MFE, Pan-European Group in progress... Cap.1

"Viola come il mare" contenuto on demand più visto

Le sei puntate della serie, visibili dallo scorso 24 aprile su Mediaset Infinity, con 12.5 milioni di ore viste sono risultate il contenuto on demand più visto di tutte le piattaforme digital rilevate. I numeri davvero importanti dell’ascolto digital, hanno incrementato del 60% gli ascolti su Canale 5. La sesta e ultima puntata della seconda stagione è stata vista da una total audience di circa 3 milioni 600 mila spettatori su Canale 5 e Mediaset Infinity.

Viola come il mare, grande successo in tv e sul web
 

Streaming: 8,8 milioni gli abbonati italiani​

Eliana Corti - 10 Giugno 2024

Secondo EY, nel 2023 gli abbonati alle principali piattaforme pay in Italia sono cresciuti di 400 mila unità.

Sarebbero stati 400mila i nuovi abbonati alle piattaforme Ott in Italia nel 2023, per un totale complessivo di 8,8 milioni
. Il dato è a firma dell’Osservatorio Ott di EY (presentato al Fed-Forum Europeo Digitale di Lucca e anticipato da Il Sole 24 ore). Dal 2016 a oggi l’industria delle piattaforme streaming Vod avrebbe visto una crescita superiore al 500%, secondo i ricercatori. Una crescita dovuta all’ingresso di nuovi attori del mercato, alla sottoscrizione da parte degli utenti di più di un abbonamento e la trasformazione delle offerte.

Il dato degli 8,8 milioni si riferisce ai sottoscrittori unici (due piattaforme per abbonato in media) mentre sarebbero oltre 19 milioni le persone che usano una delle 11 piattaforme pay attive in Italia e monitorate da EY, ovvero Netflix, Prime Video, Disney+, TimVision, Mediaset Infinity, Now, Discovery+, Paramount+, Daz, Apple Tv+, YouTube Premium. Si stima infatti che per ogni abbonato ci siano almeno 2/3 persone che fruiscano del servizio. Un quinto degli abbonati svod ha disattivato e riattivato il proprio abbonamento almeno una volta, mentre l’85% degli utenti sarebbe interessato a formule con pubblicità.

Ci sono poi oltre 30 milioni di utenti che usano servizi streaming gratuiti, per un incremento dell’87% sul 2016. Il consumo free e pay si distingue per device: secondo EY, il 76% degli utenti delle piattaforme a pagamento preferisce lo schermo Tv (e in particolare la smart tv) per i contenuti in streaming, mentre chi guarda contenuti gratuiti preferisce lo smartphone (52% di utenti free), fruendo soprattutto di contenuti più brevi.

Streaming: 8,8 milioni gli abbonati italiani - Tivubiz
 
MFE - ProSiebenSat.1 avvia la vendita di quel che non è TV
Oggi 10:27 - WS

Media For Europe sta iniziando a far sentire il suo peso in ProsiebenSat1, la società media tedesca di cui è primo socio con poco meno del 30%. Anche se la sua richiesta di avvio di spin-off delle attività non-core è stata respinta dall’assemblea del 30 aprile (serviva una maggioranza del 75% e i voti favorevoli sono stati comunque superiori al 70%), a Monaco, dove ha sede il gruppo, hanno preso atto del messaggio arrivato da Cologno Monzese e si sono messi al lavoro.

Secondo quanto risulta a websim.it, una banca d’affari ha ricevuto l’incarico formale di vendere, o comunque valorizzare, una parte dell’area estranea al business caratteristico della televisione. Sul mercato sarebbero finite due società, Flaconi e Verivox: la prima è un rivenditore profumi da 389 milioni di euro di ricavi nell’ultimo esercizio, la seconda, attiva nella comparazione dei prezzi su Internet, è arrivata a 162 milioni di euro. Insieme, le due società valgono il 14% circa del consolidato, una diversificazione che per Media for Europe è semplicemente una distrazione. Il core business dell’intrattenimento TV valeva nel 2023 poco più di tre quarti dell’Ebitda, è su questo che MFE vorrebbe fosse concentrato il management.

Dopo essersi opposto alle richieste di cambio di strategia, il CEO Bert Habets ha deciso di seguire le indicazioni in arrivo dal primo azionista della società: anche il secondo della compagine, la holding ceca PPF, è a favore della svolta. Proprio nel corso dell’assemblea che ha votato l’ingresso nel supervisory board di due nuovi rappresentanti di MFE, Habets aveva anticipato, seppur in termini non precisi, l’avvio della dismissione. “Il modo migliore è vendere le singole attività. Stiamo preparando questo per Flaconi e Verivox dalla fine dello scorso anno”, aveva detto il CEO in quell’occasione – “Entrambe le società hanno registrato una forte crescita. Anche il contesto per questo tipo di transazioni è di nuovo favorevole. Vogliamo ottenere il miglior valore possibile per i nostri investimenti. Possiamo quindi utilizzare il ricavato per ridurre il nostro debito. Questo crea spazio per gli investimenti nel nostro core business Intrattenimento. E questo è proprio l'obiettivo di MFE”.

