Nella Fortezza di Spoore (PUNK WARS)

Via segnalo anche io qualche nome tra le Medium/Large Caps, aziende di cui forse non abbiamo ancora parlato noi, fuori dalle solite liste di nomi che girano qua sul Fol e che hanno valutazioni interessanti:
-Diageo: mai così economica dal 2008, ha un p/e che è la metà di quello di Campari...... Margini altissimi, ha il 4,7% del mkt degli alcolici e dicono di voler arrivar al 6%. Buona copertura del dvd rispetto al fcf. Cash conversion cycle in progressivo miglioramento. Unico alert: sono molto aggressivi con il riacquisto di azioni, spesso finanziato a debito, tant'è che la leva finanziaria di avvicina a 3x e negli ultimi 5 anni dvd + riacquisti hanno assorbito il 130% del fcf...per una gestione finanziaria meno aggressiva segnalo invece Pernod Ricard.
-Hershey: in caduta libera negli ultimi mesi a causa principalmente del forte aumento dei prezzi del cacao, ma in parte minore anche per le famose pillole miracolose dimagranti che farebbero perdere all'azienda clienti (vabbè...). Nonostante l'azienda abbia 100+ anni continua a reinvestire gli utili per crescere (è una delle poche consumer large a farlo...).
-Chevron : è stata un po' massacrata per l'ultima acquisizione effettuata, ritenuta un po' cara, ma salvo grossi shock sul lato prezzo del petrolio continuerà a fare quello che ha sempre fatto: produrre tonnellate di Cash flow e distribuirlo agli azionisti.
-alimentation couche tard : azienda canadese di convenience stores + pompe di benzina, sta sperimentando nel nord Europa anche le stazioni di servizio elettriche. Ha una allocazione del capitale a dir poco esemplare. Su questa azienda e il suo modello di business ci sarebbero da scrivere pagine.
-Dsv a/s: azienda danese. come sopra, allocazione del capitale esemplare in un settore fortemente frammentato. Gestione operativa eccellente, basti pensare che nonostante il forte calo di fatturato è riuscita a aumentare i margini nell'ultima trimestrale (a differenza della concorrente Kuehne Nagel).
Sei sempre un passo avanti …
(ma verso dove ? :D)

E questa volta mi riferisco a Diageo, che è sempre più in alto nel mio “universo investibile” di aziende. Alcuni mesi fa ascoltavo Nick Train (altro noto fund manager inglese) ed era molto, molto sbilanciato a favore di Diageo assieme ad un altro titolo inglese che non sarà sconosciuto ai cercatori di tesori nei panieri altrui … RELX, a cui Train riconosce un ampio Moat legato alla massa di dati a cui può attingere per creare valori
Adesso Train ci va giù ancora più deciso

Nick Train buys more Diageo despite profit warning hit to Finsbury Growth & Income

Poi, questa settimana mi sono approfondito la visione di una altra analista finanziaria specializzata nel mondo luxury beverage. Sia Diageo che Pernod Ricarcd sono dei business eccezionali da possedere, secondo la sua visione: un cognac francese si può fare solo in certe località della Francia, non ci può essere un competitor su quel prodotto per Pernod ma solo una cattiva gestione del brand. Anche Diageo, che macina margini anche migliori, può contare su una molteplicità di brand di valore che veicola attraverso la propria rete di distribuzione a bassissimo costo marginale per ogni acquisizione effettuata. Ampio potenziale di sviluppo in India e nei mercati emergenti, focalizzazione sul bere meno ma premium … E’ un ottimo momento per comprare, entrambe le aziende scontano scetticismo dei mercati a causa di una fase ciclica sfavorevole, dove i magazzini dei distributori sono andati su molto …

PS grazie per alcune altre segnalazioni invece a me completamente sconosciute
 
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Sei sempre un passo avanti …
(ma verso dove ? :D)

E questa volta mi riferisco a Diageo, che è sempre più in alto nel mio “universo investibile” di aziende. Alcuni mesi fa ascoltavo Nick Train (altro noto fund manager inglese) ed era molto, molto sbilanciato a favore di Diageo assieme ad un altro titolo inglese che non sarà sconosciuto ai cercatori di tesori nei panieri altrui … RELX, a cui Train riconosce un ampio Moat legato alla massa di dati a cui può attingere per creare valori
Adesso Train ci va giù ancora più deciso

Nick Train buys more Diageo despite profit warning hit to Finsbury Growth & Income

