[NBF]Blocco operatività Banco Emiliano Romagnolo già in amministrazione straordinaria

chissa' forse ci hanno letto da Bankitalia
speriamo per quei poveri dipendenti e clienti che finisca bene



Bologna, 23 dicembre 2010 - INTESA SANPAOLO è a un passo dall'acquisto di Ber Banca. L'accordo è ormai in dirittura d'arrivo, manca solo l'ufficializzazione che dovrebbe arrivare oggi. Sarebbe così una conclusione positiva per il Banco emiliano romagnolo, da tempo commissariato e in amministrazine straordinaria. Sulla banca monosportello, che vanta fra i suoi clienti vip del calibro di Nicoletta Mantovani, aveva messo gli occhi anche la Banca popolare dell'Emilia Romagna, principale creditore di Ber con 42,5 dei 131,2 milioni di esposizione.

ALLA FINE, però, l'ha spuntata la superbanca' milanese guidata da Corrado Passera. Intesa ha presentato un'offerta formale di acquisto, che è stata accettata dalle banche creditrici. Oggi sarà al vaglio della Banca d'Italia, da cui dovrebbe arrivare il sì definitivo. I creditori, stando a fonti ben informate, preferiscono il piano di Intesa Sanpaolo che prevede una ricapitalizzazione con 25 milioni. Quello di Bper prevede invece la liquidazione di Ber, con l'acquisto di attivi e passivi. Anche il fondo interbancario interverrà nel salvataggio, con circa 15 milioni.

BER BANCA nei giorni scorsi aveva bloccato tutti i pagamenti e licenzianto tutti i dipendenti, ma l'ipotesi è che vengano riassorbiti. Gli altri creditori, oltre a Bper, sono la Banca di San Marino con 27 milioni e la Cassa di San Marino con 11. I due commissari di Ber Fernando De Flaviis e Anna Maria Paradiso fino all'ultimo hanno lavorato per far sì che la vendita andasse in porto.

SU BER BANCA, peraltro, è aperta un'inchiesta della Procura dopo la denuncia di un'ex funzionaria licenziata tempo fa, che a sua volta è stata denunciata dalla banca. Sono indagate 13 persone, fra cui l'ex ad e direttore generale, Paolo Lelli, che risulta accusato di truffa, infedeltà patrimoniale e riciclaggio
 
comunque questa storia ci fa capire che il FITD serve fino ad un cenrto punto.
 
comunque questa storia ci fa capire che il FITD serve fino ad un cenrto punto.

serve fino a 103000€, poi non credo sia mai stato richiesto l'intervento del fondo interbancario da uqnndo esiste, quindi sarà interessante vedere come agisce e in che TEMPI

c'è sempre una prima volta e sembra che il Ber banca farà da cavia...

 
Ultima modifica:
serve fino a 103000€, poi non credo sia mai stato richiesto l'intervento del fondo interbancario da uqnndo esiste, quindi sarà interessante vedere come agisce e in che TEMPI
c'è sempre una prima volta e sembra che il Ber banca farà da cavia...

Sì ok 103.000 euro, ma intanto si è sempre scritto che entro nove mesi ti rendono in ogni caso i primi ventimila, poi non si sa quanto tempo passa dai 20.001 ai 103.000 potrebbero passare anche anni quindi voglio dire.....infatti per questo molti qui diversificano la giacenza non oltre i 20.000 come fa anche il sottoscritto. POi non so se sono paure eccessive ma i soldi non li trovi sugli alberi come nella favola di Pinocchio nella favola di Cangaceiro c'è da lavurà e neanche poco. :'(
 
FINANZA DI CARTA
«Trucchi, falsi e manipolazioni»
Il patron di Uni Land ai domiciliari
Arrestati Mezzini e due dirigenti. Sospesi i titoli
Danni a 10 mila risparmiatori

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S’interrompe con le manette l’inarrestabile scalata di Alberto Mezzini, appena 46 anni e già a capo di un impero di cinquanta società con un portafoglio di oltre 500 milioni di euro. Un castello di carta messo in piedi dal nulla, secondo la Guardia di Finanza, grazie a perizie compiacenti, acquisizioni finanziarie fittizie, manipolazioni del mercato azionario, titoli gonfiati ad arte e false comunicazioni sociali.

Il bolognese venuto dal nulla e approdato a piazza Affari nel 2006 con la sua Uni Land di Monghidoro e la controllante House Building di Imola, è finito ai domiciliari insieme all’investor relator Claudio Morsenchio e a Maurizio Zuffa, entrambi consiglieri della controllata House Building. La maxi inchiesta della pm Antonella Scandellari conta 22 indagati tra cui agenti di cambio, periti del tribunale, commercialisti e consulenti finanziari. Due indagati fanno parte di Ber banca, dove fino al 2006 Morsenchio era responsabile dell’area gestionale e avrebbe piazzato ai clienti, secondo l’accusa, le azioni di Uni Land (il danno ai risparmiatori potrebbe arrivare a 600mila euro). Mezzini e i due amministratori sono accusati di insider trading, aggiotaggio, falso in bilancio, false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Per loro la Procura voleva il carcere ma il gip Bruno Perla ha accolto le richieste solo in parte e limitatamente al reato di aggiotaggio.