Secondo quanto circolato sulla stampa nei giorni successivi, Flaconi e Verivox potrebbero valere ottocento milioni di euro, più della metà di quel che vale in borsa tutto il gruppo (1,73 miliardi di euro). Media For Europe, grazie al forte rialzo degli ultimi tre mesi, arriva oggi a 3,3 euro (per MFE-A, mentre MFE-B vale Eu4.3), un livello che vale oltre 2,1 miliardi di euro di capitalizzazione. Se nel corso del 2023, con il titolo per parecchio mesi anche sotto quota due euro, in pochi avevano preso in considerazione l’ipotesi di lancio di un’offerta, oggi se ne può parlare come di un’ipotesi più percorribile.

Fonti di settore riferiscono che la famiglia Berlusconi preme per accelerare il progetto di espansione in Europa e i vertici aziendali si stanno muovendo su più fronti, compreso quello di un take over. In questo quadro si inseriscono le indiscrezioni di Reuters di aprile. L’agenzia aveva scritto che Bank of America, Deutsche Bank e Unicredit sarebbero pronte a fornire fino a circa 4 miliardi di euro di finanziamenti al servizio di una potenziale offerta su Prosiebensat. Le banche sarebbero state per il momento solo consultate, una volta portata a termine la cessione di Flaconi e Verivox, MFE potrebbe essere pronta a replicare in Germania quell’integrazione transfrontaliera già portata a termine con successo in Spagna.

L’impegno non è banale e richiede cautela. La prima televisione commerciale italiana ha comunque spazi di manovra dal punto di vista finanziario, visto che, con un free cash flow stimato dagli analisti di Intermonte nell’ordine dei trecento milioni di euro, il rapporto Debito/Ebitda è destinato a dimezzarsi nel giro di tre anni, da 1,1 volte di fine 2023. Un’operazione in carta e contante sembra sostenibile: gli assetti proprietari, grazie al voto plurimo, non dovrebbe cambiare di molto.
 
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Bene l' avanzamento della cessione degli asset non televisivi, ma ci vorrà del tempo affinché si concretizzi il processo di vendita una volta trovati gli acquirenti, per cui il tutto potrebbe accadere l' anno prox se riescono a vendere Verivox e Flaconi quest' anno.

C'è poi la questione del sito d'incontri che si era parlato di quotarlo a parte....

Detto questo, in un eventuale futura offerta di Mfe, cmq dobbiamo ricordare che se si opterà per l'uso anche della carta A, la condizione necessaria per il suo impiego è che abbia un valore del flottante non inferiore a 500mln..


Dunque la soglia minima di prezzo da fare mantenere alle Mfe A è di 3,1430€.

Il che conferisce alle A uno status di "botte di ferro" in ottica di prezzo da mantenere, perlomeno per quando si avvicinerà tale possibile takeover ed a vendita avvenuta degli asset, chiaramente il titolo dovrà farsi trovare pronto. Le A hanno un motivo più che valido di non essere vendute al di sotto dei 3,1430€. Una garanzia di tranquillità dovuta alla legge tedesca per l' uso della carta.

500mln di flottante al prezzo di 3,1430€.jpg
 
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Capitanio (AgCom): «Entro fine anno nuova piattaforma antipirateria»​

oggi Italia è il primo Paese al mondo ad aver introdotto le ingiunzioni dinamiche, l’unico in cui si può chiedere a ISP di abbattere contenuto in 30 minuti

Mercoledì 12 verrà portata la relazione che metterà in luce come il percorso stia andando bene ma la mole di segnalazione sta creando timeout che non sono sostenibili. Sarà attuata fase 2 con nuova piattaforma entro fine anno, quella attuale sarà ampliata. Poi però c’è un problema culturale che non è indifferente. Pochi giorni fa uscita notizia che su Telegram sono stati diffusi 360 milioni di email e password di iscritti ai canali che frequentavano prevalentemente siti illeciti che consegnavano dati per pezzotto e simili, c’è un problema culturale. Non entro nel merito dei costi degli abbonamenti, ma vengono scaricati anche libri a basso prezzo.
È un problema culturale che non riguarda solo la pirateria, ma tanto di quello che avviene su internet. AgCom sta facendo un percorso complesso, nei giorni scorsi sono state sviluppate linee guida per ottenere il patentino digitale nelle scuole. L’ultimo fattore è quella delle sanzioni: è fastidioso multare l’utente finale? Sì, ma colpire piattaforme non è sufficiente. Se metto autovelox si capisce che c’è limite, oggi pirateria non si capisce. Da 150 a 500 euro con nuova normativa, è pronto un protocollo con Agcom, GDF e Procure e il passaggio finale sarà la sanzione all’utente finale. Il tribunale di Barcellona ha obbligato a consegnare la lista di chi frequentava siti pirata, anche in Italia si muoverà
».

