Masi (Amarone)

  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

Equita mantiene il Buy su Masi Agricola, ma lima il fair value a 5,2 euro

02/03/2016
MILANO (AIMnews.it) – Gli analisti di Equita rimangono positivi su Masi Agricola. Mantengono la raccomandazione Buy ma tlimano il target price da 5,8 a 5,2 euro. "La
valutazione Dcf è stata ridotta del -10% per ipotesi più conservative" spiegano. "Il modello di business è solido con elevata marginalità (ebitda margin al 26% circa) con un buon ritorno sul capitale investito (superiore al 7%) - scrivono nel report pubblicato ieri - Vi è una elevata vocazione a investire per incrementare qualità ed efficienza della produzione ed elevare la brand awareness (40 mln capex nei prossimi 5 anni), una solida struttura patrimoniale e uno sconto sui peer del 16% sul p/e e e di circa il 40% per l'Ev/Ebit". In attesa dei risultati di bilancio 2015, programmati per il prossimo 30 marzo, a Equita hanno tuttavia rimato le stime sui ricavi (-2% sul 2015 e -3% per quest'anno) a causa dell'effetto cambio e "di un contesto sfidante per i vini rossi". L'impatto sull'utile netto è però solo dell'1%sul 2015 e del 35 sul 2016 "in quanto la marginalità dei 9 mesi 2015 era superiore alle attese".
 
aggiunto riferimento titolo alla discussione
 
MILANO, 30 marzo (Reuters) - Il Cda di Masi Agricola ha approvato i conti del 2015 e proposto la distribuzione di un dividendo di 9 centesimi di euro per azione.

Lo rende noto un comunicato della società.

Nell'esercizio scorso i ricavi netti sono risultati in rialzo del 2% a 60,9 milioni; in calo l'utile netto, a 6,2 milioni dai 7,6 del 2014.
 
Io la seguo e mi interssa molto pero' mi sembra per molto ferma volumi irrisori possibile che dopo un anno non riesce a decollare i presupposti sono buoni chi ne sa di piu?
 
MASI AGRICOLA

MASI AGRICOLA
di a cura dell'Ufficio Studi
Risultati in crescita nel primo semestre 2016 per la casa vitivinicola
Masi Agricola, azienda vitivinicola veronese, si muove di poco sotto la parità: -0,19% a 4,24 euro.

Il Cda ha approvato i conti del primo semestre 2016:

1) ricavi netti 29,9 milioni di euro (+9% su base annua);

2) EBITDA 8,0 milioni di euro (7,5 mln di euro nel giugno 2015);

3) EBMAlogo8_30-149mm_pos.jpgIT 5,7 milioni di euro (5,2 mln di euro nel giugno 2015);

4) Utile netto di periodo 3,9 milioni di euro (3,1 mln di euro nel giugno 2015);

5) Indebitamento finanziario netto 0,7 milioni di euro (PFN positiva 3,1 mln di euro al 31 dicembre 2015) anche per effetto di incrementate scorte di Amarone,

Il Presidente della società Sandro Boscaini (nella foto): «siamo soddisfatti per aver chiuso positivamente il semestre, in termini sia di crescita che di reMASI.AGRICOLA.presidente.Sandro.Boscaini.jpgdditività: peraltro noi lavoriamo in una prospettiva di lungo periodo, come è necessario per mantenere l’autorevolezza di un brand di vini di qualità».

La società ha debuttato sul segmento AIM a 4,60 euro, con un’operazione mista primario-secondario: le azioni emesse in aumento di capitale hanno portato nelle casse della società 20 milioni di euro, mentre altre azioni sono state messe in vendita da Alcedo Sgr, un fondo di private equity entrato nel 2006 che pre-IPO deteneva una partecipazione del 15%, ridotta oggi al 6%.

Lo scorso agosto l’azione Masi Agricola ha toccato il suo massimo a 4,91 euro, oggi è, scambiata vicino a 4,25 euro, corrispondente ad una capitalizzazione di circa 137 milioni di euro.

Homepage Websim
www.websimaction.it/
 
MILANO, 27 settembre (Reuters) - Masi Agricola ha acquisito il 60% di Canevel Spumanti, conosciuta soprattutto per il prosecco di Valdobbiadene, e una pari partecipazione nella Società Agricola Canevel e in Canevel Spumanti Tenuta Le Vigne Società Agricola per circa 7 milioni di euro.

E' quanto si legge in una nota, dove si sottolinea che le tre società sono proprietarie di circa 26 ettari di terreni, di cui circa 15 coltivati a viti, nella zona di Valdobbiadene superiore DOCG.

Il figlio del fondatore dell'azienda vinicola, Carlo Caramel, deterrà il restante 40% delle tre società.

"Masi Agricola e Caramel hanno concluso, contestualmente al contratto di compravendita, un patto parasociale contenente le regole di governo societario e la disciplina del regime di circolazione delle partecipazioni nelle tre società oggetto dell'operazione", si legge nel comunicato.

