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Ecco la risposta di MF:

Mediobanca in rosso nonostante l’utile record. Che cosa accade
Mediobanca in rosso nonostante l’utile record. Che cosa accade
Mediobanca, sede

Mediobanca in rosso nonostante l’utile record. Che cosa accade​

di Elena Dal Maso

Dopo i conti del secondo semestre 2023, che hanno registrato un record di utili, il titolo Mediobanca flette a Piazza Affari. Analisti a confronto




Mentre il Ftse Mib si appiattisce, venerdì 9 febbraio, Mediobanca cede l’1,5% a 11,66 euro dopo i conti per 9,9 miliardi di capitalizzazione. La banca milanese, guidata dall’ad Alberto Nagel, ha pubblicato i conti del quarto trimestre 2023 e del secondo semestre dell’anno, oltre le attese degli analisti. Come mai il titolo cede a Piazza Affari?

Una delle ragioni, come emerge dai commenti degli analisti scritti a caldo dopo aver letto i conti, è una sovraperformance del titolo nel 2024 rispetto all’indice bancario, in secondo luogo venerdì tutto il settore finanziario in Italia viaggia in rosso e lo spread si sta allargando a 160 punti. A questo si aggiunga che il Ddl Capitali, appena approvato, potrebbe creare incertezza sul titolo. In merito, venerdì l’ad Nagel ha espresso la sua opinione, chiedendo una revisione della norma.

Kbw: utili leggermente sopra le attese​

Kbw conferma il rating underweight e il target price di 14,16 euro. Gli analisti spiegano che la banca ha battuto leggermente le attese sugli utili «grazie soprattutto al miglioramento delle commissioni, con un margine di interesse (NII) sostanzialmente in linea e una leggera flessione sui costi. L'incremento delle commissioni è stato determinato principalmente dalla divisione di gestione patrimoniale, ma anche tutte le altre divisioni hanno registrato risultati oltre le stime di Kbw»
Il titolo Mediobanca ha sovraperformato l’indice bancario europeo (SX7E) dell'8% nell'ultimo mese, quindi l’uscita dei conti potrebbe comportare qualche presa di profitto. «Sarà importante fare ulteriore chiarezza sulle prospettive per l’anno durante la call con gli analisti», nota Kwb.

Equita Sim: Mediobanca pronta per il calo dei tassi​

Equita Sim conferma il rating buy e il target price di 14,70 euro su Mediobanca. Gli analisti parlano di utile migliore delle attese grazie a maggiori commissioni. Mediobanca ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto a 260 milioni, l’8% sopra le stime della Sim e il 6% sopra consensus, grazie a maggiori commissioni principalmente nel business del Cib, il Corporate e Investment Banking (+10 milioni) e del Wealth Management (+8 milioni).
Il CIB ha visto «un recupero dell’attività su tutti i prodotti ed in particolare nell’advisory large e mid cap, cui si aggiunge il consolidamento della boutique Arma Partners da inizio ottobre (24 milioni di commissioni rispetto a 20 milioni attesi)». Equitaparla di una «nuova produzione solida nel Consumer Finance per 2 miliardi su 1,9 miliardi attesi trainata dall’efficacia della distribuzione diretta e digitale, e nonostante l’approccio cauto».
Secondo Equita, Mediobanca resta «ben posizionata in un contesto di tassi d’interesse in diminuzione, poiché le attività di WM, CIB e Consumer hanno tutte un impatto positivo da questo contesto. Per il 2024, il Cet 1 è confermato solidamente intorno al 15,5%».
  • Gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno confermato il rating buy e il target price di 14 euro dopo i conto, in attesa della conference call con l’istituto;
  • Autonomous ha confermato il rating underperform e il target price di 12,6 euro («Nel complesso, un buon risultato qualitativo nel trimestre. Le prospettive a questo punto sono abbastanza in linea con il consenso»);
  • Banca Akros conferma il rating neutral e il target price di 12 euro, parla di «trimestre relativamente debole»;
  • Citi conferma il buy e il target price di 13,6 euro, gli analisti scrivono che « Mediobanca ha riportato un altro solido insieme di risultati, che ha beneficiato anche dell'acquisizione di Arma e degli accantonamenti in linea». Ora si attendono maggiori dettagli sulle prospettive per il 2024
Orario di pubblicazione: 09/02/2024 10:07
Ultimo aggiornamento: 09/02/2024 11:24
 