Poi, questa settimana mi sono approfondito la visione di una altra analista finanziaria specializzata nel mondo luxury beverage. Sia Diageo che Pernod Ricarcd sono dei business eccezionali da possedere, secondo la sua visione: un cognac francese si può fare solo in certe località della Francia, non ci può essere un competitor su quel prodotto per Pernod ma solo una cattiva gestione del brand. Anche Diageo, che macina margini anche migliori, può contare su una molteplicità di brand di valore che veicola attraverso la propria rete di distribuzione a bassissimo costo marginale per ogni acquisizione effettuata. Ampio potenziale di sviluppo in India e nei mercati emergenti, focalizzazione sul bere meno ma premium … E’ un ottimo momento per comprare, entrambe le aziende scontano scetticismo dei mercati a causa di una fase ciclica sfavorevole, dove i magazzini dei distributori sono andati su molto …

PS grazie per alcune altre segnalazioni invece a me completamente sconosciute
Relx ammetto di non averla mai approfondita, nonostante l'abbia vista in diversi ptf/fondi britannici.... Forse è il momento di farlo :D

A proposito di alcolici e Francia, c'è una micro cap francese (Tff Group, che sta per Tonnellerie Francois Freres) che è assoluta leader mondiale nella produzione di botti da rovere per vini e spirits. Riagganciandomi a quanto detto da te, il suo moat è enorme per il solo fatto che la produzione di botti in quell'area viene riconosciuta come il top al mondo. Ha avuto qualche anno difficile di recente perché ha costruito da zero una nuova divisione (botti per bourbon americano) con enormi esborsi di capitale e zero entrate, ma già negli ultimi trimestri ha ottenuto bei risultati. A conduzione famigliare, assoluta visione a lungo termine. Certo, non so se in un ptf concentrato ci sta dentro, ma a me piace (amando il mondo dei vini forse è questo il motivo, sotto sotto :D)
 
Relx ammetto di non averla mai approfondita, nonostante l'abbia vista in diversi ptf/fondi britannici.... Forse è il momento di farlo :D

A proposito di alcolici e Francia, c'è una micro cap francese (Tff Group, che sta per Tonnellerie Francois Freres) che è assoluta leader mondiale nella produzione di botti da rovere per vini e spirits. Riagganciandomi a quanto detto da te, il suo moat è enorme per il solo fatto che la produzione di botti in quell'area viene riconosciuta come il top al mondo. Ha avuto qualche anno difficile di recente perché ha costruito da zero una nuova divisione (botti per bourbon americano) con enormi esborsi di capitale e zero entrate, ma già negli ultimi trimestri ha ottenuto bei risultati. A conduzione famigliare, assoluta visione a lungo termine. Certo, non so se in un ptf concentrato ci sta dentro, ma a me piace (amando il mondo dei vini forse è questo il motivo, sotto sotto :D)
Filosofando di gestione portafoglio …
A me non spaventa salire anche molto con la concentrazione su qualche titolo: lo faccio ben conscio che sto aumentando di parecchio il rischio e solitamente è qualcosa che faccio esclusivamente su titoli in cui riconosco molto valore intrinseco e mai su “scommesse”.
Premesso questo, sul comparto small cap sono per una diversificazione ampia perché ragioniamo su rischi e volatilità assai maggiori. In un intervista a Tillinghast, rinomato ex gestore di Fidelity, Joel raccontava come lo stesso Peter Lynch mettesse sempre un piccolo cip sulle piccole aziende a cui era realmente interessato, quasi come un promemoria e uno stimolo a seguirle da vicino. Non è un’idea sbagliata secondo me: sempre selezionando e senza esagerare disperdendosi su centinaia di titoli
 
Filosofando di gestione portafoglio …
A me non spaventa salire anche molto con la concentrazione su qualche titolo: lo faccio ben conscio che sto aumentando di parecchio il rischio e solitamente è qualcosa che faccio esclusivamente su titoli in cui riconosco molto valore intrinseco e mai su “scommesse”.
Premesso questo, sul comparto small cap sono per una diversificazione ampia perché ragioniamo su rischi e volatilità assai maggiori. In un intervista a Tillinghast, rinomato ex gestore di Fidelity, Joel raccontava come lo stesso Peter Lynch mettesse sempre un piccolo cip sulle piccole aziende a cui era realmente interessato, quasi come un promemoria e uno stimolo a seguirle da vicino. Non è un’idea sbagliata secondo me: sempre selezionando e senza esagerare disperdendosi su centinaia di titoli
Lo faccio anche io :). Alla fine poi seguo una regola semplicissima... così semplice che ci vollero secoli per scoprirla: La selezione "naturale" di Darwin. Incremento solo quelle che confermano il PI mentre taglio quelle "cattive".
 