Nella nota, Federico Girotto, consigliere delegato di Masi Agricola, spiega inoltre che "dopo un primo semestre brillante stiamo registrando un 'reversal' nel terzo trimestre, pur restando fiduciosi di poter chiudere un 2016 in miglioramento. Crescere per aggregazioni può essere un modo per acquisire maggiore stabilità anche nel breve termine".
 
Boscaini (Masi Agricola): “Ecco i nostri tre pilastri per la crescita”

30/09/2016
Masi Agricola si è quotata all’Aim Italia a giugno 2015: 15 mesi decisamente complicati per i mercati finanziari. AimNews ne ha parlato con Sandro Boscaini, presidente dell’azienda vitivinicola radicata nella Valpolicella.

Quali sono le vostre impressioni?

Abbiamo chiuso una buona semestrale, con ricavi in crescita del 9% a 30 milioni e quasi 4 milioni di utile netto. Con tutti e tre i segmenti commerciali - top, premium e classic wines – in crescita. Senza contare che negli ultimi esercizi i secondi semestri hanno costantemente realizzato oltre la metà dei ricavi annui.

Come contate di continuare a crescere?

Stiamo continuando il nostro percorso secondo quanto delineato in fase di quotazione. Basandoci cioè sui tre pilastri di crescita che abbiamo individuato. Innanzitutto la crescita organica, su cui lavoriamo da sempre, poi quella tramite operazioni straordinarie e ci guardiamo sempre attorno con interesse e infine il terzo obiettivo è quello di avvicinarsi sempre più al consumatore.

Ce le spiega in dettaglio?

Certo. Il primo pilastro è quello della crescita sul nostro portafoglio storico e sui nostri mercati tradizionali e lo facciamo anche attraverso dei miglioramenti interni che ci consentono di aumentare la qualità dei prodotti e dall’altra di rendere più efficiente il processo produttivo, anche dal punto di vista dei costi. Per quanto riguarda la crescita per linee esterne, noi vogliamo essere gli interpreti del triveneto: nei giorni scorsi abbiamo infatti portato a termine l’acquisto, per 7 milioni di euro cash, di una quota di maggioranza nella Canevel Spumanti Spa e nelle società agricole del gruppo di Valdobbiadene, che produce vini spumanti premium. Infine l’approccio al cliente finale, che stiamo portando avanti con la creazione di wine bar in cui il consumatore può trovare la cultura del nostro prodotto, conoscere il brand e quindi possiamo fidelizzarlo grazie al racconto del nostro territorio, dei nostri vini e della loro qualità.

Quanto ne avete avviati finora?


Per ora due, il “Masi Wine Bar” a Zurigo e “Tenuta Canova” sul Lago di Garda, un’area che ha un comprensorio di 12-13 milioni di turisti in buona parte straniera. Stiamo lavorando ora per nuove aperture: non ci dispiacerebbe la Scandinavia, dove il nostro brand è presente e molto ben considerato.

Per ora aperture in Europa, quindi…

Sì, per ora sì. Anche se non nascondiamo di guardare al Canada, mercato molto interessante per noi, e in prospettiva anche l’Oriente.

E su quali aree puntate di più per crescere?

Il mercato che ci dà più soddisfazioni in questo momento sono gli Stati Uniti. La Gran Bretagna sta crescendo anch’essa molto bene, anche se il mercato sta cambiando: molto ristoranti italiani, che sono stati tra i principali veicoli di conoscenza dei nostri vini stanno passando ora in mano a “non italiani” e quindi non è detto che mantengano le stesse tradizioni in fatto di vini. Tuttavia ora stiamo anche entrando come Masi nei department store e nelle catene, ovviamente nella fascia medio alta che ci compete.

Qual è stato l’impatto di Brexit, con la successiva svalutazione della sterlina?

Fino ad ora non vediamo ripercussioni. Anche perché l’Inghilterra vuol dire molto spesso Londra. Dove i flussi di turismo si sono mantenuti elevati e quindi non vi sono state ricadute negative. Anche perché il mercato inglese è particolare, visto che è fatto sì di inglesi ma anche di molto stranieri che ci lavorano e ci vivono. Senza contare che le problematiche a livello di cambio sono le medesime anche per i nostri competitors dell’Eurozona.

A breve poi lancerete il Masi Investor Club…

Esatto. Si tratta di una iniziativa che mira a coinvolgere tutti gli azionisti che avranno acquistato almeno 1.000 titoli: a loro dedicheremo una serie di iniziative riservate, che dettaglieremo nelle prossime settimane.

Come sarà questa annata?

Dovrebbe risultare ottima, così come lo è stata quella dello scorso anno. La stabilità nella parte centrale dell’estate, con un basso indice di umidità, ha favorito la maturazione ideale delle uve che si presentano pertanto perfettamente sane.
 
Boscaini (Masi Agricola): “Ecco i nostri tre pilastri per la crescita”

30/09/2016
Masi Agricola si è quotata all’Aim Italia a giugno 2015: 15 mesi decisamente complicati per i mercati finanziari. AimNews ne ha parlato con Sandro Boscaini, presidente dell’azienda vitivinicola radicata nella Valpolicella.

