BUONA DOMENICA A TUTTI
Se mi chiedete ... quali sono i miei rammarichi ... per quest'anno (fino ad adesso) ... la risposta è semplice:
NON AVER SHORTATO IL BUND A 147
NON AVER LONGATO L'ORO A 1.200
A PROPOSITO DI ORO
L'oro torna a brillare su tensioni siriane
di Vincenzo Longo
Ebbene si. In poche sedute l’oro ha spazzato via i dubbi sulla sua caratteristica di bene rifugio dopo i forti cali accusati ad aprile e giugno. La dimostrazione è arrivata nelle ultime sedute, con una performance quasi del 12% solo nelle ultime tre settimane.
In questo senso le tensioni in Siria hanno giocato un ruolo fondamentale sotto diversi punti di vista. I timori di un conflitto armato hanno gettato nel panico gli investitori, determinando una vera e propria corsa verso porti più sicuri (cosiddetto fly to quality) e la contestuale fuga dagli asset più rischiosi.
Non solo. La crisi geopolitica conseguente sta surriscaldando tutta l’area del Medio Oriente, crocevia cruciale per l’estrazione di greggio, con il 35% circa della produzione mondiale. Inevitabile la risalita del prezzo del petrolio, sia quello texano WTI che il Brent del Mar del Nord, che inizia a intimorire gli investitori su un possibile surriscaldamento dei prezzi. Il repentino rialzo delle quotazioni del petrolio, infatti, potrebbe presto avere ripercussioni su tutta la filiera della produzione e scaricarsi infine sui prezzi al consumo, facendo tornare i timori di una possibile spirale inflattiva. E gli operatori sanno che non esiste bene al mondo che riesca a tutelare dall’inflazione meglio dell’oro.
Dopo lo smobilizzo in massa di oro da parte degli Etf nel secondo trimestre dell’anno, potremmo assistere ora a un’inversione di tendenza, anche alla luce delle basse quotazioni raggiunte dal metallo prezioso, a fine giugno a 1.180 dollari oncia. La nostra view rimane comunque di cautela sul metallo prezioso. Nel breve ci aspettiamo che se l’attacco armato in Siria dovesse materializzarsi nel corso dei prossimi giorni, potremmo assistere a un’ulteriore ondata di acquisti che potrebbe riportare le quotazioni in area 1.500 dollari/oncia.
Nel medio periodo, però, saranno le dinamiche della politica monetaria della Federal Reserve a dominare la scena e le aspettative sul tapering potrebbero stemperare questo scenario rialzista.
Dal punto di vista tecnico, il grafico rimane impostato positivamente, almeno sino in area 1.350 dollari, bottom della scorsa settimana. Al di sotto di questo livello, la tendenza rialzista di breve inizierebbe a vacillare si aprirebbe la possibilità di un test al supporto di 1.275, minimi di agosto. Indicazioni positive giungerebbero solo con un superamento della resistenza collocata in area 1.425-1.430 dollari, top di giugno, preludio per un’accelerazione in direzione di 1.485-1.500, massimo di maggio scorso.