Sfatiamo il mito che la pirateria serva per abbattere i costi: anche le partite di Coppa Italia in chiaro su Mediaset venivano guardate da tantissimi utenti su piattaforme pirata».

Capitanio (AgCom): «Entro fine anno nuova piattaforma antipirateria»

Per cui questa piattaforma anti pirata serve anche a noi che possediamo i diritti in chiaro e che a quanto pare siamo derubati dal pirata che si prende l'audience sulla sua piattaforma.
Ma soprattutto dai suoi clienti "stupidi" che addirittura guardano anche ciò che è gratis attraverso la piattaforma del pirata... Assurdo!
 
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Le tv commerciali non rinuncino agli investimenti in contenuti​

Eliana Corti - 10 Giugno 2024

Ora che gli streamer si apprestano a rivedere le proprie strategie locali, le tv europee devono approfittarne per riguadagnare engagement, spiega Ampere Analysis

La spesa in contenuti (originali e d’acquisto) delle piattaforme Svod in Europa raggiungerà i 10 miliardi di euro nei principali mercati europei. Il mondo Svod, dunque, supererà la spesa dei broadcaster commerciali nella regione, ferma a 8 miliardi nel 2023. Ma attenzione, ora che gli streamer si apprestano a rivedere le proprie strategie in termini di investimento, è necessario che le tv commerciali ne approfittino per ristabilire la propria rilevanza sul lungo periodo di fronte agli spettatori. È quanto suggerisce Ampere Analysis analizzando gli investimenti in contenuti tv originali e d’acquisto (esclusi i diritti sportivi) nell’Europa dei Big5, ovvero UK, Germania, Francia, Spagna e Italia.

Infatti, spiega Ampere Analysis, mentre cresceva l’engagement degli spettatori nei confronti dei big dello streaming, quello per i broadcaster commerciali ha visto una flessione del 16% dal 2026. Flessione che si è tradotta in un calo di quasi 1 miliardo di euro nel mercato della pubblicità televisiva lineare negli ultimi dieci anni. La tv commerciale ha dimostrato «adattabilità intensificando il focus sulle strategie streaming», ma allo stesso tempo la spesa in contenuti ha visto una flessione del 19% dal 2016, fermandosi a 8 miliardi di euro nel 2023. Gli investimenti in contenuti europei da parte degli streaming globali sono destinati a un incremento dell’8% (anno su anno nel 2025) a fronte di una media del 35% tra il 2021 e il 2024.

I giganti del settore, tra cui Netflix, Disney e Warner Bros. Discovery, stanno però ridimensionando le spese per lo streaming per garantire una redditività sostenuta, «aprendo la strada alle emittenti nazionali per trarre vantaggio da questo cambiamento», spiegano i ricercatori di Ampere. Per le tv commerciali è necessario approfittare di questa fase: «mantenere o aumentare gli investimenti in contenuti è cruciale per i broadcaster per differenziarsi in un’industria dove i maggiori stramer stanno adottando strategie di spesa più conservative (un esempio su tutti sono i Billion Dollar Brand di Paramount, ndr.). Ma non basta: i broadcaster commerciali devono dare priorità alla transizione delle audience verso streaming per assicurarsi la propria rilevanza a lungo termine: «Questo implica investire sulle proprie piattaforme video-on-demand, espandere le library, rafforzare il digital advertising, sperimentare strategie di rilascio dei contenuti su lineare e Vod (come fatto recentemente da Mediaset con la messa in onda in anticipo su Mediaset Infinity rispetto a Canale 5 della seconda stagione di Viola come il mare, ndr.) e personalizzare l’output dei contenuti per soddisfare i dati demografici più giovani», concludono i ricercatori.

Le tv commerciali non rinuncino agli investimenti in contenuti - Tivubiz
 

La pubblicità sul device “TV” vale 4,3 miliardi di euro​

Se si guarda al formato pubblicitario Video, la raccolta in Italia raggiunge i 6 miliardi di euro. I dati dell’Osservatorio Internet Media

Eliana Corti - 11 Giugno 2024

raccolta sul device Tv.jpg


Vale 4,3 miliardi di euro la raccolta pubblicitaria sul device tv, per un incremento del 6% sul 2023. Lo indica l’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano, in occasione del convegno Dalla Tv alla Video Strategy: nuove prospettive per il digital advertising.

