Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte XV

Scusate l'intrusione amichevole. So che Milano presenta quotazioni attuali elevatissime, si arriva senza problemi a 6mila euro a mq. in periferia se vicino alla metro. Leggo alcuni di voi parlare di investimento. Ora, al di là del futuro che nessuno conosce ma che presenta poche probabilità di chissà quale rivalutazione rispetto ad oggi (Milano è Milano e lo sappiamo, ma a tutto c'è un limite), domando se davvero ipotizzate acquisti a simili quotazioni. Esistono i fitti, vero, ma con simili quotazioni non so fino a che punto possa convenire. Non è che ci si espone con troppo capitale, con tutti i rischi conseguenti?

Premetto che non sono un fan dell' investimento immobiliare e non comprerei a Milano per investire.

Tuttavia se uno cerca casa per abitare può considerare le periferie nominate nelle pagine addietro con costi sostenibili, mirando magari a contesti con potenziale sviluppo, sia per il valore della casa, sia per la godibilità della zona.

Alternativa è pagare affitto salato (quindi non patrimonializzarsi) oppure uscire dalla città, in base alle proprie necessità logistiche.
 
A Milano è in atto un processo noto come "gentrification", termine coniato per descrivere ciò che stava succedendo a Londra mezzo secolo fa.

Milano è destinata a divenire sempre più esclusiva, chi non ha il reddito o il capitale per permettersi di acquistare o affittare dentro la circonvallazione, sceglie aree periferiche ben collegate.
Quando anche le aree periferiche milanesi saranno off limits per lo stipendio della classe media ci si sposterà nei comuni di prima fascia.

Chi lavora in centro non necessariamente deve viverci, deve mettere in conto di dover pendolare quotidianamente dall'hinterland se non si può permettere di comprare ai prezzi attuali.

La domanda su Milano rimane alta rispetto all'offerta per cui oggi rimane una delle migliori piazze immobiliari su cui investire in Italia.
Il numero di famiglie benestanti che si possono permettere i prezzi immobiliari di Milano è superiore alla ricettività del Comune, lo stipendio fisso dell'impiegato medio non ha rilevanza, si dovrà spostare prima o poi in periferia o nell'hinterland.


Leggo da parte di qualcuno una sorta di frustrazione per non potersi permettere una casa in centro, quasi come se vi fosse il diritto costituzionale all'opulenza.
Milano sta divenendo un'enclave per ricchi e benestanti, i prezzi continueranno a salire perché la città continua ad essere attrattiva per questa fascia elitaria di popolazione, occorre farsene una ragione, prendere atto che la classe media si è impoverita e cercare location nell'hinterland ben collegate.

Per esempio, Segrate verrà raggiunta presto dal prolungamento della Metro 4 e si arriverà in San Babila in una manciata di minuti.
Sinceramente non comprendo l'accanimento da parte di qualcuno nel voler accendere mutui tombali per il gusto di appartenere all'elite di chi vive in centro non potendoselo permettere, quando scegliendo opportunamente location più defilate si ha il centro a portata di mano quando lo si desidera, pur senza doverci vivere.

Hai ragione nel merito. Ma non facciamo passare il messaggio che alla fine è uguale stare a Segrate o stare in città.

Segrate la metro non ce l'ha e i prezzi immobiliari sono già altini, quando la metro arriva i prezzi salgono.

A parte la M2 a Est non è che ci sia questa abbondanza di collegamenti comodi per cui qualche scelta di compromesso da fare c'è sempre.

Il tuo punto resta comunque corretto: se troppa gente vuole stare in città, i prezzi salgono. Può non piacere come principio di allocazione delle risorse, tuttavia non mi pare esistano alternative credibili.
 
Ultima modifica:
Come vedete la zona Barona?

Mah, ha pregi e difetti come tutte le periferie.

Peraltro è un quartiere piuttosto eterogeneo e difficilmente rappresentabile in maniera univoca.
Io sto vicino al Villaggio Barona nel rione S Cristoforo che è molto diverso dai due Sant'Ambrogio.
 
Hai ragione nel merito. Ma non facciamo passare il messaggio che alla fine è uguale stare a Segrate o stare in città.

Segrate la metro non c'è l'ha e i prezzi immobiliari sono già altini, quando la metro arriva i prezzi salgono.

