Petrolio, arriva Biden ma il mercato guarda all’Opec
Ma stavolta la sconfitta dei petrolieri ha messo le ali ai titoli più coinvolti. Esemplare il caso di Vallourec, Il concorrente francese dell’italiana Tenaris (attiva soprattutto in Sud America, tra Messico ed Argentina) ha messo a segno uno strabiliante +165% dalla fine di ottobre, allungando in passo nell’ultima settimana (+20% martedì).
Ma dopo l’esito delle urne (anche oggi contestato dal tycoon) il clima è cambiato all’improvviso.
Mercoledì mattina, 25 novembre, il Brent sale oltre la barriera di 48 dollari, consolidando il recupero della vigilia (+3,8%). E tra i trader si fa strada l’idea che l’oro nero possa risalire fino ai prezzi precedenti la pandemia, oltre l’asticella dei 70 dollari, trascinando al rialzo i settori più legati ai consumi del greggio, dall’auto ai viaggi. Non è che la tutela dell’ambiente abbia perso appeal, ma la chiusura delle pompe, combinata con il lockdown, è stata davvero drastica. Forse troppo, hanno pensato gli operatori che confidano
nell’effetto FOMO (che sta per Fear of missing out, ovvero la paura di perder l’occasione). Di qui la decisione di approfittare del calo momentaneo dei prezzi per sfruttare il rimbalzo che potrebbe coincidere con le decisioni della riunione dell’Opec + del 30 novembre.
Ma attenzione:
in epoca di smartworking (in Occidente i consumi di carburante, aerei compresi, sono scesi del 10 per cento) puntare sul greggio è comunque un azzardo.