Ieri all’alba gli uomini del Nucleo di polizia tributaria hanno notificato le misure e sequestrato azioni della House Building (iscritta nel registro degli indagati come società) e della Uni Land per 109 milioni di euro, ed effettuato oltre 50 perquisizioni. Il titolo Uni Land è stato sospeso, quello di House Building era già stato bloccato. L’inchiesta è partita nel 2008 dopo alcuni esposti e le segnalazioni di Consob e Banca d’Italia. Gli investigatori stimano in circa 10 mila i risparmiatori danneggiati dall’acquisto di azioni spacciate come titoli di alto valore ma in realtà gonfiate.

Secondo l’accusa Mezzini avrebbe costruito il suo impero partendo nel 2002 dalla partecipazione al 50% in una piccola impresa edile, la Cem srl, con un capitale di poche migliaia di euro. Da qui, grazie alla compravendita di terreni (uno a San Lazzaro) il cui valore sarebbe stato secondo l’accusa sovrastimato da perizie compiacenti, avrebbe poi iniziato a collezionare società che comperava con azioni il cui valore era «drogato». Nel 2006 il grande salto in Borsa, dall’Opa sulla Perlier fino a mettere insieme un impero da 500 milioni di euro. Il dominus di Uni Land avrebbe pompato le sue azioni all’inverosimile, facendole comprare da un agente di cambio compiacente in modo da attirare l’attenzione del mercato e far lievitare il prezzo.

«Reati gravi, profitti elevatissimi e danni a numerose persone», osserva il procuratore capo Roberto Alfonso. «È la prima volta —sottolinea il procuratore aggiunto Valter Giovannini — che viene emessa una misura cautelare per aggiotaggio». Il generale Giancarlo Pezzuto, comandante della Finanza di Bologna, si sofferma sui «danni esorbitanti, provocati da pochi e subiti da molti». Le multe Consob accumulate da Mezzini ammontano a 1,6 milioni di euro. È del 2009 la segnalazione in Procura per abuso di mercato mentre lo scorso dicembre il finanziere e Morsenchio erano stati multati di oltre un milione per «operazioni artificiose sul titolo finalizzate a ingannare il mercato sul valore delle azioni». Per l’avvocato Luigi Stortoni, legale di Mezzini, le accuse non stanno in piedi: «Tutto nasce da una sopravvalutazione di terreni che però sono stati rivenduti a prezzi congrui e lo stesso gip dice che le perizie sono opinabili — dice il legale —. La Procura ha chiesto il carcere per una serie infinita di capi d’imputazione ma il giudice dispone i domiciliari solo per l’aggiotaggio. Respingiamo le accuse e faremo ricorso al Riesame».

Gianluca Rotondi
02 febbraio 2011(ultima modifica: 03 febbraio 2011)

«Trucchi, falsi e manipolazioni» Il patron di Uni Land ai domiciliari - Corriere di Bologna


icenda uni land
Ber Banca trascinata nell'«affaire»:
un'altra tegola per i correntisti
Morsenchio avrebbe venduto titoli gonfiati

Fra le vittime delle spregiudicate operazioni di Alberto Mezzini & co., una vera e propria manipolazione del mercato secondo l’accusa, ci sono anche gli sventurati correntisti di Ber Banca. Come se di guai non avessero avuti già abbastanza.

Il nome della banca bolognese finita sotto inchiesta e commissariata per un buco da 170 milioni di euro torna spesso nella Mezzini story. È infatti un ex gestore clienti di Ber Banca, Claudio Morsenchio, finito anche lui ai domiciliari. Dallo stesso istituto di credito proviene uno dei consiglieri di Uni Land spa, Alfonso Marino: il suo curriculum ci informa che è stato segretario del comitato promotore per la costituzione del Banco Emiliano Romagnolo (Ber Banca, appunto), poi consigliere segretario del cda di Ber fin dalla sua costituzione e membro del comitato esecutivo dal luglio 2000. Lo stesso Mezzini aveva in passato acquistato il 10% delle quote di Ber tramite la holding lussemburghese Cem Lux, ma era stato costretto a cederle per un conflitto di interessi rilevato dalla Banca d’Italia. Poi ci sono i risparmiatori, usati a loro insaputa per aiutare la scalata in borsa di Uni Land attraverso la vendita di titoli dal valore gonfiato.

Il danno al 2006 è di 200mila euro, ma secondo le stime della Finanza quello potenziale può arrivare a 600mila. Il meccanismo, così come ricostruito dall’accusa, è terribilmente semplice: Ber Banca avrebbe acquistato azioni Uni Land nella fase di lancio del titolo in borsa e Morsenchio, che fino al 2007 si è occupato della gestione dei clienti dell’istituto di credito, complice di Mezzini avrebbe convinto i correntisti a comprare le azioni inserendole nel loro portafoglio. Come è noto, però, il valore sulla carta di queste azioni era molto superiore a quello reale. Erano appunto semplici pezzi di carta, secondo gli investigatori. Da qui il danno ai risparmiatori. Morsenchio, poi, nel 2007, cioè dopo il salto in borsa della società di Mezzini, passò a fare da investor relator in Uni Land. Oltre a lui sono coinvolti nell’inchiesta anche altri due funzionari dell’istituto bancario bolognese.

A. Esp.
03 febbraio 2011

Ber Banca trascinata nell'«affaire»: un'altra tegola per i correntisti - Corriere di Bologna
 
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