A mio parere è una filosofia adatta ai gestori però,seppur mi piaccia tantissimo. Personalmente non avrei il tempo per seguire tutte le partecipazioni su cui metto un cip..e le risorse (limitate) a disposizione preferisco convogliarle direttamente su quei "pochi" business su cui credo fortemente. Inoltre, siamo sicuri che poi la selezione naturale non avvenga esclusivamente sulla base del prezzo dell'azione e non del business sottostante?
Io sono più del "team Murger", il quale affermava che 4 titoli ti danno tutta la diversificazione di cui si ha bisogno. Non sono così estremistra ovviamente, ma la butto li: un ptf azionario composto da 4 titoli come Visa, Mcd, deere e apple/msft/goog, comprato a valutazioni ragionevoli, sono sicuro possa sovraperformare benissimo.
 
Io sono più del "team Murger", il quale affermava che 4 titoli ti danno tutta la diversificazione di cui si ha bisogno. Non sono così estremistra ovviamente, ma la butto li: un ptf azionario composto da 4 titoli come Visa, Mcd, deere e apple/msft/goog, comprato a valutazioni ragionevoli, sono sicuro possa sovraperformare benissimo.
Non so se avete mai studiato a fondo il caso Enron. Il business model di Enron era una innovazione dirompente e raccolse attorno a sé plausi e consensi, sino al crack devastante che ne seguì.
Nessun crack ma analogie: Jack Welch di GE. All’apice della parabola GE, Jack era considerato il CEO del secolo: io ho un libro di Welch a casa, lo adoro e mi ha molto ispirato professionalmente. Chiedete a Immelt cosa pensi ora di Jack, dopo che Welch gli ha lasciato in eredità una pila di sterco impacchettata da una divisione finanziaria (GE capital) a dir poco spregiudicata. Ancora adesso GE combatte per ritrovare un equilibrio finanziario.

Mi sono lungamente interrogato sul tema della concentrazione del portafoglio. Come molti grandi investitori suggeriscono bastano pochi, pochissimi titoli eccezionali per fare bene, anzi meglio del mercato. Idealmente e operativamente piace molto anche me: tante buone ragioni per farlo (metti le risorse sul meglio, no “diworsification”, conosci e puoi seguire molto meglio 4-5 titoli di 50, etc, etc), ma che dire dei “tail risks”? Rischi remoti ma che non puoi eliminare completamente? Sono gli stessi rischi per cui esiste il comparto assicurativo, tanto improbabili quanto devastanti, come Enron.

Frodi, scandali reputazionali (pensate alla velocità delle informazioni oggi suo social): ci scommetterei anni di miei risparmi che non si verificheranno mai? No, sono eventi remoti ma possibili in senso probabilistico.

Sono convinto che ci metta più tempo un titolo a passare dalle mie watchlist e paper portfolios alla mia custodia titoli di quanto permangono in carico alla maggior parte degli azionisti. Vedere cosa succede nel frattempo a volte mi da i brividi: mie tesi completamente sbagliate, valutazioni di partenza esagerate, capita di tutto. Certo se compri VISA o Microsoft il margine cigno nero si riduce, ma non scompare. Le Nifty Fifty crollarono e non erano peggiori delle Magnificent 7. Visa ha una infrastruttura formidabile, ma a prova di qualsiasi Fintech ancora non sui radar e del futuro? ChatGPT ci deve insegnare molte cose, soprattutto a non sottovalutare le innovazioni che ancora non si sono manifestate.

Preferisco pagare più commissioni, avere un portafoglio meno efficiente e disperdere i miei mezzi, studiare 300!aziende per possedere 50. I gestori hanno molte più informazioni di quante avrò io, quindi quel livello di convizione su poche posizioni non lo avrò mai …

Insomma … sono un punk arroccato su una postazione difensiva, come un sopravvissuto :D
 
Non so se avete mai studiato a fondo il caso Enron. Il business model di Enron era una innovazione dirompente e raccolse attorno a sé plausi e consensi, sino al crack devastante che ne seguì.
Nessun crack ma analogie: Jack Welch di GE. All’apice della parabola GE, Jack era considerato il CEO del secolo: io ho un libro di Welch a casa, lo adoro e mi ha molto ispirato professionalmente. Chiedete a Immelt cosa pensi ora di Jack, dopo che Welch gli ha lasciato in eredità una pila di sterco impacchettata da una divisione finanziaria (GE capital) a dir poco spregiudicata. Ancora adesso GE combatte per ritrovare un equilibrio finanziario.

