dell'ingiustizia di qualsiasi altra tassa.

Le tasse in se' sono un espressione residuale del comunismo.

Le tasse vanno abolite.

Viva i paesi Offshore!

Viva la Libertà! :p
 
La denominazione tax non è corretta ; bisognerebbe chiamarla imposta.
Una tassa è un prelievo con destinazione definita ; la tassa sui servizi scolastici serve per i servizi scolastici , così come quella sui rifiuti ( a meno che poi non ne facciano altro , ma allora vallo a sapere ).
Un imposta , come quella sui redditi , non serve ai redditi , anche perchè non si capisce bene cosa voglia dire , ma serve alla spesa pubblica di per se ; ha una destinazione indefinita.
La tobin tax , prelevata da transazioni finanziarie internazionali sui cambi , serve non certo al mkt dei cambi , ma dovrebbe servire a politiche ambientali , aiuti al terzo mondo e varie altre cose di sinistra. Quindi è un imposta , perchè ha varie destinazioni non ben definite e non coincidenti con i soldi da cui si va a prelevare.Ma che sia giusta o no , questa è solo una mia constatazione formale che non cambia nulla.
Questo topic è molto gettonato , ma vedo che nessuno mi risponde , ai miei quesiti pratici , e credo che tutti dovremmo abbandonare la salvezza del mondo per tornare alla pratica terra terra : se io compro 10mila € di Bot , sono considerato uno speculatore e quindi mi becco la tobin ?
Allora , io direi questo ; se proprio vogliamo mettere questa imposta , facciamo così :
- prelievo su controvalore scambiato superiore a un tot
- prelievo solo su operazioni in cambi
Ma non su operazioni in cambi normali.....nel senso se io una volta nella vita vado a Los Angeles , ma perchè mai devo pagare la tobin tax?

Yours in size per me ha colto nel segno . I noglobal possono anche avere grandi propositi , ma saranno tutti infranti dinanzi alla nuda e cruda realtà pratica.
Fino a che si ragiona da filosofi , questa è la fine.
 
io proprio non la capisco questa tobin tax. Ma se la Citibank compra un miliardo di euro, e il giorno dopo ricompra con questi euro dollari, ma perchè diavolo dovrebbe pagare una tassa sul controvalore????? Il mercato dei cambi diventerebbe un mercato "di carta", e al posto di scambiarsi soldi per soldi verrebbero solo scambiati swap in valuta.

Se Citibank su tale doppia operazione porta a casa un guadagno a fine anno tale guadagno contribuirà all'accrescimento delle tasse, se perde soldi ridurrà i propri obblighi fiscali.

Tutto il resto è un'odiosa boutade di odiosi ignoranti di sinistra, e lo dico io che sono di sinistra ma cerco di usare anche il cervello.
 
Scritto da pierrone


Tutto il resto è un'odiosa boutade di odiosi ignoranti di sinistra, e lo dico io che sono di sinistra ma cerco di usare anche il cervello.

Sconcertanti certe affermazioni ma ormai mi ci sto abituando e te lo dice uno che non è di sinistra.
 
Pienamente d'accordo: Tasse =comunismo!
 
