Questo è valso per il periodo temporale del grafico, 1996-2015. Dirò un'ovvietà ma i rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Soprattutto nel momento in cui siamo da anni sotto QE e anche se progressivamente terminerà nel 2019, non è detto che le banche centrali nei decenni a venire non utilizzeranno nuovamente questo strumento. Insomma dal mio punto di vista non è detto che nei prossimi decenni l'obbligazionario renda così tanto da giustificare una quota così alta nel pf. Rimango ancora dubbioso.
Ovvio che i "rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri" ma allora perché investire in azionario o in S&P500? Chi lo sa che l'investimento migliore per i prossimi 30 anni non sia comprare sassi di fiume?
La teoria, e l'esperienza, ci dicono che l'azionario solitamente rende di più a costo di una maggiore volatilità rispetto alle obbligazioni e che un portafoglio 60/40 riduce la volatilità senza sacrificare troppo i rendimenti.
In base a questo ho scelto il rapporto 80/20. Certamente con un periodo così lungo davanti a me avrei potuto anche fare 100/0, ma ho preferito una soluzione un po' più prudente (anche come "stampella psicologica")
L'idea di aumentare la percentuale di obbligazionario avvicinandomi alla pensione è perché più mi avvicino al momento di prelevare più preferisco la stabilità (quindi minor volatilità) rispetto ai rendimenti.
In pratica è come se dovessi scegliere un piano d'investimento tra 20 o 30 anni: il piano che sceglierei se avessi davanti solo 10 o 5 anni sarebbe molto diverso da un 100/0 o anche un 80/0.
Credo però che la tua obiezione sia più legata al perché inserire obbligazioni per la parte stabile se ho già dei conti deposito che svolgono lo stesso compito. In linea di principio concordo con te.
Nel mio caso particolare ho due motivazioni.
La prima è che sono precedenti (piccoli) investimenti che non ho intenzione di incrementare: col tempo la percentuale che rappresentano nel portafoglio diminuirà sensibilmente (es: dopo 6 mesi di pac valgono il 50% del mio patrimonio, tra un anno saranno probabilmente solo il 25%). In pochi anni dovrebbero essere una quota praticamente trascurabile e per questo non li ho considerati nel portafoglio
La seconda è che mi piace comunque l'idea di avere un minimo assoluto "garantito": diciamo che al momento ho 12 mesi di spese in un conto corrente ed altri 12 mesi di spese vincolati in un conto deposito. Queste somme non sono relative al portafoglio (potrebbero essere sia il 90% del mio patrimonio che l'1% - non mi interessa) ma relative alle mie spese. Questo mi permette di affrontare il futuro serenamente, sapendo che se io (o mia moglie) dovessimo perdere il lavoro, o avere delle spese impreviste (il tetto della casa da rifare), o perdere tutto quello che abbiamo investito nel PAC abbiamo comunque un paio di anni per rimetterci in piedi.
Ovviamente c'è chi si fa bastare 3 mesi di spese come salvadanaio per le emergenze o chi non si farebbe problemi a ricorrere ad un prestito per gli imprevisti e sicuramente 2 anni di spese è inefficiente, ma ognuno è diverso e questo è il mio "livello di rischio".
Il miglior investimento non è quello che ti rende ricco, ma quello che ti fa dormire di notte. E per dirla con gli inglesi, better safe than sorry.