Maurizio Cattelan

Scusate l'OT (che mi consente in ogni caso di tirare su il 3D per far rizzare i capelli a @Dvd e @Black :D).

Io ho da sempre avuto forti perplessità su queste edizioni di Cattelan, che avevo letto essere delle "EDIZIONI APERTE", ossia che ne vengono realizzate di nuove quando sono vendute le esistenti.
Quindi mi chiedo, o anzi, vi chiedo: se ipoteticamente ne esiste una serie "non numerata su 200" e una "non numerata su 1800", non sono tutte uguali?
Dove starebbe la differenza?
 
Scusate l'OT (che mi consente in ogni caso di tirare su il 3D per far rizzare i capelli a @Dvd e @Black :D).

Io ho da sempre avuto forti perplessità su queste edizioni di Cattelan, che avevo letto essere delle "EDIZIONI APERTE", ossia che ne vengono realizzate di nuove quando sono vendute le esistenti.
Quindi mi chiedo, o anzi, vi chiedo: se ipoteticamente ne esiste una serie "non numerata su 200" e una "non numerata su 1800", non sono tutte uguali?
Dove starebbe la differenza?
Infatti non c'è nessuna differenza.
 
Scusate l'OT (che mi consente in ogni caso di tirare su il 3D per far rizzare i capelli a @Dvd e @Black :D).

Io ho da sempre avuto forti perplessità su queste edizioni di Cattelan, che avevo letto essere delle "EDIZIONI APERTE", ossia che ne vengono realizzate di nuove quando sono vendute le esistenti.
Quindi mi chiedo, o anzi, vi chiedo: se ipoteticamente ne esiste una serie "non numerata su 200" e una "non numerata su 1800", non sono tutte uguali?
Dove starebbe la differenza?

BOOOH???...Effettivamente. ..però a me sembra ormai " paccottiglia "...fra un po' la troverete sulle bancarelle dei vu cumpra'...
 
e quella in asta da Borromeo non è appunto in 200 esemplari?
Se è del 2015 no, è l'edizione da 1800ex.

Se la mettiamo sull'oggetto artistico sono praticamente uguali (una grigia e una bianca, per essere precisi, con leggere differenze sulle dimensioni), quindi non metto in dubbio che di fatto non cambi una mazza.

Se la mettiamo sul valore di mercato chiaramente non può essere uguale.

Il discorso "edizioni aperte" non centra molto in questo contesto, ne esistono ma di altri oggetti; poi se la Seletti che li produce ne ha prodotti di più dichiarando numeri falsi questo non lo so, possibilissimo ma attualmente i dati a disposizione sono quelli sopra, diciamo che servirebbero evidenze in senso opposto.
 
Grazie @ziig.
La mia interpretazione, magari errata, è che la Seletti non realizzi propriamente delle opere d'arte, ma piuttosto degli oggetti d'arredo o di "design", anche in collaborazione con gli artisti o eredi/fondazioni.
Il fatto che i "diti medi" NON siano delle edizioni numerate mi porta su questa strada.
A me pare che nella sostanza Seletti dica: nel 2015 ne abbiamo realizzate x, nel 2018 y, nel 2020 z ecc, ma non mi pare che questo corrisponda esattamente a dire che siano delle "edizioni limitate" di un artista ma semplicemente una comunicazione di quanti esemplari l'azienda abbia prodotto in un dato anno rispetto ad una edizione aperta. Cioè, fino a che si vendono, ne realizzeranno altre (prima edizione, seconda, terza, decima ecc.)

Simile cosa per le "scatolette di Manzoni", che sono in pratica una riedizione "limitata" che corrisponde ad una replica della celebre edizione originale, ma non c'entrano nulla con le edizioni originali di Manzoni... sono semplicemente degli oggetti-replica. Non saranno mai delle edizioni di Manzoni.

Non intendo dire che non possano avere un loro collezionismo, che evidentemente hanno, ma a me pare che su questi oggetti ci sia un po' di fraintendimento.

Ripeto, magari ho una visione un po' ristretta io, ma a volte mi sorge il divertente timore di svegliarmi in un mondo invaso da "diti medi di Cattelan"e "scatolette di m.e.r.d.a" :D
 
Se è del 2015 no, è l'edizione da 1800ex.