Mi sono lungamente interrogato sul tema della concentrazione del portafoglio. Come molti grandi investitori suggeriscono bastano pochi, pochissimi titoli eccezionali per fare bene, anzi meglio del mercato. Idealmente e operativamente piace molto anche me: tante buone ragioni per farlo (metti le risorse sul meglio, no “diworsification”, conosci e puoi seguire molto meglio 4-5 titoli di 50, etc, etc), ma che dire dei “tail risks”? Rischi remoti ma che non puoi eliminare completamente? Sono gli stessi rischi per cui esiste il comparto assicurativo, tanto improbabili quanto devastanti, come Enron.

Frodi, scandali reputazionali (pensate alla velocità delle informazioni oggi suo social): ci scommetterei anni di miei risparmi che non si verificheranno mai? No, sono eventi remoti ma possibili in senso probabilistico.

Sono convinto che ci metta più tempo un titolo a passare dalle mie watchlist e paper portfolios alla mia custodia titoli di quanto permangono in carico alla maggior parte degli azionisti. Vedere cosa succede nel frattempo a volte mi da i brividi: mie tesi completamente sbagliate, valutazioni di partenza esagerate, capita di tutto. Certo se compri VISA o Microsoft il margine cigno nero si riduce, ma non scompare. Le Nifty Fifty crollarono e non erano peggiori delle Magnificent 7. Visa ha una infrastruttura formidabile, ma a prova di qualsiasi Fintech ancora non sui radar e del futuro? ChatGPT ci deve insegnare molte cose, soprattutto a non sottovalutare le innovazioni che ancora non si sono manifestate.

Preferisco pagare più commissioni, avere un portafoglio meno efficiente e disperdere i miei mezzi, studiare 300!aziende per possedere 50. I gestori hanno molte più informazioni di quante avrò io, quindi quel livello di convizione su poche posizioni non lo avrò mai …

Insomma … sono un punk arroccato su una postazione difensiva, come un sopravvissuto :D
Condivido, preferisco spalmare rischio emittente su 50 aziende e sperare di tenerle 30anni piuttosto che su 4 titoli o su un solo etf. Mi sembra sia un po' una mania quella di "battere il mercato", che a perseguirla ti fa correre molti rischi
 
Condivido, preferisco spalmare rischio emittente su 50 aziende e sperare di tenerle 30anni piuttosto che su 4 titoli o su un solo etf. Mi sembra sia un po' una mania quella di "battere il mercato", che a perseguirla ti fa correre molti rischi
Il mio ptf azionario è concentrato su una quindicina di aziende, non perché io abbia chissà quali velleità di battere il mercato, ma perché personalmente trovo assolutamente inutile e costoso stare dietro a 50 aziende, per i motivi che ho già detto (tempo e risorse limitati). In questo mi aiuta senza dubbio il fatto che faccio un lavoro (analista) che mi permette in pochi minuti di farmi un parere sui bilanci di una azienda. Ma visto che investire non è solo una questione di numeri di bilancio (altrimenti sì, comprerei le migliori 50 aziende e amen), preferisco "mettere i soldi su un business che già possiedo, piuttosto che metterli su un ulteriore undicesimo" (citando Buffett). Dietro questa citazione c'è tutto, non è una mera mania di battere il mercato. Ci sono vari studi che dicono che dopo le 20/25 partecipazioni si perdono tutti i benefici della diversificazione. Ognuno (spero) ha un obiettivo quando investe e io non mi sentirei confident nel possedere 50 aziende, anche perché credo che spesso dietro ci sia più la mania di mettere un cip a caso per la paura di perdere qualche treno, più che capire quello che si sta facendo. E se perdo qualche treno? pazienza, ne riparliamo fra 20 anni :)

Io credo che la curiosità, le conoscenze e l'attitudine di @Logica Punk verso questo mondo potrebbero consentirgli di concentrare il ptf con l'obiettivo di battere il mkt. È uno dei pochi che vedo che sa esattamente quello che sta facendo, con grande consapevolezza. Ho già letto cosa ne pensi a riguardo, ma volevo dirtelo ugualmente :D
 
Condivido, preferisco spalmare rischio emittente su 50 aziende e sperare di tenerle 30anni piuttosto che su 4 titoli o su un solo etf. Mi sembra sia un po' una mania quella di "battere il mercato", che a perseguirla ti fa correre molti rischi
Ciao!
Sai, penso che prima di tutto ciascuno si debba trovare a proprio agio con le scelte che fa
Mio padre ad esempio non si avvicinerebbe ad un’azione neanche sotto tortura :D
Suo fratello invece vive placido e felice con un portafoglio fatto con sole Unicredit, Eni e Terna.
Se nel 2021 tu avessi comprato 50 aziende in IPO probabilmente ti saresti esposto a molti più rischi che avendo messo tutto sulla sola Berkshire, LVMH o Microsoft.
E infine se tu mi dicessi: scegli 50 aziende per metterci i soldi ora e non toccarli più per 30 anni sarei in enorme difficoltà … guarda come si sono trasformati i listini americani negli anni e quali mutamenti hanno interessato la società e la tecnologia. Penso che non riuscirei a convincermi davvero su più di 10 titoli e probabilmente la maggior parte sarebbe in Europa
 
Io credo che la curiosità, le conoscenze e l'attitudine di @Logica Punk verso questo mondo potrebbero consentirgli di concentrare il ptf con l'obiettivo di battere il mkt. È uno dei pochi che vedo che sa esattamente quello che sta facendo, con grande consapevolezza. Ho già letto cosa ne pensi a riguardo, ma volevo dirtelo ugualmente :D
Grazie …
ma sappi che i dubbi e gestione della componente emotiva continuano ad essere avversari temibili ….
(vedi le mie regole di ingaggio 8, 9 e 10 sulla copertina della discussione)

Un conto è dire compra quando gli altri hanno paura, un altro è mettere migliaia di euro faticosamente risparmiati su aziende i cui prezzi vanno a picco assieme ad una narrazione tanto pessimista quanto convincente. Soprattutto perché le azioni continuano a crollare anche dopo che sei entrato.

L’esercizio di questi due panieri è però un processo razionale: non voglio appiattirmi sulle sole aziende migliori al mondo (che già possiedo nel fondo pensione e in investimenti passivi) ma desidero lasciare “aria” in portafoglio per business più piccoli e opportunità contrarian. Il presente ci pare sempre immutabile sin quando la ruota non gira e le migliori aziende di oggi diventano infine vecchie.

La tua sicurezza nel parlare di bilanci ti aveva già un po’ tradito ;) … quando entri (se non l’hai già fatto) su Richemont me lo dici? Mi pare che questa correzione di gennaio potrebbe aumentare di nuovo il margine di sicurezza
 
Parlo di cose che al momento non ho, cose che sono in divenire, però leggendo descrizioni di aziende quotate trovo almeno una 50ina di aziende leader o estremamente specializzate in qualcosa, aziende che nonostante non siano mai state fra le prime 10 dell's&p500 sono sempre cresciute, potrebbero un giorno venire delistate, venire acquistate da altre aziende, qualcuna potrebbe anche fallire, ma mi sembrerebbe strano che la maggior parte fallisse o che la maggior parte non crescano come business, non parlo per forza del 10% l'anno. E non parlo di IPO, parlo di aziende già quotate da diversi anni.
Dite che è molto sbagliata come view?
Io mi ci troverei a mio agio, penso, l'obiettivo dei prossimi 3-4 è avere un ptf quasi totalmente azionario da non ritoccare quasi per niente. Poi nel tempo potrei cambiare idea, da parte del crescere. Però al momento ci credo
 
