Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte X

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
quella affittata è solo la prima che ho indicato.
 
a Milano il 99% delle case sono in condominio e il 110% lo decide il condominio mica il singolo che acquista per investimento.
Non è che uno acquista un bilocale catapecchia e poi spera che il condominio approvi il rifacimento di tutto.
Che poi il 110% è abbastanza complicato da impostare e poi mica ti copre tutto ma solo l'efficientamento energetico.
Il 110% ha senso per le case indipendenti in cui puoi decidere in autonomia, ma a Milano quante case del genere ci sono?

ma infatti...
 
Il mattone in Lombardia, la crisi frena le vendite delle case, ora a salire sono i prezzi degli affitti

Conseguenze della domanda e dell'offerta. E qui si ritorna alla doppia velocità, con la voglia di una casa di proprietà calata del 3% e la ricerca di un indirizzo in affitto in aumento del 74%. Segno, annotano gli esperti del mercato immobiliare, "di una città che marcia a pieno ritmo".

In ogni caso, per ora la frenata delle ricerche di abitazioni in vendita non si è ancora trasferita sul fronte dei prezzi: i costi, appunto, in media sono saliti ulteriormente dello 0,9%. Ancora più significativa la sequenza: comprare casa in città è costato il 2,6% in più rispetto a sei mesi fa e il 4,9% di un anno fa. La velocità degli aumenti, però, ha iniziato a calare.
 
oggi IRS ha abbondantemente superato oggi il 3%
siamo ai livelli del 2011
immagine_2022-10-10_164951526.png
 

Allegati

  • IRS 3.jpg
    IRS 3.jpg
    13,4 KB · Visite: 208
Premettendo che concordo sul fatto che la discrepanza tra costo abitativo e salari sia un problema serio e attuale, soprattutto a Milano, città del topic e dai prezzi sempre più distanti dalle tasche dei normali salariati, devo fare una riflessione sui giudizi morali che puntualmente emergono di fronte alla gente che spende i soldi.

In questo caso si parla di immobiliare (mutuotombalizzati, schiavi, ecc.), ma basta scorrere qualsiasi piattaforma semi social per vedere indignazione sui prezzi, non so perché in particolare emerge quello delle pizze.

Ora, posso benissimo capire una certa prospettiva etica di voler cercare un valore intrinseco del bene/servizio e paragonarlo al prezzo. Lo facciamo tutti credo.

Quello che non capisco è la valutazione morale di come altre persone spendono i loro soldi, la maggior parte delle volte espressa come "X tonto, spende per A quando ci potrebbe fare 100 B".
Sia chiaro, è legittimo preferire una cosa rispetto ad un'altra, ma è una prospettiva attraverso la quale si giudica superfluo tutto ciò che non è essenziale (e fin qua..), ma che se fosse applicata significherebbe vivere ai minimi con microcasa in posto economico con mezzi pubblici, automobile vecchia e low cost, abbigliamento low cost, cibi da discount e Ronco ad accompagnare.

Tutto il resto sostanzialmente rientra nel soggettivo. Incluso preferire a pari prezzo, per esempio, un appartamento da 1M di euro a Milano rispetto alla stessa cifra spesa per 250 mq di villa con ampio giardino, piscina e triplo garage, dove collocare auto e moto premium, il tutto nella ridente campagna a scelta.
Perché un conto è pesare un discorso finanziario (Fatto 100 un indicatore di patrimonio+reddito, quanto dedicare alla casa?), ma una volta decisa una cifra il come venga spesa è totalmente discrezionale.

Mi piace molto il tuo messaggio, è un aspetto che merita di essere approfondito.

Rispondo esprimendo la mia opinione, sottolineando che per altri "detrattori" del mattone milanese le motivazioni potrebbero essere diverse.

Il giudizio morale, per quel che mi riguarda, ha a che fare con l'unione tra "immobile f1gh3tt0", o comunque che fornisce status sociale per via della zona, e guinzaglio intorno al collo che si è disposti ad accettare pur di raggiungere tale status, in termini di mutuo tombale, orari di lavoro disumani, allin del fieno in cascina delle generazioni precedenti...

Non c'è nessun giudizio morale se uno che se lo può permettere e gli piace compra in centro o semicentro avendo redditi oppure patrimonio adeguato. In quest'ultimo caso, in particolare, sicuramente non farà il criceto, ed avrà quindi maggior modo di godersi i servizi che la metropoli ha da offrire.