QUANTO VALE LA TELEVISIONE

Nel 2024 la raccolta pubblicitaria legata al “device” Televisione vale il 39% degli investimenti complessivi in advertising in Italia e raggiunge i 4,3 miliardi di euro (+6% rispetto al 2023)
. Di questi, gli investimenti dedicati alla sola “Tv 2.0” – ovvero la raccolta sulle tv connesse (addressable tv, app su connected tv e gli spazi inseriti nei menù di navigazione delle smart tv) – rappresentano il 13% e raggiungono nel 2024 i 568 milioni di euro, con una crescita del 21% sul 2023. Se si estende lo sguardo alla raccolta pubblicitaria dedicata al formato video, essa pesa il 55% della raccolta complessiva italiana 2024 e raggiunge i 6 miliardi di euro. La raccolta video, precisano però i ricercatori, racchiude vari formati, come Video Outstream o banner più classici. «Per questo motivo è interessante valutare l’impatto specifico della raccolta pubblicitaria inserita all’interno dei contenuti Video, a prescindere dallo specifico formato adv», ha spiegato Denise Ronconi, direttrice dell’Osservatorio Internet Media.

I CONTENUTI VIDEO

Nel 2024 l’incidenza della pubblicità inserita nei contenuti Video sul totale della raccolta advertising è del 43%, per 4,7 miliardi in valori assoluti (+6% rispetto al 2023). Il 79% di questo valore è attribuibile ai flussi televisivi (Tradizionali o HbbTv)
, il 20% alle piattaforme di Video online come App dei Broadcaster, AVOD e FAST Channel, mentre il restante 1% è legato alla GoTv. Due gli approcci degli inserzionisti: da una parte chi vede nella tv il media principale («la pianificazione degli altri mezzi che viene realizzata con una logica di reach incrementale») dall’altra chi segue un approccio di «Total Video Strategy» o «Video 360°», pianificando le campagne tra i diversi mezzi video senza riservare un ruolo centrale a un mezzo specifico.

2024: L’ANNO DELLA TV 2.0

«Il 2024 si può considerare come l’anno in cui la Tv 2.0 entra all’interno dei piani di comunicazione come un mezzo mainstream e non più in logica di sola sperimentazione. La ragione principale alla base di una pianificazione con approccio di Total Video Strategy è che il formato Video rappresenta lo strumento percepito come più efficace ed ingaggiante per le audience e quello su cui il mercato, sia advertiser che partner Media, sta puntando maggiormente» dichiara Nicola Spiller, Direttore dell’Osservatorio Internet Media.

La pubblicità sul device “TV” vale 4,3 miliardi di euro - Tivubiz
 

‘Caro presidente, un anno dopo’, Mediaset ricorda Berlusconi​


Caro Presidente Silvio Berlusconi.jpg


Omaggio in onda in simulcast sulle reti Mediaset e TgCom24

Un anno è passato dalla scomparsa di Silvio Berlusconi. Un anno trascorso senza il fondatore di Mediaset e di Forza Italia: il 12 giugno Mediaset è pronta a commemorare il primo anniversario della sua morte con un omaggio, una programmazione speciale.

“Caro Presidente, un anno dopo” andrà in onda alle 20.30, in simulcast su Canale 5, Italia 1, Retequattro e Tgcom24.

'Caro presidente, un anno dopo', Mediaset ricorda Berlusconi - Primaonline


Un saluto anche da parte degli azionisti di MFE
Riposi in pace, Presidente!
 
Ricordavo di aver fatto 2 post stamattina e poi son tornato e non ci sono più. Uno era l' articolo francese che riguardava il tonfo in borsa di Tf1 ed M6 riguardante le intenzioni del partito di Le Pen che vorrebbe privatizzare la TV pubblica e l' altro quello che diceva che Sky terrà per sé anche le partite che erano trasmesse in chiaro da noi. Son scomparsi? O qualcuno lì ha rimossi?

Perché se le cose stessero per la seconda ipotesi, sono pronto ad abbandonare il forum di finanza online. In tal caso qualcuno dovrebbe motivare il perché siano stati rimossi. Finché non si chiarirà il tutto, non posterò più nulla qui.

In tal caso, saluto tutti gli utenti di questa discussione.
 
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Ricordavo di aver fatto 2 post stamattina e poi son tornato e non ci sono più. Uno era l' articolo francese che riguardava il tonfo in borsa di Tf1 ed M6 riguardante le intenzioni del partito di Le Pen che vorrebbe privatizzare la TV pubblica e l' altro quello che diceva che Sky terrà per sé anche le partite che erano trasmesse in chiaro da noi. Son scomparsi? O qualcuno lì ha rimossi?

Perché se le cose stessero per la seconda ipotesi, sono pronto ad abbandonare il forum di finanza online. In tal caso qualcuno dovrebbe motivare il perché siano stati rimossi. Finché non si chiarirà il tutto, non posterò più nulla qui.

In tal caso, saluto tutti gli utenti di questa discussione.
Un utente di un' altra discussione ha riferito che:

Più semplicemente c'è stato un problema tecnico su tutto il forum e credo abbiano dovuto recuperare un backup di qualche ora prima. Ripeto: questa cosa è successa su tutto il forum e vari utenti lo stanno notando su altri thread
 

Il piano della RN di privatizzare la radiodiffusione pubblica fa crollare TF1 e M6 in borsa​

Di Le Figaro con AFP
Pubblicato ieri alle 14:38, aggiornamentoieri alle 19:52

I titoli dei due gruppi sono scesi martedì rispettivamente del 6,95% e del 3,12%.