Da questo interessantissimo dibattito ( che ho aperto io ) emergono due distinte posizioni. Vorrei un attimo mediare tra le due parti ; da una abbiamo i supertrader professionisti , che conoscono bene le regole dei mercati e come operare. In genere , questi sono contro la tobin tax.
Dall'altra abbiamo una schiera di persone che scrive solo su macroeconomia , e che sembrano molto teorici.
I primi leggono : a random walk down wall street o financial econometrics , i secondi leggono : il capitale o la ricchezza delle nazioni.
I primi sono gente pratica , i secondi sono idealisti ; non sono economisti ma filosofi.
I filosofi non possono creare nulla di buono ; lo so anche io che mi piacerebbe un mondo pieno di pace e di prati fioriti , ma è un utopia , un pò come questa tobin tax , tanto facile da concepire quanto difficile da applicare.
Ma perchè? Perchè chi la concepisce non ha un minimo di operatività sui mercati finanziari e probabilmente non saprebbe distinguere un p/e da una vacca da latte. Ha solo nobili ( sottolineo nobili ) ideali.
Ma senza la pratica le idee lasciano il tempo che trovano.
Il problema non è destra o sinistra , il problema è da che pulpito viene la predica.
Ma secondo voi un casarini che dalla mattina alla sera pensa solo a sfasciare centri di immigrati o a fumare droga , ha la competenza , l'intelligenza , la dignità umana per proferire verbo alcuno su quello che noi conosciamo alla perferzione?
Se certe proposte venissero , che ne so , dal Vaticano..e va bè , ci si passa sopra.
Ma chi è vorrebbe questa salvezza del mondo tramite una tassa alla tobin? Chi :
1 . non sa nulla di finanza
2. colpisce la finanza non per aiutare i paesi poveri , di cui non gliene può fregare di meno , ma solo per invidia a chi diventa ricco per merito della propria testa e della propria volontà a migliorarsi , a imparare
3. li vediamo in tv , questi noglobal : rasta , canne in mano , stracci indosso. Passano la giornata a spacciare e fumare droga,a robvinare le loro madri e dovremmo credere ai loro nobili ideali? Non ne possono avere , se no non vivrebbero come vivono. Un manipolo di ragazzini di quel genere cosa ne sa della tobin tax quando la eleva come slogan? Sa solo che è una moda di sinistra , come vestire con le magliette del che ; poi , il vuoto.
 
........................................

Oggi la ricchezza è più grande che in qualsiasi altro periodo della storia umana, ma la miseria colpisce quasi la metà della popolazione mondiale: due miliardi e ottocentomila persone costrette a vivere con meno di due dollari al giorno.

Tre multimiliardari hanno un reddito che equivale al prodotto nazionale lordo di 49 paesi, dove vivono 600 milioni di individui.

Mai come oggi si è prodotto tanto cibo e tanta acqua depurata, ma un miliardo e trecento milioni di persone non hanno acqua da bere e ottocento milioni di uomini, donne e bambini soffrono la fame.

A parole, la lotta alla povertà è considerata l'obiettivo prioritario da tutti i Governi e dalle Istituzioni finanziarie internazionali: Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale del Commercio.

Nei fatti, le politiche perseguite da queste istituzioni e dai Governi più ricchi che ne condizionano le decisioni, penalizzano fortemente i paesi e le categorie più deboli, contribuendo ad accrescere la povertà e l'esclusione sociale.

Basti pensare ai tagli alla spesa pubblica in settori vitali come la sanità e l'istruzione, imposti ai paesi indebitati, per risanarne i bilanci. Vent'anni di queste politiche - denominate di aggiustamento strutturale - hanno prodotto scuole senza maestri e presidi sanitari senza medicine, riducendo l'aspettativa di vita, aumentando la mortalità infantile e materna, acutizzando l'analfabetismo e l'abbandono scolastico

.................

http://www.manitese.it/news/25_09_01.htm
 
<i secondi sono idealisti ; non sono economisti >


consiglio la lettura di almeno 2 di questi testi:


European perspectives in psychology / edited by Pieter J. D. Drenth, Joseph A. Sergeant, Roelf J. Takens. - Chichester ; New York : Wiley, c1990. (Coll.: A/2848/III)

Comunicazione e pubblicità / [contributi di] A. Borghesi ... [et al.]. - Milano : EGEA, c1993. (Coll.: E/1400)

Intellectual compromise / Michael T. Ghiselin. - New York : Paragon House, c1989. (Coll.: A/2676)

Il denaro / Serge Viderman. - Milano : Raffaello Cortina Editore, 1993. (Coll.: E/1134)

Le dimensioni della psicologia sociale / a cura di Bruna Zani. - Roma : La Nuova Italia Scientifica, 1995. (Coll.: E/1229)

Mente e denaro / Luigi Ferrari, Dario F. Romano. - Milano : R. Cortina, 1999. (Coll.: E/1682)

L'analisi psicologica del comportamento economico / George Katona. - Milano : ETAS KOMPASS, c1964. (Coll.: E/103)

L'uomo consumatore/ George Katona. - Milano : ETAS KOMPASS, c1964. (Coll.: E/105)

Psicologia economica/ A cura di Rino Rumiati, Maurizio Mistri. - Roma : Carocci, 1998. (Coll.: B/745)

Psychology and its allied disciplines/ edited by Marc H. Bornstein. - Hillsdale ; London : L. Erlbaum Associates, 1984. (Coll.: A/2662/II)
 
Ultima modifica:
orca, per poco mi scordavo:
.
.
.
.
 

Allegati

  • banner_tobintax.gif
    banner_tobintax.gif
    7,3 KB · Visite: 98
Continuano gli slogan e le prese di posizione puramente ideologiche.....

ORA BASTA! FACCIO APPELLO ALLA INTELLIGENZA PRESUNTA DI COLORO CHE QUI APOGGIANO LA TOBIN TAX : HO APERTO QUESTO TOPIC PER AVERE RISPOSTE CONCRETE A PROBLEMI CONCRETI , MA VEDO CHE CHI PROMUOVE LA TOBIN TAX SONO UOMINI DELLE NUVOLE ( DI SINISTRA ) E NON VERI TECNICI COMPETENTI.
LA DIMOSTRAZIONE è CHE LA RISPOSTA CHE HO RICEVUTO ALLE NUMEROSE DOMANDE NON SONO SPIEGAZIONI CONCRETE E CHE SI TOCCANO CON MANO , CIOè LE COSE CHE INTERESSANO TUTTI , MA SEMPRE E SOLO SLOGAN.
CON GLI SLOGAN NON SI VA DA NESSUNA PARTE.
SE SIETE INTELLIGENTI DAVVERO , RISPONDETE ALLE MIE DOMANDE.
SE NO , AHINOI. C'è PIU DA FIDARSI DEI MARZIANI CHE DEI NOGLOBAL.QUESTA è L'ULTIMA VOLTA CHE LO CHIEDO , SE NO AVRò LA RIPROVA DELLA NULLITà E DELLA CRIMINALITà DEL MOVIMENTO.
 
Scritto da swaption
Da questo interessantissimo dibattito ( che ho aperto io ) emergono due distinte posizioni. ........Sa solo che è una moda di sinistra , come vestire con le magliette del che ; poi , il vuoto.

Allora..chiariamo subito una cosa: non è vero che da prospettive slegate ad un puro rapporto costi - benefici non esca nulla di buono. Anzi, la spinta a passare al di là della pura conservazione è arrivata in primo luogo dalle idee che, mi dispiace per chi è cieco, arrivano sempre e solo da sinistra. Ma non è questo il discorso. Chi lavora sui e nei mercati e mastica un po' di economia (macro e micro) sa perfettamente che il fine della TobinTax è buono ma la sua implementazione sarebbe un buco nell'acqua per imotivi che ho descritto più sopra. Ma la Tobin tax non deve essere un punto di arrivo ma solo di partenza. Non è con la carità tobiniana la cui destinazione sarebbe tra l'altro assolutamente incerta che si risolvono i problemi dei paesi sottosviluppati. Sono le regole dell'economia di scambio (compro prodotti grezzi e li rivendo finiti così da guadagnarci 10 volte tanto), le vischiosità e le imperfezioni dei mercati locali, la scarsa redditività degli investimenti, il debito e perchè no la pochezza delle classi dirigenti a impantanare ogni tentativo di crescita. Perchè nel sud - est asiatico lo sviluppo è stato così impetuoso mentre altrove no?

ciaooo
 
Scritto da swaption

Ma chi è vorrebbe questa salvezza del mondo tramite una tassa alla tobin? Chi :
1 . non sa nulla di finanza
2. colpisce la finanza non per aiutare i paesi poveri , di cui non gliene può fregare di meno , ma solo per invidia a chi diventa ricco per merito della propria testa e della propria volontà a migliorarsi , a imparare
3. li vediamo in tv , questi noglobal : rasta , canne in mano , stracci indosso. Passano la giornata a spacciare e fumare droga,a robvinare le loro madri e dovremmo credere ai loro nobili ideali? Non ne possono avere , se no non vivrebbero come vivono. Un manipolo di ragazzini di quel genere cosa ne sa della tobin tax quando la eleva come slogan? Sa solo che è una moda di sinistra , come vestire con le magliette del che ; poi , il vuoto.

aggiungo un ulteriore punto sui noglobal:

4. hanno portato berlusconi al governo
 
siamo la prima generazione nella storia con capacità e mezzi per battere la povertà
 
bellissimo se riuscissimo a convincerli che una sana dieta è salutare.
 
bellissimo se i bimbi affamati, che vanno in una discarica, smettessero di credere di essere al supermarket.
 