Quali sono le vostre impressioni?

Abbiamo chiuso una buona semestrale, con ricavi in crescita del 9% a 30 milioni e quasi 4 milioni di utile netto. Con tutti e tre i segmenti commerciali - top, premium e classic wines – in crescita. Senza contare che negli ultimi esercizi i secondi semestri hanno costantemente realizzato oltre la metà dei ricavi annui.

Come contate di continuare a crescere?

Stiamo continuando il nostro percorso secondo quanto delineato in fase di quotazione. Basandoci cioè sui tre pilastri di crescita che abbiamo individuato. Innanzitutto la crescita organica, su cui lavoriamo da sempre, poi quella tramite operazioni straordinarie e ci guardiamo sempre attorno con interesse e infine il terzo obiettivo è quello di avvicinarsi sempre più al consumatore.

Ce le spiega in dettaglio?

Certo. Il primo pilastro è quello della crescita sul nostro portafoglio storico e sui nostri mercati tradizionali e lo facciamo anche attraverso dei miglioramenti interni che ci consentono di aumentare la qualità dei prodotti e dall’altra di rendere più efficiente il processo produttivo, anche dal punto di vista dei costi. Per quanto riguarda la crescita per linee esterne, noi vogliamo essere gli interpreti del triveneto: nei giorni scorsi abbiamo infatti portato a termine l’acquisto, per 7 milioni di euro cash, di una quota di maggioranza nella Canevel Spumanti Spa e nelle società agricole del gruppo di Valdobbiadene, che produce vini spumanti premium. Infine l’approccio al cliente finale, che stiamo portando avanti con la creazione di wine bar in cui il consumatore può trovare la cultura del nostro prodotto, conoscere il brand e quindi possiamo fidelizzarlo grazie al racconto del nostro territorio, dei nostri vini e della loro qualità.

Quanto ne avete avviati finora?


Per ora due, il “Masi Wine Bar” a Zurigo e “Tenuta Canova” sul Lago di Garda, un’area che ha un comprensorio di 12-13 milioni di turisti in buona parte straniera. Stiamo lavorando ora per nuove aperture: non ci dispiacerebbe la Scandinavia, dove il nostro brand è presente e molto ben considerato.

Per ora aperture in Europa, quindi…

Sì, per ora sì. Anche se non nascondiamo di guardare al Canada, mercato molto interessante per noi, e in prospettiva anche l’Oriente.

E su quali aree puntate di più per crescere?

Il mercato che ci dà più soddisfazioni in questo momento sono gli Stati Uniti. La Gran Bretagna sta crescendo anch’essa molto bene, anche se il mercato sta cambiando: molto ristoranti italiani, che sono stati tra i principali veicoli di conoscenza dei nostri vini stanno passando ora in mano a “non italiani” e quindi non è detto che mantengano le stesse tradizioni in fatto di vini. Tuttavia ora stiamo anche entrando come Masi nei department store e nelle catene, ovviamente nella fascia medio alta che ci compete.

Qual è stato l’impatto di Brexit, con la successiva svalutazione della sterlina?

Fino ad ora non vediamo ripercussioni. Anche perché l’Inghilterra vuol dire molto spesso Londra. Dove i flussi di turismo si sono mantenuti elevati e quindi non vi sono state ricadute negative. Anche perché il mercato inglese è particolare, visto che è fatto sì di inglesi ma anche di molto stranieri che ci lavorano e ci vivono. Senza contare che le problematiche a livello di cambio sono le medesime anche per i nostri competitors dell’Eurozona.

A breve poi lancerete il Masi Investor Club…

Esatto. Si tratta di una iniziativa che mira a coinvolgere tutti gli azionisti che avranno acquistato almeno 1.000 titoli: a loro dedicheremo una serie di iniziative riservate, che dettaglieremo nelle prossime settimane.

Come sarà questa annata?

Dovrebbe risultare ottima, così come lo è stata quella dello scorso anno. La stabilità nella parte centrale dell’estate, con un basso indice di umidità, ha favorito la maturazione ideale delle uve che si presentano pertanto perfettamente sane.

Sono dentro,,,,ci credo
 
Sono entrato l'altro giorno con 1000 pezzi per poter così aderire anche all'Investor club.
Prevedo di incrementare nel caso il prezzo scenda del 20%.
Un saluto a tutti i compagni di avventura
 
Ma veramente nessuno ha niente da dire su Masi? :rolleyes:
 
Ma non doveva staccare il dividendo il 24/09/2018?.
Grazie se qualcuno mi risponde in merito.
 
Stacco il 24 e pagamento il 26
 
Stacco il 24 e pagamento il 26

Grazie, ora è andato tutto a posto, da stamattina ho i soldi sul portafoglio anche se dovevo averli da ieri.
Ma quello che mi aveva fatto più preoccupare è stato che lunedì mattina il prezzo di riferimento fosse lo stesso di venerdì sera in chiusura,
4,30 €, cioè non avevano sottratto il dividendo. Forse una svista di Borsa Italia su un titolo sottile. Meglio per me.
 
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