Se però una coppia compra immobile da 600k in semicentro e poi guadagnano 60k netti in due, o spesso anche meno, è tutto un altro paio di maniche. Separazione, licenziamento, rincari, spese impreviste ecc. e finiscono nei guai, e questo solo per guadagnare in immagine coi conoscenti. Basta anche solo un superiore bullo che sa che il sottoposto è in trappola e ne approfitta, e la qualità della vita precipita.
 
Mi piace molto il tuo messaggio, è un aspetto che merita di essere approfondito.

Rispondo esprimendo la mia opinione, sottolineando che per altri "detrattori" del mattone milanese le motivazioni potrebbero essere diverse.

Il giudizio morale, per quel che mi riguarda, ha a che fare con l'unione tra "immobile f1gh3tt0", o comunque che fornisce status sociale per via della zona, e guinzaglio intorno al collo che si è disposti ad accettare pur di raggiungere tale status, in termini di mutuo tombale, orari di lavoro disumani, allin del fieno in cascina delle generazioni precedenti...

Non c'è nessun giudizio morale se uno che se lo può permettere e gli piace compra in centro o semicentro avendo redditi oppure patrimonio adeguato. In quest'ultimo caso, in particolare, sicuramente non farà il criceto, ed avrà quindi maggior modo di godersi i servizi che la metropoli ha da offrire.

Se però una coppia compra immobile da 600k in semicentro e poi guadagnano 60k netti in due, o spesso anche meno, è tutto un altro paio di maniche. Separazione, licenziamento, rincari, spese impreviste ecc. e finiscono nei guai, e questo solo per guadagnare in immagine coi conoscenti. Basta anche solo un superiore bullo che sa che il sottoposto è in trappola e ne approfitta, e la qualità della vita precipita.

Sinceramente non so quanti comprino casa a Milano solo per poter dire ad amici e parenti abito a Milano, immagino una percentuale irrisoria rispetto a chi lo fa per tantissimi altri motivi, non ultimo il fatto che c'è una buona probabilità che l'investimento non perda di valore o ne perda meno che in altri contesti. In ogni caso qualsiasi considerazione di tipo morale/estetico/sanitario su Milano e il vivere a Milano lascia il tempo che trova, ognuno ha la sua opinione e se questa non ha rilevanza per spiegare l'andamento dei prezzi (di fatto secondo me non ne ha) diventa una semplice chiacchera da bar
 
Sinceramente non so quanti comprino casa a Milano solo per poter dire ad amici e parenti abito a Milano, immagino una percentuale irrisoria rispetto a chi lo fa per tantissimi altri motivi, non ultimo il fatto che c'è una buona probabilità che l'investimento non perda di valore o ne perda meno che in altri contesti. In ogni caso qualsiasi considerazione di tipo morale/estetico/sanitario su Milano e il vivere a Milano lascia il tempo che trova, ognuno ha la sua opinione e se questa non ha rilevanza per spiegare l'andamento dei prezzi (di fatto secondo me non ne ha) diventa una semplice chiacchera da bar

La penso diversamente sul fatto che la prima casa sia un investimento. Lo è solo in parte, dato che quando uno ci abita, per definizione rinuncia al reddito che essa garantirebbe. Rimane la possibilità che si apprezzi, ma quella c'è anche se compri due case che costano la metà e una la affitti.
 
Acquisto seconda casa

Sono più decentrate ma messe un pò meglio.
Se l'inquilino è puntualissimo, perché vendono?

Infatti non l'ho capito, in pratica due case sono nello stesso civico, mentre una è in un altro.
 
La penso diversamente sul fatto che la prima casa sia un investimento. Lo è solo in parte, dato che quando uno ci abita, per definizione rinuncia al reddito che essa garantirebbe. Rimane la possibilità che si apprezzi, ma quella c'è anche se compri due case che costano la metà e una la affitti.

Sì, certamente la prima casa non è un investimento nel senso che non genera reddito però il fatto che si apprezzi o almeno non perda di valore non è un dato irrilevante nella decisione di acquistare, e anche di vendere. Immagino infatti che tanti stiano vendendo prime case in semicentro a quotazioni impensabili qualche anno fa, per ricomprare appartamenti più grandi in zone meno appetibili. A sua volta chi compra lo fa con l'idea che se un domani dovesse vendere, lo farà a condizioni migliori di quelle che ha trovato comprando. Poi tutto è possibile, anche che sia uno schema di Ponzi immobiliare e che qualcuno rimarrà scottato
 
Mi piace molto il tuo messaggio, è un aspetto che merita di essere approfondito.