Se la mettiamo sull'oggetto artistico sono praticamente uguali (una grigia e una bianca, per essere precisi, con leggere differenze sulle dimensioni), quindi non metto in dubbio che di fatto non cambi una mazza.

Se la mettiamo sul valore di mercato chiaramente non può essere uguale.

Il discorso "edizioni aperte" non centra molto in questo contesto, ne esistono ma di altri oggetti; poi se la Seletti che li produce ne ha prodotti di più dichiarando numeri falsi questo non lo so, possibilissimo ma attualmente i dati a disposizione sono quelli sopra, diciamo che servirebbero evidenze in senso opposto.
Appunto. Quindi le differenze di prezzo da un'edizione all'altra fanno parte solo di una logica speculativa.
 
Ripeto, magari ho una visione un po' ristretta io, ma a volte mi sorge il divertente timore di svegliarmi in un mondo invaso da "diti medi di Cattelan"e "scatolette di m.e.r.d.a" :D
Le edizioni sono del 2014 e 2015 che io sappia.
200+1800 esemplari, se poi ne faranno altre non ne ho idea, possibile, mi attengo a quello che c'è ora.
Non mi sembri così ingenuo da non capire la differenza tra queste edizioni e le scatolette prodotte 50 anni dopo la morte di Manzoni...;)
Poi dico la verità, capisco chi pensa siano poco più di feticci o oggetti di design, capisco chi pensa che Cattelan sia un ciarlatano, capisco chi pensa diventeranno spazzatura: io ho queste edizioni, le ho prese all'uscita (portandomele dietro a mano da Milano...na fatica in metro -_-): le ho in casa e non mi spiace l'idea che sta dietro e l'effetto che fanno (personalmente le trovo infinitamente più adatte al mio gusto nell'arredamento che un qualunque quadro figurativo ottocentesco per dire), penso avranno comunque un mercato ma non mi ammazzo se ho perso 200 euro.
Detto questo se vi fa uguale scambio la mia edizione a 1800ex con una a 200ex, va bene l'effetto in casa ma le logiche speculative in certi casi proprio schifo non mi fanno eh :D
 
@ziig premetto che io sono un estimatore sia di Cattelan che di Manzoni.
Per il resto non penso di peccare di ingenuità, la mia considerazione (magari errata, lo ho detto dal principio), è che quelle della Seletti possano NON essere delle edizioni di opere d'arte ma appunto di desgin/arredamento. Per questo motivo in base al mio ragionamento metto sullo stesso piano la riedizione delle scatolette di Manzoni e il DitoMedio di Cattelan nelle sue varie produzioni (esiste anche un carillon ad esempio, oltre a una ampia produzione di altri oggetti). Sbaglierò, ma per me sono tutte realizzazioni di merchandising, e proprio per questo le colloco tutte sullo stesso piano (non quindi per ingenutà, ma per questo ragionamento).

La mia considerazione mette insieme questi elementi: "edizioni non limitate, non numerate e non firmate" + "realizzazione da parte di una ditta che non ha molto a che fare con l'arte" + "distribuzione in negozi di oggettistica piuttosto che gallerie".

Ribadisco che ciò non c'entra assolutamente con il fatto che siano o meno degli oggetti da collezione, in quanto anche tanti oggetti di design e arredamento lo sono.

Dico solo che a mio modestissimo avviso su questa tipologia di oggetti e sulla loro "natura" c'è una certa confusione.
Poi sono il primo a dire che siano degli oggetti divertenti e che se c'è qualcuno che riesce anche a guadagnarci a me fa solo piacere per lui.
Ma faccio difficoltà a pensare che si tratti di opere d'arte. Le vedo semplicemente come dei piacevoli e divertenti oggetti di design/arredamento.
Ripeto, magari sbaglio, ma questa è la mia impressione.
 
Grazie @ziig.
La mia interpretazione, magari errata, è che la Seletti non realizzi propriamente delle opere d'arte, ma piuttosto degli oggetti d'arredo o di "design", anche in collaborazione con gli artisti o eredi/fondazioni.
Il fatto che i "diti medi" NON siano delle edizioni numerate mi porta su questa strada.
A me pare che nella sostanza Seletti dica: nel 2015 ne abbiamo realizzate x, nel 2018 y, nel 2020 z ecc, ma non mi pare che questo corrisponda esattamente a dire che siano delle "edizioni limitate" di un artista ma semplicemente una comunicazione di quanti esemplari l'azienda abbia prodotto in un dato anno rispetto ad una edizione aperta. Cioè, fino a che si vendono, ne realizzeranno altre (prima edizione, seconda, terza, decima ecc.)

