Manuale minimo di sopravvivenza per clienti indifesi del risparmio gestito bancario

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Mi chiedo se sia mai stato compilato qui sul forum (probabilmente sì) un Vademecum di base, a beneficio di tutti quelli, come me e la mia famiglia, che possedendo una cultura finanziaria solo basica sono continuamente a rischio di imbonimento da parte del "latinorum finanziario" del consulente bancario di turno. Spesso la volontà di imparare e di informarsi non manca, ma alla fine l'impressione è che si finisca sempre di essere vittime della dialettica di qualche piazzista di strumenti finanziari più loquace e più convincente di noi. I punti su cui un cassettista medio dovrebbe entrare in banca con delle idee assolutamente inattaccabili sono secondo me i seguenti:
1- Quali sono le asset class accettabili per un cliente (cassettista) medio, e quali da cui invece stare assolutamente alla larga perchè inadatte.
2- Quale è il TER massimo, per ogni categoria di prodotti finanziari, che possiamo accettare, oltre il quale la ragionevole speranza di guadagnare qualcosa diventa invece illusoria.
3- Quali sono le Asset Allocation (portafogli modello) indicativamente standard (per i vari livelli di rischio) che possiamo aspettarci ci vengano proposte, e quali invece quelle assolutamente esotiche che non hanno alcun fondamento storico.
4- Quali sono i costi fissi massimi della gestione (in aggiunta a quelli dei prodotti finanziari in portafoglio) che possiamo ragionevolmente tollerare.
5- Come deve essere fatto un Report annuale dei costi trasparente e comprensibile (a me sembra invece quasi sempre molto opaco).
5- Come deve essere fatto un Report di performance periodico decente affinchè si possa capire, sia globalmente che singolarmente per prodotto finanziario, se e quanto stiamo guadagnando e con che livello di rischio; a me sembra che ogni banca abbia un suo modello di report personale e diverso dalle altre, soprattutto per quel che riguarda la misura del rischio, che non è valutato allo stesso modo e quindi non è reciprocamente comparabile.

Si accettano altri suggerimenti in merito. Se esiste già un topic relativo, fatemi cortesemente sapere.
Grazie.
 
In parte esiste già. Si chiama Kid
Che poi, diventando KIID, dovrebbe essere ancora più di supporto all'investitore medio. Ma questo ti può essere utile per valutare il singolo prodotto, ma non per fare una valutazione almeno di massima di portafoglio, o per riuscire a inquadrare la competitività dei tuoi prodotto rispetto alla concorrenza di mercato.
 
Che poi, diventando KIID, dovrebbe essere ancora più di supporto all'investitore medio. Ma questo ti può essere utile per valutare il singolo prodotto, ma non per fare una valutazione almeno di massima di portafoglio, o per riuscire a inquadrare la competitività dei tuoi prodotto rispetto alla concorrenza di mercato.
ma se ci sono dei portafogli che sono un casino che non si capsice piu niente. E non solo per colpa della banca. Basta che esca un btp valore o una cdp
 
Per conto mio dovresti tralasciare completamente ogni proposta del consulente bancario e investire autonomamente in due/tre strumenti base.
Medio termine BTP
Lungo termine ETF azionario mondiale ad accumulo scegliendone uno tra i classici (SWDA/VWCE/GGRA e affini)
Già così saresti posizionato meglio del 99% della popolazione italiana.
 
Accetto il consiglio. Ma possibile che la consulenza bancaria sia così scadente? E che le gestioni attive risultino sistematicamente così poco competitive?
 
Tempo fa feci un piccolo video con 3 regole per investire, mi auguro possa essere un inizio ed un aiuto.
Regole sicuramente preziose, che ho già sentito più di una volta. Ma che rimangono troppo "teoriche". Da queste all'applicazione pratica sul campo ci sta in mezzo un sacco di esperienza e di conoscenze, che chiunque non sia del settore non ha nè il tempo nè il modo di acquisire.
Purtroppo "delegare", almeno parzialmente, in questo campo è quasi obbligatorio.
 