Rispondo esprimendo la mia opinione, sottolineando che per altri "detrattori" del mattone milanese le motivazioni potrebbero essere diverse.

Il giudizio morale, per quel che mi riguarda, ha a che fare con l'unione tra "immobile f1gh3tt0", o comunque che fornisce status sociale per via della zona, e guinzaglio intorno al collo che si è disposti ad accettare pur di raggiungere tale status, in termini di mutuo tombale, orari di lavoro disumani, allin del fieno in cascina delle generazioni precedenti...

Premetto che, come ho sempre sostenuto, l'acquisto nelle aree di pregio ha due principali driver: il primo è indubbiamente l'affermazione di un certo status, il secondo è la prospettiva di conservazione del valore immobiliare.
Penso anche, e la mia esperienza è pressoché unanime, che nel sostegno ai prezzi milanesi il ruolo principale lato domanda (quindi escludo BnB e altri fattori che inficiano l'offerta) sia l'appoggio famigliare. Letteralmente tutti quelli che conosco che hanno comprato casa, l'han fatto con appoggio della famiglia.

Devo però dire che la storia del "criceto per il mutuo" a me sinceramente non torna molto. Mi pare una descrizione un po' da film di quello che fa 2 lavori per campare il mutuo. Da quanto vedo esiste eccome una fetta di persone che si sacrifica in nome dello status, semplicemente spende tutto quello che guadagna o quasi.

Cresciuto nell'hinterland, ho là la maggior parte delle mie conoscenze. Senza mutui tombali (o con importi decisamente ridicoli) vedo come vestiti firmati, viaggi costosi, sempre fuori a mangiare, macchina premium e altre forme di godimento materiale a scelta, siano soluzioni altrettanto efficaci di azzeramento dello stipendio.

Non c'è nessun giudizio morale se uno che se lo può permettere e gli piace compra in centro o semicentro avendo redditi oppure patrimonio adeguato. In quest'ultimo caso, in particolare, sicuramente non farà il criceto, ed avrà quindi maggior modo di godersi i servizi che la metropoli ha da offrire.

Se però una coppia compra immobile da 600k in semicentro e poi guadagnano 60k netti in due, o spesso anche meno, è tutto un altro paio di maniche. Separazione, licenziamento, rincari, spese impreviste ecc. e finiscono nei guai, e questo solo per guadagnare in immagine coi conoscenti. Basta anche solo un superiore bullo che sa che il sottoposto è in trappola e ne approfitta, e la qualità della vita precipita.

Le questioni che poni sui rischi sono sacrosante, ma personalmente le trovo abbastanza indipendenti.
Il matrimonio a farfalle per esempio è spesso una rovina, vero. Ma è una rovina in generale anche perché capita che finisca "nel sangue" (non letterale) tra avvocati, ripicche e varie.
Il capo bullo è un problema per chiunque. Perché magari uno con mutuo leggero (o senza) ha maggiori possibilità di reagire (o maggior coraggio) ma pure qui la mia esperienza mi insegna che patisci, anche fino alla depressione, pure se vivi GRATIS in casa ereditata.
Sono condizioni che devastano la stabilità della persona considerando il tempo di esposizione (tendente all'infinito nel caso moglie).

Il punto però è proprio il risparmio. Ossia spendere quello che le proprie tasche si possono permettere. Io personalmente conosco zero persone che vivono impiccate perché hanno 600k di casa, ma il mondo è vario e ci saranno pure loro.

Perché attenzione, la contrapposizione che viene fatta solitamente è tra l'acquisto della casa milanese e l'alternativa in zona economica finalizzata al godersi la vita. Se i 600k diventano villa con piscina (che ne costa anche meno eh), 1 BMW a testa, maggior ricambio di guardaroba, la vacanza più luxury e il doppio delle uscite a cena, alla fine cosa cambia? Non mi pare siano scelte finanziariamente sensate, anzi.
 
Sinceramente non so quanti comprino casa a Milano solo per poter dire ad amici e parenti abito a Milano, immagino una percentuale irrisoria rispetto a chi lo fa per tantissimi altri motivi, non ultimo il fatto che c'è una buona probabilità che l'investimento non perda di valore o ne perda meno che in altri contesti. In ogni caso qualsiasi considerazione di tipo morale/estetico/sanitario su Milano e il vivere a Milano lascia il tempo che trova, ognuno ha la sua opinione e se questa non ha rilevanza per spiegare l'andamento dei prezzi (di fatto secondo me non ne ha) diventa una semplice chiacchera da bar

La penso diversamente sul fatto che la prima casa sia un investimento. Lo è solo in parte, dato che quando uno ci abita, per definizione rinuncia al reddito che essa garantirebbe. Rimane la possibilità che si apprezzi, ma quella c'è anche se compri due case che costano la metà e una la affitti.