Simile cosa per le "scatolette di Manzoni", che sono in pratica una riedizione "limitata" che corrisponde ad una replica della celebre edizione originale, ma non c'entrano nulla con le edizioni originali di Manzoni... sono semplicemente degli oggetti-replica. Non saranno mai delle edizioni di Manzoni.

Non intendo dire che non possano avere un loro collezionismo, che evidentemente hanno, ma a me pare che su questi oggetti ci sia un po' di fraintendimento.

Ripeto, magari ho una visione un po' ristretta io, ma a volte mi sorge il divertente timore di svegliarmi in un mondo invaso da "diti medi di Cattelan"e "scatolette di m.e.r.d.a" :D
Ma tu hai presente quanto valgono ad esempio i souvenir edizione aperta di Jeff koons?
 
Ma tu hai presente quanto valgono ad esempio i souvenir edizione aperta di Jeff koons?

Scusa @mamborone, ti risulta che io abbia messo in dubbio che ci siano degli oggetti con valore collezionistico? :no:
Ho anche scritto che ci sono oggetti di design e di arredamento di interesse collezionistico e quindi anche costosi.:boh:
L'aspetto su cui secondo me c'è confusione è la "natura" di questi oggetti. Ossia se si tratti di opere d'arte o meno. Tutto qui.

Non a caso tu quando parli di "edizione aperta" di Jeff Koons parli di "souvenir".

Mentre le edizioni limitate e numerate per me sono un'altra tipoligia, affine all'opera d'arte.

Ma questo non vuol dire che "edizioni aperte" non numerate, oggetti di design ecc non possano avere valori collezionistici anche di rilievo. Questo ci sta!
Se la gente spendeva 100.000 euro per uno Swatch, magari un DitoMedio qualcuno un domani può anche arrivare a pagarlo 10.000 euro. Questo è imponderabile e fa parte del più ampio collezionismo.

Il mio punto è: sono considerabili OPERE D'ARTE ("multipli originali) di quell'artista ?
Io, magari sbaglio, ma ho dei dubbi che rientrino in questa catagoria.

Quanto valgano o varranno non era nelle mie riflessioni, e aggiungo che se si rivalutano mi fa piacere per chi le ha comperate meno.

PS. il bello del Fol è che a volte ci si fraintende anche quando probabilmente si è d'accordo...:)
 
Scusa @mamborone, ti risulta che io abbia messo in dubbio che ci siano degli oggetti con valore collezionistico? :no:
Ho anche scritto che ci sono oggetti di design e di arredamento di interesse collezionistico e quindi anche costosi.:boh:
L'aspetto su cui secondo me c'è confusione è la "natura" di questi oggetti. Ossia se si tratti di opere d'arte o meno. Tutto qui.

Non a caso tu quando parli di "edizione aperta" di Jeff Koons parli di "souvenir".

Mentre le edizioni limitate e numerate per me sono un'altra tipoligia, affine all'opera d'arte.

Ma questo non vuol dire che "edizioni aperte" non numerate, oggetti di design ecc non possano avere valori collezionistici anche di rilievo. Questo ci sta!
Se la gente spendeva 100.000 euro per uno Swatch, magari un DitoMedio qualcuno un domani può anche arrivare a pagarlo 10.000 euro. Questo è imponderabile e fa parte del più ampio collezionismo.

Il mio punto è: sono considerabili OPERE D'ARTE ("multipli originali) di quell'artista ?
Io, magari sbaglio, ma ho dei dubbi che rientrino in questa catagoria.

Quanto valgano o varranno non era nelle mie riflessioni, e aggiungo che se si rivalutano mi fa piacere per chi le ha comperate meno.

PS. il bello del Fol è che a volte ci si fraintende anche quando probabilmente si è d'accordo...:)

Sul mercato ci sono edizioni postume di Picasso, opere "d'après" di Matisse ecc., litografie "di" Chagall eseguite dal suo litografo preferito (praticamente tutte), nessuna sarebbe da comprare come arte, ma tutte hanno un loro prezzo. Normalmente esagerato.
 
