Qui nell'ambito della crisi della replicazione c'è un riferimento a ripercussioni politiche e cambiamento climatico.
Crisi della replicazione - Wikipedia
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Ripercussioni politiche e cambiamento climatico[modifica | modifica wikitesto]
Come riportato dalla geologa, storica e professoressa ad
Harvard Naomi Oreskes in un articolo pubblicato su
Nature nel 2018, le preoccupazioni circa la non-replicabilità e non-riproducibilità dei risultati rischiano di venir strumentalizzate al fine di sminuire studi scientifici validi per ragioni politiche. L’esempio a cui Oreskes fa riferimento è una regola proposta dall’Agenzia per la Protezione Ambientale statunitenste, che porrebbe come criterio una totale trasparenza dei dati affinché uno studio scientifico possa venir utlizzato come base per le politiche dell’Agenzia. Nell’articolo, Oreskes ha spiegato come l’imposizione della regola sembri motivata principalmente da interessi politici legati al cambiamento clmatico, e che non sia appoggiata dalle maggiori organizzazioni scientifiche. Il problema rispetto ad una richiesta di totale trasparenza sta nel non considerare difficoltà d’implementazione quali: la non-disponibilità di dati per studi datati, L'impossibilità di rendere trasparenti certi dati per motivi di confidenzialità e privacy, e le tempistiche, costi e risorse necessarie a riportare trasparentemente dataset massivi. Alla luce di queste diverse problematiche, una serie di studi potrebbero non venir utilizzati per informare politiche volte a regolamentare l’impatto ambientale di certi fattori.
[98] La strumentalizzazione è stata portata avanti dalla National Association of Scholars, associazione notoriamente conservatrice. Come riportato dall'accademico italiano Andrea Saltelli in un articolo del 2018, l’Association of Scholars collega lo stato di crisi nelle scienze alla contaminazione degli ambienti accademici con idee “progressiste e di sinistra” quali
Neomarxismo,
Femminismo radicale,
Storicismo,
Costruttivismo,
Post-strutturalismo e
Teologia della liberazione.
[99] La regola è stata finalizzata e annunciata dal presidente dell’Agenzia per la Protezione Ambientale statunitense ad un meeting del Competitive Enterprise Institute, una
think tank americana che supporta idee di liberalizzazione economica e contesta la reale pericolosità del cambiamento climatico.
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