la retro datazione con Schifano si ha solo su alcuni monocromi: Mario si era rotto di collezionisti e mercanti che gli chiedevano da 20 anni monocromi...
del resto Schifano aveva rotto con la Sonnabend (preso dal primo sito che mi è capitato...Nel 1963 rompe il sodalizio con Ileana Sonnabend che rimane sconcertata dal cambiamento della sua produzione artistica così lontana dalle prime stesure...) che gli chiedeva di continuare a produrre monocromi per il mercato americano ed europeo proprio perchè Mario voleva evolvere e mantenere libera la sua linea di ricerca incessante e vulcanica - orientata sempre più ai media e alle tecnologie, all'uso moderno e multimediale dell'immagine - e comunque in generale sempre contemporanea alle tendenze della società , per cui negli anni 70 quando domina il concettuale e la pittura analitica i colori si fanno anemici per poi esplodere con il ritorno alla pittura di inizio anni '80, ecc...per finire con l'attrazione per le tecnologie, le fibre ottiche, le immagini Tv e computerizzate, i satelliti, ecc..
però ciclicamente anche negli anni '70 mercanti e collezionisti volevano ancora il loro piccolo monocromo su carta...e lo chiedevano anni 60...e Mario, che conduceva una vita dispendiosa..., glielo dava...(e l'Archivio conosce bene la questione e archivia correttamente, discernendo tra monocromi anni '60 e successivi)
come del resto oggi che il collezionista medio non ha ancora capito Mario e magari spende tanto per una insignificante opera anni '60 (es un monocromino su carta minore...o peggio...) magari pagandola quanto un'opera bella anni '80 o '90...ma il tempo è galantuomo...prima o poi Schifano verrà capito "TUTTO" e "CON ANIMA" e anche il mercato seguirà...è solo questione di tempo...ora si iniziano a sdoganare gli anni '70 ma poi arrivano gli anni '80...
Schifano guardava sempre avanti, a come evolvere, non aveva opere in magazzino e pensava sempre al quadro "successivo"...ma al collezionista piace tanto comprare la "coca cola" del 1979/80 "rifatta" da un'idea di 17 anni prima, perchè colleziona Schifano con la stessa mentalità con cui colleziona Castellani... Mario non è mai stato un pittore "ragioniere" e il collezionista "ragioniere" non riuscirà mai a valutare a 360 gradi e "con anima"... per questo Schifano è difficile e democratico, perchè chi lo ama può trovare appieno il suo pensiero e la sua anima anche in una foto ritoccata (ovviamente non in tutte, ma tra le migliaia svariate sono piccoli capolavori...che acquistano valore se lette considerando il tutto, l'intero corpus) e magari c'è chi non lo ha capito e spende 100K per comprare un'opera tuttto sommato minore! (si, perchè viste le cifre di oggi...ci sono opere da 100K che sono a tutti gli effetti opere "minori" e comunque non essenziali, certo non germinali come direbbe Mazzoli)
NOTA BENE: solo alcuni temi nel tempo sono stati rivisitati ed attualizzati con tutte le tecniche e gli stili (perchè amati da Mario) e tra essi ci sono sicuramente l'albero della vita (non a caso simbolo della "vecchia" Fondazione) e le palme.