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Sulle banche volumi record tra risiko, conti record e maxi cedole. Ecco quali sono i titoli più scambiati in Piazza Affari
Sulle banche volumi record tra risiko, conti record e maxi cedole. Ecco quali sono i titoli più scambiati in Piazza Affari


Sulle banche volumi record tra risiko, conti record e maxi cedole. Ecco quali sono i titoli più scambiati in Piazza Affari​

di Luca Gualtieri

Gli investitori scommettono su Banco Bpm, Mediobanca, Bper e Popolare di Sondrio. Sullo sfondo le manovre che potrebbero ridisegnare la geografia del settore



Le banche medie sono sotto i riflettori di Piazza Affari. Nelle ultime due settimane i titoli di Banco Bpm, Bper e Popolare di Sondrio hanno registrato un boom dei volumi sulla scia degli eccellenti numeri di bilancio, dei ricchi piani di remunerazione e, soprattutto, delle ipotesi di m&a.

Il boom del Banco

Le azioni più scambiate sono state quelle del Banco, con una media giornaliera di 24 milioni di pezzi, molto superiore a quella delle prime due settimane di dicembre a 17 milioni di azioni. La seduta boom per piazza Meda (+12,79% nell’ultimo mese) è stata quella di venerdì 23 febbraio sia in termini di numero di contratti che di controvalore, ma anche la giornata di ieri si è mantenuta al di sopra della media.

I casi Bper e Sondrio

Nei radar degli investitori c’è anche Bper (+15,6% da fine gennaio a oggi), con una media delle ultime due settimane di oltre 19 milioni di pezzi scambiati contro i meno di 16 milioni della prima metà di dicembre. Non è stata da meno la Popolare di Sondrio (+8,14% nell’ultimo mese). L’istituto valtellinese guidato da Mario Pedranzini ha registrato volumi medi per 1,2 milioni contro i meno di 800 mila titoli passati di meno a dicembre.

Cosa spinge i titoli

A sostenere i titoli nei tre casi sono stati numeri di bilancio superiori alle attese del mercato, grazie alla positiva performance del margine di interesse, e la prospettiva di lauti dividendi. La speculazione sul m&a ha fatto la sua parte, anche se per il momento non ci sono ancora state mosse ufficiali. In momenti differenti però sia il Banco che la Sondrio sono finite nel mirino di Unicredit, mentre per Bper si prefigura un ruolo da protagonista nella costruzione del terzo polo del credito.

Le manovre nella Galassia

Al centro dei rumor è tornata anche Mediobanca. Per piazzetta Cuccia i volumi sono stati di quasi 5 milioni di pezzi scambiati nelle ultime due settimane contro i 3,3 milioni di inizio dicembre. A sostenere il titolo della merchant milanese sono state anche le recenti speculazioni su un intervento di Unicredit nel crocevia Mediobanca- Generali. Un intervento, si mormora, propiziato dal rafforzamento nel capitale di Trieste della Crt di Fabrizio Palenzona.

MF - Numero 042 pag. 6 del 28/02/2024
 
Ciao a tutti ... Ieri con grossa difficoltà ho venduto le mie MB che avevo da cassettista. Credo di essere dopo cannibale uno dei più storici sul titolo. Le prime le avevo prese a 4,1 durante il covid , avevo una media bassissima senza considerare i dividendi . Ho anche sempre fatto anche trading su MB anche se ho smesso quando ha superato i 12 euro ( complimenti a Cannibale per la sua costanza ma io sopra certi prezzi non sono così coraggioso) . Con questo non voglio invogliare nessuno a vendere, anche perché se leggete il mio storico sono sempre stato bravissimo a prendere i minimi ma molto meno bravo sui massimi cioè a vendere.
Però vorrei dividere con voi il mio ragionamento! Sotto il 7% lordo di dividendo considerando il momento per me sono meglio i titoli di stato ! Anche il prossimo anno (2025) i rendimenti di MB saranno altissimi, ma state attenti quelli saranno i dati del bilancio 2024. Se ho un po di esperienza vedrete che utilizzeranno il secondo semestre 2024 e il primo 2025 per distribuire...
In sintesi bravo a chi ha più coraggio del sottoscritto anche perché non credo che fino alla prima metà del 2024 e probabilmente anche la seconda avrà delle delusioni, ma voglio dirvi attenti al 2025 li secondo me saranno lacrime e sangue. Non è un addio ma un arrivederci ....per ora passo....
 
Mediobanca, quanto può crescere il Wealth Management e il ritorno di capitale per gli azionisti nel 2024-2026. Il nuovo target price di Citi
Mediobanca, quanto può crescere il Wealth Management e il ritorno di capitale per gli azionisti nel 2024-2026. Il nuovo target price di Citi


Mediobanca, quanto può crescere il Wealth Management e il ritorno di capitale per gli azionisti nel 2024-2026. Il nuovo target price di Citi​

di Francesca Gerosa

L’ottava meraviglia. Così Citi intitola un report di oggi, 28 febbraio, su Mediobanca in cui alza il target price e conferma il rating buy non solo per i ritorni di capitale elevati, il controllo del rischio solido e la divisione Wealth Management sottovalutata, ma anche per la ricerca di nuove opportunità redditizie. Ecco quali



L’ottava meraviglia. Così Citi intitola un report di oggi, 28 febbraio, su Mediobanca in cui ha alzato il target price e confermato il rating buy. Nel corso degli anni, il management della banca guidata da Alberto Nagel ha costruito una storia di crescita, ma anche difensiva in contesto macroeconomico più sfidante. Un investimento che offre ritorni di capitale forti (rendimento del dividendo del 12,6% e total return del 24%), un controllo del rischio solido e la ricerca di nuove opportunità redditizie. Infatti, il calo dei tassi di interesse sosterrà flussi più elevati nella divisione Wealth Management, la riduzione dei costi di finanziamento e il miglioramento dei margini nel credito al consumo. Non solo. Citi osserva che la divisione Wealth Management sta crescendo più rapidamente rispetto all’intero gruppo e in base alla somma delle parti implicita è sottovalutata di oltre il 15% se rapportata ai competitor: vale 2,2 miliardi, mentre le valutazioni implicite delle società rivali vanno da 2,5 a 3,4 miliardi. Il prezzo obiettivo sul titolo Mediobanca sale, quindi, da 13,60 a 14,15 euro. Con un +12% di potenziale margine di apprezzamento rispetto al prezzo attuale a 12,61 euro in borsa (-0,67%), il giudizio resta buy.

Una storia di crescita

Più in dettaglio, Citi stima che Mediobanca registrerà la crescita dell’utile netto più forte (è atteso a 1,211 miliardi di euro nel 20224 dagli 1,034 miliardi del precedente esercizio) tra le società finanziarie italiane che copre e una crescita dell'utile per azione (è stimato a 1,43 euro per azione da 1,21 euro per azione) ancora maggiore grazie ai buyback in corso. Nel periodo 2020-2023 i ricavi delle divisioni operative di Piazzetta Cuccia sono aumentati a livello annuo in media del 9%. «Nei prossimi tre anni prevediamo un cagr di circa il 7%, superiore al settore. Il management resta focalizzato sulla crescita, ha realizzato la trasformazione della banca da una società di investimento e holding a un istituto finanziario diversificato con una divisione di Wealth Management in crescita e può sfruttare opportunità provenienti da nuovi temi emergenti», precisa Citi.

Crescita difensiva in un contesto macro economico più sfidante

Citi ritiene anche che il modello di business e le attività di Mediobanca possano progredire anche in contesto di tassi più bassi e crescita più contenuta, poiché il gruppo può beneficiare della riduzione dei costi di finanziamento, del miglioramento della marginalità della qualità degli asset nel credito al consumo e del recupero dell'appetito del mercato per il Wealth Management. I ricavi di Mediobanca hanno, d’altra parte, una correlazione più bassa con i movimenti dei tassi di interesse. E a sua volta il costo del rischio ha una correlazione più bassa con la disoccupazione (e il gruppo ha overlays).

La divisione Wealth Management è sottovalutata

La divisione Wealth Management rappresentava circa il 5% dell’utile prima delle imposte nel 2016. «Ci aspettiamo che rappresenti oltre il 20% nel periodo 2024-2026 o circa il 30% dell’utile del gruppo escludendo la divisione Principal Investing, con un rendimento sugli asset ponderati per il rischio, gli Rwa, elevato dato il basso assorbimento di capitale», prevede Citi che si attende anche ritorni in aumento nel credito al consumo. «I rendimenti del credito al consumo sugli asset ponderati per il rischio torneranno a migliorare nel 2025, a seguito di una maggiore intensità del capitale nel 2024, per raggiungere circa il 3% nel 2026 e l’utile netto aumenterà del circa il 5% nel 2024. In futuro ci aspettiamo anche un effetto positivo sui margini e sugli accantonamenti per perdite su crediti da una diversa distribuzione del capitale».

Quanto può crescere il ritorno del capitale

In generale, Mediobanca ha una forte posizione patrimoniale (Cet1 al 15,3% a fine 2023, uno dei più alti in Europa) che offre ritorni di capitale elevati. Il rendimento (dividendi più buyback) è superiore alla media delle banche europee e il rendimento netto del dividendo, atteso all’8,3% nel 2024 con una cedola di 1,06 euro per azione, e la crescita dell’utile per azione è superiore rispetto a quelli dei competitor finanziari diversificati. «Ci aspettiamo che il capitale rimanga intorno al livello target fino al 2026, a circa il 14,5%, che include un margine di circa 100 punti base per le operazioni di fusione e acquisizione, mentre il gruppo distribuisce il capitale eccedente e ne utilizza parte per possibili crescite esterne», ipotizza Citi, ricordando che la banca ha un payout del 70% (dividendi e buyback). «Stimiamo riacquisti di azioni per circa 1 miliardo di euro nel periodo 2024-2026, che porterebbero il ritorno totale del capitale nel periodo a circa 4 miliardi o un ritorno cumulativo totale del 40% rispetto alla capitalizzazione attuale di mercato. Aumentiamo le nostre stime di eps di circa il 4% principalmente grazie a ricavi migliori. Di conseguenza il target price sull’azione sale a 14,15 euro», conclude Citi.

Orario di pubblicazione: 28/02/2024 15:10
Ultimo aggiornamento: 28/02/2024 16:14
 
ed intanto è stato avviato il restyling di Che banca!
 

Intesa Sp e Mediobanca guidano i rialzi delle banche dopo l’upgrade di Morgan Stanley

Secondo la casa d’affari Usa, «l’asset management potrebbe dare la spinta maggiore» agli istituti di Ca’ de Sass e Piazzetta Cuccia e per quest’ultima, che ha una quota del 13% in Generali, «il settore assicurativo potrebbe contribuire alla crescita dei ricavi»​


Continua....
 
oggi recupera qualcosa rispetto alle ultime sedute
 
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