Mi chiedo se sia mai stato compilato qui sul forum (probabilmente sì) un Vademecum di base, a beneficio di tutti quelli, come me e la mia famiglia, che possedendo una cultura finanziaria solo basica sono continuamente a rischio di imbonimento da parte del "latinorum finanziario" del consulente bancario di turno. Spesso la volontà di imparare e di informarsi non manca, ma alla fine l'impressione è che si finisca sempre di essere vittime della dialettica di qualche piazzista di strumenti finanziari più loquace e più convincente di noi. I punti su cui un cassettista medio dovrebbe entrare in banca con delle idee assolutamente inattaccabili sono secondo me i seguenti:
1- Quali sono le asset class accettabili per un cliente (cassettista) medio, e quali da cui invece stare assolutamente alla larga perchè inadatte.
2- Quale è il TER massimo, per ogni categoria di prodotti finanziari, che possiamo accettare, oltre il quale la ragionevole speranza di guadagnare qualcosa diventa invece illusoria.
3- Quali sono le Asset Allocation (portafogli modello) indicativamente standard (per i vari livelli di rischio) che possiamo aspettarci ci vengano proposte, e quali invece quelle assolutamente esotiche che non hanno alcun fondamento storico.
4- Quali sono i costi fissi massimi della gestione (in aggiunta a quelli dei prodotti finanziari in portafoglio) che possiamo ragionevolmente tollerare.
5- Come deve essere fatto un Report annuale dei costi trasparente e comprensibile (a me sembra invece quasi sempre molto opaco).
5- Come deve essere fatto un Report di performance periodico decente affinchè si possa capire, sia globalmente che singolarmente per prodotto finanziario, se e quanto stiamo guadagnando e con che livello di rischio; a me sembra che ogni banca abbia un suo modello di report personale e diverso dalle altre, soprattutto per quel che riguarda la misura del rischio, che non è valutato allo stesso modo e quindi non è reciprocamente comparabile.

Si accettano altri suggerimenti in merito. Se esiste già un topic relativo, fatemi cortesemente sapere.
Grazie.
E' tutto estemamente personale e quindi devi cercare le risposte dentro te stesso :)
Permettimi solo di dire che nessuno è indifeso e che dall'altra parte ci sono persone che vivono per poter offrire i prodotti della loro azienda. Mi chiedo come sia possibile che le persone passino ore della giornata con whatsup e non pensino di dedicare qualche minuto per la propria cultura che talvolta non è solo finanziaria ma globale.
 
Purtroppo "delegare", almeno parzialmente, in questo campo è quasi obbligatorio.
Non è vero. Io ho fatto tutto da solo. Serve un po' di tempo e sicuramente voglia. Guardando il mio portafoglio sarei decisamente più critico se lo avesse fatto un terzo invece di me stesso. Essere artefici dei propri successi/insuccessi è piacevole. Capisco che per tutti non sia così, io praticamente da sempre a partiva iva, io non ho problemi a perdere qualche euro, per molti altri se leggi altre sezioni del forum, vedere del rosso significa notti insonni. Ma a maggior ragione, vorrei essere io ad andare nel burrone o in cielo, non mi faccio portare da altri su temi così delicati per me e la mia famiglia.
 
Non è vero. Io ho fatto tutto da solo. Serve un po' di tempo e sicuramente voglia. Guardando il mio portafoglio sarei decisamente più critico se lo avesse fatto un terzo invece di me stesso. Essere artefici dei propri successi/insuccessi è piacevole. Capisco che per tutti non sia così, io praticamente da sempre a partiva iva, io non ho problemi a perdere qualche euro, per molti altri se leggi altre sezioni del forum, vedere del rosso significa notti insonni. Ma a maggior ragione, vorrei essere io ad andare nel burrone o in cielo, non mi faccio portare da altri su temi così delicati per me e la mia famiglia.
Quanti anni ci hai messo a diventare autonomo in materia di finanza personale? Io studio da qualche mese. Appena intacchi la superficie di un argomento e ne apprendi le basi, nel dettaglio si apre un mondo e mi sembra tutto terribilmente complicato.
 
Quanti anni ci hai messo a diventare autonomo in materia di finanza personale? Io studio da qualche mese. Appena intacchi la superficie di un argomento e ne apprendi le basi, nel dettaglio si apre un mondo e mi sembra tutto terribilmente complicato.
Non credo si finisca mai di imparare ma se hai cominciato con certi strumenti, diventi presto autonomo, ad esempio gli ETF sono strumenti piuttosto semplici da maneggiare e non honno neanche troppi segreti, solo con justetf ti fai una cultura che ti permette di partire. Non so se concordi con me.
 
Non del tutto. In primis aiuta molto la perfetta conoscenza dell'inglese (il mio è scolastico). Ma anche sugli ETF al di la di capirne la tipologia (a replica diretta, a campionamento, sintetici...etc, problemi di cambio) si tratta di decidere su che settori puntare (globali a parte). E per far ciò con cognizione, non dico che bisognerebbe essere economisti ma poco ci manca. Immagino ci voglia uno studio macroeconomico impegnativo.
Penso si tratti di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Macro e micro economia, analisi tecnica, matematica finanziaria, studio degli strumenti finanziari, applicazione pratica su piattaforme bancarie. Anche perderci un pò di soldini forse (ma solo un pò). Per adesso, quindi, BTP e CD :D

EDIT. sulla base del successivo post di @reef, alle competenze da acquisire aggiungo la "psicologia dell'investimento". C'è un ottimo thread di @Dedalo Invest.
 