Investimento sì, investimento no. Il grande dilemma.

Sposto la prospettiva sul piano famigliare, giusto per spiegare perché io penso sia decisiva sui prezzi. Famiglia X ha risparmi, tanti risparmi. Famiglia X di solito ha anche una cultura finanziaria medio bassa, è cresciuta a pane BTP e bollettini postali. Ne deriva che la prospettiva del famoso ETF globale, lifestrategy o altri investimenti redditizi non vengano nemmeno considerati. Ricordo che FOL alla fine è una piccola nicchia.

Quando figlio laureato si sposta a lavorare, famiglia X valuta cosa fare. E così arriva un 50% (pure di più) d'anticipo mutuo al figliolo. E' un investimento? Forse non da manuale, ma sicuramente è un'operazione che permette l'aumento del patrimonio della famiglia e genera un vantaggio competitivo della stessa. Che questo pompi il mercato è un problema certo, ma è un problema di chi non ha le spalle coperte.

Milano in questo periodo rappresenta un punto di arrivo o di passaggio per molti rampolli di famiglie abbienti da fuori, vuoi per minor concorrenza nazionale, vuoi per l'expo, vuoi per il magic moment della città. Per capire l'andamento dei prezzi si passa da qui, dal fatto che per ogni casa decente vi sia una domanda di 100 persone, delle quali una parte disposta a esborsi importanti.

Nonostante i piagnistei sui giornali di gente che pretende la casa di cittadinanza in zona carina, la fortuna enorme dell'area milanese è un ampio hinterland che offre prezzi e soluzioni per tutte le tasche.
 
Premetto che, come ho sempre sostenuto, l'acquisto nelle aree di pregio ha due principali driver: il primo è indubbiamente l'affermazione di un certo status, il secondo è la prospettiva di conservazione del valore immobiliare.
Penso anche, e la mia esperienza è pressoché unanime, che nel sostegno ai prezzi milanesi il ruolo principale lato domanda (quindi escludo BnB e altri fattori che inficiano l'offerta) sia l'appoggio famigliare. Letteralmente tutti quelli che conosco che hanno comprato casa, l'han fatto con appoggio della famiglia.

Devo però dire che la storia del "criceto per il mutuo" a me sinceramente non torna molto. Mi pare una descrizione un po' da film di quello che fa 2 lavori per campare il mutuo. Da quanto vedo esiste eccome una fetta di persone che si sacrifica in nome dello status, semplicemente spende tutto quello che guadagna o quasi.

Cresciuto nell'hinterland, ho là la maggior parte delle mie conoscenze. Senza mutui tombali (o con importi decisamente ridicoli) vedo come vestiti firmati, viaggi costosi, sempre fuori a mangiare, macchina premium e altre forme di godimento materiale a scelta, siano soluzioni altrettanto efficaci di azzeramento dello stipendio.



Le questioni che poni sui rischi sono sacrosante, ma personalmente le trovo abbastanza indipendenti.
Il matrimonio a farfalle per esempio è spesso una rovina, vero. Ma è una rovina in generale anche perché capita che finisca "nel sangue" (non letterale) tra avvocati, ripicche e varie.
Il capo bullo è un problema per chiunque. Perché magari uno con mutuo leggero (o senza) ha maggiori possibilità di reagire (o maggior coraggio) ma pure qui la mia esperienza mi insegna che patisci, anche fino alla depressione, pure se vivi GRATIS in casa ereditata.
Sono condizioni che devastano la stabilità della persona considerando il tempo di esposizione (tendente all'infinito nel caso moglie).

Il punto però è proprio il risparmio. Ossia spendere quello che le proprie tasche si possono permettere. Io personalmente conosco zero persone che vivono impiccate perché hanno 600k di casa, ma il mondo è vario e ci saranno pure loro.

