Eh, la fai facile. Le aziende aprono sedi centrali per fare distretto, ecosistema. Per rappresentanza. E per essere comode da raggiungere. Non è un caso che Porta Nuova sia fra Garibaldi e Centrale. Spostarsi significa perdere competitività.
Alzare gli stipendi significa alzare i costi e quindi perdere competitività.
Poi magari spostano davvero Satispay a Cuneo eh, non saprei. Secondo me no.
Ma che Cuneo dai.
La Defense è fuori dal comune di Parigi, tanto per dire. Ma anche a Milano abbiamo poli lavorativi a S.Donato, Rogoredo (futuro), Lorenteggio, Assago, Rho e così via. Mind può accogliere un altro distretto.
Capisco benissimo perché si apre in centro, ma questo, ancora, non può essere un problema della collettività.
Perché deve essere chiaro che qualsiasi misura proposta (case popolari, restrizioni AirBnB, tassa sugli sfitti, patrimoniali, ecc.) prevede oneri che paga la cittadinanza o l'intera collettività (la stessa limitazione di AirBnB è una sottrazione del reddito a principalmente piccoli proprietari, sebbene io sia mediamente d'accordo su questa).
Finché questi oneri svolgono un ruolo sociale sono benvenuti, ma non si può sostituire il ruolo che hanno le aziende. E' compito delle aziende, pubbliche e private, creare valore, pagare stipendi e ridurre i costi.
Se dovessi pensare ad aspetti sociali del territorio sarei più orientato a separare le aree turistiche (ormai lanciate verso una gentrificazione inesorabile) delocalizzando all'esterno poli lavorativi e accademici, così da "allargare" la città stimolando lo sviluppo delle aree limitrofe.
Questo sarebbe anche un boost per la rivalutazione di città dormitorio e per lo sviluppo dei trasporti, oltre a spostare la necessità di molti di vivere in città.
Viceversa troverei poco etico aggredire i patrimoni e le rendite per far sì che le aziende possano continuare a marginare sul ribasso offerto dai lavoratori del meridione.
Personalmente credo molto poco alla competitività internazionale nel mercato del lavoro. Milano da fuori pesca solo nelle poche situazioni in cui è realmente competitiva sull'offerta economica, altrimenti resta principalmente una meta principalmente italiana (e immigrata povera).
Dato che credo fermamente sia impossibile (ripeto, salvo recessione) in un contesto basato sui patrimoni consentire a lavoratori medio-alti (i classici quadri) non patrimonializzati di vivere in semicentro, credo che la strada da perseguire sia promuovere lo sviluppo delle aree limitrofe.
Internazionalmente parlando ha tre aeroporti e ti consente di raggiungere entro le 3h le principali mete turistiche italiane con l'alta velocità.
Il turismo è cambiato, due giorni, quattrocento selfie e via.
Milano per questa roba è perfetta.
Non dimenticare poi che è una, se non la, capitale europea della moda, del design, dell'arte contemporanea, ha il teatro, l'opera, il lusso, lo shopping, i grattacieli, Chinatown (quanti grattacieli e quante Chinatown contiamo in UE?) e un sacco di eventi durante l'anno.
Se proprio sei un boomer puoi andare a vederti, che so, un disegno originale di Raffaello all'Ambrosiana, un Hayez originale a Brera, l'Ultima Cena di Leonardo, tutto Caravaggio, Mantegna, per non parlare dell'arte del '900.
Lo dico? Lo dico. Una quantità, almeno per me, davvero sorprendente di stranieri mi ha detto che ama Milano anche per il cibo. Per il resto concordo, e aggiungo che il turismo credo sia cresciuto ovunque, c'è proprio più gente che viaggia.