ramirez ha scritto:
io mi sono limitato ad un singolo problema, che seppure nasca per motivi
differenti, alla fine si concretizza con lo stesso risultato.
Gli hedge fund oggi e i sindacati, può darsi, domani (lo sai vero che con i fondi
pensione gestiranno miliardi di euro? come vorranno loro...tramite
banche ma come vorranno loro..) (*)
Ora già il fatto che i sindacati siedano nel board delle imprese tedesche
è stato giudicato negativamente da molti. E molti fanno risalire a questo
fatto i risultati negativi di alcune aziende.
(*) penso che tu conosca il CALPER (il fondo pensione dei
dip. pubblici californiani, gestisce una marea di dollari
e ha contribuito a mandare a casa alcuni CEO che gli stavano
antipatici..)
I fondi pensione e il calo dei rendimenti a lungo termine
La persistenza di bassi rendimenti nominali a lungo termine, specie nelle scadenze superiori ai
10 anni, in un contesto di crescita economica robusta ha stupito molti operatori e osservatori del
mercato. Una delle spiegazioni talvolta avanzate è che la domanda degli investitori istituzionali, in
particolare dei fondi pensione, stia esercitando pressioni al ribasso sul segmento a lunghissimo
termine della curva dei rendimenti. Questa possibilità rispecchierebbe un effetto di retroazione, nel
senso che il livello modesto dei tassi di interesse favorirebbe ulteriori acquisti di obbligazioni da
parte degli investitori istituzionali. In questo riquadro vengono esaminate le dinamiche di tale
meccanismo nel Regno Unito – dove i rendimenti a lunghissimo termine sono estremamente esigui
– nonché la probabilità che una situazione analoga si verifichi in altri mercati.
Da anni ormai i titoli del Tesoro britannico (c.d. gilt) trentennali vengono negoziati a rendimenti
più bassi di quelli dei titoli a 10 anni, e le obbligazioni a 50 anni a rendimenti persino inferiori
(cfr. riquadro di sinistra del grafico sottostante). È opinione comune che i tentativi dei fondi
pensione di ridurre le asimmetrie delle scadenze fra l’attivo e il passivo attraverso l’acquisto di
obbligazioni a lunghissimo termine abbia contribuito alla riduzione dei rendimenti. Al calare dei
rendimenti sono tuttavia aumentate le passività dei fondi pensione, accrescendo ulteriormente la
domanda di titoli a lunga scadenza e innescando nuovi ribassi dei rendimenti.
Questo effetto di retroazione è stato particolarmente pronunciato nel mercato dei gilt per due
ordini di motivi. Primo, le norme britanniche in materia di requisiti minimi di finanziamento (Minimum
Funding Requirements, MFR) e di rendicontazione finanziaria prescrivono di impiegare i rendimenti
di mercato per attualizzare le prestazioni pensionistiche future, rendendo le passività dei fondi
pensione molto sensibili a variazioni dei rendimenti. Secondo, le società preferiscono minimizzare
le oscillazioni nelle posizioni coperte dei propri piani pensionistici, essendo tenute a segnalare i
rapporti di finanziamento nei propri bilanci. Gli operatori di mercato, e di conseguenza le società,
sono divenuti particolarmente sensibili ai costi potenziali dei fondi sottocapitalizzati, dopo le ingenti
perdite registrate dalle società sui portafogli azionari agli inizi degli anni duemila, proprio quando le
loro passività venivano gonfiate dall’effetto congiunto dell’invecchiamento della popolazione e
dell’aumento della speranza di vita. Le società britanniche hanno cercato di ridurre la volatilità dei
livelli di finanziamento dei loro fondi pensione privilegiando gli investimenti in obbligazioni a lungo
termine e i piani a contribuzione definita, a scapito degli investimenti azionari e dei piani a
prestazione definita.
Anche in vari mercati al di fuori del Regno Unito i rendimenti a lunghissimo termine sono molto
bassi. I rendimenti sui titoli del Tesoro trentennali sono prossimi o lievemente inferiori a quelli dei
titoli decennali negli Stati Uniti, nell’area dell’euro e in Svizzera (cfr. il riquadro di destra del grafico
precedente). Il ruolo degli effetti di retroazione è altrettanto importante in questi mercati? Alcuni
degli elementi presenti nel Regno Unito, quali i requisiti minimi di finanziamento, sono comuni
anche ad altri paesi. Tuttavia, altri aspetti tendono a moderare l’impatto a breve dei tassi di
interesse sui rapporti di finanziamento dichiarati. Ad esempio, nei Paesi Bassi i requisiti sono più
stringenti di quelli britannici, ma i più elevati livelli di finanziamento e l’impiego di un tasso di
interesse fissato per statuto anziché dei rendimenti di mercato per attualizzare le passività
pensionistiche hanno finora permesso ai fondi pensione olandesi di operare con una durata
finanziaria dell’attivo piuttosto bassa, pari a sei anni circa (che corrispondono approssimativamente
alla duration media del mercato dei titoli pubblici dell’area dell’euro). Negli Stati Uniti molti sistemi
pensionistici aziendali sono sottocapitalizzati e le prestazioni future vengono attualizzate a tassi di
mercato. Tuttavia, i tassi utilizzati per valutare le attività e le passività di bilancio sono in certa
misura modulabili. In prospettiva, le differenze fra i sistemi del Regno Unito e quelli di altri paesi
potrebbero ridursi, quantomeno se nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti venissero attuate le misure
proposte, fra cui un maggiore ricorso a tassi di mercato (non modulati) per attualizzare gli esborsi
per prestazioni future. È possibile che i fondi pensione di questi paesi stiano già modificando le
proprie prassi in previsione di alcuni di tali cambiamenti.
Uno dei modi per attenuare l’incidenza degli effetti di retroazione è quello di accrescere
l’offerta di obbligazioni a lungo e lunghissimo termine, generando pressioni di segno contrario sul
segmento a lunga della curva dei rendimenti. I governi e le imprese hanno già risposto al basso
livello dei rendimenti accrescendo le emissioni di titoli a 30 e a 50 anni. Tuttavia, la possibilità per
governi e imprese di emettere debito a lunga scadenza incontra limiti derivanti dall’esigenza di
mantenere bilanciata la struttura per scadenze del passivo.
http://www.bis.org/publ/qtrpdf/r_qt0603ita_a.pdf
Questo è il problema; il caso americano non c'entra nulla poichè la normativa americana è lacunosa
http://www.covip.it/documenti/PDF/Altro/AUDIZIONE_Testo.pdf
http://www.servprev.it/doc/DL703.htm
Il citare il discorso dei sindacati è solo un argomento pretestuoso per fare un discorso politico demagogico