Parlo di cose che al momento non ho, cose che sono in divenire, però leggendo descrizioni di aziende quotate trovo almeno una 50ina di aziende leader o estremamente specializzate in qualcosa, aziende che nonostante non siano mai state fra le prime 10 dell's&p500 sono sempre cresciute, potrebbero un giorno venire delistate, venire acquistate da altre aziende, qualcuna potrebbe anche fallire, ma mi sembrerebbe strano che la maggior parte fallisse o che la maggior parte non crescano come business, non parlo per forza del 10% l'anno. E non parlo di IPO, parlo di aziende già quotate da diversi anni.
Dite che è molto sbagliata come view?
Io mi ci troverei a mio agio, penso, l'obiettivo dei prossimi 3-4 è avere un ptf quasi totalmente azionario da non ritoccare quasi per niente. Poi nel tempo potrei cambiare idea, da parte del crescere. Però al momento ci credo
Ma certo, ognuno ha la propria view e fai bene a crederci. Mi sento solo di darti 1 consiglio semplice : occhio alle valutazioni, il prezzo a cui compri una azione è la cosa più importante. A grandi linee, io il prezzo lo misuro in termini di p/e per alcune aziende e settori e di fcf yeld per altri. Non ritengo sia necessario comprare aspettando i saldi di fine stagione, ma a prezzi ragionevoli sì, soprattutto se il modus operandi prevede di accumulare nel tempo.
 
Grazie …
ma sappi che i dubbi e gestione della componente emotiva continuano ad essere avversari temibili ….
(vedi le mie regole di ingaggio 8, 9 e 10 sulla copertina della discussione)

Un conto è dire compra quando gli altri hanno paura, un altro è mettere migliaia di euro faticosamente risparmiati su aziende i cui prezzi vanno a picco assieme ad una narrazione tanto pessimista quanto convincente. Soprattutto perché le azioni continuano a crollare anche dopo che sei entrato.

L’esercizio di questi due panieri è però un processo razionale: non voglio appiattirmi sulle sole aziende migliori al mondo (che già possiedo nel fondo pensione e in investimenti passivi) ma desidero lasciare “aria” in portafoglio per business più piccoli e opportunità contrarian. Il presente ci pare sempre immutabile sin quando la ruota non gira e le migliori aziende di oggi diventano infine vecchie.

La tua sicurezza nel parlare di bilanci ti aveva già un po’ tradito ;) … quando entri (se non l’hai già fatto) su Richemont me lo dici? Mi pare che questa correzione di gennaio potrebbe aumentare di nuovo il margine di sicurezza
Ehhh la parte emotiva.... Ti capisco benissimo :D

Su Richemont non sono ancora entrato, anche se mi prude la mano provo ad aspettare ancora un po' :) stay tuned. L'ultimo ingresso l'ho fatto su Diageo dopo il recente crollo e intendo accumulare ancora un po' prossimamente.
 
Dite che è molto sbagliata come view?
Io mi ci troverei a mio agio, penso, l'obiettivo dei prossimi 3-4 è avere un ptf quasi totalmente azionario da non ritoccare quasi per niente. Poi nel tempo potrei cambiare idea, da parte del crescere. Però al momento ci credo
Se posso condividere un piccolo consiglio: può essere davvero utile crearsi un portafoglio virtuale su cui operare esattamente come faresti con il tuo denaro reale.

Alcuni mesi di simulazione non sono per nulla indicativi dei risultati del portafoglio, ma puoi testare come sceglieresti il momento di ingresso, con quale priorità vai su un titolo anziché un altro e soprattutto come reagisci all’andamento (vendi appena sei in gain, sei deluso se vai molto in rosso, etc). Chiaramente devi gestirlo proprio come se fosse denaro reale, sennò perde completamente senso.

Poi io trovo tuttora utile testare delle allocazioni in portafogli statici che formulo ad inizio anno e poi lascio andare completamente.
L’anno scorso ne avevo strutturati un paio con la medesima distribuzione settoriale e tra value/growth. Alla fine il risultato darebbe ragione ad @antoooo: il migliore è stato quello più concentrato, grazie alla maggiore posizione su nvidia. La parte value l’ho gestita con un interessante ETF su azioni americane che simula la metrica CAPE di Schiller e che si è comportato molto bene.
Notare su nvidia alla fine non sono entrato (purtroppo) perché per tutto il 2022 avevo quasi solo posizioni trading e sono rimasto così fino a marzo 2023 circa. Eccolo qui sotto.

IMG_E2775C886D68-1.jpeg


Quest’anno non ne ho formulati di nuovi: li lascio ancora correre. Sto invece studiando allocazioni tattiche, “quantitative”, perché il prossimo esperimento PUNK WARS sarà qualcosa di completamente diverso ;)
 
Penso che non riuscirei a convincermi davvero su più di 10 titoli e probabilmente la maggior parte sarebbe in Europa
Ciao!
Ovviamente per gioco, ma quali sarebbero i dieci titoli?
E la localizzazione geografica soprattutto europea è legata ad una maggiore conoscenza del mercato europeo o perché credi che l'Europa risorgerà nei prossimi anni?