A parte la M2 a Est non è che ci sia questa abbondanza di collegamenti comodi per cui qualche scelta di compromesso da fare c'è sempre.

Il tuo punto resta comunque corretto: se troppa gente vuole stare in città, i prezzi salgono. Può non piacere come principio di allocazione delle risorse, tuttavia non mi pare esistano alternative credibili.
secondo me Segrate era leggermente sovra prezzata e la metro rende tali prezzi piu giustificati a dire la verità mi aspetto un rincaro ma moderato rispetto ad altre zone.

Ho visto girare delle foto con una metro nel sud est mecenate/ponte lambro, ecco se arriva la mi aspetto i prezzi raddoppiare in una settimana :D
 
A Milano è in atto un processo noto come "gentrification", termine coniato per descrivere ciò che stava succedendo a Londra mezzo secolo fa.

Milano è destinata a divenire sempre più esclusiva, chi non ha il reddito o il capitale per permettersi di acquistare o affittare dentro la circonvallazione, sceglie aree periferiche ben collegate.
Quando anche le aree periferiche milanesi saranno off limits per lo stipendio della classe media ci si sposterà nei comuni di prima fascia.

Chi lavora in centro non necessariamente deve viverci, deve mettere in conto di dover pendolare quotidianamente dall'hinterland se non si può permettere di comprare ai prezzi attuali.

La domanda su Milano rimane alta rispetto all'offerta per cui oggi rimane una delle migliori piazze immobiliari su cui investire in Italia.
Domanda:
E' questa la direzione giusta ? Dove ci portera questa gentrification ?
E' in linea con con le nostre tradizioni/stili di vita italici e/o europei ?

La buon anima di mio nonno negli anni 70 si era trasferito a Milano per un lavoro normalissimo ma stabile , per 40 anni è stato in un quadrilocale in affitto in zona Dergano e ha mantenuto una moglie e cinque figli di cui 2 terminavano gli studi superiori e 3 che si affacciavano da giovani alle prime posizioni lavorative.
Ai tempi d'oggi quello stipendio del capofamiglia non basterebbe da solo a pagare il canone d'affitto/mutuo e la famiglia sopradescritta dovrebbe campare con le prime paghe dei figli che iniziano a lavorare e oltre a rinunciare all'università dovrebbero sacrificare tanto della propria gioventù.

Gentrificazione e spopolamento montano e rurale è la direzione giusta ?

Il cosidetto "Stato" non può far nulla ?

Vogliamo inseguire modelli di vita nordamericani dove in una strada scendono dalle limousine e dall'altra barboni/tossici cagano nelle loro tende ? O come le megalopoli asiatiche dove accanto a chi scende dalle limo c'è gente che condivide in 20 il bagno e dorme in una gabbia ? O andremo nella direzione delle favelas centro/sudamericane dove la violenza diventa l'unica dignità.

parer mio è che lo "Stato" oltre a non far nulla per combattere questo gradiente sociale è proprio impotente e complice dinanzi al Mercato. Anzi il Mercato stesso è diventato il nuovo Stato e allora conosciamo già il nostro destino e ben venga investire a Milano e approfittare di questo modello
 
Domanda:
E' questa la direzione giusta ? Dove ci portera questa gentrification ?
E' in linea con con le nostre tradizioni/stili di vita italici e/o europei ?

La buon anima di mio nonno negli anni 70 si era trasferito a Milano per un lavoro normalissimo ma stabile , per 40 anni è stato in un quadrilocale in affitto in zona Dergano e ha mantenuto una moglie e cinque figli di cui 2 terminavano gli studi superiori e 3 che si affacciavano da giovani alle prime posizioni lavorative.
Ai tempi d'oggi quello stipendio del capofamiglia non basterebbe da solo a pagare il canone d'affitto/mutuo e la famiglia sopradescritta dovrebbe campare con le prime paghe dei figli che iniziano a lavorare e oltre a rinunciare all'università dovrebbero sacrificare tanto della propria gioventù.

Gentrificazione e spopolamento montano e rurale è la direzione giusta ?

Il cosidetto "Stato" non può far nulla ?

