Oggi ho portato l’auto per la revisione,

Renzi: Oriundo, immigrato mai riconosciuto, se lo beccano a Scandicci rischia grosso.
Cognome patronimico, deriva quindi direttamente o tramite forme ipocoristiche od accrescitive, dall'aferesi del nome Lorenzo, nome del padre, ossia del capostipite. In questo caso significa "figlio di Renzo".
Il cognome Renzi ……. presenze nel Lazio, in provincia di Roma in particolare.

Tipico.:censored:

praticamente un giargianès, come dicono dalle mie parti :)
 
Quindi a quelle assi mancano ancora 7 anni, messe all'aria giorno per giorno. :eek:
 
Ma allora è vero! ste gran toscane...

https://www.viaggiatoriignoranti.it/2019/02/sesso-e-amore-al-tempo-degli-etruschi.html

La partecipazione delle donne ai banchetti con gli uomini fu oggetto di censura da parte degli autori greci, soprattutto Teopompo che verso la metà del IV secolo a.C. sostenne che l’incomprensione tra i popoli derivava al diverso ruolo sociale attribuito alla donna. Un altro scrittore del IV secolo a.C., vicino a Filippo il Macedone, scrisse degli Etruschi riferendosi alla vergognosa promiscuità in cui vivevano: paternità indistinte, mogli bevitrici che sedevano vicino a chiunque durante i banchetti, amori di gruppo, nudità e rapporti sessuali in pubblico erano tra le accuse mosse dagli autori greci alla civiltà etrusca.
Il termine etrusco, per i greci, finì per identificate le prostitute.

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Quindi a quelle assi mancano ancora 7 anni, messe all'aria giorno per giorno. :eek:

Esattamente, quando festeggerà il centenario inizierà a tagliare piallare levigare le sue assi. :) glielo auguro sinceramente.
Io voglio esserci per imparare la difficile arte del falegname.
Penso che per imparare qualcosa impieghi cinque anni, quindi lui a centocinque anni mi darà la certificazione di provetto falegname, e da allora apriremo una falegnameria;
La chiameremo RAZZI&MOZZI OK!
(raggi e mozzi da carro agricolo) completeremo la gamma con “zeppe e manici di zappa”:cool:
 
Quindi a scuola non ce l'hanno raccontata tutta :o. Per lo meno, non a me.

Gli e-truschi civiltà avanzata, gli e-truschi società evoluta, gli e-truschi deqquà, gli e-truschi dellà.

Poi si scopre che erano facili a soddisfazioni carnali intense e ripetute :D, con e senza illuminazione.

Adesso mi sento più completo.
 
Oggi sono ritornato da Beppe, vi ricordate il falegname della settimana scorsa?
Mentre mi recavo là ho incontrato un conoscente del posto e ho chiesto se lo conosceva;
“ha, lo sxxxxx quello secco come un uscio” è stata la risposta.

L’ho trovato seduto sullo scalino del laboratorio, le ho detto buongiorno, mi ha risposto con una specie di grugnito, certe persone non sono abituate a tanti salamelecchi, ma ho capito che mi aveva dato il suo buongiorno.:)
Le ho chiesto se potevo sedermi accanto a lui;
“avoglia te, c’è tanto posto”
Mentre stavo pensando un pretesto per iniziare una conversazione di un certo tipo, ho tirato fuori il pacchetto delle sigarette e prima che potessi accendere :
“Bravo, fuma fuma che ti fa bene bischero”

Considerando che, ci eravamo appena conosciuti, c’ho preso subito di bischero, ma non mi sono per nulla offeso, anzi l’ho interpretato come un buon consiglio che poteva darmi mio padre. OK!

Ora non sto a raccontarvi tutta la conversazione, racconterò solo alcuni tratti, troppo lunga e complessa, posso solo dirvi che in certi momenti mi scompisciavo dalle risate ma in altri mi veniva un brivido lungo la schiena.
Mi rendevo conto di essere fortunato ad essere li ad ascoltarlo e felice di avere questa opportunità.
 
Bravo, sii contento e controlla quelle assi, a cui mancano un po' meno di 7 anni.
Che mi devi diventare falegname, o' bischero!
:D
 
Cosa posso dire, ho capito che arrivati ad una certa età, occorre alzare il livello, in ogni cosa qualità e non quantità, evitare qualsiasi situazione che potrebbe procurare stress, in ogni cosa e in ogni persona cercare l’armonia e ricacciare il caos, frequentare solo persone positive, che costruiscono e evitare come la peste coloro che sanno solo distruggere.

Togliersi dalla testa il sogno di poter migliorare il mondo, di illudersi di trasformare un asino in un cavallo da corsa, anzi fare ciò è un grande errore, l’asino è un asino e pertanto deve portare la soma, è nato per questo.

Essere buoni e generosi ci da la gioia di vedere negli altri il sorriso, rendersi conto di essere amati, apprezzati, un favore che arriva prima che tu lo chieda significa essere nel cuore di chi ti circonda.
 
Alcuni passaggi della conversazione
Ma quando eri giovanotto il sabato sera andavi a ballare?

Mi guarda come fossi un marziano:
a ballare? Il sabato? Ma quale sabato e domenica allora tutti i giorni erano uguali, lavorare da mattina a sera, le vacche nella stalla di sabato e domenica non facevano mica la dieta, (sto scrivendo in modo comprensibile, in realtà…)

Eppoi le scarpe? Avevo tre fratelli, pace all’anima loro, chi si alzava per primo le metteva, gli altri zoccoli di legno, con suola fatta con un vecchio fascione (copertone, battistrada) di bicicletta, io che ero il minore ero fortunato perché ce n’era un paio troppo piccole per loro, anche se erano già state tagliate in punta.
Il divertimento era la bicicletta dì “mì zio”, ma era sempre sgonfia perché la camera d’aria aveva più toppe de mì calzoni.
Quindi una vita di ***** solo lavoro e niente divertimento?
Cittino, ( cittino riferito a me) a quei tempi non c’erano tutti i balocchi che c’ha i mi nipote ma lui è sempre bizzoso e un’è mai contento e io con una canna infilata in due pine e insieme a Pierino giù per la discesa….. e quando ci pigliava i bischero per davvero alzavamo la cesta dei pulcini per farli scappare, la mi nonna faceva finta di arrabbiarsi perché sapeva bene che poi li riprendevamo e per premio ci faceva la schiacciata.


Lo guardo bene in viso per capire quello che con le parole non riesce a dire, e noto una espressione di beatitudine. Quindi nonostante tutto ha dei bei ricordi?;
ma si sa, tutti noi ricordiamo volentieri la nostra fanciullezza e gioventù.
Comunque ancora non un lamento. Qui c’è già un indizio, bella cosa.

Cerchiamo di approfondire ancora ma non è facile. Certi sottintesi neanche io riesco a comprenderli immediatamente.
 
Quindi ragazze nisba?
Il mondo sembra cambiare ma è sempre lo stesso, le donne di allora non la mettevano mica sotto la cesta, “nummia” la serbavano al gatto, un pagliaio (pagliaio = cumulo piramidale fatto con la paglia del grano) dietro casa c’è sempre stato. ( non ricordo esattamente le parole ma ho capito il senso, non ho capito bene come, in queste cose mostra un certo pudore)

La cosa va approfondita.

Se eri sempre impegnato a lavorare come conoscevi le ragazze?
Per le ricorrenze, quando c’era la fiera, o per Pasqua, e a Natale diventavamo tutti cristiani.
Poi ogni tanto d’estate sull’aia, qualcuno che sapeva suonare la fisarmonica, e tutti a ballare.
Li si conosceva qualche Cittina e ci si provava, poi la si andava a aspettarla all’uscita della chiesa, ma c’era sempre “la su mamma.”
Ma la Domenica pomeriggio uscivano a gruppetti e facevano il giro del paese, noi tutti dietro a fare i “ganzi” e un’occhiata in più era il segnale.
Oggi hanno quell’”aggeggio” (telefonino) tutte a capo basso che sembrano “rinciucchettite”
I giovani di oggi non si sanno divertire, hanno tutto e non si rendono conto di non avere niente.
 
Per San Giovanni per tradizione accendevamo un bel fuoco e tra un “lacchezzo” e un occhiolino ….di notte tutti i gatti sono bigi.
(non serve molta immaginazione per capire)

Ho insistito in modo subdolo su questo punto, e nonostante sia troppo pudico nel raccontare queste cose sono riuscito a tirargli fuori il come.
Un lui e una lei, lei se già sposata, provano “simpatia” l’uno per l’altra ma mancano le occasioni per incontrarsi da soli.
Tre amici si mettono d’accordo, due si occupano del marito, che scherzando e ridendo, bevendo del buon chianti gli tengono compagnia, il terzo si dirige verso il pagliaio.
ho sollevato il dubbio di come lei poteva andare al pagliaio senza destare sospetti nelle altre “massaie”
Ai miei tempi (con parole mie) le donne erano veramente amiche “e si reggevano il lume” non come oggi che non fanno altro che criticarsi l’una con l’altra e non perdono occasione per “cianare” (spettegolare).
“Comunque allora come ora un si sa mai di chi è figliolo”
 
Ai miei tempi non esistevano contratti scritti, la gente andava a testa alta perché la parola data era la loro faccia.

Le due domande finali.
Ma secondo te le persone, oggi, sono più o meno felici di allora?
Noi avevamo solo l’indispensabile, e a secondo della stagione qualche volta anche meno, ma avevamo gli amici, amici veri, non ti sentivi mai solo, qualsiasi cosa ti capitasse accorrevano tutti parenti e non parenti, (qui uso elusivamente parole mie) lo stress delle bollette del telefono luce gas tasse varie non sapevamo neanche cosa fossero, ora se ne occupa mio nipote, fosse per me ci accenderei il fuoco.

Ma non pensi alla morte?
E qui esce l’essenza di un vero toscano.

“Morì more i bischeri” ( muoiono i bischeri)
quindi bischero si, ma una sola volta nella vita.
Fine
 
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