Io probabilmente non arriverei nemmeno a 10. Penserei a qualche consumer staples, al lusso, ma metterei anche MSFT e AAPL. BRK dovrebbero fare un bel casino per farla scomparire. UNH idem.
Probabilmente anche varie Pharma continueranno a esistere però chi sa con che quota di mercato...
Altri settori non li conosco a sufficienza.
 
Ciao!
Ovviamente per gioco, ma quali sarebbero i dieci titoli?
E la localizzazione geografica soprattutto europea è legata ad una maggiore conoscenza del mercato europeo o perché credi che l'Europa risorgerà nei prossimi anni?
Addentriamoci nel gioco allora.
Più che i titoli può essere stimolante il ragionamento di come si arriva a quei titoli ;)

Definiamo bene il gioco:
investi tutto quello che vorresti mettere in azioni ora e per 30 anni non puoi aggiungere, nè movimentare nulla. Queste sono le uniche azioni che possiederai.

L’obiettivo della gestione:
Preservare e incrementare il capitale investito ad un tasso non inferiore rispetto ad un ETF azionario globale esposto ad un indice che viene aggiornato e manutenuto annualmente.

Adesso il ragionamento:
Cosa sono 30 anni? Un’epoca geologica. Il salto dal mondo pre-dotcom all’AI, dal mito della Golf turbodiesel all’ elettrificazione di tutto. Per il tuo investimento il tempo non è un alleato ma una minaccia perché non puoi cambiare nulla mentre il mondo cambia attorno a te. Il cambiamento (culturale, sociale, tecnologico, politico) è il maggior rischio a cui la tua gestione è esposta. Allora tu devi neutralizzare il cambiamento, non ti ci devi esporre. Ecco le decisioni che prendo.
Non investo in aziende di mezzi di trasporto (non so dire come e con che marchi ci muoveremo), non investo in fonti o produzione di energia, non investo in software (a malincuore, settore che amo molto, ma non c’è moat di lungo periodo), non investo in nessuna magnificent 7 (a malincuore, forse un paio regnerà ancora, stabilirlo ora è una roulette russa), non investo in consumer staples (non posso escludere cambiamenti socioculturali sull’alimentazione e la tutela della salute: la maggior parte dei marchi fa profitti con bombe iperglicemiche), non investo in finanziari (non lo farei comunque).
In cosa investire quindi?
In ciò che resiste al tempo, che ha cicli di cambiamento lunghi, complessi e protetti, in ciò che è immune all’innovazione dirompente, in ciò che continua lentamente a crescere, in monopoli e duraturi oligopoli, senza curarmi di concentrarmi molto su pochi settori.

1) TERNA - monopolio della trasmissione elettrica in Italia

2) LINDE - i gas tecnici serviranno sempre in tutti i settori, la competenza e le infrastrutture di Linde, Air Liquide e Air Products sono alti fossati

3) COPART - singolare, quanto profittevole monopolio americano delle demolizioni

4) APPLIED MATERIALS - quelli delle tecnologie di manifattura dei chip sono i monopoli più resilienti al mondo, i semiconduttori continueranno a crescere più del mercato

5) ASML - vedi Applied Materials

6) HERMES - il desiderio, nonchè uno dei marchi più antichi, più profittevoli e meglio gestiti al mondo. Crescita infinita

7) L’OREAL - la passione per la bellezza non verrà mai meno, altra azienda francese straordinaria

8) ZOETIS - pharma è competizione, ma se ti sposti dall’uomo agli animali …

9) NOVO NORDISK - le obesity drugs, partita doppia: la scorciatoia per il dimagrimento, il potenziale sulle comorbidità ( fegato grasso, reni, cuore)

10) INTUITIVE SURGICAL - leader assoluto nella chirurgia robotica. Adesso aggiungete l’AI, la penetrazione che già ha sul mercato, i consumabili. Il futuro della chirurgia

Bonus:

11) VERTEX - una pharma biotech che fa già grossi profitti, molto proiettata sulle tecnologie più radicali e innovative (crispr, etc)

Note:
- Per 9 e 10 ho fatto deliberatamente scelte più rischiose, così da migliorare il mix: sono un investitore growth… alternative sicure MEDTRONIC e ZEISS

- Dico che a 30 anni investirei soprattutto in Europa perché l’Europa ha mostrato capacità molto superiore al mercato americano di generare aziende longeve, durature e con moderata crescita. L’America procede ad alta crescita e cicli nascita-morte più veloci
 
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Ciao e grazie per la risposta!
Spero che anche altri utenti abbiano eventualmente voglia di partecipare al gioco.