Le azioni di TF1 e M6 sono crollate martedì alla Borsa di Parigi dopo che il Raggruppamento Nazionale aveva ribadito il giorno prima che stava ancora pensando di privatizzare l'emittenza pubblica francese , con possibili ripercussioni per gli operatori privati a causa della concorrenza.

Intorno alle 17:35, TF1 ha perso il 6,95% e M6 il 3,12% in un mercato in calo dell'1,05%, gravato per il secondo giorno consecutivo dalle incertezze politiche dopo lo scioglimento dell'Assemblea nazionale e l'indizione di elezioni legislative anticipate da parte di Emmanuel Macron. “Ciò sarebbe naturalmente molto negativo per gli attori privati” che potrebbero constatare un “chiaro calo dei loro redditi e quindi dei loro margini” , spiegano in una nota gli analisti di Oddo BHF, in un momento in cui il Raggruppamento Nazionale è in testa ai sondaggi per la legislativa anticipata elezioni.

Un’analisi che “vale anche per la radio”

“Ciò aumenterebbe la concorrenza nel mercato pubblicitario, incapace di assorbire l'arrivo di uno o più nuovi attori ”, aggiungono, sottolineando che “la situazione del mercato potrebbe rendere impossibile la privatizzazione totale ” . Questa analisi “vale anche per la radio” anche se in questo mercato, si legge nella nota, la ripartizione delle quote di mercato è “più frammentata” . La fusione prevista nel 2026 delle società audiovisive pubbliche portata avanti dal Ministro della Cultura è messa in discussione dall'indizione di elezioni legislative anticipate che sconvolgono il calendario parlamentare, con la cessazione di numerosi lavori ed esami in corso.

L'Assemblea Nazionale, da parte sua, difende il progetto di privatizzazione del settore. Nel 2022, Marine Le Pen, allora candidata all’Eliseo, stimava che fosse “sempre più difficile distinguere la specificità” di questo servizio pubblico. Tra le altre misure per risanare le finanze pubbliche, il deputato della RN Sébastien Chenu ha dichiarato lunedì a BFMTV che la privatizzazione potrebbe “essere attuata rapidamente” in caso di vittoria alle elezioni legislative. “Questo progetto è relativamente poco chiaro al momento ma dovrà essere chiarito durante la campagna elettorale”, aggiungono gli analisti di Oddo BHF, che sottolineano che la vittoria del RN è “tutt'altro che garantita ” .

Le projet du RN de privatiser l’audiovisuel public fait chuter TF1 et M6 en Bourse

e ieri avevano chiuso così TF1 ed M6

TF1 ed M6.jpg


Chiaramente, se il partito di Le Pen vincesse le elezioni in Francia (che sono state convocate per il 30 giugno ed il ballottaggio per il 7 luglio) dopo lo scioglimento dell'Assemblea nazionale a seguito della presa d'atto dell'esito delle elezioni europee, sarebbe un colpo al settore media in Francia con ripercussione sui ricavi pubblicitari delle tv private come TF1 ed M6, dato che se privatizzi la tv di stato allora potrà fare più pubblicità. Da questo punto di vista, nel caso si verificasse tale privatizzazione allora potremmo dire... Menomale che non ci siamo comprati M6 e che ritirarono la messa in vendita della società, perché avremmo dovuto affrontare tale ipotetico scenario futuro dai risvolti poco chiari.

Speriamo solo che le idee di Le Pen non vengano copiate da altri stati Ue...
 

Addio partite di Champions in chiaro per i club italiani, Sky Italia blinda il calcio europeo​

Sky Italia si assicura l’esclusività dei diritti tv delle competizioni europee di calcio, escludendo la trasmissione in chiaro delle partite dei club italiani


Sky Italia serra i ranghi sui diritti televisivi di Champions, Europa e Conference League. Le tre competizioni continentali non saranno condivise con altri broadcaster. E in più le gare delle italiane saranno trasmesse solo su piattaforma Sky o su Now. Nessuna delle partite che vedrà impegnate le squadre della Penisola nella nuova Champions andrà quindi in chiaro, nemmeno su Tv8 rete “ammiraglia” della media company di casa Comcast.

No a Mediaset, ma resta Amazon

Dall’estate, quindi, niente più Champions visibile su Mediaset che ha terminato a giugno le sue tre stagioni (come da diritti acquisiti dalla Uefa) fatte di una partita a settimana in chiaro su Canale 5 e offerta completa su Infinity.