Banche, dividendi al raddoppio: chi premia meglio gli azionisti (con rendimenti dal 5% al 13%) e straccia i Btp - LA CLASSIFICA
Banche, dividendi al raddoppio: chi premia meglio gli azionisti (con rendimenti dal 5% al 13%) e straccia i Btp - LA CLASSIFICA


Banche, dividendi al raddoppio: chi premia meglio gli azionisti (con rendimenti dal 5% al 13%) e straccia i Btp - LA CLASSIFICA​

di Elena Dal Maso

Grazie ad utili record, le banche fanno a gara su chi remunera meglio gli azionisti fra dividendi e buyback. Dal 2011 a oggi il rendimento del Ftse Mib Total Return, che comprende le cedole, è stato del +210%, oltre il doppio del Ftse Mib. Ma questa generosità è sostenibile se la Bce taglia i tassi? Il parere di analisti e gestori



Una corsa a chi raddoppia o triplica il dividendo, a quale banca remunera di più gli azionisti. E’ stata una settimana intensa a Piazza Affari, partita lunedì 5 febbraio con i conti di Unicredit che hanno letteralmente elettrizzato i mercati. La banca milanese, guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel, ha proposto di girare tutti gli utili del 2023 ai soci e di introdurre, a partire dal 2024, un payout (distribuzione) di almeno il 90% dell’utile netto. Il mercato ha apprezzato la scelta di guardare più alle tasche degli investitori rispetto a possibili progetti di M&A e il titolo ha chiuso con un balzo di oltre l’8%. E che dire di Mps? Dopo 13 anni, attraversati da ristrutturazioni e aumenti di capitale il gruppo, sotto la gestione dell’ad Luigi Lovaglio, ha annunciato, in anticipo sul piano industriale, una cedola di 0,25 euro. La Popolare di Sondrio ha raddoppiato il dividendo, Banco Bpm ha messo invece sul piatto 0,56 euro, un balzo del 143% rispetto ad un anno prima, mentre il Credem ha colto di sorpresa il mercato con un dividendo straordinario di 0,2 euro da aggiungere a 0,45 euro di cedola ordinaria rispetto a 0,33 euro pagati nel 2023.

Chi rende di più fra cedola e buyback

Perché tanto oro che inizierà a colare nelle tasche degli azionisti? Perché i tassi alti favoriscono il margine di interesse delle banche, sono un forte traino per i profitti degli istituti di credito. A Piazza Affari, in base ai prezzi di venerdì 9 febbraio, il maggiore dividend yield, ovvero il rendimento da cedola, è quello di Banca Ifis, con il 12,7%, a seguire Banco Bpm con l’11%, Intesa Sanpaolo con il 10,5%, BFF Bank con il 9,2%. Il rendimento minimo si colloca al 5%, ben sopra la redditività del Btp decennale al 3,9%, un’area in cui troviamo Unicredit. La banca, però, è bene ricordarlo, remunera i soci in due modi: cedola più buyback e quindi la redditività in tal senso sale. Così fa Intesa Sanpaolo, che alla prossima assemblea proporrà 55 centesimi di punto di Cet 1 di acquisto di azione proprie. In tal senso gli analisti di Equita ipotizzano che l’istituto, sotto la direzione del ceo Carlo Messina, introduca un buyback annuale da 1,5 miliardi.