Perché attenzione, la contrapposizione che viene fatta solitamente è tra l'acquisto della casa milanese e l'alternativa in zona economica finalizzata al godersi la vita. Se i 600k diventano villa con piscina (che ne costa anche meno eh), 1 BMW a testa, maggior ricambio di guardaroba, la vacanza più luxury e il doppio delle uscite a cena, alla fine cosa cambia? Non mi pare siano scelte finanziariamente sensate, anzi.

secondo me l'unica differenza è che se vai in rovina col mutuo impiccato sei fregato, se vai in rovina con casa che costa la metà devi tagliare il superfluo (con enormi sacrifici, sia chiaro, ma è più semplice)
 
Le questioni che poni sui rischi sono sacrosante, ma personalmente le trovo abbastanza indipendenti.
Il matrimonio a farfalle per esempio è spesso una rovina, vero. Ma è una rovina in generale anche perché capita che finisca "nel sangue" (non letterale) tra avvocati, ripicche e varie.
Il capo bullo è un problema per chiunque. Perché magari uno con mutuo leggero (o senza) ha maggiori possibilità di reagire (o maggior coraggio) ma pure qui la mia esperienza mi insegna che patisci, anche fino alla depressione, pure se vivi GRATIS in casa ereditata.
Sono condizioni che devastano la stabilità della persona considerando il tempo di esposizione (tendente all'infinito nel caso moglie).

Il punto però è proprio il risparmio. Ossia spendere quello che le proprie tasche si possono permettere. Io personalmente conosco zero persone che vivono impiccate perché hanno 600k di casa, ma il mondo è vario e ci saranno pure loro.

Perché attenzione, la contrapposizione che viene fatta solitamente è tra l'acquisto della casa milanese e l'alternativa in zona economica finalizzata al godersi la vita. Se i 600k diventano villa con piscina (che ne costa anche meno eh), 1 BMW a testa, maggior ricambio di guardaroba, la vacanza più luxury e il doppio delle uscite a cena, alla fine cosa cambia? Non mi pare siano scelte finanziariamente sensate, anzi.

ma infatti la cosa del matrimonio mi fa ridere. se ti separi nell'hinterland non perdi soldi invece? sempre per portare esempi concreti, la mia amica che sta cercando a milano è separata. con l'ormai ex marito avevano comprato a inizio anni '10 un appartamento gigante in provincia, appena fuori città, che l'anno scorso hanno rivenduto. a meno soldi. ovviamente ora si sta mangiando le mani, perché se nello stesso periodo avessero comprato casa a milano (ovviamente un po' più piccola), ora non dico che varrebbe il doppio, ma sicuramente non ci avrebbe perso soldi, anzi. e oggi riacquisterebbe con più facilità.
 
ma infatti la cosa del matrimonio mi fa ridere. se ti separi nell'hinterland non perdi soldi invece? sempre per portare esempi concreti, la mia amica che sta cercando a milano è separata. con l'ormai ex marito avevano comprato a inizio anni '10 un appartamento gigante in provincia, appena fuori città, che l'anno scorso hanno rivenduto. a meno soldi. ovviamente ora si sta mangiando le mani, perché se nello stesso periodo avessero comprato casa a milano (ovviamente un po' più piccola), ora non dico che varrebbe il doppio, ma sicuramente non ci avrebbe perso soldi, anzi. e oggi riacquisterebbe con più facilità.

Una casa gigante a Milano sicuramente era incomprabile, ed una "un po' più piccola" idem.
Poi probabilmente a Milano teneva meglio il prezzo ma detta così, mi riferisco a tutto il tuo quote, le affermazioni mi sembrano troppo semplicistiche.
Poi uno non è che compri solo in ottica futuro fallimento matrimoniale o problematiche varie quando prende 1^ casa, ripeto 1^ casa.
 
Aggiungerei (ai soliti, e ottimi, drivers rimarcati da @cecc88) anche il fatto di:
- zone centrale --> tempo risparmiato (a livello di logistica pura) e non solo.

Mi spiego, oltre ai 2 drivers: status sociale + conservazione del valore immobiliare; il prendere casa a pagano, piuttosto che a bisceglie; o a Pta Venezia piuttosto che a Precotto, in media fa risparmiare tempo negli spostamenti (o spesso addirittura si può uscire a piedi o in bici e si è in centro nel giro di una manciata di minuti), si risparmia i costi della metro (ok, costi irrisori probabilmente?) + stress da metro (indubbio!), ottimizzando anche i tempi in uscita/rientro (da lavoro, ma non solo).

Ovviamente questo driver è correlato (o magari intrinseco) nel driver 'status sociale', ma ci tengo a rimarcarlo poiché con il solo 'status sociale' sembra quasi che "ho casa a porta venezia --> voglio ostentare una certa ricchezza", senza in realtà andare a sottolineare gli altri benefit che si possono avere.