Scritto da swaption
da una abbiamo i supertrader professionisti , che conoscono bene le regole dei mercati e come operare. In genere , questi sono contro la tobin tax.

Chissà come mai ma mi sento dall'altra parte nonostante io sia stato Tesoriere in un Grossa Banca Americana ed in una filiale importante della più grande Banca Svizzera, oltre che aver partecipato, come consulente, a fusioni di banche in Olanda, Polonia, Argentina e Brasile oltre che in Italia, ed aver collaborato ad acquisire Società di media da parte di un magnate che faceva affari con l'attuale Presidente del Consiglio Berlusconi... ...

Sei un po' troppo lapidario nelle tue affermazioni, ti invito ad essere un po' meno drastico ed ad usare un po' meno le maiuscole, ti puoi anche chiamare swaption ma do sicuro ti manca molto per ergerti a giudice e trarre conclusioni.

Visto che conosci le swaption capirai anche cosa vuol dire Tesoriere.

E ti assicuro che non sono di sinistra!
 
Ultima modifica:
La società non può essere sacrificata al dio mercato

di Giorgio Ruffolo

Per il povero Marx è proprio una nemesi. Lo hanno crocifisso per quel suo determinismo economico: che vergogna, ridurre tutta la lussureggiante fioritura delle idee al cieco brancolare degli interessi! Engels si provò a spiegare che non era proprio così: che bisognava intendere la cosa con un po' più di un grano di sale. Ma invano. E la vulgata staliniana del marxismo finì poi, compitando in modo barbarico la lezione dei maestri, per ribadire quella versione semplificata. Ma poiché la storia, come il buon Hegel sapeva, si vendica, il goffo catechismo deterministico di Stalin battezzò la più colossale e disumana impresa volontaristica della modernità: l'Unione Sovietica.

Ma ora, che succede? Che il determinismo economico risorge dalle sue ceneri: però, da destra. Una nuova vulgata neoliberista (pare che la nostra epoca non ci lasci che dei nei!) si afferma sotto forma di quello che potremmo chiamare un determinismo mercatistico. A dire la verità, più che di una teoria si tratta di una fede: perché - così come il complesso pensiero marxiano fu pietrificato nelle litanie staliniane - anche la lucida aritmetica degli economisti classici e le geometrie eleganti dei marginalisti sono state immerse in un brodo mistico.

Mercato e Mercati non sono più modelli di scuola, ma divinità imperscrutabili. Così, le società più ricche e più potenti della storia si paralizzano all'inizio di ogni settimana, nell'attesa trepidante dell'apertura delle Borse, le nuove ambigue Pizie del turbocapitalismo.

Quest'ansia è però controllata da una incrollabile certezza. Per sottrarsi allo stress, bisogna essere e mantenersi competitivi. Questo è il Verbo del nostro tempo turbinoso: correre come Alice sul tappeto perverso. Sacrificare ogni lusso - l'educazione, la salute, l'aria pulita, la sicurezza della vecchiaia e una decente prospettiva di lavoro stabile - all'esigenza di stare al passo. E questo passo si misura ormai alla stregua del mondo intero: la competitività è internazionale, o non è.

Ma che cos'è questa competitività internazionale che sola può propiziare la grazia imperscrutabile dei Mercati? Il fatto sorprendente è che nessuno l'ha mai definita. Proprio come Dio. Secondo Paul Krugman, insigne economista americano, che ha scritto nel 1997 un libro brillante sull'argomento, è "un'ossessione pericolosa". E prima ancora, è un concetto vuoto di senso. Non significa niente se applicata, come si fa spesso del suo proprio campo - che è quello del mercato in senso stretto - ai paesi, alle nazioni. Non c'è, del resto, metafora più fuorviante e melensa insieme di quella che rappresenta una economia nazionale come una impresa. L'azienda Italia diventò di moda nei tardi anni Settanta, anche tra gli allora giovani socialisti rampanti: li faceva sentire più moderni, più fichetti. Poi si è banalizzata, è diventata un must del linguaggio politico-manageriale. Più che una moda, però, questa metafora costituisce, dice Krugman, una vera ossessione: pericolosa, se la si prende sul serio. Se davvero si pensa che le nazioni competono tra loro come le imprese; e che ci siano imprescrittibili vincoli dettati da questa gara alla allocazione delle risorse tra usi pubblici e privati o alla distribuzione del reddito tra gruppi sociali.