Vogliamo inseguire modelli di vita nordamericani dove in una strada scendono dalle limousine e dall'altra barboni/tossici cagano nelle loro tende ? O come le megalopoli asiatiche dove accanto a chi scende dalle limo c'è gente che condivide in 20 il bagno e dorme in una gabbia ? O andremo nella direzione delle favelas centro/sudamericane dove la violenza diventa l'unica dignità.

parer mio è che lo "Stato" oltre a non far nulla per combattere questo gradiente sociale è proprio impotente e complice dinanzi al Mercato. Anzi il Mercato stesso è diventato il nuovo Stato e allora conosciamo già il nostro destino e ben venga investire a Milano e approfittare di questo modello
Ecco chi ha saputo scrivere ciò che io non riuscivo a fare!
 
Vogliamo inseguire modelli di vita nordamericani dove in una strada scendono dalle limousine e dall'altra barboni/tossici cagano nelle loro tende ? O come le megalopoli asiatiche dove accanto a chi scende dalle limo c'è gente che condivide in 20 il bagno e dorme in una gabbia ? O andremo nella direzione delle favelas centro/sudamericane dove la violenza diventa l'unica dignità.
 
Domanda:
E' questa la direzione giusta ? Dove ci portera questa gentrification ?
E' in linea con con le nostre tradizioni/stili di vita italici e/o europei ?

La buon anima di mio nonno negli anni 70 si era trasferito a Milano per un lavoro normalissimo ma stabile , per 40 anni è stato in un quadrilocale in affitto in zona Dergano e ha mantenuto una moglie e cinque figli di cui 2 terminavano gli studi superiori e 3 che si affacciavano da giovani alle prime posizioni lavorative.
Ai tempi d'oggi quello stipendio del capofamiglia non basterebbe da solo a pagare il canone d'affitto/mutuo e la famiglia sopradescritta dovrebbe campare con le prime paghe dei figli che iniziano a lavorare e oltre a rinunciare all'università dovrebbero sacrificare tanto della propria gioventù.

Gentrificazione e spopolamento montano e rurale è la direzione giusta ?

Il cosidetto "Stato" non può far nulla ?

Vogliamo inseguire modelli di vita nordamericani dove in una strada scendono dalle limousine e dall'altra barboni/tossici cagano nelle loro tende ? O come le megalopoli asiatiche dove accanto a chi scende dalle limo c'è gente che condivide in 20 il bagno e dorme in una gabbia ? O andremo nella direzione delle favelas centro/sudamericane dove la violenza diventa l'unica dignità.

parer mio è che lo "Stato" oltre a non far nulla per combattere questo gradiente sociale è proprio impotente e complice dinanzi al Mercato. Anzi il Mercato stesso è diventato il nuovo Stato e allora conosciamo già il nostro destino e ben venga investire a Milano e approfittare di questo modello
secondo me questo e l effetto della globalizzazione, quello che descrivi poteva essere solo in certe condizioni, piu tutto il mondo si uniforma stipendi servizi spesse stili di vita piu dove si stava peggio la situazione migliora dove si stava bene peggiora.

poi secondo me la vitta e tropo corta per cambiare il mondo ci si puo solo adeguare, se devo far parte di questa tendenza diciamo allora ne faro parte perché la mia responsabilità in primis e alla famiglia poi al paese ...
 
Domanda:
E' questa la direzione giusta ? Dove ci portera questa gentrification ?
E' in linea con con le nostre tradizioni/stili di vita italici e/o europei ?

La buon anima di mio nonno negli anni 70 si era trasferito a Milano per un lavoro normalissimo ma stabile , per 40 anni è stato in un quadrilocale in affitto in zona Dergano e ha mantenuto una moglie e cinque figli di cui 2 terminavano gli studi superiori e 3 che si affacciavano da giovani alle prime posizioni lavorative.
Ai tempi d'oggi quello stipendio del capofamiglia non basterebbe da solo a pagare il canone d'affitto/mutuo e la famiglia sopradescritta dovrebbe campare con le prime paghe dei figli che iniziano a lavorare e oltre a rinunciare all'università dovrebbero sacrificare tanto della propria gioventù.

Gentrificazione e spopolamento montano e rurale è la direzione giusta ?

Il cosidetto "Stato" non può far nulla ?