Complimenti per le riflessioni e le proposte, molto interessanti. Ci trovo varie ottime intuizioni. A Linde avrei dovuto pensarci!

Penso comunque che dalle risposte, come è ovvio, emerga una certa soggettività.
Per me le consumer staples saranno capacissime di reinventarsi. Se ne dovessi scegliere una punterei su Nestlè che produce una variegata gamma di prodotti.
Chi produce software non ha un business durevolissimo ma su Microsoft (se la metti fra i produttori di software) me la sentirei di poter scommettere. Potrebbe scomparire? Certo, ma potrebbe scomparire anche ognuna delle dieci della tua lista. Canon sì è buttata nel segmento di ASML, in trent'anni arriva la concorrenza anche per i monopoli resilienti.

Un'ultima riflessione: hai probabilmente ragione a dire che l'Europa cresce più stabilmente però se non cresce tanto quanto il benchmark, allora non vinciamo il gioco :-D
 
Ciao e grazie per la risposta!
Spero che anche altri utenti abbiano eventualmente voglia di partecipare al gioco.

Complimenti per le riflessioni e le proposte, molto interessanti. Ci trovo varie ottime intuizioni. A Linde avrei dovuto pensarci!

Penso comunque che dalle risposte, come è ovvio, emerga una certa soggettività.
Per me le consumer staples saranno capacissime di reinventarsi. Se ne dovessi scegliere una punterei su Nestlè che produce una variegata gamma di prodotti.
Chi produce software non ha un business durevolissimo ma su Microsoft (se la metti fra i produttori di software) me la sentirei di poter scommettere. Potrebbe scomparire? Certo, ma potrebbe scomparire anche ognuna delle dieci della tua lista. Canon sì è buttata nel segmento di ASML, in trent'anni arriva la concorrenza anche per i monopoli resilienti.

Un'ultima riflessione: hai probabilmente ragione a dire che l'Europa cresce più stabilmente però se non cresce tanto quanto il benchmark, allora non vinciamo il gioco :-D
Ma certamente!
Non c’è nulla che pretende di essere oggettivo, tutto quello che ho scritto è solo il mio personale modo di espormi al rischio cambiamento: assai prudente perché ragiono davvero come se parlassi di soldi miei (non sono esattamente il prototipo di azionista Terna ;))

Se il gioco fosse: scegli una e una sola azione per i prossimi 10 anni, sarebbe Microsoft. In un’altra discussione ho fatto la stessa cosa con 5 azioni per 20 anni: c’era ancora Microsoft (con Hermes, Novo, ASML e Synopsis se non ricordo male). Sui 30 anni non mi sentirei più di correre il rischio: ripiego su scelte meno rischiose secondo la mia sensibilità.

Vero anche nessun monopolio dura per sempre e Canon sta proponendo tecnologie alternative a ASML: avevo approfondito a riguardo, nei fatti siamo ancora su chip dove l’errore di manifattura non è critico (memorie) perché Canon opera con processi ancora a bassa affidabilità. Sarebbe superficiale però pensare che questo non cambierà nel medio termine e soprattutto che la Cina non affronti questo gap tecnologico in maniera muscolare … La scelta di ASML è legata più al vantaggio attuale e al lungo tempo di sviluppo per un breakthrough innovativo in questo campo.

Condivido con te che Nestle sarebbe una azienda staple molto equilibrata per un orizzonte temporale come questo.

Per guardare oltre al gioco, creerò un portafoglio virtuale statico basato sugli 11 titoli da me selezionati a cui aggiungerò dei pesi. Vediamo come si comporterà per divertimento (magari ad 1 anno intanto).

Chiunque voglia giocare con una sua allocazione (anche meno di 10-11 titoli) può farlo qui: ogni 3 mesi ci diamo appuntamento per vedere come vanno gli investimenti … che non abbiamo fatto :D
 
Ciao, volendo acquistare un ETF healthcare sono entrata su questo etf HEAL IE00BYZK4776 scegliendo per la configurazione grafica (mi sembra esserci un Wolfe rialzista attivato). Posso chiederti cosa ne pensi a livello di composizione? ho letto alcuni giorni fa che consigliavo IUHC. Secondo te meglio IUHC? grazie mille
 

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