@bow magari tu lo sai e riposto qui un messaggio che avevo messo nell'altro thread: come si spiegano i "costi di transazione"? ho notato che nell'etf obbligazionario VAGF sono addirittura delle 0.19% (contro lo 0.0% del "competitor" AGGH)
Quando sottoscrivi un contratto di deposito e negoziazione dei titoli con una banca questa ti fa un 'listino prezzi' per eseguire i tuoi ordini. E' soggettivo tra cliente e banca. E' come quanto paghi per un bonifico, c'è quello che fa zero, quello che si prende 1 euro, quello che si prende 5 euro.
Magari nella stessa banca ad un tipo di conto corrente agevolato ci sono delle commissioni di 1 euro per un servizio e ad un altro tipo di conto corrente 4 euro.
Un "costo di transazione" lo paghi per effettuare, appunto, una transazione: comprare o vendere un titolo su un mercato secondario (ad esempio un ETF, o un'azione, o un certificato o un titolo di Stato), questo perché il titolo è quotato su un mercato secondario (una borsa che consente di ricevere ordini di vendita ed acquisto e trasferire il titolo da Mario a Luca).
Quanti sono i tuoi costi di transazione? Eh, dipende da quanto hai stabilito nel contratto con il tuo broker o la tua banca... anche il 2% magari per un'operazione eseguita da un operatore allo sportello in una costosa filiale di Lugano, chissà...
Di solito il costo è percentuale (0,19% molto verosimile) e prevede un minimo (es. 5, 6, 12 euro) ad operazione e auspicabilmente (ma non sempre!) un massimo (20, 30, 50 euro ad eseguito). Esegui 300mila di BTP ed hai uno 0,19% sui titoli di Stato con massimo 25 euro? Paghi 25 euro (0,0083%). Se hai 0,19% ed il minimo è 5 euro ed esegui 500 euro paghi 1% (ma anche 10% se compri 50 euro di un ETF).
Come è possibile il costo di transazione zero su alcuni ETF? Alcune banche e brokers (mi viene in mente Fineco e Directa) hanno fatto un accordo per azzerare i costi di transazione su alcuni ETF facendo una joint-venture con alcune case (che sicuramente pagano la banca un tot all'anno). Ad esempio Lyxor o iShares.
Il motivo sarà quello.
Comunque il costo di transazione è una-tantum: una volta che lo hai pagato puoi tenere il titolo 10 anni e ripagherai, forse, solo alla vendita. Quindi incide comunque pochissimo, anche se hai speso 3 euro di più. Offriamogli 'sto caffé. Ovviamente per un trader forsennato con piccole masse è diverso...
Altra nota: sui fondi che non hanno mercato secondario, ma solo primario (Mario e Luca possono acquistare quote solo da Blackrock e farsele rimborsare da Blackrock, non è scambiato "in borsa") i costi di transazione, OLTRE alle commissioni che si prende il collocatore eventualmente per il servizio (di trovare il cliente, convincerlo, vendergli il prodotto, dargli consulenza, spiegarlo), sono sostituiti da COSTI FISSI. Ad esempio 9 euro per sottoscrizione di fondi, 2 euro se è la rata di un Piano d'Accumulo.
E uno può dire: vabbé incidono poco (di solito poi non li vedi da nessuna parte e raramente sono spiegati). Sì... prova a fare un Piano d'Accumulo obbligazionario di 50 euro al mese con il 3% di commissioni di collocamento all'entrata. Il cliente versa 50 euro. Il 3% viene trattenuto prima dell'investimento (48,5) e poi il fondo applica 2 euro di costo fisso (46,5) hai speso il 9% di commissione solo per entrare nell'affare.
P.S.
Esiste un altro concetto di 'costo di transazione', più accademico. L'onere che implicitamente si paga rispetto ad un prezzo medio per eseguire transazioni su un mercato rispetto alla media teorica dei prezzi. Se guardi il grafico di un BTP vedi i prezzi di chiusura, se guardi il prezzo di riferimento di un titolo vedi la media tra acquisto e vendita. Quando dai un eseguito (magari al meglio) il tuo prezzo reale è dato dal tuo incrocio tra denaro (quanto offri tu) e lettera (quanto chiedono per il titolo). E' possibile che questo generi un 'costo' implicito di transazione (anche negativo). Però se tu mi parli di 0,19% fisso per costi di transazione stai intendendo le commissioni di negoziazione del tuo broker.