Mah mi pareva ovvio, però preciso:
Manzoni sono d'apres, e, come detto anche da Gino, sono opere postume, senza controllo dell'artista, tipicamente senza un particolare criterio (peraltro sono parecchio peggio delle lito postume che almeno venivano spesso ricavate da lastre originali, queste sono inventante di sana pianta :D)
Per Cattelan (che mi risulta vivo e quindi che chiaramente approva tutte le sue opere e il merchandising che ci gira intorno) ci sono molti "oggetti": carrilon (n-mila esemplari, 10mila ogni anno? non sono sicuro), poster, tovagliette, ombrelli, arredamento etc etc prodotti dalla sua Factory o demandati alla Seletti; poi ci sono sti ditoni che hanno una tiratura dichiarata (è vera? è falsa? io non lo so, però per dire che sono infiniti mi piacerebbe avere una prova in merito) che non sono acquistabili come tutto il resto sullo shop della seletti ma che erano reperibili solo in 2 occasioni a milano per il salone del mobile in degli stand specifici (e sono finiti tipo in mezza giornata).
Poi ripeto, sono chiaramente oggetti lontani dal concetto classico di arte, per me si possono anche considerare soprammobili costosi (personalmente mi sta simpatico il mio che accoglie i miei ospiti all'ingresso, ma non ci perdo la testa se mi dicono che è una *******ta, lo penso pure io :D), però così, giusto per completezza mi sembrava il caso di discernere un attimo le cose; in tutto ciò sono il primo a pensare che tutta sta discussione è come discutere del sesso degli angeli, alla fine si parla di un business (per cifre ridicole) intorno ad un artista che probabilmente dà spunti un attimo più interessanti di cui parlare.
 
Giusto per un chiarimento, non sto dicendo "non comprate quegli oggetti" o "sono brutti" o "non valgono nulla" ecc.
Anche io li trovo divertenti e sono sicuro che @ziig si gode il DitoMedio. Sono sulla stessa lunghezza d'onda anche sul tema collezionistico ecc, e sec'è chi ci guadagna o ci guadagnerà, mi fa sinceramente piacere per lui. Spero di aver chiarito.

L'unica cosa è che a mio modo di vedere si tratta di "oggetti di design/arredamento", merchandising, anche se fatti sotto la supervisione degli artisti.
Anche la scatoletta, la vedo come un souvenir, un d'après (ma non un'opera postuma, perchè per me non è un'opera...).
Tutti questi oggetti possono ovviamente avere un loro mercato collezionistico.

Quello che semplicemente sto dicendo è che sono un po' entrate nel mondo dell'arte (aste) dalla finestra, perchè sostanzialmente nascono per un tipo di mercato diverso (negozi di arredamento e oggettistica) e non per gallerie o per il mercato dell'arte.
Tutto qui, secondo me un po' di confusione su questi oggetti c'è.

Forse questo OT possiamo anche chiuderlo qui, e magari poi sposterò questi post in qualche altro 3D (suggerimenti?) per ripulire il 3D Dorotheum.
 
Vi fate troppe suggestioni mentali.
Basta informarsi se la tiratura è dichiarata quindi ad esempio 100+XX esemplari allora è un multiplo.
Ad esempio il Castellani su PVC di Achille Mauro editore è tirato a 1000 es. non è firmato e non è numerato ma è considerato multiplo perchè ha una tiratura definita ed è pubblicato, poi ognuno gli da il valore che vuole. I gadget solitamente sono quelli tirati lunghissimi come ad esempio la mrd di artista di Manzoni che è un'edizione postuma considerata gadget dalla fondazione stessa mi pare sia tirata a 9000 es. Che sia piacevole per uno a cui piace Manzoni è fuori dubbio, poi se si parla del valore collezionistico allora bisogna guardare altro. Cosi come ci sono tanti altri gadget tipo di Koons o Wahrol che non hanno una tiratura definita o sono tirati lunghissimi. Oppure i d'apres già citati dei vari Mirò, Chagall, Braque, Picasso e via dicendo che però hanno anche discrete quotazioni visto che la grafica originale dei suddetti ha quotazioni stellari. Stesso discorso per Cattelan dove però il dito medio ha una precisa tiratura e quindi è un multiplo e ritengo abbia anche un discreto valore non avendo lui prodotto molti multipli. Certo meglio una grafica o un multiplo bello che certe porcherie di opere uniche che si vedono in asta ogni 3x2...
 
Esiste anche un'edizione bianca, dicono a 90 esemplari
 

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