Il fatto è che un paese non è un'azienda, non è mosso dalle sue motivazioni, non è sottoposto ai suoi limiti. Certo, sono entrambe forme di organizzazione sociale. Ma anche la gallina e l'uomo sono entrambi bipedi. L'impresa è un'attività strumentale promossa e diretta da soggetti precisi rivolti al fine del profitto. Ciò le impone dei vincoli, violati i quali fallisce; e la pone in concorrenza con altri soggetti rivolti allo stesso fine. La comunità nazionale è una collettività esistenziale dalla formazione e dai fini largamente indeterminati. Non ha una posta specifica da perseguire.

Non ha una linea di galleggiamento precisa da mantenere. Le nazioni, ovviamente, possono scomparire in una guerra o in una rivoluzione, ma non in un'Opa. Le società possono disgregarsi, ma non portano i libri in tribunale.

Insomma, le nazioni non corrono su una pista, testa a testa, per massimizzare una performance, perché non c'è nessuna misura di quella performance. Qual è la misura della competitività? A prima vista, sembrerebbe ovvio: il saldo della bilancia dei pagamenti correnti. Ma se così fosse l'economia americana, con il suo deficit esterno mostruoso, sarebbe la meno competitiva del mondo, mentre l'Europa, col suo rilevante avanzo commerciale, se la caverebbe brillantemente.

Non c'è dunque un concorso internazionale che ci obbliga a correre tutti nella stessa direzione. C'è - meglio, ci dovrebbe essere - una gara tra le nazioni per conseguire livelli sempre più alti di benessere. E per concorrere a questa gara, un'alta produttività, garantita da un elevato tasso di innovazione tecnologica, è vitale. Ma questa esigenza, che deve ovviamente tener conto dei risultati del mercato, deve essere armonizzata con le altre che assicurano la coesione sociale: la formazione, la salute, il lavoro, la sicurezza, oggi l'ambiente. Ora, lo stabilire i termini di questa combinazione - questo è il punto - è responsabilità politica della collettività. Essi non possono essere dettati dalle imperscrutabili leggi del mercato: anche perché ci sarebbe - come dire? - un grosso conflitto d'interessi.

Facciamo una congettura. Suppose that, (come diceva il grande Ricardo, per spiegarsi): supponiamo che gli economisti, stanchi di perseguire la cometa fuorviante del Pil (o Pirl che dir si voglia) inventino un metodo nuovo di contabilità sociale, che permetta ad ogni paese di costruire e di scegliere democraticamente la sua propria - diciamo così - WWW (Welfare Wishful Way, un indicatore desiderabile di benessere): una combinazione, necessariamente diversa per ogni paese, di obiettivi riguardanti lo stato auspicabile della ricchezza, della fiscalità, della disuguaglianza, della protezione sociale, della salute, dell'educazione, dell'ambiente. Coerente e, naturalmente, aggiornabile. Il successo di un paese sarebbe misurato non dalla sua capacità di crescere come Frankenstein, senza sapere perché e verso dove; ma dalla misura in cui si avvicina a quell'indice. La sua competitività reale con gli altri paesi sarebbe misurata dallo scarto relativo rispetto a quell'indice. Finalmente sapremmo davvero chi è il più bravo. E gli economisti recupererebbero pienamente la "degnità" sociale di una scienza che è sorta al servizio dell'uomo e non dei ricchi e potenti.

http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010814.htm
 
....infondo la Tobin Tax per le transazioni commerciali è l'equivalente dell'IVA per quelle commerciali, cioè:

una grandissima cazpzata. Perchè? Perchè per gli addetti ai lavori non è un problema, così come la si paga così la si recupera. Il vero danno economico è esclusivamente a carico del consumatore, cioè dell'ultimo anello della catena commerciale.

Lo stesso sarebbe per la Tobin Tax: andrà solo a svantaggio dei piccoli risparmiatori, mentre la grandi banche d'affari avranno sicuramente modo di detrarre dalle tasse sugli utili lo scomodo salasso......

(....non fatevi fregare dalle banche d'affari!.....)

Saluti! :p
 
Indietro