Addio partite di Champions in chiaro per i club italiani, Sky Italia blinda il calcio europeo

Dunque, capitolo chiuso!
Sky ha deciso di tener per sé anche i diritti in chiaro, ma con l'aggravante che potranno vedere le partite, che prima trasmettevamo noi in chiaro, solo chi è abbonato.
Uno schiaffo ai poveri che non possono permettersi di pagare un abbonamento e che prima potevano accontentarsi di poter fruire delle partite in chiaro.


O paghi o non vedi!
Ma cosa farà la gente?


E se scegliessero il "non vedo"?
 
MFE A - MFE B - Sky non cede ad altri broadcaster i diritti del calcio europeo
12/06/2024 11:46 - EQ
Secondo il Sole, Sky, dopo che ha acquisito in esclusiva i diritti per il 2024-27 di Champions, Europa e Conference League per 660mn, avrebbe deciso di non ad altri broadcaster i diritti per la trasmissione delle partite delle coppe europee ad eccezione di Amazon che trasmetterà su Prime Video la miglior partita del mercoledì di Champions League.

Rimane da verificare se UEFA chiederà la trasmissione di partite di coppe europee in chiaro. Il calcio rimane un contenuto pregiato grazie all’elevato audience che genera e quindi alla positiva domanda pubblicitaria tra gli advertisers e, come già noto, dalla prossima stagione MFE non trasmetterà più la partita di Champions in chiaro ne offrirà tutte le partite di Champions League su Infinity.
 

Gli abbonati streaming non disdegnano la pubblicità. E durante gli spot sono più attenti​


Più di 7 italiani su 10 promuovono gli abbonamenti Ott con pubblicità. E secondo uno studio The Trade Desk e YouGov, durante gli spot si distraggono meno rispetto a quanto fanno guardando la tv

La scelta dealle piattaforme trova d’accordo gli italiani: il 76% dei telespettatori infatti è disposto ad accettare un servizio in streaming con contenuti pubblicitari a fronte di un servizio più economico o addirittura gratuito.

La ricerca ha rilevato anche che più di 1 spettatore italiano su 2 (il 54% degli intervistati per l’esattezza) sceglierebbe un servizio gratuito di streaming sovvenzionato dalla pubblicità e il 43% un abbonamento, con pubblicità, a un prezzo più economico.

Maggior attenzione​

Per gli advertiser il pubblico dello streaming risulta particolarmente appetibile. E stando ai dati, infatti, risulta altamente coinvolto. Il 73% presta la massima attenzione quando guarda contenuti in streaming, concentrandosi esclusivamente su quello che appare sullo schermo (pubblicità compresa), senza distrarsi in attività diverse. A differenza di chi guarda YouTube (59%) o i social media (52%).
Fanalino di coda la TV tradizionale dove solo il 35% degli italiani intervistati quando è davanti allo schermo dichiara di essere realmente attento a quello che sta guardando.

Gli abbonati streaming non disdegnano la pubblicità. E durante gli spot sono più attenti

Siamo entrati nell’era in cui l’economia dell’attenzione diventa sempre più centrale nelle strategie mediatiche e pubblicitarie. Ed emerge con forza il concetto di Ad-Tention

L’Ad-Tention emerge non solo come metrica di valutazione, ma anche come forza motrice dietro la creazione di contenuti e strategie pubblicitarie, spingendo verso un’innovazione nel modo di concepire e veicolare i messaggi pubblicitari per rispondere efficacemente alle sfide di un ambiente sempre più saturo e competitivo.


#1.803

Io invece ero rimasto che uno andava al bagno durante la pubblicità....
 
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Cairo Communication - MFE B - GroupM si attende una pubblicità in crescita del 4.7%/5% nel 2024
Oggi 10:35 - EQ
Il Sole 24 ore cita una ricerca GroupM (parte del gruppo WPP) sul mercato dell’advertising. Tra i punti principali:
In Italia, l’advertising è atteso crescere tra il +4.7% ed il 5+% nel 2024, grazie principalmente agli eventi sportivi del periodo estivo ed allo streaming;
A livello globale, il mercato pubblicitario cresce più del previsto, con il 2024 atteso a +7.8% (rispetto al +5.3% stimato a dicembre) trainato soprattutto dalla Cina;
La penetrazione del digital advertising è attesa crescere dal 71% dei ricavi totali del 2024 al 75% del 2029. All’interno del digital, 5 aziende rappresentano, nel 2023, il 78% del mercato, ovvero Google, Meta, Amazon, ByteDance e Alibaba.

Le indicazioni sul 2024 confermano la tonicità del mercato pubblicitario. Per MFE in Italia stimiamo una crescita della pubblicità del +3% ma riteniamo le stime siano conservative (possibilità di rialzo di ca. 0.5%/1%) poiché la pubblicità del 1H24 cresce del +6% nonostante il mese di giugno sia impattato eventi che non verranno trasmessi da MFE, ovvero gli Europei di calcio.
Per Cairo, stimiamo una crescita della pubblicità del +3%.
 

Top programmi tv più social: De Filippi, Toffanin, Fazio. Un podio che vale una stagione​

L’edizione di ‘Amici’ che si è conclusa in tv il 18 maggio eleggendo campionessa Sarah Toscano, guida la classifica davanti a ‘Verissimo’, ancora in onda per tutto il mese e dal primo giugno in poi in programmazione con Le Storie. Al terzo posto ‘Che tempo che fa’, on air fino al 12.
Nella graduatoria brilla e sorprende il quarto posto di ‘X-Factor’, mentre delude il settimo posto de l’‘Isola dei Famosi’, conclusosi il 5 giugno con la vittoria del turco Aras Senol

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Top programmi tv più social: De Filippi, Toffanin, Fazio. Un podio che vale una stagione
 

Gli italiani spendono 600 euro l’anno in abbonamenti​

Eliana Corti - 13 Giugno 2024

È la cifra più bassa d’Europa, ma siamo anche i più propensi alla disdetta in caso di abbonamenti. I dati Bango

Gli italiani spendono 600 euro l’anno in abbonamenti ad app e servizi, circa 50 euro al mese. Di questi, il 71% è destinato allo Svod, cui seguono servizi retail (48%), musica (28%), Svod sportivo (20%) e Gaming. È uno dei dati presentati all’interno di European Subscription Wars di Bango, piattaforma tecnologica che si occupa di creare bundle tra provider di contenuti e telco. La ricerca si è basa su interviste a 5mila europei dotati di abbonamento.

COSA VOGLIONO GLI ITALIANI

Gli utenti italiani sono anche i più propensi alla disdetta in caso di aumento di prezzi (48%), scegliendo eventualmente un abbonamento con pubblicità (35%). Il 59% ha dichiarato di non potersi permettere tutti i servizi che vorrebbe
, anche se un buon 30% dichiara di pagare per servizi che attualmente non usa. Il 24% non ha idea più idea di quanto stia pagando nel complesso. Il 57% vorrebbe una sola app per gestire tutti gli abbonamenti, che potrebbe essere gestita dal proprio fornitore di telefonia mobile (46%) o internet provider (26%). Il 36% pagherebbe fino a 16 euro in più in bolletta per tale servizio.

I DATI EUROPEI

Gli abbonati europei spendono una media di 696 euro all’anno per gli abbonamenti ad app e servizi. A spendere di più sono gli utenti britannici (814 euro l’anno), seguiti dai francesi (780 euro), spagnoli (720 euro), tedeschi (684)
e italiani (600). I recenti aumenti di prezzo dei principali servizi Svod hanno condotto quasi la metà degli utenti (42%) a cancellare i propri abbonamenti. Eppure, se potessero, il 60% degli europei acquisterebbe ulteriori abbonamenti (la media per utente oggi è di 3,2). Sì, quindi, agli abbonamenti con pubblicità, anche se le reazioni sono diverse. Nel Regno Unito il 28% degli utenti ha disdetto il proprio abbonamento una volta introdotta la pubblicità, dato che sale al 31% in Spagna (qui l’81% è contrario). Il 31% degli abbonati è passato a un abbonamento con pubblicità meno costoso contro un 26% che ha scelto di pagare di più per evitarla. Ma è una decisione obtorto collo perché il 76% ritiene che gli abbonamenti a pagamento dovrebbero restare senza pubblicità. Si chiede, inoltre, una semplificazione della gestione degli abbonamenti, attraverso un super-bundle o un singolo hub che permetta di pagare tutto insieme: lo chiede il 58% degli europei intervistati.

Gli italiani spendono 600 euro l’anno in abbonamenti - Tivubiz
 

LA REACH DELLE PIATTAFORME VIDEO ON-DEMAND AL 45,3% IN MAGGIO PER SINOTTICA GFK​

13 Giugno 2024

Nelle 5 settimane dal 29 aprile al 2 giugno il 45,3% della popolazione italiana con più di 14 anni ha fruito di contenuti video on-demand secondo GfK Sinottica VOD, servizio in collaborazione tra Media Consultants, GfK e AltLab.

L’analisi evidenzia che la fruizione di contenuti VOD è stata di 7 ore e 17 minuti a testa alla settimana, con un tempo pro-capite per lo spettatore medio di oltre 3 ore e 25 minuti settimanali.

La top 5 delle piattaforme vede al primo posto Netflix con 16,4 punti di reach percentuale, seguita da Amazon Prime Video con il 13,9%, RaiPlay con il 7,52%, l’intero comparto VOD Sky al 5,11% e Mediaset Infinity con il 5,09%.

L’analisi evidenzia anche che i livelli medi di fruizione e la classifica dei diversi operatori variano a seconda delle età: tra i 14-24enni in testa ci sono Netflix (24,2%), Amazon Prime Video (7,83%), Sky (4,9%), Dazn (4,56%) e RaiPlay (4,25%), mentre tra gli over 65 il podio è occupato da Amazon Prime Video (11,8%), RaiPlay (10,1%) e Netflix (9,12%) seguiti da Mediaset Infinity (7,92%) e Sky (5,09%).