Che poi questi benefit valgono il premium price da pagare (7/8k and counting al mq, rispetto a farsi 'x' minuti in più di metro o bici e stare sui 4k o meno), questo non lo so..forse ne dubito almeno un po'..
Però (per esperienza personale), specialmente quando ci son le belle giornate, non è male ritrovarsi già nel centro di Milano con poco sforzo, piuttosto che "uff, devo prendere la metro"/"non mi va proprio di andare in centro a far un'ape con tizio"/farsi Viale Monza in bici/monopattino in mezzo al traffico..

E con ciò non sto dicendo che le zone centrale siano le uniche con servizi e posti carini, ci mancherebbe. Ma senza dubbio ti offrono una miriade di combinazioni in più rispetto al viver fuori
 
Una casa gigante a Milano sicuramente era incomprabile, ed una "un po' più piccola" idem.
Poi probabilmente a Milano teneva meglio il prezzo ma detta così, mi riferisco a tutto il tuo quote, le affermazioni mi sembrano troppo semplicistiche.
Poi uno non è che compri solo in ottica futuro fallimento matrimoniale o problematiche varie quando prende 1^ casa, ripeto 1^ casa.


scusami ma non sono semplicistiche, è la realtà che mi è stata raccontata. ok, magari non “un po’ più piccola”, ma la domanda è: gli servivano davvero 140 mq su due livelli (senza figli)? Evidentemente no, al di là del fatto che poi si sono separati. Potevano “accontentarsi” di un trilocale di 90/100 mq a milano, ovviamente non in centro, ma magari appena fuori dalla circonvallazione? In una di quelle zone che anni fa stavano a meno di 3k euro al mq e ora magari rivenderesti a 4/4.5k? Secondo la mia amica, ma col senno di poi è sempre facile, sì.
 
Trilocale sicuramente si per due persone, ma non era tanto quello il mio discorso ma il fatto che una casa GIGANTE te la puoi permettere solo fuori e ci sono tante famiglie con PROLE a cui farebbe comodo una casa gigante che a Milano non potrebbe mai permettersi.

Detto questo non era mia intenzione fare il bastian contrario però diciamo che a mio modo di vedere la questione non è così semplice altrimenti vorrebbe dire che ha senso prendere casa solo a Milano anzichè in comuni poco distanti.

Poi capisco che Milano sarebbe più attraente per vari motivi ma non è neppure per forza l'ombelico del mondo se magari nel primo hinterland puoi permetterti qualcosa di più consono.

Che poi, gira e rigira, ripetiamo sempre le solite cose da anni. Comprare fuori a minor prezzo o a Milano a maggior prezzo? Secondo me una risposta univoca non esiste, fermo restando che a me interessa fino ad un certo punto non essendo lombardo e non vivendo in Lombardia.:)
 
Trilocale sicuramente si per due persone, ma non era tanto quello il mio discorso ma il fatto che una casa GIGANTE te la puoi permettere solo fuori e ci sono tante famiglie con PROLE a cui farebbe comodo una casa gigante che a Milano non potrebbe mai permettersi.

Detto questo non era mia intenzione fare il bastian contrario però diciamo che a mio modo di vedere la questione non è così semplice altrimenti vorrebbe dire che ha senso prendere casa solo a Milano anzichè in comuni poco distanti.

Poi capisco che Milano sarebbe più attraente per vari motivi ma non è neppure per forza l'ombelico del mondo se magari nel primo hinterland puoi permetterti qualcosa di più consono.

Che poi, gira e rigira, ripetiamo sempre le solite cose da anni. Comprare fuori a minor prezzo o a Milano a maggior prezzo? Secondo me una risposta univoca non esiste, fermo restando che a me interessa fino ad un certo punto non essendo lombardo e non vivendo in Lombardia.:)

Certo, sono preferenze infatti. Solo che troppo spesso in questo topic, come sottolinea cecc88, si danno giudizi troppi netti basati sulle proprie, senza guardare ai numeri e, a mio avviso, con poca lungimiranza. Per dire, scommetto che 15 anni fa qualcuno qui dentro avrebbe scritto “ma sei matto a comprare un trilocale in Isola a quel prezzo, è una zona malfamata e isolata, con la stessa cifra meglio la villetta a [paesino dell’interland]. peccato che ora il trilocale in isola varrebbe il doppio e la villetta il 15% in meno (è un esempio eh, magari avessi comprato una casa in Isola 15 anni fa :D)
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro