"Offro un posto, tanti rispondono ma nessuno vuole faticare davvero"

Grazie fdg, è l'informazione che volevo.

Se è così l'articolo è una put ta nata, e non mi stupisce.

:)

Io lavoro nel settore, anche se non in Italia, ma ogni tanto sondo il mercato.

In nord Italia con un po' di esperienza li spunti più di 2000 netti + benefit. In provincia...
 
Secondo PGiulia l operaio lo sanno fare tutti? E' rimasta al fordismo
 
Riflettendoci, si parte da una base culturale sbagliata: una volta l’imprenditore era colui che aveva il desiderio di realizzare qualcosa di bello, di innovativo, di diverso e da quel desidero si creava un business. Basti pensare a Olivetti, Caprotti, Ferrari....

Oggi l’imprenditore è uno speculatore. Non gli frega un c@zz0 di quello che fa o realizza o fornisce.
Vuole solo fatturare e guadagnare,se conviene si vende anche a rimessa...
Si vende la m3rd@ e si specula anche con i dipendenti.
Ciò si traduce in "devo vendere di più" vs " devo fare meglio" o "devo spendere di meno" vs "devo spendere bene"
Ovvio che se a qualcosa gli vuoi bene la tratti bene, che sia la tua azienda o i tuoi dipendenti.
Ma se vuoi bene solo a quello che ti viene in tasca o al tenore di vita che ti permette la tua ditta, allora c’è un problema.
Il mondo ha preso quella rotta purtroppo....


Il perchè è piuttosto semplice.

Negli ultimi 30 anni il mondo è radicalmente cambiato. Ed ancora non è finita, anzi.

30 anni fa c'erano meno competitor. Dalla cina si importava meno, i competitor online (Amazon in primis) non c'erano, la grande distribuzione era inesistente... potevi permetterti di tenere i prezzi + alti perchè cmq l'offerta era bassa.

Gli attori principali Cina e Grande distribuzione (alla fine anche Amazon lo possiamo considerare tale) hanno distrutto il mercato.

Si parla di diritti ed io sono d'accordo. E' anche vero però che un imprenditore rischia tutti i giorni e se lo fa vuol guadagnarci bene. Diversamente non fa l'imprenditore oppure delocalizza (che siamo tutti d'accordo che è sbagliato ma finchè lo stato non arginerà il problema...).
Inoltre, anche faticosamente sei riuscito a trovare la tua nicchia devi lasciare 60% di quello che guadagni allo stato...

Potrei fare mille esempi perchè conosco in prima persona certe dinamiche... il discorso è che l'italia sia bravi sul prodotto artigianale di alta qualità e sull'alta tecnologia. Chi ragiona sui prezzi è costretto un pò alla volta a veder diminuire il margine fino a scomparire piano piano.

Fatevi una domanda: se voi foste un imprenditore con 500k in banca... fareste l'imprenditore in Italia?
 
...un imprenditore rischia tutti i giorni e se lo fa vuol guadagnarci bene. Diversamente non fa l'imprenditore oppure delocalizza (che siamo tutti d'accordo che è sbagliato ma finchè lo stato non arginerà il problema...).

Non siamo tutti d'accordo. Io non lo sono. Non capisco per quale principio io debba essere costretta a produrre in Italia, se non mi conviene.
Nazionalismo? Patriottismo? Dovere di nascita?
No grazie, preferisco equilibrare e rendere efficiente il mondo.
(ed il bello è che più si metteranno regole protezionistiche, peggio sarà per il paese)

Fatevi una domanda: se voi foste un imprenditore con 500k in banca... fareste l'imprenditore in Italia?

Neanche sotto tortura, e non tanto per la struttura statale, quanto per la mentalità comune.
Devo produrre e creare ricchezza in un paese che vuole impormi il dovere di investire i miei risparmi nello stato?
Che crede che regalare i miei soldi per far consumare gli incapaci possa far crescere l'economia?

No, grazie!!!

Se si vuole realmente impresa in Italia, ci vuole più liberismo e meno statalismo.
Altrimenti tenetevi il vostro socialismo, arrivederci, e grazie.
 
Non siamo tutti d'accordo. Io non lo sono. Non capisco per quale principio io debba essere costretta a produrre in Italia, se non mi conviene.
Nazionalismo? Patriottismo? Dovere di nascita?
No grazie, preferisco equilibrare e rendere efficiente il mondo.
(ed il bello è che più si metteranno regole protezionistiche, peggio sarà per il paese)



Neanche sotto tortura, e non tanto per la struttura statale, quanto per la mentalità comune.
Devo produrre e creare ricchezza in un paese che vuole impormi il dovere di investire i miei risparmi nello stato?
Che crede che regalare i miei soldi per far consumare gli incapaci possa far crescere l'economia?

No, grazie!!!

Se si vuole realmente impresa in Italia, ci vuole più liberismo e meno statalismo.
Altrimenti tenetevi il vostro socialismo, arrivederci, e grazie.

Ci sono anche altri valori nella vita, ma qui è questione di opinioni. Per esempio uno potrebbe cercare di restituire qualcosa al proprio Paese
 
se non la smettete di rubare alla svelta rimanete da soli a raccomandarvi in tante scatoline vuote, tipo le banchette solide del Vs amato paese
 
Se si vuole realmente impresa in Italia, ci vuole più liberismo e meno statalismo.
Altrimenti tenetevi il vostro socialismo, arrivederci, e grazie.

Sono d'accordo....ma ti sei dimenticata di aggiungere "..come contropartita, chi viene beccato ad evadere/eludere/truffare/aggirare se ne va 20 anni in galera(vera) e si vede espropriare i beni personali a compensazione."

Mi sembrerebbe equo: io Stato ti do la possibilità di muoverti secondo il mercato senza addebitarti l'onere dell'assistenza sociale che spetta a me.....te come ti approfitti di un lavoratore(esempi ce ne sono molteplici: dimissioni in bianco, straordinari non retribuiti, inquadramenti non corrispondenti al reale etc...si insomma tutto quello che è fuori dalle regole) o del sistema, hai concluso.
Secondo me sarebbe il giusto patto sociale.......all'americana: rubi ai contribuenti, nemico del popolo,galera ed emarginazione.
Sei un lavoratore incapace e vagabondo? Fai la fame.
 
Sono d'accordo....ma ti sei dimenticata di aggiungere "..come contropartita, chi viene beccato ad evadere/eludere/truffare/aggirare se ne va 20 anni in galera(vera) e si vede espropriare i beni personali a compensazione."

Mi sembrerebbe equo: io Stato ti do la possibilità di muoverti secondo il mercato senza addebitarti l'onere dell'assistenza sociale che spetta a me.....te come ti approfitti di un lavoratore(esempi ce ne sono molteplici: dimissioni in bianco, straordinari non retribuiti, inquadramenti non corrispondenti al reale etc...si insomma tutto quello che è fuori dalle regole) o del sistema, hai concluso.
Secondo me sarebbe il giusto patto sociale.......all'americana: rubi ai contribuenti, nemico del popolo,galera ed emarginazione.
Sei un lavoratore incapace e vagabondo? Fai la fame.

Oddio, vent'anni di carcere sarebbero un po' troppi, forse, ma più o meno mi trovi d'accordo.

P.S. Avevo scritto un messaggio in cui invitavo a smettere di piagnucolare frasi del tipo "si stava meglio quando si stava peggio", piuttosto che rimboccarsi le maniche e pedalare.
Cancellato forse perché mi ero riferita agli italici "bamboccioni", termine ormai di uso comune. Spero non te lo sia perso. Perché rimpiangere gli imprenditori di un tempo significa rimpiangere anche gli operai, di un tempo. E mi sembra veramente da stolti.
 
P.S. Avevo scritto un messaggio in cui invitavo a smettere di piagnucolare frasi del tipo "si stava meglio quando si stava peggio", piuttosto che rimboccarsi le maniche e pedalare.
Cancellato forse perché mi ero riferita agli italici "bamboccioni", termine ormai di uso comune. Spero non te lo sia perso. Perché rimpiangere gli imprenditori di un tempo significa rimpiangere anche gli operai, di un tempo. E mi sembra veramente da stolti.

Non me lo sono perso affatto: guarda in linea di massima concordiamo su molte cose ma sei troppo di parte,troppo categorica,fai passare questo messaggio del tipo "devi vivere per il lavoro" sennò muto,non hai diritto a lamentarti. Ragioni appunto da imprenditore come se quella scelta di vita sia l'unica giusta.
Come se avere come unico "oggetto d'amore" la propria azienda e il lavoro fosse essere nel giusto.....e avere passioni,hobby extra lavoro,tempo con i figli, sia da vagabondi bamboccioni.
Io non critico chi vive per il lavoro ed ha solo quello,sono scelte, però nemmeno voglio sentirmi dare del bamboccione se pretendo di avere parte della giornata per i c@xx1 mia.
Ci confrontiamo solo per eccessi ed enfatizzazioni.
Nessuno chiede di tornare ai Fantozziani anni 70-80 con lo Stato e le sue partecipazioni statali con lavori inventati e orde di vagabondi a caxx3ggiare in orario di lavoro.
Ma nemmeno questo "yuppismo" moderno secondo il quale uno deve vivere per il lavoro e rinunciare a godersi la vita.
Rimboccarsi le maniche e pedalare nel senso di lavorare 10 ore il giorno e sprecarle 2 da pendolare per stipendi che,come contropartita, non ti permettono nemmeno un tenore di vita agiato?
Oppure prostituirsi sul mercato rimbalzando da una città all'altra ogni 2-3 anni per avere,dopo un 10ennio, un posto da quadro da 2.500€ il mese? Quando poi un affitto te ne mangia 700?
Abbiamo perso il senso della misura....
 
Non me lo sono perso affatto: guarda in linea di massima concordiamo su molte cose ma sei troppo di parte,troppo categorica,fai passare questo messaggio del tipo "devi vivere per il lavoro" sennò muto,non hai diritto a lamentarti. Ragioni appunto da imprenditore come se quella scelta di vita sia l'unica giusta.
Come se avere come unico "oggetto d'amore" la propria azienda e il lavoro fosse essere nel giusto.....e avere passioni,hobby extra lavoro,tempo con i figli, sia da vagabondi bamboccioni.
Io non critico chi vive per il lavoro ed ha solo quello,sono scelte, però nemmeno voglio sentirmi dare del bamboccione se pretendo di avere parte della giornata per i c@xx1 mia.
Ci confrontiamo solo per eccessi ed enfatizzazioni.
Nessuno chiede di tornare ai Fantozziani anni 70-80 con lo Stato e le sue partecipazioni statali con lavori inventati e orde di vagabondi a caxx3ggiare in orario di lavoro.
Ma nemmeno questo "yuppismo" moderno secondo il quale uno deve vivere per il lavoro e rinunciare a godersi la vita.
Rimboccarsi le maniche e pedalare nel senso di lavorare 10 ore il giorno e sprecarle 2 da pendolare per stipendi che,come contropartita, non ti permettono nemmeno un tenore di vita agiato?
Oppure prostituirsi sul mercato rimbalzando da una città all'altra ogni 2-3 anni per avere,dopo un 10ennio, un posto da quadro da 2.500€ il mese? Quando poi un affitto te ne mangia 700?
Abbiamo perso il senso della misura....

Sei partito per la tangente.

E' da bamboccioni lamentarsi continuamente del raccomandato, del fortunato, dello stipendio, dell'affitto, del presente, delle mezze stagioni, pur di non assumersi le proprie responsabilità. Piagnucolare, trovare scuse, giustificazioni, consolazioni. Questo è il bamboccione. Non chi vuole godersi la vita.
La felicità è sicuramente la misura ultima del successo di una persona. Ed è molto meritocratica.

Quindi: vuoi goderti la vita? Vuoi lavorare poco? Non vuoi responsabilità? Sei incapace e accetti i tuoi limiti?
Benissimo, ma non venire a scrivere qui che il mondo è brutto e cattivo e che ce l'ha con te, e che sei sfortunatissimo ma sei felicissimo, più dell'imprenditore che ti ha preso a calci nel sedere e che ha la bella macchina.

Non dai un'immagine onesta. Potrebbe sembrare comunque invidia sociale.
 
Io provo ad ascoltarti, però fallo anche tu.
Chi è che non vuole assumersi le proprie responsabilità? Vado a lavoro, lo porto avanti con impegno, studio e compenso le mie lacune quando non conosco una cosa. Faccio onestamente il mio con serietà.
Cos'è che nelle mie parole ti porta a dire che non mi assumo le mie responsabilità? Il fatto che voglio godermi ANCHE la vita?
Godersi ANCHE la vita mica significa voler lavorare poco.
O meglio, fissiamo un unità di misura di poco o tanto: per me ,lavorare tanto significa uscire di casa alle 8 e rientrare alle 20.
Lavorare tanto significa rinunciare alla vita privata. Se lo faccio voglio essere pagato in modo tale che il tempo perso venga compensato con un salario tale che mi permetta di alzare il tenore di vita. Sennò che sono fesso?
Responsabilità? Perchè no... ma voglio essere pagato rispetto a chi non ne ha: invece succede che tu porti avanti la baracca ed il resto galleggia con la metà di responsabilità.
Ed è così al di la di tutti i discorsi. E questo fa girare i c0glioni perchè oggi in Italia c'è una fetta di persone professionalmente preparate che lavorano e tutta una serie di persone generiche senza arte ne parte che galleggiano e prendono più o meno come te. Questo succede non a missed ma a tutti i missed d'Italia....e fa girare i c0glion1.
Sarebbe interessante anche una testimonianza del mio caporeparto, a 200€ più di me con 20 uomini da coordinare.
Anche qui vorrei capire da un imprenditore, il motivo per cui uno debba accettare un ruolo del genere a quella cifra: per la gloria?

Secondo te invece tacciare chi si lamenta di essere un bamboccione che non vuole fare una m1nkia dalla mattina alla sera, è dare un immagine onesta?
E il nostro amico imprenditore che vuole che uno si presenti in Azienda e dica "mettimi alla prova 6 mesi e poi parliamo del compenso"? Anche lui da un immagine onesta?

Può darsi sia invidia sociale la mia.....non lo so, diciamo che è lo stesso male che ti porta a considerare chi si lamenta un vagabondo.
 
Chi è che non vuole assumersi le proprie responsabilità?

Chi piagnucola, chi da le colpe dei propri limiti e fallimenti alla società, allo straniero, alla sorte, al tempo.

Cos'è che nelle mie parole ti porta a dire che non mi assumo le mie responsabilità?

Che piagnucoli, che dai le colpe dei tuoi limiti e fallimenti alla società, allo straniero, alla sorte, al tempo.
E che ti ritieni sullo stesso livello dell'imprenditore che ti offre lavoro. Perché non lo sei!

Il fatto che voglio godermi ANCHE la vita?

Anche qui nascondi un errore di fondo gravissimo: pure il lavoro è vita. Godersi la vita è la priorità assoluta, come ti ho già detto.
Ed il fatto che tu la contrapponga al lavoro, vuol dire che sei frustrato nel lavoro. Infelice. Che vedi il lavoro come sacrificio.
La vita è equilibrio: anche il lavoro deve essere amore e felicità. E te lo dice un'imprenditrice con 5 figli, a cui insegna quotidianamente a non lamentarsi mai, a non giustificarsi mai, e a lottare, con entusiasmo, per se stessi.

Lavorare tanto significa rinunciare alla vita privata. Se lo faccio voglio essere pagato in modo tale che il tempo perso venga compensato con un salario tale che mi permetta di alzare il tenore di vita. Sennò che sono fesso?

Si che sei fesso. Il lavoro è passione, a volte devi dedicargli più tempo, altre volte meno. In funzione del tuo benessere. La stessa tua contrapposizione tra lavoro e vita privata è sbagliata. La tua vita è l'insieme di tutto, in un equilibrio che stabilisci tu. Ma vedere il lavoro come il sacrificio, e il tempo libero come il piacere, è un errore. Per te stesso.
E di nuovo a piagnucolare che vuoi più soldi per lavorare di più. Come se piovessero dal cielo!

Responsabilità? Perchè no... ma voglio essere pagato rispetto a chi non ne ha: invece succede che tu porti avanti la baracca ed il resto galleggia con la metà di responsabilità.

E di nuovo a piagnucolare "voglio di più", "pretendo questo", "pretendo quell'altro". E chi te lo dovrebbe dare?
Questa è la differenza di base tra un imprenditore ed un bamboccione: il primo agisce, il secondo piagnucola.

Ed è così al di la di tutti i discorsi. E questo fa girare i c0glioni perchè oggi in Italia c'è una fetta di persone professionalmente preparate che lavorano e tutta una serie di persone generiche senza arte ne parte che galleggiano e prendono più o meno come te. Questo succede non a missed ma a tutti i missed d'Italia....e fa girare i c0glion1.

Fa rabbia anche a me. Ma è esattamente il frutto di quello che sei. O meglio, sei tu il frutto di una cultura che ti ha portato ad aspettarti tutto dal mondo, come se tutto ti fosse dovuto, rifiutando responsabilità personali.

Sarebbe interessante anche una testimonianza del mio caporeparto, a 200€ più di me con 20 uomini da coordinare.
Anche qui vorrei capire da un imprenditore, il motivo per cui uno debba accettare un ruolo del genere a quella cifra: per la gloria?

Perché gli piace? Per la carriera? O magari per la solita legge della domanda e dell'offerta?

Secondo te invece tacciare chi si lamenta di essere un bamboccione che non vuole fare una m1nkia dalla mattina alla sera, è dare un immagine onesta?

Si, fintanto che quel bamboccione si aspetta la pappa pronta.

E il nostro amico imprenditore che vuole che uno si presenti in Azienda e dica "mettimi alla prova 6 mesi e poi parliamo del compenso"? Anche lui da un immagine onesta?

Che c'entra l'onestà? Anche lui piagnucola, e alla fine se non alza il prezzo si arrangia. Domanda e offerta.

Può darsi sia invidia sociale la mia.....non lo so, diciamo che è lo stesso male che ti porta a considerare chi si lamenta un vagabondo.

Che centra un "vagabondo" con il lamentarsi? :confused: Volevi dire "bamboccione"? Cioè che io ho invidia sociale del bamboccione? :D
 
E' una questione banale (secondo me):

se ritieni che la responsabilità della tua vita sia principalmente tua puoi muoverti per migliorare le cose

se viceversa ritieni che sia colpa della società allora campa cavallo

Poi nessuno dice che si deve avere successo nel lavoro: un mio caro amico dei tempi del liceo, un ragazzo in gamba, diceva "Io voglio lavorare il meno possibile"; fece il concorso al comune, lo vinse, lavora 6 ore, cerca di farlo bene, poi torna a casa, ha la sua famiglia, i suoi hobby ed è felice e contento.
 
E' una questione banale (secondo me):

se ritieni che la responsabilità della tua vita sia principalmente tua puoi muoverti per migliorare le cose

se viceversa ritieni che sia colpa della società allora campa cavallo

Bravissimo!!! ;)
 
In un mondo ideale avrebbe ragione PGiulia. Nella realtà, le persone sono mosse da vari motivi. Si può mantenere un lavoro che non piace per comodità, per abitudine per incertezza. Si può non avere la forza morale di cambiare. Credete che nelle aziende si vada avanti solo per merito? Ma in che mondo vivete? PGiulia, credi che tutti abbiano la tenuta nervosa e fisica per fare l imprenditore e gestire 5 figli? È una colpa essere magari un po' più deboli di carattere? È una colpa avere avuto (magari a vent anni come è capitato a me) una malattia che ha se non stroncato, limitato parte dei tuoi sogni? Son contento che PGiulia abbia tutto questo entusiasmo ed è giusto, meno male che ci sono persone così. Ma il mondo è fatto in maniera leggermente diversa
 
missed-approach ha scritto : Oppure prostituirsi sul mercato rimbalzando da una città all'altra ogni 2-3 anni per avere,dopo un 10ennio, un posto da quadro da 2.500€ il mese? Quando poi un affitto te ne mangia 700?

Ma quanto devo essere stato cre-tino io che dopo 30 da quadro non sono ancora riuscito a raggiungere quella cifra.
Guarda che la maggioranza quella cifra la vede col binocolo.
Ciao a tutti.
 
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