Vogliamo inseguire modelli di vita nordamericani dove in una strada scendono dalle limousine e dall'altra barboni/tossici cagano nelle loro tende ? O come le megalopoli asiatiche dove accanto a chi scende dalle limo c'è gente che condivide in 20 il bagno e dorme in una gabbia ? O andremo nella direzione delle favelas centro/sudamericane dove la violenza diventa l'unica dignità.

parer mio è che lo "Stato" oltre a non far nulla per combattere questo gradiente sociale è proprio impotente e complice dinanzi al Mercato. Anzi il Mercato stesso è diventato il nuovo Stato e allora conosciamo già il nostro destino e ben venga investire a Milano e approfittare di questo modello
e Cappuccetto rosso non c'è lo. mettiamo. dentro?

ma per piacere...
io ho abitato a Milano dal 58al 62, mio padre lavorava in Philips, per l affitto di un trilo in affori gli andava metà stipendio, e per campare ai miei toccava affittare una stanza a estranei.
in quegli anni si pagava per riuscire a ottenere una portineria.
 
Domanda:
E' questa la direzione giusta ? Dove ci portera questa gentrification ?
E' in linea con con le nostre tradizioni/stili di vita italici e/o europei ?

La buon anima di mio nonno negli anni 70 si era trasferito a Milano per un lavoro normalissimo ma stabile , per 40 anni è stato in un quadrilocale in affitto in zona Dergano e ha mantenuto una moglie e cinque figli di cui 2 terminavano gli studi superiori e 3 che si affacciavano da giovani alle prime posizioni lavorative.
Ai tempi d'oggi quello stipendio del capofamiglia non basterebbe da solo a pagare il canone d'affitto/mutuo e la famiglia sopradescritta dovrebbe campare con le prime paghe dei figli che iniziano a lavorare e oltre a rinunciare all'università dovrebbero sacrificare tanto della propria gioventù.

Gentrificazione e spopolamento montano e rurale è la direzione giusta ?

Il cosidetto "Stato" non può far nulla ?

Vogliamo inseguire modelli di vita nordamericani dove in una strada scendono dalle limousine e dall'altra barboni/tossici cagano nelle loro tende ? O come le megalopoli asiatiche dove accanto a chi scende dalle limo c'è gente che condivide in 20 il bagno e dorme in una gabbia ? O andremo nella direzione delle favelas centro/sudamericane dove la violenza diventa l'unica dignità.

parer mio è che lo "Stato" oltre a non far nulla per combattere questo gradiente sociale è proprio impotente e complice dinanzi al Mercato. Anzi il Mercato stesso è diventato il nuovo Stato e allora conosciamo già il nostro destino e ben venga investire a Milano e approfittare di questo modello

Argomento sicuramente condivisibile, tuttavia occorre considerare alcuni aspetti.

In primis il cambio della società in termini di benessere diffuso e il ribaltamento della piramide demografica hanno spostato gli equilibri dei mercati, incluso l'immobiliare.
Se poi ci si mette un paese che non cresce è comprensibile vedere le crescenti difficoltà dei lavoratori.

Sono d'accordo sul fatto che lo stato debba favorire l'accesso agli alloggi, ma fatica proprio nella parte esecutiva.
Le popolari sono uno strumento importante che non riesce a essere efficace, vuoi per limiti progettuali o gestionali.

Ci tengo sempre a riportare un tema politico: quella abitativa è la sofferenza di una minoranza. Il grosso degli elettori sono proprietari di immobili e non c'è chissà quale interesse diffuso nello spingere politiche di edilizia pubblica, infatti è un tema assente nei programmi elettorali.
Sarebbe probabilmente una scelta coraggiosa, non so se ci sono le risorse e i consensi politici.
 
e Cappuccetto rosso non c'è lo. mettiamo. dentro?

ma per piacere...
io ho abitato a Milano dal 58al 62, mio padre lavorava in Philips, per l affitto di un trilo in affori gli andava metà stipendio, e per campare ai miei toccava affittare una stanza a estranei.
in quegli anni si pagava per riuscire a ottenere una portineria.
Forse negli anni di tuo padre

Dagli anni 70 in poi con l'equocanone molti pagavano pochissimo in affitto anche in zone centrali e appartamenti di ampia metratura.
 
Forse negli anni di tuo padre

Dagli anni 70 in poi con l'equocanone molti pagavano pochissimo in affitto anche in zone centrali e appartamenti di ampia metratura.
con l equo canone non so, devo dire che il trilo dei miei era nuovo,si faceva fatica a trovare in affitto, ai tempi affori era quasi campagna, ma so che negli anni 80 e 90 da me si è riempito di milanesi che scappavano dai prezzi alti di Milano.
 
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e Cappuccetto rosso non c'è lo. mettiamo. dentro?

ma per piacere...
io ho abitato a Milano dal 58al 62, mio padre lavorava in Philips, per l affitto di un trilo in affori gli andava metà stipendio, e per campare ai miei toccava affittare una stanza a estranei.
in quegli anni si pagava per riuscire a ottenere una portineria.
immagino portinerie con alloggio annesso !
penso anche oggi si faccia a spallate per queste posizioni .

è pacifico che i sacrifici le famiglie per bene che lavorano li han sempre fatti .

però oggi per un trilo ad affori parte via l'intero stipendio !

a me sembra oggettivo che decenni fa c'era più margine per l'italiano medio di costruire vite e famiglie anche e soprattutto in realtà come Milano. Se poi quella attuale è la direzione naturale e inevitabile non possiamo che farcene una ragione.

Il "progresso" e la "globalizzazione" porteranno Milano a diventare come Bangkok e Bangkok a diventare come Milano
 
immagino portinerie con alloggio annesso !
penso anche oggi si faccia a spallate per queste posizioni .

è pacifico che i sacrifici le famiglie per bene che lavorano li han sempre fatti .

però oggi per un trilo ad affori parte via l'intero stipendio !

a me sembra oggettivo che decenni fa c'era più margine per l'italiano medio di costruire vite e famiglie anche e soprattutto in realtà come Milano. Se poi quella attuale è la direzione naturale e inevitabile non possiamo che farcene una ragione.

Il "progresso" e la "globalizzazione" porteranno Milano a diventare come Bangkok e Bangkok a diventare come Milano
puó darsi che negli anni 70 si risparmiava sull abitazione ma tutto il resto era molto più caro, alimentari, vestiario ecc ecc io mi ricordo che lavoravo 1 ora in regola per comprare 2 litri di benzina,, poi anche i mutui erano cari..
 
secondo me Segrate era leggermente sovra prezzata e la metro rende tali prezzi piu giustificati a dire la verità mi aspetto un rincaro ma moderato rispetto ad altre zone.

Ho visto girare delle foto con una metro nel sud est mecenate/ponte lambro, ecco se arriva la mi aspetto i prezzi raddoppiare in una settimana :D

Beh sicuro darebbe na bella botta :D

Sull'hinterland prossimo a Milano comunque esistono dinamiche locali che impattano.
Penso all' ex gruppo Eni su San Donato Milanese che concentra elevato numero di dipendenti e premono sui prezzi.
 
a me sembra oggettivo che decenni fa c'era più margine per l'italiano medio di costruire vite e famiglie anche e soprattutto in realtà come Milano. Se poi quella attuale è la direzione naturale e inevitabile non possiamo che farcene una ragione.
Non è naturale e non è inevitabile, ma quasi nessuno tra quelli che possono farlo si batte per contrastare il fenomeno.
Il succo è qui. Farcene una ragione è però assai triste. Come scritto sopra da altri, noi siamo europei ed italiani. Le città divise in aree OK e aree KO, le estremizzazioni in un senso o nell'altro, e tutto il resto che oggi ci esplode davanti non fanno parte della nostra storia e del nostro modo di vivere. Da qui non ce ne facciamo una ragione, se non con tristezza.
 
Non è naturale e non è inevitabile, ma quasi nessuno tra quelli che possono farlo si batte per contrastare il fenomeno.
Il succo è qui. Farcene una ragione è però assai triste. Come scritto sopra da altri, noi siamo europei ed italiani. Le città divise in aree OK e aree KO, le estremizzazioni in un senso o nell'altro, e tutto il resto che oggi ci esplode davanti non fanno parte della nostra storia e del nostro modo di vivere. Da qui non ce ne facciamo una ragione, se non con tristezza.
Secondo me è anche l'evoluzione naturale del capitalismo moderno, che porta alla concentrazione di aziende, lavori, opportunità nelle grandi città. Creando forte domanda ma con offerta per forza di cose ristretta.