Il punto ora è: questa esuberanza di utili deriva dal rialzo dei tassi, che, nelle attese dei mercati, dovrebbero essere tagliati nei prossimi mesi. A dire il vero pare non prima di giugno, se l’Eurozona continua a crescere, anche se di poco e se l’inflazione di base non manda segnali di deciso raffreddamento. Ora i mercati si chiedono se questa politica di grande distribuzione dei profitti sarà sostenibile nel tempo.

Unicredit, un caso europeo

Dopo la conference call sugli utili, gli analisti di Kbw hanno alzato il prezzo obiettivo da 37,25 a 41,45 euro su Unicredit parlando di «risultati solidi» dopo aver alzato le stime di utile per azione a doppia cifra. «Il rendimento del capitale è il migliore del settore, con un total yield (rendimento da dividendo più buyback, ndr) atteso nel 2024 del 18%». A questi prezzi, scrive Kbw, la «valutazione del titolo resta troppo bassa per quella che sembra sempre più una delle banche meglio gestite in Europa».

Per Andrea Costanzo, vice presidente delle Istituzioni Finanziarie Europee per conto di Morningstar Dbrs, le grandi banche italiane «hanno continuato a ridurre i rischi nei propri bilanci e i nuovi afflussi verso le esposizioni deteriorate sono rimasti contenuti nonostante il contesto di tassi di interesse più elevati e il costo della vita più elevato». A questo si aggiunga che «la liquidità rimane solida dal momento che i deflussi di depositi nel primo semestre del 2023 sono stati in parte compensati dai nuovi afflussi nel secondo semestre, nonostante i rimborsi Tltro III alla Bce. La generazione organica di capitale è rimasta solida e i coefficienti patrimoniali sono ben al di sopra dei requisiti minimi di vigilanza».

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Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, parla di ritorno dell’entusiasmo degli investitori sui titoli ad alto dividendo. L’analista avverte che lo scenario futuro è caratterizzato da una «forte incertezza soprattutto sulle scelte delle banche centrali. In Europa le deboli cifre macroeconomiche sulla crescita e il processo di disinflazione dovrebbero spingere il Consiglio Direttivo della Bce a promuovere un taglio dei tassi nei prossimi mesi. Per chi vuole sfruttare nel medio/breve la situazione favorevole dei titoli value potrebbe essere interessante aumentare l’esposizione nei confronti di alcune azioni del settore finanziario che hanno mostrato ottime performance (come ad esempio Banca Popolare di Sondrio, Bper Banca, Unipol e Banca Mediolanum)». Il consiglio di Diodovich, tuttavia è quello di «mantenere un portafoglio diversificato per ridurre i rischi di un ambiente finanziario in continua evoluzione».

Le banche italiane, « Unicredit in testa, emergono per ritorno sul capitale investito. Tra buyback e dividendi, molte aziende italiane primeggiano in area euro per distribuzione», commenta Fabio Caldato, Portfolio Manager di AcomeA Strategia Dinamica Globale. Il gestore segnala « BFF Bank come una tra quelle più generose, con cedole a doppia cifra, insieme a Intesa. Riteniamo che la tendenza generosa sui dividendi si mantenga tale anche in un prossimo futuro, caratterizzato con buona probabilità da tassi stabili».

Manuel Pozzi, Direttore Investimenti di M&G Investments Italia, ricorda le «ampie opportunità di dividendo per big del settore come Intesa, Unicredit, Mediobanca, Banco Bpm, Bper e FinecoBank. É necessario ricordare tuttavia che nel 2023 il settore bancario ha registrato utili estremamente alti, che difficilmente riusciranno a crescere ulteriormente, salvo qualche eccezione». In caso di peggioramento del contesto economico, «la redditività delle banche sarebbe destinata a calare. Ma il mercato sta già prezzando questa eventualità», ricorda Pozzi.

Ftse Total Return straccia il Ftse Mib

Da agosto 2011 ad oggi, l'indice Ftse Mib ha registrato una crescita del +100%, ragiona Gabriel Debach, market analyst di eToro, «mentre il Ftse Mib Total Return, che include i dividendi, è salito del +210%. Questi numeri evidenziano come i rendimenti totali a Piazza Affari, che incorporano i dividendi, siano cresciuti di 2,1 volte rispetto all'indice, mentre nell'S&P 500, nel medesimo periodo, questa cifra si ferma a 1,3 volte». Nonostante gli alti tassi d’interesse e un’economia europea «traballante, le maggiori società italiane hanno, per il momento, mostrato buona resilienza», riprende Debach. In questo scenario, l’analista ritiene che la «politica di remunerazione elevata possa essere sostenibile per ora, sebbene sarebbe più prudente per le aziende evitare payout ratio eccessivamente elevati. I venti freddi non mancano di soffiare, dal ritorno dei rischi con le piccole banche americane a quelli cinesi».

Il Dogs of the Dow Italia

Debach considera anche di avvicinare Piazza Affari con una strategia tipica di Wall Street. «Da inizio anno Intesa, Mediobanca, Unipol, Poste, Stellantis, Banca Mediolanum, Italgas, Generali, Enel e Eni hanno rappresentato i 10 titoli dei cosiddetti Dogs of Dow italiani del 2024», riprende. Il Dogs of the Dow è una strategia che prevede di investire nei 10 titoli dell’indice Dow Jones con il dividend yield più alto. «Questa strategia ha fatto peggio dell'indice in due degli ultimi quattro anni, ma è stata migliore nel periodo considerato», conclude l’analista.

Milano Finanza - Numero 030 pag. 8 del 10/02/2024
 
MB resta ben posizionata in un contesto di tassi d’interesse in diminuzione, poiché le attività di WM, CIB e Consumer hanno tutte un impatto positivo da questo contesto. Per il FY24, il CET1 è confermato solidamente intorno al 15.5%. Sul FY24, i ricavi sono attesi confermare tasso di crescita previsto a Piano (CAGR triennale +5%), con un NII in crescita grazie al Consumer Finance, dove i margini beneficeranno della riduzione del costo del funding. Le commissioni sono attese continuare a crescere, sostenute dall’aumento del WM e ripresa dell’attività di CIB. I costi operativi sono previsti in crescita con un rapporto C/I stabile YoY al 44%. Il costo del rischio è atteso in area 55bps (da prec. 50-55bps) vs. nostra stima di 57bps, con una normalizzazione nel business Consumer a livelli pre-Covid.

Conference call ore 10.00 BUY con Target Price 14.70
 
MB resta ben posizionata in un contesto di tassi d’interesse in diminuzione, poiché le attività di WM, CIB e Consumer hanno tutte un impatto positivo da questo contesto. Per il FY24, il CET1 è confermato solidamente intorno al 15.5%. Sul FY24, i ricavi sono attesi confermare tasso di crescita previsto a Piano (CAGR triennale +5%), con un NII in crescita grazie al Consumer Finance, dove i margini beneficeranno della riduzione del costo del funding. Le commissioni sono attese continuare a crescere, sostenute dall’aumento del WM e ripresa dell’attività di CIB. I costi operativi sono previsti in crescita con un rapporto C/I stabile YoY al 44%. Il costo del rischio è atteso in area 55bps (da prec. 50-55bps) vs. nostra stima di 57bps, con una normalizzazione nel business Consumer a livelli pre-Covid.

Conference call ore 10.00 BUY con Target Price 14.70
Grandi speculatori permettendo.
 
La discesa si sarà arrestata poggiando su SMA50 ?
 
Certo.
entrato/uscito 3-4 volte.
Dentro con pmc 11,68...
Io venduto poco fa.
Anche io comunque azionista di Mdb.
Pmc 11,68 € secondo me è un ottimo valore.
La posizione di sicurezza la vedo però piu verso gli 10,80 € in vista anche dei dividendi.
Comunque avanti fiduciosi sperando che non i siano crolli in primavera.
 
Tengo duro fiducioso sull'annuncio dividendo che secondo me sarà una sorpresa.
Parliamo di un'eccellenza europea che, perchè italiana, vale un 30-40% meno del suo valore minimo. In UK starebbe comodamente a 15-18€
 

Mediobanca: Delfin vende circa lo 0,1%​

MILANO (MF-NW)--La cassaforte dei Del Vecchio lima la quota in Mediobanca. Tra il 9 e il 14 febbraio, Delfin ha venduto "al di fuori di una sede di negoziazione" un milione di azioni della banca, pari a circa lo 0,1% del capitale. Nel dettaglio, la holding ha ceduto in diverse operazioni 250 mila titoli per quattro sedute, il 9, il 12, il 13 e il 14 di questo mese. Le operazioni hanno poco peso sulla quota in Piazzetta Cuccia, sempre a un soffio dal 20%, che garantisce a Delfin il titolo di primo azionista, davanti al gruppo Caltagirone (9,98%), Blackrock (4,16%) e i soci raggruppati nel patto di consultazione (10,9%). bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

20/02/2024 18:56
 
Tengo duro fiducioso sull'annuncio dividendo che secondo me sarà una sorpresa.
Parliamo di un'eccellenza europea che, perchè italiana, vale un 30-40% meno del suo valore minimo. In UK starebbe comodamente a 15-18€
nel post sopra si stimava circa 1 euro di dividendo.
 
Volumoni che non si vedevano da mo'...
 
Banche italiane, ecco quali possono distribuire più capitale del previsto nel 2024. L’analisi di Citi

Banche italiane, ecco quali possono distribuire più capitale del previsto nel 2024. L’analisi di Citi​

di Francesca Gerosa

Gli outlook 2024 sono stati la vera sorpresa positiva, secondo Azzurra Guelfi, analista di Citi, che avverte: data la possibilità di un consolidamento nel settore bancario italiano, il ritorno del capitale delle banche di medie dimensioni dipenderà anche dalla strategia di crescita




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Le banche italiane hanno fatto goal con i conti del quarto trimestre del 2023. Infatti, hanno mostrato una redditività e un ritorno del capitale oltre le aspettative con un margine di interesse più forte e hanno migliorato l’outlook per il 2024, in anticipo rispetto alla stima del consenso, sottolinea Azzurra Guelfi, analista di Citi, in un report raccolto da milanofinanza.it. Mentre lo scenario macroeconomico è più sfidante per il 2024 rispetto al 2023, le banche italiane hanno messo in moto molte azioni compensative, come ad esempio coperture sugli npl e ottimizzazione dei costi. «Vediamo il ritorno di capitale come un supporto chiave per le banche italiane, anche con l'esecuzione di buyback, e l'utilizzo potenziale del capitale come una variabile chiave per il secondo semestre di quest’anno», prevede Azzurra Guelfi, non escludendo dividendi extra o crescita tramite acquisizioni. Tra le banche italiane « Unicredit ha registrato il miglior set di risultati e rimane la nostra top pick». È coperta con un rating outperform come per Intesa Sanpaolo, Bper Banca e Mediobanca. Invece, il rating suMps è neutral.

Gli outlook 2024 la vera sorpresa positiva

L’esperta di Citi crede che la principale sorpresa positiva sia stata il miglioramento delle previsioni delle banche per il 2024, con la maggior parte che prevede un utile uguale o superiore a quello del 2023 e questo può anche favorire un maggior ritorno del capitale. Le nuove previsioni sugli utili del 2024 sono sopra quelle del consenso e questo ha portato a rivedere al rialzo le stime di utile per azione (eps). Tutte le banche, inoltre, hanno previsto un aumento o ricavi stabili quest’anno (poiché eventuali venti contrari sul margine di interesse dovrebbero essere più che compensati dalla crescita delle commissioni), anche i costi sono per lo più attesi stabili come il costo del rischio. Non manca, tra l’altro, chi come Intesa Sanpaolo e Mediobanca prevede una crescita sia del margine di interesse sia delle commissioni anno su anno, mentre Unicredit si aspetta una diminuzione dei costi.