Ultima modifica:
Per conto mio dovresti tralasciare completamente ogni proposta del consulente bancario e investire autonomamente in due/tre strumenti base.
Medio termine BTP
Lungo termine ETF azionario mondiale ad accumulo scegliendone uno tra i classici (SWDA/VWCE/GGRA e affini)
Già così saresti posizionato meglio del 99% della popolazione italiana.
Occhio che se non ci sono le competenze di base, gli scenari successivi possono far saltare le coronarie. Come si reagisce a un -20% sul proprio preziosissimo ETF World? E a fronte di un +20% con sentori di crisi che fare?
(non serve che tu mi risponda, è solo per evitare banalizzazioni)
 
Non del tutto. In primis aiuta molto la perfetta conoscenza dell'inglese (il mio è scolastico). Ma anche sugli ETF al di la di capirne la tipologia (a replica diretta, a campionamento, sintetici...etc, problemi di cambio) si tratta di decidere su che settori puntare (globali a parte). E per far ciò con cognizione, non dico che bisognerebbe essere economisti ma poco ci manca. Immagino ci voglia uno studio macroeconomico impegnativo.
Penso si tratti di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Macro e micro economia, analisi tecnica, matematica finanziaria, studio degli strumenti finanziari, applicazione pratica su piattaforme bancarie. Anche perderci un pò di soldini forse (ma solo un pò). Per adesso, quindi, BTP e CD :D

EDIT. sulla base del successivo post di @reef, alle competenze da acquisire aggiungo la "psicologia dell'investimento". C'è un ottimo thread di @Dedalo Invest.
Hai detto bene ma se hai letto Kahneman la cognizione non porta a risultati migliori. E' corretto sapere che è il motore che spinge una macchina, non hai alcun valore aggiunto nel sapere di quale lega è fatto il motore, questo è quello di dicono risultati storici
 
Non è vero. Io ho fatto tutto da solo. Serve un po' di tempo e sicuramente voglia. Guardando il mio portafoglio sarei decisamente più critico se lo avesse fatto un terzo invece di me stesso. Essere artefici dei propri successi/insuccessi è piacevole. Capisco che per tutti non sia così, io praticamente da sempre a partiva iva, io non ho problemi a perdere qualche euro, per molti altri se leggi altre sezioni del forum, vedere del rosso significa notti insonni. Ma a maggior ragione, vorrei essere io ad andare nel burrone o in cielo, non mi faccio portare da altri su temi così delicati per me e la mia famiglia.
Per alcuni vale esattamente il contrario
 
Per alcuni vale esattamente il contrario
Sì, c'è il posto fisso e c'è chi fa impresa, rimane il fatto che chiunque potrebbe con poco non autodenunciarsi come indifeso. Non vedo i dipendenti di banca come aggressori, vedo molta ignoranza nel senso letterale della parola.
 
Un altro contributo che ho trovato sempre utile e consigliato a molte persone è questo articolo La Piramide dell’Investitore che fra l'altro ci insegna come gli strumenti da scegliere siano l'ultima cosa da prendere in considerazione.
Sempre ottimo il blog Investireconbuonsenso.
Però mi sento di obiettare almeno parzialmente questa tesi: data una Asset Allocation standard che uno può trovare facilmente su molti manuali e siti, poi gli strumenti con cui la si implementa contano eccome, perchè se il rapporto tra performance e costi è pessimo magari non ci si perde, ma si finisce per non guadagnare nulla. Tipico problema che ho sempre avuto con le banche: cosa investo a fare se alla fine recupero a malapena l'inflazione?
 
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Parliamo del Punto 4: rendicontazione annuale costi e incentivi sui servizi e prodotti di investimento.
E' possibile fare una stima, per un portafoglio medio da cassettista (tipo un 60-40), della percentuale massima degli oneri totali oltre la quale la speranza di guadagnare qualcosa diventa eccessivamente aleatoria?
Quest'anno con una banca della mia famiglia siamo arrivati ad un esorbitante 3,51%, che immagino sia una percentuale da rapina...

PS: ovviamente questo rendiconto delle spese include solo i costi fissi da pagare per la gestione della banca e per gli strumenti finanziari; la tassazione sugli eventuali guadagni in caso di disinvestimento sarà poi da pagare a parte (chiedo cortesemente conferma).
 
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