La reach delle piattaforme video on-demand al 45,3% in maggio per Sinottica GfK
 
Riporto l'andamento di alcuni titoli media europei di oggi

Quotazioni titoli media.jpg



Praticamente un funerale.
 

ProSiebenSat.1 punta tutto su Joyn​

13 giugno 2024 alle 11:46

DÜSSELDORF (dpa-AFX) - Il gruppo televisivo ProSiebenSat.1 intende basare la sua programmazione futura interamente sulla piattaforma di streaming Joyn. "Stiamo basando le decisioni di programmazione per i nostri canali lineari su questa domanda: Come può un programma derivante dall'interazione tra Joyn e i nostri canali lineari raggiungere un'ottima portata complessiva - nel rispettivo gruppo target?", ha dichiarato il responsabile dei contenuti del Gruppo ProSiebenSat.1, Henrik Pabst, giovedì in occasione dello Screenforce Day Festival a Düsseldorf.

Joyn sarà al centro di tutti i piani di contenuto per la stagione di programmazione 2024/2025, ha detto Pabst. "Misuriamo il successo di un programma in base ai risultati su Joyn e sui nostri canali lineari. La cosa positiva è che questa strategia porta ad una forte crescita su Joyn - sia in termini di tempo di visione che di spettatori, gli utenti dei video. Inoltre, stiamo già aumentando in modo significativo la portata nei gruppi target rilevanti, in particolare per i nostri principali marchi di fiducia".

Pabst ha annunciato: "Per la stagione 24/25, stiamo producendo più programmi di fiction come gruppo che negli ultimi cinque anni messi insieme, tutti disponibili su Joyn. Inoltre, trasmetteremo più programmi che mai - tutti disponibili su Joyn. Stiamo quindi attuando in modo coerente ciò che abbiamo annunciato nel dicembre 2023: Stiamo investendo molto di più nelle produzioni interne rispetto agli anni precedenti. Con questo passo, sottolineiamo la distintività di Joyn e rafforziamo i nostri canali lineari".

Diverse produzioni interne di Joyn sono ai blocchi di partenza per il 2024/25: in "Die Stinos" (Inverno 2024), Johanna Christine Gehlen e suo marito Sebastian Bezzel interpretano una coppia normale che vuole semplicemente vivere la sua vita normale contro la resistenza dei suoi simili. Fahri Yard?m e Rocko Schamoni sono al centro della serie "Der Upir" (autunno 2024) come vampiri. In "KEKs" (autunno 2024), una cricca caotica in una scuola di punta in fondo all'ordine gerarchico lotta con i piccoli, assurdi e romantici problemi della crescita.

Oltre a Joyn, la famiglia di canali comprende anche Sat.1, ProSieben, Kabel Eins, Sixx, ProSieben Maxx, Sat.1 Gold e Kabel Eins Doku./bok/DP/ngu

ProSiebenSat.1 punta tutto su Joyn

Ancora più amore: Sat.1 si concentrerà maggiormente sulle serie tedesche la sera prima di cena​

13 giugno 2024 alle 12:30

DÜSSELDORF (dpa-AFX) - Il canale televisivo Sat.1 vuole trasmettere più serie tedesche per famiglie la sera. Le serie tedesche sono "profondamente radicate nel DNA di Sat.1", ha detto il capo dell'emittente Marc Rasmus giovedì al Festival Screenforce Day di Düsseldorf. "Die Landarztpraxis" - la seconda stagione è attualmente in onda dal lunedì al venerdì alle 19.00 - è un successo per il canale. Sat.1 sta quindi pianificando di ampliare il programma delle serie tedesche. Questo colore di programma inizierà quindi un'ora prima - alle 18.00 - con un secondo formato in ogni caso.

A partire da luglio, il canale produrrà "Für alle Fälle Familie", una serie di 80 episodi per lo slot delle 18.00. La protagonista Julia "Jule" Beyer (Anna Angelina Wolfers) torna nella sua casa sulla Mosella per lavorare come giudice dopo una separazione. Ne ha abbastanza degli uomini, ma si trova improvvisamente tra due pretendenti. Le riprese sono attualmente in corso nel Brandeburgo per 80 episodi di "Die Spreewaldklinik" con Sina-Valeska Jung e Muriel Baumeister. Il programma dovrebbe iniziare ad andare in onda nel 2024 nella fascia oraria delle 19.00 su Sat.1.

Il capo del canale Rasmus ha sottolineato: "Il nostro investimento in ulteriori serie dimostra quanto prendiamo sul serio questo colore di programma. Sono molto contento delle nostre serie con il cuore a Schliersee, nello Spreewald, sulla Mosella e in altri luoghi meravigliosi."/bok/DP/ngu

Ancora più amore: Sat.1 si concentrerà maggiormente sulle serie tedesche la sera prima di cena
 
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