Le banche italiane che possono distribuire più capitale del previsto nel 2024

Le banche italiane hanno annunciato un rendimento totale del 15% nel 2023. Unicreditsi è distinta per il ritorno del capitale (8,6 miliardi di ritorno del capitale contro una guidance di oltre 6,5 miliardi) e Intesa Sanpaolo ha quantificato un buyback più alto rispetto al consenso (buyback da 1,65 milioni che inizierà a giugno, oltre al 70% di payout cash).

Al contempo, Mps è tornata a distribuire un dividendo prima del previsto (0,25 euro per azione). «Crediamo che il ritorno del capitale sia un supporto chiave per un investimento nelle azioni delle banche italiane e vediamo ulteriori opportunità in futuro: ad esempio, i payout totali del 2024 di Unicredit fissato a =90% nel 2024 e quello al 70% di Intesa Sanpaolo e di Mediobanca offrono più opportunità di una distribuzione extra», ipotizza Azzurra Gulefi.

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Data la possibilità di un consolidamento nel settore bancario italiano, precisa l’esperta di Citi, il ritorno del capitale delle banche di medie dimensioni dipenderà anche dalla strategia di crescita. Azzurra Guelfi cita, ad esempio, la prudenza di Bper Banca sul ritorno del capitale. Insieme a Unicredit, infatti, l’ex popolare deve rinnovare il consiglio di amministrazione in primavera e questo può condizionare la strategia sull'utilizzo del capitale.

Il costo del rischio può migliorare ulteriormente

Intanto, le banche italiane hanno ridotto la sensibilità ai tassi di interesse. «Prevediamo un margine di interesse piatto nel 2024 e in calo di circa il 5% nel 2025. I dati sui prestiti di dicembre mostrano una contrazione del -2% anno su anno, in miglioramento rispetto al -4% di novembre, e il beta dei depositi era del 17% circa, più basso rispetto ai cicli precedenti. L'attenzione sui costi rimane alta, ma i trend differiscono tra le singole banche», precisa Azzurra Guelfi, apprezzando, infine, il costo del rischio migliore del previsto.

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Le previsioni indicano un trend piatto anno su anno. «C’è la possibilità di un miglioramento delle stime del consenso grazie agli accantonamenti per perdite su crediti più bassi. Unicredit ha migliorato le sue previsioni sul costo del rischio per il 2024 sotto 20bps (precedentemente era sotto 25bps, ndr), Intesa Sanpaolo ha un target conservativo sotto 40bp. Altri hanno previsioni stabili: Bper a 48bps, Mediobanca a 55bps e Mps a 57bps», conclude Azzurra Guelfi.

Orario di pubblicazione: 21/02/2024 10:08
Ultimo aggiornamento: 21/02/2024 11:08
 
Certo.
entrato/uscito 3-4 volte.
Dentro con pmc 11,68...
Buongiorno ragazz*


Una domanda da neofita

Se dovessi acquistare oggi delle azioni di Mediobanca, riceverei a maggio il dividendo?

Se si, sapete indicarmi la %?

grazie
 
Buongiorno ragazz*


Una domanda da neofita

Se dovessi acquistare oggi delle azioni di Mediobanca, riceverei a maggio il dividendo?

Se si, sapete indicarmi la %?

grazie
Assolutamente si.
Ti consiglio di crearti una cultura finanziaria piuttosto che domande dirette su percentuali o notizie non confermate e/o ufficiali.

Buona lettura
 
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