Non è un caso che questi fenomeni di gentrificazione sono avvenuti prima in altre realtà economicamente più dinamiche.
 
Domanda:
E' questa la direzione giusta ? Dove ci portera questa gentrification ?
E' in linea con con le nostre tradizioni/stili di vita italici e/o europei ?

La buon anima di mio nonno negli anni 70 si era trasferito a Milano per un lavoro normalissimo ma stabile , per 40 anni è stato in un quadrilocale in affitto in zona Dergano e ha mantenuto una moglie e cinque figli di cui 2 terminavano gli studi superiori e 3 che si affacciavano da giovani alle prime posizioni lavorative.
Ai tempi d'oggi quello stipendio del capofamiglia non basterebbe da solo a pagare il canone d'affitto/mutuo e la famiglia sopradescritta dovrebbe campare con le prime paghe dei figli che iniziano a lavorare e oltre a rinunciare all'università dovrebbero sacrificare tanto della propria gioventù.

Gentrificazione e spopolamento montano e rurale è la direzione giusta ?

Il cosidetto "Stato" non può far nulla ?


Vogliamo inseguire modelli di vita nordamericani dove in una strada scendono dalle limousine e dall'altra barboni/tossici cagano nelle loro tende ? O come le megalopoli asiatiche dove accanto a chi scende dalle limo c'è gente che condivide in 20 il bagno e dorme in una gabbia ? O andremo nella direzione delle favelas centro/sudamericane dove la violenza diventa l'unica dignità.

parer mio è che lo "Stato" oltre a non far nulla per combattere questo gradiente sociale è proprio impotente e complice dinanzi al Mercato. Anzi il Mercato stesso è diventato il nuovo Stato e allora conosciamo già il nostro destino e ben venga investire a Milano e approfittare di questo modello

La gentrificazione è un processo urbanistico che ha come substrato il sistema capitalistico occidentale.

Chiederti se è giusto o sbagliato non è la domanda giusta.
Dovresti chiederti piuttosto chi potrebbe desiderarlo e chi no.

La gentrificazione può essere desiderata dalle classi abbienti, le quali preferiscono avere rapporti di prossimità con i propri simili in un territorio circoscritto e protetto, che ha analogie con la città feudale abitata da vassalli, valvassori e valvassini, circondata dalle campagne popolate da contadini e servi della gleba.

Il punto di arrivo è una città che assomiglia sempre più ad un club privato, abitata da famiglie benestanti che ereditano gli immobili di famiglia come nelle società feudali si ereditavano i latifondi.

Secondo questo paradigma le case popolari in centro rappresentano un ossimoro, una piaga da estirpare per assicurare il massimo benessere alla classe opulenta della città metropolitana.

La concentrazione di beni e servizi di consumo in un territorio circoscritto aumenta l'esclusività del vivere all'interno del Comune di Milano.
La politica non sta facendo altro che assecondare il desiderio della classe abbiente di crearsi una propria "fortezza", di cui l'Area C e l'Area B non sono altro che le nuove mura virtuali.


La politica ha i mezzi per poter indirizzare diversamente lo sviluppo della città, si tratta solo di volerlo fare: invece di concentrare i centri di interesse all'interno della città, andrebbero decentrati, al fine di permettere un accesso più agevole e a costi sostenibili per le fasce meno abbienti della popolazione.

Per esempio basterebbe spostare i centri universitari nei comuni di prima fascia, alleviando la città dalla pressione abitativa degli studenti fuori sede e diminuendo il traffico veicolare che intasa costantemente il centro urbano.

Un altro intervento auspicabile consiste nel rendere meno oneroso il pendolarismo riducendo i tempi di commuting dall'hinterland al centro città.
Ciò che occorre misurare non è la distanza dal centro in km ma la distanza dal centro in minuti di viaggio.
Oggi invece assistiamo purtroppo a realtà disastrate come il sistema ferroviario Trenord che ricorda le locomotive a vapore di fine '800.

Questo significa che oggi alla politica locale non interessa particolarmente il benessere dei servi della gleba che devono pendolare ogni giorno verso il centro, ma interessa piuttosto il benessere dei vassalli e valvassori che abitano la nuova città feudale.
 
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