Draghi, l’uomo degli Americani. Tenta di boicottare le iniziative di pace del Papa e dei Paesi Africani (F. Beltrami)
Si è appena conclusa la prima parte della missione di Pace del card. Matteo Maria Zuppi che a Kiev, per ora, non ha potuto superare il muro di gomma di Zelensky, che è ancora convinto di poter vincere la guerra contro la Russia grazie alle armi dei paesi NATO, che vedono prosperare le proprie industrie belliche (e i politici che le appoggiano) ai danni della spesa sociale.
Draghi, l’uomo degli Americani. Tenta di boicottare le iniziative di pace del Papa e dei Paesi Africani (F. Beltrami) - FarodiRoma
La volontà di continuare il conflitto è stata dimostrata dal regime di Kiev con la distruzione della diga di Kakhovskaya per facilitare l’attraversamento del fiume Dnepr, la privazione di acqua potabile la provincia russa della Crimea; la creazione di ulteriori problemi di manutenzione per la centrale di Zaporiyia che da 8 mesi le truppe ucraine cercano di riprendere il controllo per mettere le mani sulle scorie radioattive al fine di fabbricare una bomba sporca.
E’ palese che la convinzione del presidente ucraino di poter vincere la guerra è frutto dei suggerimenti del partito della guerra degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Europea. Nonostante ciò Papa Francesco non si arrende e cercherà di fare tutto ciò che è in suo potere per favorire il percoso di pace.
Dopo il cardinale Zuppi giungerà a Kiev la delegazione africana per favorire la pace. Alla missione partecipano sette Capi di Stato Abdel Fattah al-Sissi (Egitto), Azali Assoumani (Comore), Cyril Ramaphosa (Sud Africa), Denis Sassou Nguesso (Congo Brazzaville), Edgar Lungu (Zambia), Macky Sall (Senegal). La delegazione sarà guidata dal Presidente ugandese Yoweri Kaguta Museveni. La delegazione africana incontrerà Zelensky e Putin rispettivamente il 16 giugno a Kiev e il 17 giugno a San Pietroburgo. In un’intervista a Sputink Africa, l’ambasciatore ugandese ha auspicato che questa missione dell’Unione africana dia frutti.
Nel palese tentativo di boicottare queste importanti missioni di pace (che metterebbero fine al massacro e renderebbero l’Europa più sicura) interviene l’ex Premier Mario Draghi con un discorso pronunciato al Massachusetts Institute of Technology di Boston dove ha studiato, dopo aver ricevuto il Miriam Pozen Prize che riconosce l’eccellenza nella ricerca o nella pratica della politica finanziaria. Il discorso pronunciato, chiarisce che Mario Draghi è un pezzo da novanta della élite europea assoggettata al volere degli Stati Uniti. Un uomo che conta, capace di influenzare il destino di milioni di europei pur non avendo cariche istituzionali. I famosi poteri occulti che la dicono lunga sullo stato della Democrazia in Europa.
Nell’ampio e articolato intervento, Draghi condanna indirettamente ogni tentativo di risoluzione diplomatica del conflitto, dichiarando «Kiev deve vincere la guerra o per l’Ue sarà un colpo fatale». Facendosi scudo con i valori esistenziali dell’Unione Europea (pace, libertà, rispetto della sovranità democratica e dei diritti umani) Draghi indica ai governi europei la missione storica di assicurare la vittoria all’Ucraina. Una vittoria capace di creare un cambiamento di politica interna a Mosca per riuscire ad addomesticare la Russia alla dominazione occidentale.