Il tuo ragionamento parte dal presupposto che la storia degli uomini segua un cammino retto verso un costante progresso e che dunque ci sia un’evoluzione nel comportamento umano. Invece non è così.
La tua perorazione soffre di due debolezze, un apparente ingenuo storicismo e malinteso senso dell'eterno ritorno, e spruzzate di pregiudiziale moralismo.
Come dice saggiamente il nostro Spaceman Spiff 2.0 "ognuno è figlio del proprio tempo" : se la linearità del processo storico non esiste, altrettanto dubbia è la sua semplicistica circolarità.
Il concetto di Nietsche dell'eterno ritorno sarebbe meglio rappresentato da una spirale.
Un progresso nella comprensione del proprio tempo vi sarebbe se effettivamente Tacito venisse letto, e così Platone, Epicuro, Hegel e Marx. E magari anche Dante, Nietsche e il Leopardi. Ciò eviterebbe che una pletora di improvvisati si sentisse autorizzata a giudicare tutto e tutti sulla base dell'assenza di standard e dei ricorsivi slogan.
Ma la classe dominante capitalistica non può permettere che ciò avvenga, che il pensiero critico diventi patrimonio degli schiavi liberi. E infatti spaventata dalla dinamica dei processi socio culturali degli anni sessanta e settanta si è attivata per controllare rigidamente scuola e organi di disinformazione di massa per trasformarli in strumenti di propaganda e promozione del cretinismo e della nota falsa coscienza.
Lo spirito del tempo di quelle generazioni di giovani li impregnava di un sentimento di infinite possibilità e crescita, che è oggi scomparso, per capovolgersi in una lugubre e rassegnata aspettativa di difficoltà e decrescita, più in linea con la permanente condizione di schiavi liberi definita dal capitalismo.
Anche l'associazione della natura femminile a quella della condizione di debolezza nella proposta circolarità storico fenomenica è un poco arbitraria e forzata. Ciò che prevale nel capitalismo attuale, che nelle sue determinazioni ingloba lo spirito del tempo contemporaneo, per le sue proprietà di razzismo e sfruttamento ,è la pratica, nascosta dietro le false e distrattive rappresentazioni del politically correct, della programmatica castrazione delle specifiche qualità e prerogative e della selezione, da parte della classe dominante, delle figure femminili secondo criteri di riferimento alle tipiche bimbo o alle caricature maschilizzate che affermano nell'ascesa sociale un apparente femminismo modellato sui valori capitalistici e maschili. (E infatti il livello delle donne emergenti è mediocre folcloristicamente e pretestuosamente valorizzato dalle quote da giardino zoologico).